vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE ERE DELLA COMUNICAZIONE
ORALITA’ - densità di indizi simbolici (stimoli sensoriali completi); simultaneità e
condivisione spazio tempo; interazione comunicativa
SCRITTURA - pittogrammi, ideogrammi, alfabeto consonantico (semiti), alfabeto moderno,
ma valorizza solo canale visivo
RIPRODUCIBILITA’ TECNICA - indizi simbolici limitati; stampa (quindicesimo secolo con
Gutenberg), supera le barriere dello spazio(si stampa in grandi quantità); fotografia; cinema.
TELECOMUNICAZIONE - permette la comunicazione a distanza e in tempo reale; indizi
simbolici limitati, simultaneità a seconda del tipo (CHAT/MAIL)
DIGITALIZZAZIONE - era contemporanea; densità di indizi simbolici, interattività
Un corpo che si fa tecnologia (de-somatizza), si smaterializza e la tecnologia si somatizza
(da un corpo che si fa tecnologia ad una tecnologia che si fa corpo)
Il corpo è esso stesso un’invenzione tecnologica (Leroi Courhan manualità è tecnologia).
Dalle mani alla bocca, tutto porta all’invenzione dell’oralità e alla comunicazione. Il
linguaggio è uno strumento necessario, è convenzione e come tale serve a semplificare la
comunicazione. (codificazione); spesso è riduttivo (non esaurisce le infinite possibilità
dell’essere); è una forma simbolica (crea un collegamento); permette la sincronizzazione
degli uni con gli altri.
Il sociologo della cultura decostruisce ed quindi è un osservatore della società che
decostruisce poiché ci sono infinite realtà e non la sola realtà data.
Per Boltansky esista una differenza tra mondo e realtà. Il mondo è la riserva di infinite realtà
poiché esistono altri modi di strutturare le nostre realtà sociali; potrebbe essere diverso da
come è e la critica ci aiuta ad immaginarlo tale, ma essa muore se immaginiamo un mondo
naturale come unica realtà possibile. La realtà è ciò che viene socialmente definito tale
ovvero tutte le costruzioni sociali umane e può cambiare a seconda degli uomini; le realtà
naturali sono quelle su cui l'uomo non ha potere immediato.
Il linguaggio è uno strumento necessario e convenzionale; le convenzioni sono necessarie
per la semplificazione( codificazione) della comunicazione. Spesso è riduttivo ovvero non
esaurisce le infinite possibilità dell'essere ed è una forma simbolica che serve a creare un
collegamento; è una piccola porzione del mondo e non la sua totalità, ma permette la
sincronizzazione gli uni con gli altri.
Il sociologo della cultura decostruisce a differenza di chi governa la società. L’osservante
segue la regola; l’osservatore osserva lo osservante e lo analizza. L'osservatore
decostruisce poiché nelle infinite realtà cerca di decostruire la realtà data. Chi governa la
società invece ha come scopo il risolvere i problemi e dà una prospettiva di allestire la realtà
ovvero di cercare chi crea i problemi, analizzare le situazioni e scoprire i problemi laddove
essi sembrano accantonati o nascosti per sfuggire alla critica.
UNIVERSALISMO: è un discorso universale a partire da un luogo, parlando a nome di tutta
l’umanità; non è una vera forma di comunicazione; produce conflitti e guerre. Produce
HOSTES nel senso di nemici.
RELATIVISMO: (ognuno è padrone in casa propria) non è forma di comunicazione perché
ciascuno vive nella sua monade e non si confronta con l’altro.
La soluzione è il paradigma del colore del grano (Piccolo Principe) ovvero
l’addomesticamento, che non è un atto di coercizione o sottomissione, ma è avvicinamento
verso la casa interiore gli uni degli altri. E’ mediazione e il mondo si riempie di nuovi sensi
quando l’altro lo media e gli dà un valore aggiunto. L’universalismo e il relativismo creano
hostes ovvero nemici e turisti ovvero coloro che guardano la realtà senza vederne le
differenze, ma tale parola identifica anche il rapporto di uguaglianza che si instaura tra domo
e contro domo, tra un munus e un contro munus. L’addomesticamento produce OSPITI nel
doppio senso che produce questa parola (chi ospita e chi è ospitato).
Il rapporto con l’altro non è tolleranza, ma desiderio di colmare il vuoto dentro di sé. Il
desiderio vuol dire mancanza della nostra stella. Desideriamo quando siamo difettivi di
mondo. Siamo legati ad una certa realtà sociale e per superarla abbiamo bisogno del
desiderio dell’altro. L’altro diventa apertura di mondo, vettore di metafore del mondo, che
scompattano la realtà. Per allargare il proprio sguardo (oltre che la propria realtà sociale)
bisogna pensare all’altro e al suo sguardo. Ognuno di noi ha un colore del grano ovvero
un’alterità che gli fa scoprire nuove realtà (attraverso il desiderio poiché attraverso
quest’ultimo ci appassioniamo a cose nuove).
Nel mondo moderno c’è stato una scoppio di alterità. Le differenze non sono isolate, ma in
contatto e provocano attriti. Un tempo le persone che appartenevano a mondi altri non si
incontravano, mentre oggi si e nasce il problema del contatto interculturale. Questa
condizione porta alla revisione dei concetti che usiamo per tematizzare l’incontro con l’altro.
