FASI APPROCCIO TERAPEUTICO:
1) Accoglimento/allettamento: misurare PA, FC, FC e T, pesare il paziente (se
necessario materasso antidecubito)
2) Cannulazioni:
- 2 accessi venosi periferici a permanenza
- Catetere vescicale (se possibile con urometro)
- Se necessario CVC giugulare e sondino naso-gastrico (stasi)
3) Esami iniziali = glicemia, EGA venosa, elettroliti, emocromo (+F), creatinina, urea,
ALT, GGT, lipasi, esame urine standard (chetoni, glucosio), chetonemia (se
disponibile), urinocoltura (+ ev. emocoltura, coprocoltura), ECG e Rx torace 14
4) Monitoraggio: controllare con frequenza ogni 2-4 ore: glicemia, creatinina, elettroliti
(chetonemia), diuresi, pressione, FC, sensorio, temperatura
TRATTAMENTO DKA E HHS:
1) Correzione della disidratazione (anche diversi litri in poche ore es. 500 ml pro ora per
stabilizzare gli elettroliti)
2) Correzione iperglicemia (due accessi: in uno terapia idratante e nell’altro terapia
insulinica, partendo con circa 7 UI/ora = obiettivo di far scendere la glicemia di circa
70-80 punti alla volta affinché non ci siano sbalzi eccessivi a livello neuronale, che
possono determinare danni cronici)
3) Correzione squilibrio elettrolitico
4) Correzione acidosi (in DKA)
5) Trattamento condizioni precipitanti
6) Monitoraggio e revisione continua dei parametri clinico-biochimici da parte di
personale esperto
TERAPIE SUPPLEMENTARI DI SUPPORTO PER IL TRATTAMENTO DI DKA E HHS:
1) Plasma expanders se shock o ipotensione grave
2) Eparine a basso peso molecolare per prevenzione tromboembolismi
3) Sondino nasogastrico se stasi gastrica e occlusione intestinale
4) Inibitori di pompa per prevenzione della gastrite erosiva
5) Antibiotico-terapia ev se infezioni
6) CVC giugulare e sondino vescicale (se HHS o coma o accessi venosi problematici)
7) O2 terapia se pO2 <90 mmHg
8) Trattamento delle condizioni precipitanti (es. infezioni, IMA, ictus, IRA)
COMPLICANZE DEL TRATTAMENTO DI DKA E HHS:
- Ipoglicemia da eccesso di insulina
- Iperglicemia da precoce sospensione insulina e.v. ed inadeguato rimpiazzo con
insulina sc
- Ipo- /Iperpotassiemia da inadeguata supplementazione in corso di insulinoterapia e
di correzione acidosi con bicarbonati
- Acidosi ipercloremica da perdite di Na>Cl e supplementazione con NaCl (fisiologica)
e persistenza di acidosi metabolica ma con anion gap normale
- Ipossiemia = edema polmonare acuto, sindrome da distress respiratorio acuto
dell’adulto (ARDS)
- Edema cerebrale:
a) Epidemiologia:
● 1% bambini con DKA, soprattutto alla diagnosi anche in giovani
diabetici di tipo 1, si verifica invece raramente in casi di HHS
● Ipotesi eziopatogenesi = in corso di iperosmolarità extracellulare vi è
produzione protettiva di osmoli idiogenici intra-cellulari, se correzione
rapida della iperosmolarità plasmatica non vi è un sufficiente
riaggiustamento dell'osmolarità cerebrale con conseguente
iperidratazione dei neuroni cerebrali
● Quadro clinico: comparsa 2-24 ore dopo inizio della terapia infusionale
cefalea, vomito, rapido deterioramento della coscienza e convulsioni,
bradicardia, arresto respiratorio 15
MONITORAGGIO IN CORSO DI TRATTAMENTO DI DKA E HHS:
- Uso di schede di supporto al monitoraggio e al trattamento
- Follow-up prime 4 ore e fino stabilità:
a) Ogni ora glicemia
b) Ogni 1-2 ore PA, FC, respiro, sensorio, diuresi
c) Ogni 2-4 ore creatinina, ioni, EGA venosa, anion gap, chetonemia (se
disponibile)
