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TRATTI DELL'ITALIANO REGIONALE DI SICILIA
Fone5ca: resa sorda della sibilante (s sorda; a eccezione di alcune colonie gallo-italiche come Aidoneo Piazza Armerina che risentono di influenze se9entrionali → parlan5 se9entrionali che si sonotrasferi5 in Sicilia); resa generalmente aperta delle vocali medie (anche se in area occidentale sonoun po' più chiuse); sonorizzazione postnasale (in area agrigen5na e trapanese → es. Pantaleo sipronuncia "Pandaleo") e intervocalica (sopra9u9o in alcune aree del messinese → es. Capo sipronuncia più "Cabo").
Lessico: tan5 regionalismi → es. mischino, azziccato (=giusto in tempo), villino (regionalismoseman5co per indicare la casa al mare o in campagna dove si trascorrono le vacanze), malotempo.
Morfosintassi: senza + infinito per indicare l'impera5vo → senza correre! ; accusa5vo preposizionale → es. Ho chiamato a Maria (il complemento ogge9o viene introdo9o da una
è una lingua di riferimento, o lingua target, chiara e definita), sia all’interlingua (l’interlingua è una varietà di apprendimento in con5nuaevoluzione e transizione. Nel caso dell’italiano popolare, esso a un certo punto si fossilizza: se ilparlante di italiano popolare non viene istruito, il linguaggio da lui usato resterà lo stesso e bloccheràla sua evoluzione verso l’italiano standard).
TraS dell’italiano popolare scri9o:
- difficoltà nella discrezione (dis5nguere i confini di parola)
- errori ortografici di vario 5po
L’italiano regionale si origina tra le due guerre mondiali, mentre l’italiano popolare nasce già nelperiodo della Prima Guerra Mondiale (1915-18). È una varietà sociale diffusa sopra9u9o da parlan5 con un basso livello di istruzione. La presenza didialeS ha fortemente influito sulla storia sociolinguis5ca dell’italiano. In Italia, l’acquisizione
dellalingua nazionale è stata più difficile rispetto ad altri paesi come la Spagna, dove lo spagnolo era diventato lingua di corte già dal '400. Il ci da5vo di terza persona è un tra9o popolare che viene dal diale9o e che talvolta, nel linguaggio parlato, può essere usato anche da parlanti col5. Alcuni traS, dunque, non sono esclusivi di una varietà soltanto. Tra2 dell'italiano popolare: -Interferenza dal diale9o all'italiano (transfer nega5vo - nega5vo perché porta a una deviazione rispe9o al target, cioè l'esito a9eso) → passaggio di materiale linguis5co o di schemi linguis5ci astraS da una lingua a un'altra → es. la carciofa (in diale9o ''a cacocciola'' è femminile → il genere femminile viene preso dal diale9o. In questo caso non passa del materiale linguis5co, bensì uno schema astra9o), la diabete. Sono esempi 5pici di metaplasmo di genere. Un esempio ditransfer di materiale linguistico è la pronuncia di "str" con una retroflessa che viene impiegata nel dialetto, oppure la palatalizzazione della s preconsonantica.
Ipercorressimo → quando il parlante pensa che l'esito sia troppo vicino al dialetto e quindi sbagliato (quando in realtà non è così) e dunque si allontana da tale forma. In questo caso si ha un transfer positivo → es. Condominio è un transfer positivo rispetto a Contominio, che è invece una forma di ipercorressimo (poiché nell'italiano standard non si trova la sonora dopo la n, alcuni parlanti tendono a ipercorreggersi mettendo la t, che è una sorda, dopo la n quando non è necessario, anzi in questo modo sbagliano.) L'intenzione è quella di distanziarsi dal modello dialettale di riferimento perché è percepito - erroneamente - come sbagliato).
