Estratto del documento

THIN SLICING:

-​ “Thin slicing” è un termine di Malcolm Gladwell usato in psicologia e filosofia per

descrivere la capacità di trovare modelli negli eventi basati solo su "fette sottili“ di

esperienza

-​ ESEMPIO: tendenza ad attribuire all’altro caratteristiche morali positive e capacità

basandosi sul suo aspetto esteriore, ossia su stereotipi e pregiudizi

-​ Essere bravi a prendere decisioni rapide non significa avere fortuna o affidarsi al

caso, bensì saper riconoscere in un’infinità di informazioni quelle più rilevanti per la

risoluzione del problema = l’intuito deve quindi essere associato ad esperienza e

competenza, devono poi essere allontanati pregiudizi e stress, fattori che fanno

cadere in fallo l’intuito

-​ Occorre integrare il primo intuito con la riflessione razionale, pensando a rischi e

vantaggi

COME VALUTIAMO LE PERSONE CHE INCONTRIAMO?

-​ Giudichiamo il calore (intenzioni) e l'affidabilità (competenza) = "Quanto è forte e

competente questa persona?" “Quali sono le intenzioni di questa persona nei miei

confronti?"

-​ 4 fenotipi ideali:

a)​ Buona competenza e caldo = ammirazione (associato ad atteggiamento

facilitante)

b)​ Poca competenza e caldo = pietà (comportamenti ambivalenti: facilitante o

non facilitante)

c)​ Buona competenza e freddo = invidia

d)​ Poca competenza e freddo = disprezzo

-​ Mostrarci competenti, ma freddi non ci garantisce di fare una buona prima

impressione, tutt’altro

Tendiamo a produrre stereotipi in caso di urgenza di decisione

➔​

I FILTRI PERCETTIVI:

-​ Si classificano in:

a)​ FISIOLOGICI = a livello fisiologico la nostra mente riesce a cogliere a livello

cosciente solo alcuni stimoli

b)​ CULTURALI = riconosciamo solo ciò che conosciamo perché l’abbiamo già

visto in precedenza (ciò che non conosco, può essere io no lo prenda in

considerazione) 7

c)​ EMOTIVI = riusciamo a vedere solo ciò che siamo in grado di vedere, oppure

vogliamo vedere in quel momento (es. non riuscire ad accettare qualcosa in

un momento di shock)

-​ I filtri percettivi guidano e modificano la nostra visione e percezione della realtà,

essi sono attivi anche in fase di comunicazione del linguaggio, per questo motivo

possono determinare grossi problemi comunicativi

-​ Alcuni di essi sono:

a)​ Cancellazione = ignorare, omettere o minimizzare alcune informazioni, sia

nella fase di ricezione che di trasmissione del messaggio

b)​ Distorsione = manipolazioni involontarie o intenzionali durante la

comunicazione, che possono derivare da pregiudizi, stati emotivi o malintesi

c)​ Generalizzazione = estendere o applicare in modo eccessivo una

determinata esperienza o concetto a situazioni diverse (ciò che decido di

credere, nel bene e nel male)

-​ Bisogna essere consapevoli di questi filtri: capire che ciò che mi viene comunicato è

frutto di questi processi, così come quello che comunico io

LE STRUTTURE DEL LINGUAGGIO:

-​ Chomsky, 1957

-​ Il linguaggio è caratterizzato da due livelli:

a)​ Profondo = non compare mai in modo chiaro

●​ Struttura astratta che determina l’interpretazione semantica della frase

●​ Legata alla nostra percezione della realtà, in cui si formano i significati

soggettivi delle esperienze che viviamo

b)​ Superficiale = non esprime direttamente/realmente le relazioni di significato

delle parole

Le parole che utilizziamo per esprimerci

Organizzazione che determina l’interpretazione fonetica

È in relazione con la forma dell’enunciato

Ciò che dico non è la struttura profonda

➔​

L’ARCO DI DISTORSIONE (Warren G. Bennis):