- Fare attenzione a infezioni, TVP, dilatazione gastrica, gastrite erosiva
- Iter trattamento:
1) Risoluzione DKA glicemia <200 mg/dl, HCO3 ->18 mEq/l, pH arterioso >7.35
(pH arterioso= pH venoso+0.05-0.08)
2) Risoluzione HHS glicemia <250 mg/dl e Osmolarità <315 mOsm/l in paziente
vigile
3) Ripresa alimentazione per os quando possibile, solitamente dopo 12-24 h
insulina s.c alla risoluzione di DKA o HHS, sovrapporre per 1-2 ore insulina
ev e sc
COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE:
- Le complicazioni relative al diabete influenzano molti sistemi di organi e sono
responsabili della maggioranza della morbilità e della mortalità associata alla malattia
- Per molti anni negli Stati Uniti, il diabete è stata la principale causa di nuova cecità
negli adulti, insufficienza renale e amputazione degli arti inferiori non
traumatici
- Più di recente, il diabete è emerso anche come collaboratore principale alla malattia
cardiaca coronarica
- Le complicanze si classificano in:
a) Microvascolari = retinopatia, nefropatia e neuropatia
b) Macrovascolari = malattia cerebrovascolare (ictus e TIA), malattia
cardiovascolare (fibrillazione ventricolare), arteriopatia obliterante agli arti
inferiori
COMPLICANZE MICROVASCOLARI DEL DIABETE:
COMPLICAZIONI OFTALMOLOGICHE DEL DM:
- Il DM è la principale causa di cecità tra i 20 e i 74 anni negli Stati Uniti
- Le persone con DM hanno una probabilità 25 volte maggiore di diventare cieche
rispetto alle persone sane
- La grave perdita della vista è principalmente il risultato della retinopatia diabetica
progressiva che provoca un significativo edema maculare e la formazione di nuovi
vasi sanguigni
- Non vi sono differenze significative tra uomini e donne, è invece correlato ad aspetti
genetici e etnici
- La retinopatia diabetica è classificata in due stadi:
1) Retinopatia diabetica non proliferante:
- Esordisce nella prima o seconda decade di malattia, è caratterizzata
da microaneurismi, emorragie a macchie, presenza di “noduli
cotonosi” e edema maculare, col tempo può evolvere in forme più
severe (dilatazione venosa, anomalie microvascolari intraretiniche,
aumento dei fenomeni emorragici e microaneurismi) 16
- Fisiopatologia: questa condizione è dovuta alla progressiva perdita di
periciti (cellule perivascolari localizzate nella membrana basale dei
vasi sanguigni) e all’aumento della permeabilità vascolare e dei
fenomeni ischemici, associati ad un
alterato flusso retinico
- La diagnosi avviene tramite OCT (TC
ottica) e angiografia con fluoresceina per
edema maculare
- Più grave è la forma di RDNP, maggiore è
il rischio di passaggio alla forma proliferante entro 5 anni
2) Retinopatia diabetica proliferante:
- L’aspetto distintivo è il fenomeno di neovascolarizzazione retinica
(da ipossia) una condizione di ipossia a livello retinico causa la
formazione di essudati e determina la rottura dei vasi, vi è quindi la
creazione di vasi nuovi, i quali sono però molto fragili e caotici, con la
loro rottura si può verificare un quadro di emovitreo (emorragia
vitreale), fibrosi, distacco della retina, fino alla cecità
- Il trattamento è la fotocoagulazione laser panretinica
- I principali fattori di rischio sono: la durata del diabete (>20 anni), lo
scarso controllo glicemico, ipertensione, dislipidemia e nefropatia
NEFROPATIA DIABETICA:
- Si tratta della principale causa di malattia renale cronica (MRC), insufficienza
