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La predestinazione era alla base della fede protestante, ovvero la
consapevolezza che per ognuno di noi ci sia un disegno
preesistente; a questo si aggiungeva anche la certezza della
salvezza da parte di dio che si raggiungeva attraverso l’impegno
del lavoro. Nelle società premoderne quindi la salvezza si
raggiungeva attraverso il successo modano, questo però ha portato
alla nascita del capitalismo; il successo mondano si raggiungeva coi
guadagni che venivano poi reinvestiti nell’impresa, portando così
all’accumulazione del capitale. Proprio Weber ci dice che la
diffusione dell’etica protestante ha portato alla nascita della società
capitalistica: l’azione iniziale era quella di garantirsi la salvezza ma
la conseguenza inintenzionale è stata la creazione di un sistema
che ha completamente cambiato il mondo e la logica del guadagno.
Per Weber così si passa dall’incanto del mondo premoderno al
disincanto del mondo moderno.
L’uomo quando nasce viene buttato in un mondo in cui sopravvive
grazie alla socializzazione, ovvero la trasmissione graduale di
significati culturali, norme e valori che gli serviranno a sopperire alla
lacuna costitutiva che può essere colmata solo dalla cultura.
Il fatto che l’interezza della nostra vita ricada nell’universo
simbolico non significa che siamo determinati esclusivamente dalla
società, in quel caso non ci sarebbe più un rapporto dialettico. A
questa impostazione di B e L da un contributo Mead, psicologo
sociale, che studia la duplicità del sé: abbiamo l’Io che
interiorizza le aspettative della società e il Me che rappresenta la
nostra parte critica e creativa, ovvero la nostra volontà.
Per B e L il processo dialettico è alla base della costruzione della
realtà. C’è quindi un rapporto tra società e individuo, l’uno senza
l’altro non potrebbe esistere. Tale processo viene diviso per
comodità di analisi in 3 parti:
- Esteriorizzazione: l’individuo si riversa nel mondo circostante
per creare un ambiente adatto a lui; l’uomo non riesce a
sopravvivere solo grazie al suo patrimonio genetico ma ha
bisogno della cultura.
- Oggettivazione: l’oggetto creato si rende autonomo
dall’individuo, prendendo significati diversi da quelli iniziali;
- Interiorizzazione: in questa fase l’oggetto e il suo significato
vengono assimilati dalla coscienza soggettiva; parte
importante di questa fase è la socializzazione.
La socializzazione è divisa in primaria e secondaria. Quella
primaria è ad opera dei genitori e in questo caso una figura
importante è l’altro significativo, mi fido di tale persona perché da
essa dipende la mia sopravvivenza. La socializzazione secondaria,
invece, è ad opera di amici e conoscenti, figura importante è l’altro
generalizzato che ci dice come la società si aspetta che ci
comportiamo e non come vogliono i nostri genitori.
Con la socializzazione secondaria vengono messi in crisi i valori
appressi con la socializzazione primaria; vediamo, però, che nella
società premoderna queste due fasi coincidevamo poiché tutti gli
insegnamenti venivano dettati dalla tradizione quindi dall’autorità di
dio, trasgredire la tradizione significava andare contro sia all’ordine
sociale che contro alla figura di dio. In questa società il grado di
sicurezza ontologica era altro perché si sapeva sempre cosa fare
grazie alle indicazioni della tradizione mentre il grado di ansietà
escatologica era basso grazie alla certezza dell’esistenza di dio.
Ansietà escatologica: angoscia dei soggetti rispetto ai significati
ultimi.
Sicurezza ontologica: sicurezza del proprio posto nel mondo.
Nella società contemporanea c’è una forte voglia di
individualizzazione ma allo stesso tempo si vuole far parte di una
comunità. Maffesoli, sociologo francese, conia il termine neo-tribù,
comunità in cui c’è un’adesione temporanea da parte dei soggetti
che la abitano (es.: prima faccio parte dei vegani e poi dei
vegetariani); quando si cambia neo-tribù si viene socializzati
nuovamente e si mettono in crisi i valori appressi nella
socializzazione precedente. In questo caso, la sicurezza ontologica è
bassa poiché abbiamo una vasta possibilità di scelta.
Si parla poi di pluralismo: la condizione di una società in cui
individui e gruppi diversi per etnia, religione, cultura, orientamento
politico o altro, coesistono nella tolleranza reciproca, mantenendo
una gestione autonoma delle proprie tradizioni culturali o
ideologiche.
Ogni società ha il suo immaginario collettivo, una sorte di
matrice da cui nascono idee, atteggiamenti ecc. che possono
determinare la mentalità dell’individuo. Rappresenta il modo in cui
gli individui immaginano la loro esistenza e le loro relazioni; funge
così da orientamento sociale attraverso storie, miti o leggende.
Vediamo inoltre che l’universo simbolico è costituito da sotto-
universi chiamati da Schutz “province finite di significato” come
la vita quotidiana o i sogni. Per Schutz quando passiamo da una
provincia all’altra non muta la struttura ontologica dell’oggetto ma il
suo significato, per esempio se vediamo un cane per strada
pensiamo che sia semplicemente un animale ma se lo vediamo in
sogno cerchiamo di attribuirgli significati più profondi.