Semplificazione → è un tratto che avvicina l'italiano
popolare ai pidgin e alle interlingue. Lasemplificazione può riguardare i paradigmi verbali oppure l’uso degli ausiliari (se ne usa uno solo) →es. *ho cuociuto al posto di ho co9o.Unitarietà dell’italiano popolare (alcuni fenomeni sono comuni a tuS i parlan5 semicol5, altririsentono della realtà diale9ale di ciascun parlante, come ad esempio lo scempiamento dellegeminate, che è 5pico dei dialeS se9entrionali):-Difficile resa delle doppie (tra9o comune; in base alle aree può determinare scempiamento ogeminazione → belo per bello, mollo per molo) → al nord è par5colarmente diffuso loscempiamento delle doppie che porta spesso a fenomeni di ipercorreSsmo → ad esempio, al postodi mela ci si ipercorregge dicendo *mella.-Mancata percezione dei confini di parola-Errori ortografici-Malapropismi (dolori roman5ci al posto di dolori reuma5ci; ix al posto di ictus) → in pra5ca, sonoparole de9e male-IpercorreSsmo
→ contominio, dontolo, mella - Uso del che polivalente (fa anche parte dell'italiano dell'uso medio) - Accordo mancante → tu9o il paese lo sapevano (paese è percepito come nome collettivo che indica un referente plurale) - Uso non corretto degli ausiliari - Uso pronominale ridondante (reduplicazione pronominale) → 5 vorrei spiegar5 - Generalizzazioni di desinenze nominali → la mia guarigiona (si generalizza in maniera incondizionata il fatto che in italiano i femminili finiscano per -a, senza tenere conto del fatto che alcune parole potrebbero terminare in -e) - Uso analogico degli articoli → i amici, un sbaglio (può essere ricondotto a una forma disemplificazione) - Ristrutturazione del sistema dei clicci → io ci dico (si annulla la distinzione di genere → forma disemplificazione). Se si tratta di parlanti adulti, difficilmente l'italiano popolare può essere definito come una varietà di transizione. Nel caso degli adolescenti, invece,questa varietà di italiano si può considerare cometendente al target e quindi in fase di sviluppo. L'italiano popolare non può definirsi unicamente come una varietà bassa o una varietà alta, perché ciò dipende dalla prospettiva da cui si osserva il fenomeno → ad esempio, una signora anziana che parla quasi sempre il dialetto, in una situazione formale sarà costretta a parlare in italiano popolare, che è la varietà linguistica più alta e colta che conosce. È il livello massimo di italiano che quella vecchietta può raggiungere, e a cui lei ricorrerebbe solo in caso di estrema necessità → in questo caso l'italiano popolare può essere definito come una varietà diafasicamente alta (anche se sicuramente è diastratticamente bassa). Sono solo tratti esclusivi di una classe di parlanti scarsamente istruiti? Sì e no → alcuni tratti si possono trovare anche tra
parlan5 istrui5 in contes5 molto informali (ci da5vo).Come dis5nguere un tra9o popolare da un tra9o regionale? In base al criterio di acce9abilità → seun parlante colto percepisce un determinato tra9o come u5lizzabile o acce9abile, allora quel tra9ofa parte dell’italiano regionale. Viceversa, il termine fa parte dell’italiano popolare.L’italiano regionale è cara9erizzato da un alto livello di acce9abilità e invisibili95 epost adolescen5 (11-19 anni e oltre). Si tra9a di una varietà essenzialmente marcata in diafasia (siusa in un determinato contesto comunica5vo) e in parte anche in diastra55). Questa varietà mostra infine anche riflessi diatopici (risente di alcunitras dialetti regionali). Il linguaggio giovanile ha in parte una valenza criptica (non è pienamente trasparente e in un certo senso si oppone al linguaggio degli adulti), tuttavia non può essere considerato pienamente come un gergo (il gergo nasce proprio affinché chi lo parla non possa farsi capire da nessuno - non siamo a questi livelli nel caso del linguaggio giovanile). Esso ha inoltre una forte componente identitaria e di autoaffermazione del gruppo. Gli aspetti principali che lo distinguono dall'italiano standard sono il lessico e la fraseologia. Il lessico del linguaggio giovanile presenta:- una base fortemente colloquiale e informale (sbornia, fregarsene)
- uno strato dialettale (sfasciato, tascio/zaurdo, tappinara)
- forestierismi (trip, fix, viaggio, hangover)
- l'apporto dei linguaggi settoriali (sclerare, sclerato → vengono dal linguaggio della medicina)
- influenza dei mass media (postare, influencer, taggare)
- gergalismi (bu9arsela = marinare la scuola, figo,...