renale terminale (ESRD) e necessità di dialisi (associata a prognosi sfavorevole)
- I fattori associati sono:
a) Albuminuria = marcatore di danno renale e rischio cardiovascolare
b) Retinopatia diabetica (soprattutto nel tipo 1) = entrambi originano da danni
endoteliali
- Storia naturale (diabete di tipo 1):
1) Fase iniziale: iperperfusione glomerulare, ipertrofia renale e aumento GFR
(velocità filtrazione glomerulare)
2) 5 anni: ispessimento membrana basale, espansione mesangiale
3) 5-10 anni: microalbuminuria (a volte reversibile)
4) Stadio avanzato: albuminuria marcata, diminuzione del GFR (indice di
danno renale irreversibile GFR <60 mL/min)
- Nel diabete di tipo 2 l’albuminuria è spesso già presente alla diagnosi, inoltre l’IPA è
molto frequente in questo tipo di pazienti (NB: l’albuminuria è tipica anche di altre
situazioni, non solo di nefropatia diabetica, ad esempio insufficienza cardiaca
congestizia (ICC), ipertrofia prostatica e infezioni urinarie)
- Può portare ad un rischio aumentato di eventi cardiovascolari, inoltre se dialisi, vi
è un alto rischio di comparsa di aritmia e morte improvvisa
NEUROPATIA DIABETICA:
- Colpisce circa il 50% dei pazienti affetti da diabete tipo 1 e 2 di lunga durata, si
classifica in varie tipologie:
a) Polineuropatia distale simmetrica (più comune) 17
b) Neuropatia autonomica = si presenta con ipotensione ortostatica,
tachicardia, gastroparesi (la motilità gastrica rallentata può dare occlusione) e
incontinenza urinaria (da danno al parasimpatico = vescica ipotonica)
c) Mononeuropatia (es. paralisi del nervo facciale, detta “paralisi di Bell”)
d) Radicolopatia/poliradicolopatia
- I principali fattori di rischio sono la durata del diabete, lo scarso controllo glicemico, la
presenza di un alto BMI, fumo, IPA, ipertrigliceridemia e malattie cardiovascolari
- La diagnosi viene fatta solo dopo l’esclusione di altre cause di neuropatia (è infatti
simile ad altre forme)
NEUROPATIA:
1) POLINEUROPATIA SIMMETRICA DISTALE (DSPN):
- Si tratta della forma più frequente di neuropatia diabetica, colpisce i nervi sensoriali
in modo bilaterale e distale
- I sintomi sono l'intorpidimento, il formicolio e la sensazione di bruciore (dal piede
verso l’alto), vi è inoltre iperestesia, parestesia, disestesia, tipico è anche il dolore
notturno a riposo (soprattutto agli arti inferiori), che si classifica in due forme:
a) Forma acuta: <12 mesi, talvolta legata a rapido miglioramento glicemico
b) Forma cronica: persistente nel tempo
- Il dolore col tempo può regredire (permane tuttavia un deficit sensitivo) e possono
comparire complicanze come l’atrofia muscolare, il piede cadente e difetti motori
- Tramite l’esame obiettivo è possibile individuare riduzioni della sensibilità (es. della
vibrazione, tramite un diapason), dei riflessi (in particolare quello achilleo e
patellare) e alterazioni propriocettive = la diagnosi clinica viene poi confermata
tramite elettromiografia (EMG)
2) NEUROPATIA AUTONOMICA (DAN):
- La neuropatia è tipica del paziente con diabete di lunga durata, essa coinvolge
diversi sistemi:
a) Cardiovascolare = tachicardia a riposo, ipotensione ortostatica, aumentato
rischio di malattie
b) Gastrointestinale e genitourinario = gastroparesi, ritenzione urinaria
(alterazione dello svuotamento della vescica)
c) Sudo-motorio = iperidrosi agli arti superiori e
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