Universi simbolici e province di significato stanno in stretto contatto
ma la forza di questo rapporto dipende anche dalla società. Nella
società premoderna se sogniamo dio che incita ad andare in guerra
lo prendiamo come un segno e il giorno dopo facciamo scoppiare
una battaglia ma una cosa del genere nella società
contemporanea sarebbe pure follia. Vediamo quindi che a seconda
dell’universo simbolico cambia l’ordine gerarchico delle province.
Nella società contemporanea la sfera dominante è quella della vita
quotidiana mentre nella società premoderna sono sullo stesso livello
sogno e vita quotidiana.
Pecchinenda, inoltre, ci parla di mito che conferisce significato
all’esperienza umana. Questo concetto è sovrapponibile con quello
di universo simbolico, anche in questo caso ci sono miti diversi per
società diverse.
Società premoderna / mito magico-religioso
Il tempo è ciclico quasi come le stagioni; quindi, ci si aspetta che gli
eventi del passato riaccadano. Un esempio è l’incontro tra civiltà
precolombiane e conquistadores, gli abitanti della civiltà non
sapevano come spigarsi l’arrivo delle navi e quindi corono dagli
anziani che hanno vissuto più cicli di vita e che quindi avrebbero
dovuto già vedere le navi arrivare, ma non trovando risposta li
accolgono e i conquistadores distrussero le civiltà.
In questa società domina l’istituzione della chiesa che fa da tramite
tra microcosmo (uomini) e macrocosmo (divinità). Tutto quindi si
ricollega al sacro e tutti gli eventi sono una manifestazione della
volontà divina.
Società moderna / mito della macchina
Le istituzioni dominanti sono stato e scienza. Anche l’universo
simbolico cambia, vediamo che tutti i fenomeni sono il risultato di
rapporti causa-effetto; l’individuo non è più creatura di dio e quindi
non è più sacro, con il progresso della medicina viene definito
macchina portatrice di organi.
Società contemporanea / mito dell’informazione
L’immagine del mondo viene scomposta in variabili X (causa) e Y
(effetto) mentre l’immagine dell’individuo è di individuo formato da
DNA.
Merton, sociologo statunitense, studiò questo rapporto tra
protestantesimo e capitalismo e vide che quasi tutti gli scienziati
erano protestanti poiché l’etica protestante era il terreno ideale per
la nascita del sapere scientifico. Per vedere la grandezza di dio,
facevano esperimenti sule leggi della natura che appartenevano a
dio; quindi, anche in questo caso gli individui sentivano di lavorare
in alleanza con dio.
Secondo Bauman, sociologo polacco, nella modernità la scienza
decostruisce la mortalità andando a studiare le X (cause) che
portano alla Y (morte). Andando quindi a studiare le varie cause
possiamo eliminarle e quindi eliminare la morte a sua volta,
raggiungendo così l’immortalità.
Durante la Seconda guerra mondiale la scienza viene vista come
portatrice di benessere ma dopo gli eventi della Shoah e della
bomba atomica inizia ad essere vista come portatrice di morte. Si
viola quindi il regime della tanatocrazia, ovvero il governo della
morte che prima era di dominio della natura. Dopo questi eventi si
ritiene quindi che l’uomo con le sue creazioni possieda il potere
atomico che distrugge la sua specie.
In seguito, quindi, Bauman ci parla di decostruzione
dell’immortalità, la scienza medica non è più vista in modo positivo
e quindi non si crede più che possa portare alla distruzione della
mortalità.
Secondo Berger, la modernità è l’epoca del disincanto, ovvero della
scomparsa nel mondo del religioso; molti teorici sostenevano che
tale disincanto fosse irreversibile ma in realtà la società
contemporanea è molto religiosa, la tesi precedente viene quindi
ritenuta errata e si parla di desecolarizzazione.
Berger fu uno dei massimi esponenti della secolarizzazione ma
durante i suoi studi trovò sempre più evidenze empiriche di
desecolarizzazione. Ci dice inoltre che l’Europa è stato l’unico
continente in cui la modernizzazione ha portato alla
secolarizzazione mentre nel resto del mondo la religione non è mai
scomparsa.
La sociologia del rischio è uno di quei concetti che ci permettono
di comprendere il passaggio dalla premodernità alla modernità. Il
rischio cerca di prevedere il futuro, cosa che nella premodernità non
era contemplata. Giddens usa l’espressione “colonizzare il futuro”.
I moderni, quindi, colonizzano spazio e tempo che prima erano di
dominio di dio; inoltre, colonizzano la notte attraverso l’elettricità.
Gli imprenditori invece calcolano il rischio riguardante le varie
possibilità di guadagno, vediamo quindi che avviene la
matematizzazione del mondo.
Vediamo quindi che la categoria temporale della società moderna è
il futuro il tempo è raffigurato come una freccia che segue un
processo lineare, mentre per la società premoderna è la categori