Ci serviamo di concetti unilaterali come l’universalismo e il relativismo, ma esse hanno
carenza di comunicazione.
DECISIONI: significa tagliare, tagliare possibilità, si escludono. Si crea una certa particolare
realtà sociale e diventa l’unica realtà possibile.
La realtà sociale che ci viene mostrata come oggetto di cui tenere conto non è un oggetto
ma è un costrutto e non è oggettiva.
Bisogna risvegliare il carattere poietico della realtà. Non bisogna prendere atto dei fatti,
poiché sono soggettivi e non oggettivi.
Quando noi abitiamo il mondo, per governare il nostro ambiente, abbiamo bisogno di
orientarci attraverso delle mappe, ma esse sono riduttive, sono scale che non possono
riprodurre il vero territorio. Spesso pensiamo che stando dentro una mappa esista solo
quella, ma nessuna mappa è giusta o sbagliata, ma va distinto tra coloro che pensano che
esista solo la propria mappa e chi sappia che la propria è solo una mappa limitata e quindi
ce ne sono altre nel mondo con cui confrontarsi e da cui arricchirsi.
SEMIOTICA - SEMANTICA - SINTATTICA - PRAGMATICA
La pragmatica della comunicazione identifica il comunicare come azione, come agire per
cambiare il mondo con le azioni e costruisce la definizione della realtà. Bisogna quindi fare
attenzione al malinteso che è una trappola perenne della comunicazione. Esistono due tipi di
malinteso: semantico e pragmatico.
Il malinteso semantico avviene quando non si capisce il significato delle parole perché non
se ne conosce il significato. Quello pragmatico avviene quando intendiamo fare un’azione
quando diciamo qualcosa, ma il nostro interlocutore non capisce quella azione ma ne
capisce un’altra.
Al primo malinteso si può porre rimedio. Del secondo non percepiamo l’errore e si può
tradurre il linguaggio del conflitto nel linguaggio del malinteso.
LIVELLI DI AZIONE DI AUSTIN
Locutivo/locutorio
Illocutivo/illocutorio
Perlocutivo/perlocutorio
Il primo livello è quello che descrive gli stati del mondo; è referenziale (es. giornalista che
trascrive una sentenza giudiziaria)
Il secondo è quello che nel fatto di parlare fa un’azione (es. il giudice che emette la
sentenza)
Il terzo allude al fatto che qualcuno dice qualcosa per avere delle risposte comportamentali
(es. una provocazione) Importante ricordare che a seconda del contesto una stessa frase
può essere di livello diverso.
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE:
1° - non si può non comunicare
2° - in ogni scambio comunicativo ci sono aspetti comunicativi (di contenuto) e relazionali
(negoziazione della propria identità rispetto all’altro)
3° - per decifrare il senso della comunicazione va usata la punteggiatura (step comunicativi)
più che la parola stessa. L’incomunicabilità data dalla mancanza della punteggiatura porta al
conflitto
4° - comunichiamo sia analogicamente che digitalmente. L’analogico si serve di elementi di
espressione che imitano il concetto che comunichiamo (postura, gesto, intonazione). Il
digitale non ha bisogno di strumenti per esprimere un concetto (parola)
5° - tutti gli scambi comunicativi si basano su simmetria o complementarietà
METACOMUNICARE: accompagnarsi l’uno all’altro alla comunicazione per comunicare il
comunicarsi.
COMUNICAZIONE A DOPPIO LEGAME: è una forma di comunicazione paradossale. (es.
sii libero, sii spontaneo e in realtà si rende ancora meno libero e spontaneo); è la traduzione
del paradosso di Epimenide.
HABITUS: preferenza che esprimiamo come espressione di quello che abbiamo avuto
dall’esperienza della vita.
MERITO: modo povero di guardare alla realtà e individualizzare la responsabilità. La
Meritocrazia è mezzo di distrazione di massa e ci fa pensare all’altro come nostro
competitor. MERITEVOLI sono i bisognosi e non i competitor.
LO SPAZIO PUBBLICO: spazio che pensiamo sia neutro, ma in realtà esclude sia l’uno che
l’altro e non permette a tutti di esprimersi, ma diventa di nessuno (dal latino nec uter, né gli
uni né gli altri)
La moltiplicazione dei media distrugge lo spazio neutro poiché nessuno si sente a casa.
Bisogna accantonare i vecchi paradigmi e ridefinire lo spazio pubblico per farlo diventare
UTRO (sia dell’uno che dell’altro) per cui poi ciascuno potrà sentirsi a casa. Lo spazio neutro
inoltre neutralizza le identità, mentre bisogna creare uno spazio in cui le differenze si
possano confrontare e non entrare in conflitto.
In passato avevamo tutti lo stesso tipo di informazioni. Oggi, invece, abbiamo una
tematizzazione (ognuno di noi si fa un indicizazzione) e non c'è più un minimo comune
denominatore ( non abbiamo più le stesse informazioni, non è più comune lo stesso mondo,
non c'è socializzazione).
Il rischio di questo è che larghe parti del mondo che era condiviso diventino
banali.Ll'accordo non è scontato, ma è da costruire, l'intesa con l'altro è problematica
(solipsismo nichilista).
Intendere come capire e intendere come essere d'accordo ovvero consentire. Nel mondo
culturale abbiamo difficoltà a creare intesa con i valori degli altri diversi da noi, ma
l’intendere( guardare La mappa dell'altro), non si deve pregiudic