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RICAPITOLANDO

1ª Definizione: in sè equivale a casa singolo

2ª Definizione: essere take in sè viene risolto nell’essere per qualcuno

3ª Definizione: essere tale in sè è essere per tutti, risolto nell’accordo universale, puo essere istituitoa tavolino o registrare un comporta,entro condiviso. In tutti questi casi ci troviamo di fornita a otticarelativistica che trova apoteosi nell’ultima def, cè una progressiva estensione fino a universalità ditutti di una medesima struttura (il punto di vista soggettivo) INVECE di cogliere qualcosa in sè per ilsuo punto di vista, si ha processo esterno. Qualunque sia posizione che si afferma si haidentificazione di un obiettivo con principio che è prodotto dell’operare soggettivo. Mondo èprodotto di determinazioni che provengono da esternovia negationisPrincipio perAbbia visto come non bosgna pensare al principio, se si manifestano tutti i modi difettivi,

abbia per converso un progressivo mostrarsi di un principio medesimo, cominciamo a vedere tipo di strumenti che è utile acquisire. Per via negativa possiamo dire che il principio non è identificabile in un caso singolo né nella somma dei casi singoli, né con estensione a totalità di un punto di vista soggettivo. Modo in cui procede socSi pone in inferiorità rispetto a eut, perché lui si professa sapiente, gli chiede di insegnarli ciò che sa. Da un lato c'è convinta proposta di eut, d'altra c'è Socrate che prima di dire si chiede di esaminare ciò che viene proposto. Prima ha ideologia "ferma", l'altro "?" Fa analisi critica condotta mettendo alla prova le varie affermazioni di eut, una messa in prova che si risolve con esplicitazione limiti che porta a manifestazione. Dire che santità è in sé e non in sé al tempo stesso, in quanto per altro. Sapere eut è incapace di.differenza tra le definizioni statiche e il movimento della problematizzazione. Eutifrone ammette di non essere in grado di definire cosa significhi essere santo, proprio come le statue di Dedalo che, nonostante la loro staticità, sembrano muoversi. Eutifrone riconosce che è Socrate a dare movimento ai discorsi che gli vengono presentati. Il paragone tra Socrate e Dedalo serve a evidenziare il fatto che anche Eutifrone, come Socrate, è soggetto ad attacchi e critiche.

loro differenza.

Ragioni per cui l'uno è alternativo all'altro:

  • Eutifrone:
    • Apparente mobilità, va e viene continuamente sia nei luoghi (es Atene) che nelle definizioni
    • Fissità nel pensiero: continua a produrre modelli stereotipati, rimane radicato sul medesimo piano, agisce a tutela dell'interesse personale
  • Socrate:
    • Apparente fissità, non si sposta mai da Atene, è focolare, nessuno lo sposta, ma anche nel suo pensiero, ripropone sempre la stessa domanda dal principio
    • Mobilità del pensiero: si manifesta nell'esercizio critica dell'esistenza, trazioni vengono esaminate sempre in rapporto a ciò che esse dicono di sé

È quello di Eutifrone il pensiero stereotipato. Dedalo aveva restituito alla figura umana il movimento, così Socrate restituisce a colui che discute con lui la possibilità di autodeterminarsi la sua capacità di

autovalutazione.
Eutifrone ripete sempre gli stessi stilemi e resta sempre nello stesso discorso.
Le definizioni che Eutifrone ha dato finora, Socrate le chiama ipotesi.
ipo= Tiziene=Ipotesi: sostantivo che deriva dal verbo sotto e collocare.
Ipotesi= ciò che viene messo sotto, supposizione, base del nostro dire.
Caratteristica definizoni: quando vengono prese in esame sono il contrario di ciò che paiono, non sono basi stabili su cui edificare perché la dialettica di Socrate le mette in movimento; l'attività del variare costringe l'ipotesi a vacillare, così facendo scalza le basi che Eutifrone presupponeva fortissime, mostrandone le debolezze [aspetto costruttivo].
Il risultato di questa pars destruyen è mostrare che il movimento che si costruisce su un'ipotesi, che una volta messe in discussioni non sono stabili, è necessario un altro passaggio a livello logico especulativo, indagine deve fare un salto di.qualità. Qual è il salto intermedio? Accade che Eutifrone è sempre più in difficoltà e Socrate lo rileva con la sua bonarietà. Si è palesato che il sapere di Eutifrone, ammesso che sia un sapere, è insufficiente alla ricerca che stanno conducendo e per questo Socrate prende in mano la situazione. 4ª DEFINIZIONE: "vedi un po' se non ti sembra necessario che tutto ciò che è santo sia giusto" Salto di livello che dice che la ricerca di cui Socrate si fa promotore, mira a muoversi non più da un punto di vista soggettivo ma va alla ricerca della santità. Santo ora viene indagato in sé e non più in relazione ad altro. Ciò che Socrate propone a Eutifrone è la condizione necessaria della santità, vuol dire che se siamo di fronte a una condizione necessaria, siamo di fronte alla caratteristica della santità che sarà presente ovunque sia presente la