Interruzioni e Interferenze

Utilizzo improprio delle parole

Stereotipi e pregiudizi

Poca attenzione e fretta

Arrivare presto alle conclusioni 8

DISTORSIONE COMUNICATIVA:

-​ Quando c’è distorsione comunicativa?

a)​ Irrigidirsi su alcuni modi di vedere e di pensare (es. devo fare questo)

b)​ Attribuire solo agli altri la responsabilità

c)​ Lasciarsi guidare dai pregiudizi (operano sotto la soglia della

consapevolezza)

d)​ Agire secondo regole implicite disfunzionali

-​ Cosa previene la distorsione comunicativa?

a)​ Conoscere l’interlocutore (conosco i suoi filtri)

b)​ Conoscere gli obiettivi della comunicazione

c)​ Pianificare la comunicazione

d)​ Individuare feedback

e)​ Riformulare e riprendere quanto detto dall’altro

f)​ Metamodello: programmazione metalinguistica che si basa sul recupero dei

segmenti persi della comunicazione (es. consapevolezza che quello che vedo

è un effetto, di cui devo capire la causa)

LE PAROLE TOSSICHE (KILLING WORD):

-​ Importanza di avere cura delle parole

-​ Quali sono?

a)​ Le parole che qualificano e condannano (una parola ripetuta

continuamente)

b)​ Le parole che creano paragoni (es. più, almeno come ecc)

c)​ Le parole non dette

d)​ Le parole inconsapevoli = autosabotaggio (es. lapsus: parole che non

avremmo dovuto dire in presenza di qualcuno)

e)​ Le parole subite = subdole, che creano speranze o aspettative

-​ Noi siamo esseri emozionali, le parole agiscono sulle nostre emozioni, evocano

immagini, simboli e significati

-​ È meglio toccare la sfera del “fare” e non dell' “essere", in questo caso infatti tocco

valori e la sfera personale dell’individuo

-​ Esempi di killing word:

●​ NO: blocca la comunicazione, la più dannosa (no, non hai capito ….)

●​ NON: attenzione dove non vogliamo che vada (non dimenticare il farmaco)

●​ NIENTE: richiama concetti vuoti (no, niente, si tratta di…) = svalutiamo ciò

che cerchiamo di dire

●​ SCUSA: a livello inconscio associata ad errore, diminuisce l’autorevolezza e

la leadership (es. scusi il disturbo, scusi posso chiedere?)

●​ RUBARE: evoca immagine, usata molto (posso rubarle un minuto?)

●​ PROVARE: associata a fallimento (proviamo questa cura, provo a spiegarle)

●​ AVVERSATIVI: annullano quello che c’è prima (però, ma, tuttavia)

●​ Problema, mi spiace, difficile, cercare, sperare, errore, disturbo, rubare,

bisogna

Alcuni esempi di parole positive = chiaro, miglioramento, adeguato, consiglio,

➔​ monitorare progressi, coordinazione, collaborazione, protetto, precisione, entusiasta,

continuare, sinergia, potenziare, nella norma, beneficio, abilità, procedere,

evoluzione ecc 9

IL METODO CALIBRAZIONE, RICALCO E GUIDA:

-​ Viene introdotto dalla Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) per riuscire a

sintonizzarsi con l’altro, tale metodo parte dal presupposto che proviamo empatia

per ciò che ci somiglia e siamo attratti da persone simili a noi, con cui è più facile

entrare in relazione e costruire un dialogo

-​ Tre fasi che ci aiutano nella relazione (sintonizzazione) con l’altro:

1)​ Calibrazione = ha come obiettivo quello di percepire e capire lo stato emotivo

del nostro interlocutore (comunicazione verbale, ma soprattutto non verbale),

osservazione e lettura

2)​ Ricalco = processo di rispecchiamento o imitazione del comportamento del

nostro interlocutore, che può includere gesti, espressioni facciali, postura,

linguaggio e altro ancora

3)​ Guida = nella fase della guida si smette di riprodurre le scelte linguistiche e i

comportamenti dell'altro e si comincia a veicolare le proprie idee per

raggiungere insieme un obiettivo

L'obiettivo del rapport è mettere in evidenza non ciò che ci divide ma ciò che ci

