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Platone integra tale prospettiva con quella secondo cui l’anima è un principio di ordine, di moto ,
36
di finalizzazione cosciente e interiore che ci rende animali teleologici .
Prima rimodulazione antropologica dell’uomo:
Secondo Platone l’uomo è un animale che grazie all’anima può pervenire ad dei fini deliberati,
scelti, comparati, valutati; egli mantiene la determinazione eleatica dell’essere come ciò che è
immutabile ed eterno, ma fa dell’anima il luogo della manifestazione dell’idealità, in cui si perviene
alle epifania della verità mutevole (idealità).
Ciò che è mutevole è la realtà empirica, sia dal punto di vista ontologico che da quello
gnoseologico; ciò che non muta e l’anima e ciò che è presente nell’anima, poiché essa è della
medesima sostanza delle Idee.
Ciò consente una seconda rimodulazione antropologica dell’uomo:
34 la preoccupazione politica è imprescindibile nella concezione platonica sull’anima.
35 l’anima intesa come principio di ordine e di moto è importante soprattutto in Aristotele, a tal punto che anche gli
animali possono avere un’anima.
36 una peculiarità umana e quella di essere animali teleologici.
La risposta alla domanda “che cos’è l’uomo? chi è l’uomo” per Platone è essenzialmente
“l’anima!”.
l’anima
è il costituente ontologico dell’uomo;
è una determinazione essenziale dell’uomo;
consente all’uomo di pervenire all’immutabile;
è la determinazione salvifica dell’uomo: nell’anima sta per l’uomo la via della salvezza
perché essa consente di superare i limiti legati alla contingenza corporea; quella dell’anima è
un’attività catartica attraverso una via di ascesa progressiva verso la realtà che non muta
(Idee);
consente un’ascesa che non è ascesi religiosa (basti pensare all’eros platonico): nel Simposio
Diotima propone una scala dell’amore che procede dalla bellezza del singolo corpo all’Idea
del Bello. L’Eros consente di raggiungere una verità progressiva e trascendente, a partire
dalla corporeità.
Data la rimodulazione platonica della dottrina socratica in merito all’anima, che ne rimane della sua
dimensione pratica? Secondo una errata interpretazione nella ridefinizione platonica dell’anima
viene meno l’aspetto pratico della verità socratica. In realtà la dottrina gnoseologica e ontologica di
Platone è inscindibile dalla sua concezione politica e dalla problematica etica.
Proprio la capacità dell’anima di svolgere un lavoro di critica autonomo e dialogico la porta a
gettare le basi, a porre i fondamenti dei valori per la condotta etico-politica.
basti pensare al paragone anima // biga alata del Fedro:
1. L’auriga simboleggia la ragione, il logos, è garante dei valori.
2. Il cavallo nero indica la tendenza desiderativa dell’anima; il rischio è quello di perdersi nella
libidine sensibile, e parallelamente in politica porta alla distruzione.
3. Il cavallo bianco indica la capacità dell’anima di imporsi un valore eticamente giusto.
Le parti irrazionali dell’anima non sono condannate dal Platone, tuttavia esse devono essere guidate
dall’anima razionale.Platone quindi sottolinea l’elemento dinamico dell’anima: le passioni
costituiscono una parte importante dell’uomo se guidate dalla ragione.
Tuttavia spesso le passioni sono in competizione tra loro: conflitto tra passioni, elemento agonico.
Il logos, rappresentato dall’auriga, deve trovare un equilibrio fra i due cavalli. Analogamente la
filosofia platonica ha un impatto pratico: la funzione è una componente importante anche per la
costituzione politica, solo se guidata dalla razionalità; qualora la componente degenerativa prevalga,
allora è prospettata la distruzione della polis.
Platone non è un mistico - non abbandona il mondo - ma gli effetti della sua filosofia sono visibili
nell’immediato contesto politico.
Platone sostiene la reincarnazione delle anime ma, pur nel ciclo della reincarnazione, l’anima ha
uno statuto individuale, cioè non si disperde mai in una generalità astratta. Al contempo sono
37
presenti tracce di pessimismo orfico, basti pensare al mito di Er: l’anima è intesa come elemento
in corporeo caduto in un corpo mortale; il corpo è presentato come tomba dell’anima (v. Fedone)
ma esso non causa la morte dell’anima poiché essa è il principio di moto del corpo. se il corpo viene
meno, l’anima intesa come principio di moto non viene meno.
L’anima è in grado di liberarsi da ciò che è fantasmatico per giungere alla luce della Verità (mito
Caverna), ma l’ascesa non è fine a se stessa: l’anima liberata deve poi tornare nella caverna a
liberare le altre anime. 38
In Platone non vi è liberazione individuale ma solo liberazione politica .
La liberazione consiste nel vedere l’Ideale e fonderlo in un disegno di coesione sociale, per salvare
la polis.