sanità. Carattere necessario: indipendentemente dalle circostanze, dove vi è santità vi è anche giustizia. Cerca di cogliere la relazione necessaria tra santità e proprietà che essa ha in sé. Viene presentata come una relazione tra la parte e il tutto, ove vi sia santità vi è giustizia, la nozione di giusto è più ampia di quella di santo quindi che il santo è un sottogruppo del giusto; se accettiamo ciò allora dove ci sarà santità ci sarà sempre giustizia. Di fronte ad un'azione che non è giusta sappiamo già che non saremo mai al cospetto di un'azione santa. Però Eutifrone non capisce e quindi Socrate gli fornisce degli esempi:

  1. C'è un potere che dice che dove c'è il timore c'è la vergogna, lui si dissocia. La coppia "rispetto/timore" non è casuale, si tratta di temi con importanti rilievi,

Il rispetto nella tradizione latina è il pudore, ovvero l'atteggiamento dell'uomo nei confronti di ciò che lo trascende, è una forma di arresto che si prova nei confronti di ciò che non è soggetto, nei confronti di ciò che è sovrumano. Porta con sé il senso di venerazione e timore. È un termine che rende l'atteggiamento di osservanza che il cittadino ha nei confronti dei vincoli sovra-individuali che sono espressione del principio fondamentale della vita associata, che sono resi manifesti dalle leggi della città in quanto garantiscono e consentono che ciascuno sviluppi al meglio delle sue qualità sé stesso, impone la capacità di trattenere i propri arbitri per salvaguardare ciò che consente il rifiorire della città. Il contrario è la mancanza di misura, la violenza, il sopruso, qualcosa che fa da regime al nostro arbitrio; è qui che risiede la radice di ogni rovina.

Socrate propone di cogliere una relazione necessaria che si configura come parte di tutto, dove c'è la parte c'è il tutto ma non il contrario: dove c'è il santo c'è il giusto, ma dove c'è il giusto non necessariamente c'è il santo. Livello logico Santo è parte del giusto, l'elemento strutturale della definizione di santità che pretende di essere necessario. Confronto con altre definizioni: 1. Santo è ridotto a un caso, non è estensione di tutti i casi 2. In cosa consiste in sé la santità: essere per alcuni quindi essere per se stessi qualcosa di accidentale, in sé risolto in qualcosa di relativo che viene ricercato da Socrate 3. ?? 4. Santità definita come qualcosa in parte di, relazione non può essere disgiunta quindi non è necessaria, se non sei disposto a cogliere questo nesso il discorso sulla santità non può nemmeno partire. Ha in séstessa una proprietà che non può essere negata e variata. Livello ontologico 1. Santo non è rimesso alla volontà che può mutare, non ha più a che fare con la volontà di nessuno, si costruisce in relazione a una proprietà che garantisce il suo essere. 2. Se santo è parte del giusto, anche leggi divine se, e in quanto sono sante non potranno che essere soggette a giustizia. 3. Vi è un criterio, giustizia, che vale per tutti, sia per l'uomo che per gli dei (si sente accento polemica che Socrate ha sempre condotto nei confronti e della visione che faceva degli dei - Superman con poteri che sfruttavano per soddisfare i propri capricci). Livello epistemologico Come è fatta la conoscenza della santità? Che tipo di sapere è? Sappiamo come non è: non essendo tale per qualcuno ma tale in sé non è oggetto di un sapere proprio di pochi indiziati e non può essere usata come.

strumento di dominio o di giustificazione indiscutibile delle proprie scelte d'azione. Diventa un'unità di misura di ogni pretesa di stabile e solido possesso e perché si tratta di una relazione che impegna a pieno ulteriori domande, il tipo di sapere che può misurarsi con l'idea di santità è un tipo di sapere che non arretra ma si rigenera nella ricerca costante, il modo in cui so è mostrare costantemente le instabilità che si nascondo sotto ogni tipo di pretesa prestabilita.

Livello pratico

Cosa vuol dire agire santamente?

Ciò che sappiamo è ancora generico e necessita di ulteriore specificazione.

Sappiamo che giustificare o invocare la santità delle proprie azioni equivale a mostrare che le proprie azioni sono un'opera di giustizia.

Il tipo di relazione che la proposta di Socrate determina è tale per cui la giustizia ha una portata più ampia della santità, qualsiasi cosa voglia

Dire giustizia, è qualcosa che va al di là della temperanza della vita fondata (anche le leggi divine devono saper sostenere la qualifica di giustizia).

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
82 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ALESSIABARBAN di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Fuselli Stefano.