OPERE BELTRAMI
Palazzo Marino a Milano | 1888/92
• Approccio Documentato: Beltrami ha redatto un intervento di restauro per la facciata del palazzo, basandosi sui
disegni originali di Galeazzo Alessi.
• Esclusione di Nuovi Motivi: L'intervento si è concentrato sulla ricomposizione di elementi esistenti, evitando
l'introduzione di nuovi motivi decorativi.
Castello Sforzesco Milano | 1893-1905
Il Castello sorge tra il 1360 e il 1370 per volere di Galezzo il Visconti. Si compone di un ampio recinto fortificato, di forma
quadrata, cui Gian Galeazzo, il figlio del fondatore, nel 1392, fa aggiungere sul lato verso la campagna, una cittadella per
l'alloggiamento delle truppe stipendiate. Le due parti della struttura sono separate dal fossato. A Filippo Maria, ultimo dei
Visconti, si deve la prosecuzione, nella prima metà del XV sec., dei lavori. È in questo periodo che il Castello, d'impianto
quadrato e quattro torri angolari anch'esse quadrate, si trasforma in austera residenza.
Alla fine dell’Ottocento, in tutta Europa, le città erano in pieno processo di rinnovamento urbanistico, e Milano non faceva
eccezione. Ciò portò a un acceso dibattito su come trattare gli edifici storici, come il Castello, che rischiava di essere
demolito per far spazio a nuovi quartieri.
L’intervento di Luca Beltrami Nel 1892, Luca Beltrami si fece carico della difesa del Castello. L'ipotesi della
demolizione venne presto abbandonata grazie alla sua proposta di restauro, che prevedeva non solo la conservazione
dell'edificio ma anche la valorizzazione del Castello come centro culturale della città. Beltrami voleva integrare il Castello in
un progetto urbanistico più ampio, destinato a creare un quartiere di alto livello residenziale e culturale.
Obiettivi e approccio del restauro Il restauro proposto da Beltrami aveva un obiettivo chiaro: ripristinare l’aspetto
originario del Castello, ma senza ricostruirlo alla perfezione. L'approccio di Beltrami fu filologico, cioè, basato su uno
studio attento dei documenti storici per riportare l'edificio alla sua forma più autentica, senza cadere in ricostruzioni
stilistiche fantasiose. Il Castello doveva diventare una parte vitale di Milano, non solo come monumento storico, ma anche
come polo culturale, ospitando musei e altre istituzioni.
Interventi principali (1893-1905) Tra i lavori più significativi eseguiti tra il 1893 e il 1905, ci furono:
• Ripristina cortine, torri, merlature, attraverso demolizioni e ricostruzioni.
• Sistemazione dei cortili: Gli spazi interni furono riqualificati e adattati a nuove funzioni, come ospitare musei.
Restauro | Sara Piras
• Ricostruzione della Torre del Filarete: Questo fu uno dei lavori più simbolici. Beltrami ricostruì la torre usando
modelli storici e documenti, facendo un vero e proprio lavoro di ricostruzione filologica.
• Rimessa a nuovo di finestre, tetti e cornicioni. Dettagli che permettevano di riscoprire l’architettura originaria e di
restaurare anche affreschi nascosti sotto strati di intonaci.
• Si sistemano la Corte Ducale e della Rocchetta, ripristinando le forme originarie, per destinarle a ospitare musei
e istituti culturali (aperti al pubblico nel maggio 1900).
• Si demoliscono la Ghirlanda e la Cavallerizza
• Si riporta all'altezza originaria il torrione cilindrico est; si rialzano il torrione ovest e la Torre di Bona
Restituzione al pubblico e impatto Nel 1904, dopo anni di lavori, il Castello fu finalmente restituito alla città,
pronto a diventare non solo un simbolo della storia milanese, ma anche un polo culturale di grande importanza. Con il
nuovo nome di "Castello Sforzesco", il Castello divenne sede di musei e istituti culturali, aprendo al pubblico nel maggio
1900. Uno degli eventi più significativi fu l'inaugurazione della Torre del Filarete nel 1905, simbolo della maestria del
restauro di Beltrami. La torre fu ricostruita seguendo un accurato studio delle torri medievali esistenti e del patrimonio
artistico.
Camera di Commercio Cagliari | 1915
La facciata della Camera di Commercio è stata progettata da Luca Beltrami, intorno al 1915. L’edificio si sviluppa su tre piani
con aperture perfettamente simmetriche, ma con finiture differenti in ciascuno di essi: ad arco nel primo, con timpani e
balconi nel secondo, più semplici nell'ultimo. Il cornicione si conclude con due coppie di vasi ornamentali per lato.
OPERE MORETTI
Chiesa di San Sepolcro a Milano
Questa fabbrica di origine medievale subisce una stratificazione barocca che ne copre la preesistenza. A fine 800, essendo
l’architettura barocca considerata priva di senso, si decide di procedere alla stonacatura in modo da rimettere in luce
l’impianto medievale. L’intervento di Moretti, che avvenne nel 1908, permise di tornare a quello che avrebbe dovuto essere
l’impianto originario sulla scorta delle documentazioni esistenti anche se come è inevitabile che sia, furono attuati anche
interventi dettati dalla fantasia.
Campanile di San Marco Venezia | 1902-12
Il Campanile di San Marco non era solo un elemento architettonico del paesaggio urbano veneziano, ma uno dei simboli più
forti della città. Aveva funzioni pratiche (torre d’avvistamento, faro, segnalatore acustico), ma soprattutto un’enorme
valenza simbolica e identitaria.