La passività dell’anima:
Nel Timeo si ha una attenuazione della visione del corpo come elemento di passività. L’anima è
innanzitutto Anima del mondo, prima creazione del demiurgo, produce armonia, finalità e telos,
intelligibilità al tutto cosmico.
Dall’Anima del mondo al Tempo:
Immagine mobile - ontologicamente imperfetta - dell’eternità;
39
Sorta di schema di interpretazione dello statuto dell’eterno
37 Platone con il mito cerca di esprimere cose difficili con modalità narrative; in essi Platone espone una prospettiva
antropologica in cui è in gioco il destino sopra-sensibile dell’anima.
38 In senso cristiano l’attore è stato utilizzato in maniera erronea, dipingendone il pensiero platonico un’eccessiva fuga
mundi e una prospettiva di liberazione solo individuale.
39 ??’ appunti non chiari. Questo secondo pnto // Kant.
La scansione ritmica degli elementi funge da medium universale, ossia l’universale che
coglie in sè il particolare.
In Platone non vi è una creatio ex nihilo - a differenza della tradizione biblica. Egli non spezza una
concezione ciclica della storia individuale e collettiva: dal momento che non vi è origine dal nulla
ma una concezione ciclica della storia, non viene neppure un fine e quindi non vi è compimento
della storia.
L’uomo
è un ente che è soggetto alla materia, e al contempo è in grado di trascerla;
è un essere intra-cosmico
ma grazie all’anima può assumere l’irrazionalità del mondo e armonizzarlo.
L’anima è in sè suscettibile di armonizzazione: essa produce armonia in se stessa e tra le varie
anime. L’anima singola non è in grado di raggiungere l’armonia individuale, se non in un rapporto
con le altre anime.
Capacità dell’anima di
1. mediare fra materia e idealità,
2. plasmare il sensibile attraverso l’intelligibile.
↓↓
Questa capacità sta all’origine del rischio per l’anima di rimanere invischiata nel sensibile.
Da qui il precetto secondo cui solo gli uomini con l’anima prevalentemente razionale possono
assumere l’onere del comando, poiché i immuni dal pericolo di non saper trascendere la materialità
- filosofi al comando.
La giustizia prevede un’armonia tra le parti dell’anima e le componenti della polis.
in zone vi è una reciprocità nell’organizzazione razionale della città e nell’articolazione dell’anima.
Il filosofo non è colui il quale predica alla purezza dell’Uno - come Parmenide - ma conosce il
negativo, propone una scelta dell’uno incontaminato ma facendo i conti con il negativo. Solo
comprendendo in negativo possiamo attenuarlo
Lo Stato ideale consente ai cittadini di perseguire la propria natura.
in relazione vi è quindi un elemento strettamente conservativo, affiancato a premesse per un’ascesa
verticale dal punto di vista sociale.
Il mito della caverna è il mito riassuntivo del pensiero platonico: in esso si pone il problema del
destino politico, mondano e terreno della polis. È importante non fuggire di fronte alla forza delle
passioni, ma cercare di utilizzarle, guidandole con la razionalità. La dimensione degenerativa è
quindi importante che guidata dalla razionalità. Non esiste politica senza passione. Gerarchia
razionale delle passioni.
L’uomo giusto non è un uomo che una volta libero dal giogo delle catene che lo tenevano
imprigionato nella caverna, si dimentica degli altri uomini ancora intrappolati nella caverna, ma è
un uomo contemplativo → dove per contemplativo si intende l’anima che contempla la verità,
e politico → ritorna nella caverna per liberare i compagni.
40
Permane un agonismo sofistico.
Platone dà un senso alla filosofia, intendendola come cura della psichè, 41
come un prendersi cura dell’anima .
La teoria dell’anima porta ad una definizione del filosofare e filosofando, ossia prendendosi cura
della propria anima, l’anima si prende cura della città.
Il filosofo, proprio perché è in grado di curare la pr anima, è in grado di essere un buon politico.
Prendersi cura dell’anima = prendersi cura della città.
Con la tripartizione platonica dell’anima, per la prima volta nella storia della filosofia si crea la
concezione della scissione e della possibile ricomposizione della soggettività. La scissione si dà
nell’esperienza comune dai desideri e dei doveri. La ripartizione è coerente con un’auto-
consapevolezza del sé.
La gerarchia per Platone è indispensabile per superare la scissione insita nella polis.
La società è giusta poiché e armonica: la ripartizione dell’anima giustifica la tripartizione della città
in senso gerarchico.
In Platone si può quindi parlare di 42
politicizzazione dell’anima o di psicologizzazione della politica.
40 ????
41 e non come una farsi curare l’anima così come inteso dall’odierna psicologia e psicanalisi.
42 in rif. Alla psiché.
La salvezza dell’anima in Platone non è disgiunta dall’armonia della società; il singolo può
raggiungere la pace di sé solo all’interno di una pace che caratterizza tutta la comunità. Vi è quindi
In Plato