➔​ unisce, realizzando una buona relazione basata sulla fiducia reciproca, può avvenire

in modo naturale o deve essere coltivata

I CANALI DELLA COMUNICAZIONE:

-​ Secondo uno studio di Albert Mehrabian l’efficacia di un messaggio riprende solo in

minima parte dal significato letterale di ciò che viene detto

-​ L’efficacia della comunicazione dipende:

1)​ 7% linguaggio verbale (dal significato delle parole)

2)​ 55% ling non verbale (es. espressioni del volto)

3)​ 38% paraverbale (attribuiti della voce)

-​ Il linguaggio può essere di diversi tipi:

1)​ Verbale:

●​ Serve a classificare e ordinare le informazione

●​ Può essere orale/digitale e scritto

●​ Importante è la scelta delle parole che si utilizzano

●​ Indica “cosa dico”

2)​ Paraverbale:

●​ Ne fanno parte le modalità espressive non linguistiche della voce e

vocalizzazioni aggiuntive culturalmente determinate

●​ Si divide in:

a)​ PARALINGUISTICO (borbottii, sbadigli, ritmo, velocità)

b)​ INTONAZIONALE (enfasi, sottolineature, inflessioni di voce)

●​ Può essere definita come la “punteggiatura della voce”

●​ Indica “come dico” qualcosa

3)​ Non verbale:

●​ Si tratta di un linguaggio più antico e istintivo, in cui coesistono:

a)​ CINESICA (significato dei movimenti del corpo)

b)​ PROSSEMICA (come il corpo occupa lo spazio)

c)​ ASPETTO

d)​ ESTERIORE

e)​ APTICA (contatto, tocco) 10

●​ Indica come mi comporto quando lo dico

●​ Aspetto su cui abbiamo meno controllo (presenza di una sfera

pre-conscia)

LA COMUNICAZIONE VERBALE E LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

Comunicazione verbale Comunicazione non verbale

-​ Parlata e/o scritta -​ Linguaggio di relazione

-​ Trasmette il messaggio con precisione -​ Segnala i mutamenti di qualità nello

e completezza svolgimento delle relazioni

-​ Descrive e completa il messaggio nv interpersonali

-​ Si rinnova continuamente -​ Mezzo per esprimere emozioni

-​ Controllabile -​ Esprime i contenuti profondi dell'

-​ Flessibile esperienza

-​ Si adegua ai bisogni dei diversi ambiti -​ Funzione metacomunicativa

-​ Si specializza (espressioni nuove e -​ Sincronizza i turni e le sequenze

specifici significati, tecnicismi) (punteggiatura)

-​ Sostiene, completa la comunicazione

verbale

-​ Può interferire nel significato del

messaggio verbale

-​ Può sostituire la comunicazione

verbale

Non sempre è facile riconoscere ed avere la

consapevolezza del significato e delle funzioni

di questi segnali comunicativi

Differenze: Differenze:

1)​ Comunicazione finita 1)​ Comunicazione “infinita”

2)​ Viaggia su un solo canale (scritto o 2)​ Viaggia su più canali (es. tocco,

orale) postura)

3)​ Da informazioni sull’oggetto 3)​ Da informazioni sul soggetto che

4)​ Appartiene ad una sfera conscia comunica

5)​ Si specializza: aspetto che pu&og

Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 1 Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi Principi e tecniche della relazione assistenziale Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Acquista con carta o PayPal
Scarica i documenti tutte le volte che vuoi
Dettagli
SSD
Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Auroraaa404 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Principi e tecniche della relazione assistenziale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Chini Gabriele.
Appunti correlati Invia appunti e guadagna

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community