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Immigrato
Saldo migratorio = immigrati - emigrati
Tasso di immigrazione = immigrati / popolazione * 1000
Tasso di emigrazione = emigrati / popolazione * 1000
Tasso migratorio = (immigrati - emigrati) / popolazione * 1000
L'uomo si è sempre spostato. L'area endemica dell'uomo si aggira intorno all'Africa centro-orientale (in Kenya fu trovata Lucy). Si sono trovati sette DNA principali umani. L'endogamia non è positiva. Anche l'Italia è sempre stata interessata da continui movimenti migratori. L'Italia è stata origine di possenti movimenti verso altre terre, destinazione di possenti movimenti da altre terre e teatro di possenti movimenti al suo interno. Emigrazione italiana XIX-XX secolo; in Europa: Belgio, anni Cinquanta; emigrazione interna in Italia: anni Cinquanta e Sessanta; Roma. Bari 1991; gli Albanesi della nave Vlora; barconi. Nel 1970 si spostarono 84 milioni di persone, pari al 2.3%
Della popolazione mondiale. Cinquant'anni dopo è quasi quadruplicato: si sono spostati 271 milioni di esseri umani (3.5%). Ci sono quasi cinque Italie che si spostano ogni anno. Queste sono le migrazioni internazionali.
1) CLASSIFICAZIONE DELLE MIGRAZIONI
Innanzitutto si distinguano MIGRAZIONI: spostamento a lungo o medio termine (per sempre, anni, mesi) di un individuo dal proprio luogo di origine ad un altro luogo.
CIRCOLAZIONE: spostamento temporaneo, spesso ciclico e giornaliero, di un individuo dal proprio luogo di origine ad un altro luogo (teoricamente anche il turismo è una migrazione). A questa seconda categoria appartiene il PENDOLARISMO, ovvero il sistema degli spostamenti, quotidiani o al massimo settimanali, che un individuo compie dal proprio luogo di origine per motivi di studio o di lavoro; una delle tante rivoluzioni del XX secolo, resa possibile dallo sviluppo dei mezzi di trasporto moderni e veloci; i flussi pendolari in Italia.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE MIGRAZIONI.
Entità: migrazioni di massa, migrazioni per infiltrazioni. Movente: migrazioni spontanee, migrazioni coatte. Luogo: migrazioni internazionali, migrazioni interne. Tempo: migrazioni temporanee, migrazioni permanenti. Il genocidio e la diaspora degli Armeni; i Curdi: una nazione senza Stato; la diaspora; gli Ebrei nel mondo (2018); l’Olocausto; il ritorno; la tratta negriera occidentale e quella orientale, VII–XIX secolo. L’esodo italiano da Istria e Dalmazia: secondo alcune stime del Ministero degli Esteri i profughi furono fra i 250 ed“infoibati”i 350.000 mentre gli furono 10.000; Giorno del Ricordo 10 febbraio. Diaspore non violente: la diaspora dei filippini.
GEOGRAFIA 08/05
Esodi dopo la guerra. I flussi: dai Paesi poveri a quelli ricchi. IL SISTEMA MIGRATORIO MONDIALE. Grandi correnti migratorie dopo il 1970 dirette verso i Paesi più sviluppati (Stati Uniti, Europa occidentale, Paesi del Golfo ed in parte il Giappone e l’Australia, Paesi molto
Riguardo l'immigrazione, l'Europa riceve flussi principalmente dall'Europa orientale e dall'Africa. In passato, l'Italia è stata origine di importanti flussi migratori verso l'estero: nel periodo 1870-1914 verso le Americhe e, in misura minore, verso l'Europa; nel periodo 1950-1970 verso l'Europa (Germania, Francia, Belgio, Regno Unito e Svizzera). Circa 25 milioni di italiani sono emigrati tra il 1876 e il 1970. Il tasso migratorio italiano è passato da essere un paese di emigrazione a un paese di immigrazione. Negli ultimi decenni, c'è stato un aumento del divario tra gli italiani che emigrano e quelli che rientrano, conosciuto come "fuga dei cervelli" (anche dal Sud verso il Nord).