Riedificato nella forma attuale ai primi del '500, sulla sommità viene aggiunta la cella campanaria. Questa ha cuspide
rivestita in rame e sormontata da una piattaforma girevole su cui viene installata la statua dell'Arcangelo Gabriele, che
indica la direzione dei venti. Addossata alla base del campanile si trova la loggetta costruita da Jacopo Sansovino tra il
1537 ed il 1549. Nel corso dei secoli, ha subito numerose vicissitudini, come fulmini, incendi e terremoti, talvolta con
conseguenze disastrose
• Eventi Critici: Nel 1902, si segnalano gravi problemi strutturali, portando a una serie di sopralluoghi e interventi che
culminano nel crollo del campanile il 13 luglio 1902.
Il crollo avvenne improvvisamente ma non del tutto inaspettatamente: da decenni si notavano crepe e segni di
instabilità. Giacomo Boni e Luigi Vendrasco, già nel 1885 si lamentano per le pessime condizioni della torre, ma
qualche anno dopo, nel 1898, una commissione la dichiara “stabile”. Nel 1902 la Loggetta del Sansovino necessita
di interventi di restauro: da tempo si manifestano infiltrazioni di pioggia. A provvedervi è incaricato l'Ufficio per la
Conservazione dei Monumenti del Veneto che designa a dirigere i lavori il proprio architetto Domenico Rupolo con
l'assistenza di Antonio Moresco. Una fessura iniziò ad allargarsi fino a quando ci fu il crollo totale.
La dinamica del crollo fu verticale e interna, il che salvò la basilica ma la loggetta di Sansovino fu completamente
distrutta. Restauro | Sara Piras
L’evento avvenne in un periodo storico caratterizzato dalla fiducia nel progresso scientifico e tecnico: proprio
per questo motivo, il crollo fu percepito come il fallimento della scienza tecnica, che non era riuscita a
prevenire un disastro ampiamente annunciato.
Le reazioni e il dibattito: Il crollo suscitò un forte coinvolgimento collettivo e diede vita a un dibattito acceso tra
intellettuali, studiosi, ingegneri, architetti e cittadini. Si contrapposero due posizioni principali:
1. Proposta di rinnovamento= Alcuni intellettuali (pochi) videro nel crollo un’opportunità per creare una nuova architettura
più funzionale e moderna. Si ipotizzava anche di modificare la collocazione del campanile, per rendere lo spazio più
vivibile e sicuro.
2. Posizione popolare e conservatrice= L’opinione pubblica, le autorità e la stampa locale reclamarono a gran voce la
ricostruzione “dov’era e com’era”. Questa posizione fu immediatamente vincente: nel luglio 1902 fu già costituito un
comitato per la ricostruzione, con a capo il sindaco Filippo Grimani. In pochi giorni si raccolsero oltre mezzo milione di lire
in donazioni per la ricostruzione del campanile e della loggetta.
Lo slogan “Dov’era e com’era” fu rilanciato dalla Gazzetta di Venezia il 18 luglio 1902, e fu subito accolto con entusiasmo
nazionale.
• Opinioni Contrapposte: Otto Wagner propone una visione critica, suggerendo che la ricostruzione potrebbe
avvenire in una posizione diversa o con forme moderne. La sua posizione genera dissenso, poiché molti veneziani
desiderano una ricostruzione fedele.
La ricostruzione: I lavori iniziarono nel 1903 e terminarono nel 1912, La direzione dei lavori è affidata all'architetto e
archeologo veneziano Giacomo Boni. Il Boni procede ad uno scavo in profondità attorno al masso di fondazione per
verificarne la solidità e saggiare la consistenza del terreno circostante. Per approfondire gli aspetti tecnici, è incaricato
l'ingegnere Luca Beltrami. Beltrami sottolinea la necessità che il nuovo campanile risulti più leggero del precedente,
suggerendo l’utilizzo del cemento armato per le strutture interne (tra l'orrore dei puristi).
Il progetto poi passa a Moretti.
Il campanile fu ricostruito com’era, ma con innovazioni strutturali nascoste:
➢ Uso di cemento armato e acciaio, invisibili esternamente, ma fondamentali per la sicurezza.
o
Queste innovazioni non vennero dichiarate ufficialmente, in quanto avrebbero minato l’idea della ricostruzione
➢ perfettamente identica all’originale.
Ben presto, tuttavia, la ricostruzione com’era e dov’era mostra i suoi limiti, come la riproduzione della colorazione dei laterizi
e della malta interstiziale (viene scelta una malta di cemento), che non può essere uguale a quella che la costruzione
originaria aveva ottenuto con il passare del tempo. Per questi motivi il cantiere si prolungherà per oltre dieci anni. Oltretutto,
se per quanto riguarda il campanile, la ricostruzione appare l’unica soluzione plausibile, per la loggetta e la biblioteca che
erano state danneggiate si mostra un atteggiamento più cauto, facendo prevalere un sentimento di chiarezza, purezza e
quasi di rinuncia alla ricostruzione, che verrà in parte portata avanti con materiali che erano stati recuperati durante la prima
fase. Nel giugno del 1912 il cantiere viene smantellato e ancora oggi sono pochi coloro che guardando il campanile si
rendono conto di star visitando un monumento moderno. Restauro | Sara Piras
Il RESTAURO NEL XX SECOLO
3.
3.1 Gustavo Giovannoni e la nascita del restauro scientifico
Il restauro scientifico nasce con l’intento di applicare un metodo codificato e universale al restauro, sulla scia del
positivismo. Il monumento viene considerato documento storico e artistico, ma si dà più valore all’aspetto storico che a
quello estetico.
Si rifiutano falsificazioni stilistiche e si persegue una conservazione ogget
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