La percentuale dei laureati che lasciano l'Italia è in continuo aumento. Negli ultimi decenni si è verificata un'inversione del tasso migratorio, quando gli italiani hanno smesso
Parzialmente diandare all'estero ed era cominciato l'arrivo di migranti dall'estero. Il tasso di immigratorietà è molto più alto nell'Italia centro-settentrionale. Si può distinguere tasso migratorio esterno o interno. Al sud c'è un tasso migratorio interno molto basso, soprattutto in alcune aree. Il saldo migratorio totale (tasso in percentuale): in questi dieci anni, si vedono le zone dove, considerando gli spostamenti interni e con l'estero, si è avuto un saldo positivo o negativo. A nord della linea Roma - Pescara, si ha praticamente tutta l'Italia con un saldo migratorio positivo (le persone che se ne sono andate sono meno delle persone che sono arrivate, da qualunque parte). Scendendo a sud (comprendendo anche la Sardegna), si scende di molto, con qualche eccezione (anche al Nord, diversi comuni montuosi delle Alpi e degli Appennini). Il flusso di migranti in certi comuni riguarda solo le
attività di badante e di agricoltore. Cagliari, Bari, Napoli, Palermo, Catania, la Costa Smeralda sono altre eccezioni: in ambiente urbano le probabilità di trovare occupazione sono maggiori. Emigrano i giovani ed il comportamento riproduttivo degli stranieri è più vivace di quello degli italiani. Stranieri in Italia: i più numerosi sono i cinesi, gli albanesi, i rumeni ed i marocchini, ma numerosi sono anche indiani, egizi, ucraini, filippini, pakistani, bangladesi. Il 47,7% degli stranieri in Italia sono europei e solamente il 22,8% africani. L'immigrazione albanese è radicata in Italia; le famiglie sono riunite; c'è parità tra uomini e donne. Figli per donna: italiane 1.21, straniere 1.94, età media: italiane 32.5, straniere 29. 78% padre e madre entrambi italiani, 14,9% padre e madre entrambi stranieri; 5,3% padre italiano e madre straniera; 1,8% padre straniero e madre italiana. La rimessa degli immigrati; in
Oggi questa situazione è andata diminuendo (le donne guidano, lavorano ecc.). Ci sta che la natura protegga di più il sesso femminile. Resta il fatto che più un Paese è sviluppato più la percentuale di donne è alta (mettendoci dentro anche Russia, Ucraina, Bielorussia e Paesi baltici). I vecchi sono meno delle vecchie. Il numero dei maschi è più alto nei Paesi dove la condizione femminile non è proprio il massimo (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Pakistan, India, Cina e Paesi limitrofi). Per quel che riguarda i Paesi arabi, hanno popolazioni autoctone molto piccole che hanno bisogno di molti immigrati per gestire il grande boom economico che stanno vivendo. Il settore delle costruzioni ed altri più faticosi sono prevalentemente maschili. Infanticidio femminile in Cina, diritti violati in Paesi come l'Afghanistan (non hanno diritto neppure alle cure), oltre ai problemi legati alla
maternità. Sicuramente una donna che non ha la possibilità di curarsi è soggetta a più cause di morte. Mortalità maschile elevata ancora nei Paesi dell'est. Età mediamondiale 30.9, Africa 19.7, Asia 32.0, Europa 42.5, Sudamerica 31.0, Nordamerica 38.6, Oceania 32.6. Paesi più sviluppati 42.0, Paesi in via disviluppo 29.0, Paesi meno sviluppati 20.3. L'età media è aumentata in tutti i continenti. Il Paese più vecchio - tolti i microstati - è proprio l'Italia, la cui età media sta intorno ai 46 anni (nel 1960 era intorno ai 30 anni). La popolazione ultrasessantacinquenne: in Africa 3,0%, in Europa e Nordamerica 18,7%, al mondo 9,7%. In Africa il 40% della popolazione è under 15. In Portogallo il 22,6% è over 65; in Qatar solamente l'1.3%; in Italia e Giappone 23.7%; a Monaco il 36,0%. Un italiano su 4 ha più di 65 anni; il che è una
Grandissima risorsa dal punto di vista culturale e sociale. Popolazione under 14: al mondo 25.2%; Paesi più sviluppati 16%, Paesi meno sviluppati 38%; Africa 40,1% (quasi il triplo dell'Europa, 15,7%). Continenti bambini e continenti dove i bambini sono ormai una rarità. Valori più bassi: Giappone 11.8%, Corea del Sud 11.9%, Italia 12.6%, più alti Niger 48,9%. Problemi opposti: nel'ultimo caso il problema cresce a spirale; un Paese povero non riesce a prendersi cura di tutti questi bambini; il loro Pil è paragonabile a quello della provincia di Pisa. Indice di dipendenza, somma < 14 anni e > 65 sul resto della popolazione. Italia 1950, popolazione under 14 26.7%, over 65 8,1%. Settant'anni dopo la situazione si è totalmente ribaltata. Intorno al 1990-95 i giovani sono diventati meno numerosi dei vecchi. Le piramidi delle età: asse cartesiano con classi di età sulle ordinate, sulle ascisse percentuali di popolazione.
Divisione di maschi e femmine, si tracciano dei rettangoli la cui area è proporzionale al dato della popolazione di quell'età all'interno di quella classe. Viene fuori una piramide. Perché si chiama piramide? Perché a rigor di logica dovrebbe avere forma piramidale. Non sempre è così, perché mutando i comportamenti riproduttivi muta anche la struttura della popolazione. La piramide assume dunque una forma a fuso, con la base sempre più stretta ed il rigonfio che via via sale. Nella piramide del 1951 vi sono buchi che rappresentano i non nati durante le guerre.
GEOGRAFIA 15/05
INDICE DI VECCHIAIA: rapporto percentuale fra gli anziani (> 65 anni) ed i giovani (< 15 anni). Italia 1950–2022: l'invecchiamento. Struttura della popolazione per classi di età (in milioni). LE PIRAMIDI DELLE ETÀ: diversi tipi a seconda del livello di sviluppo. Mondo 2022: assimilabile alla piramide di un Paese di un certo
sviluppo (le nascite di questo quinquennio sembrano diminuire;