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PAYNE FUND STUDIES

I Payne Fund Studies rappresentano la prima ricerca empirica sui media, in particolar modo sui valori veicolati dal cinema, spesso inadatti al pubblico di minori. Divisero il contenuto dei film in grandi temi fra sesso, violenza, crimine, amore, mistero, guerra, infanzia, storia, avventura, commedia e questioni sociali. Si accorsero che una grande percentuale dei contenuti rientrava nei temi più sgradevoli, influenzando negativamente il pubblico negli atteggiamenti e nel comportamento quotidiano. I risultati suggerivano che i film influenzavano gli atteggiamenti del pubblico, soprattutto sui più piccoli. La ricerca più significativa in questo ambito è quella di Peterson e Thurstone (1933).

Anche Blumer condusse una ricerca su questi effetti, evidenziando che i film suggerivano nuove situazioni e dinamiche di comportamento, oltre che personaggi e modi di essere, nei quali i bambini potevano immedesimarsi e giocare. Al crescere dell'età

Il cinema offre altro: consente l'acquisizione di un linguaggio e di uno stile preciso, differente per ciascuno. Questa ricerca anticipa alcuni risultati raggiunti da ricerche future: i film propongono modelli di vita estranei, differenti a quelli quotidiani, hanno quindi una funzione modellizzante, superano il paradigma stimolo-risposta, questi media contribuiscono a fornire delle risorse di pensiero, utili a mettere in atto modelli di comportamento diversi da quelli normali, ma comunque a metà fra i modelli propri dell'individuo e fra quelli proposti dai media. Questo rapporto sarà tanto meno potente quante meno risorse l'individuo possiede perché ciò avvenga.

Figura 4 - "Children and the movies", Payne Fund Studies

Appunti di E. Parzani13UniBg SCO – Teorie dei Media – DALLA MANIPOLAZIONE ALLA COMUNICAZIONE PERSUASORIA IL CASO DE "LA GUERRA DEI MONDI"

Molti degli assunti del modello di Lasswell vennero mantenuti senza discussioni,

soprattutto quelli relativi agli effetti, in particolare a quelli che comportavano una modifica dell'atteggiamento. Il problema era trovare comportamento dei dati empirici univoci, cioè uguali per ogni teoria, in quanto spesso una smentiva l'altra. Inizialmente i ricercatori ipotizzano la presenza di fattori di mediazione connessi fra gli ambiti. Furono poi ipotizzate delle variabili intervenienti, cioè dei fattori di mediazione individuati in relazione al pubblico e fattori di mediazione relativi al messaggio. I primi sono legati alla selettività, si capisce che il pubblico seleziona i contenuti a cui essere esposto in base alle sue inclinazioni e interessi pregressi. C'è anche una selezione del messaggio, il pubblico, cioè, percepisce solo alcuni effetti del messaggio, quelli a cui è interessato. I social media amplificano la tendenza alla selezione, offrendo contenuti simili fra loro e sempre inerenti agli interessi.davano credibilità all'evento. Il risultato fu che molti ascoltatori credettero realmente all'invasione aliena e entrarono nel panico. Questo episodio dimostra come i media possano influenzare e manipolare le persone, sfruttando le loro paure e ansie. La radio, in particolare, ha un potere particolare di suggestionare gli ascoltatori, poiché permette di creare immagini mentali e coinvolgere emotivamente l'ascoltatore. La storia dell'armadio radio è solo uno dei tanti esempi di come i media possano essere utilizzati per manipolare le masse. È importante essere consapevoli di questo potere e sviluppare un pensiero critico nei confronti di ciò che viene trasmesso dai media.

contribuivano alla verosimiglianza. Tutto ciò generò panico e scompiglio nella società americana, nonostante alla fine del radiodramma fu chiarito (e poi ribadito) che si trattava di uno scherzo, di una finzione.

Cantril, collaboratore di Lasswell, prese come dati delle lettere inviate alla stazione radio, della copertura giornalistica dell'evento. Il pubblico fu quindi suddiviso in base a interviste e che resero molto realistico l'evento: alcune variabili, Appunti di E. Parzani14 UniBg SCO – Teorie dei Media un'interpretazione

a. Il tono realistico, la verosimiglianza, che portarono ad distorta del radiodramma. Tutto questo contribuì a non far identificare il prodotto come frutto della fantasia. L'elemento dell'interruzione delle trasmissioni radio per l'annuncio dell'arrivo del disco volante contribuì a tutto questo.

b. Uso di esperti, che avevano il compito di confermare quanto accaduto, rendendolo ancora

più autentico. l'affidabilità. La diffusa credenza circa indiscussa della radio. Uso di località realmente esistenti. l'inizio del programma o a programmae. La sintonizzazione poco dopo già cominciato: isoggetti che si sintonizzarono a evento già cominciato credettero di star ascoltando un news report.

Fatto questo, i pubblici furono dunque segmentati in gruppi, in categorie:

  1. La prima categoria comprendeva chi non aveva creduto al racconto, riconoscendo i caratteri tipici del genere fantascientifico.
  2. La seconda categoria comprendeva chi si era ulteriormente informato a riguardo, ad esempio consultando la programmazione radiofonica riportata dai giornali.
  3. La terza categoria comprendeva i soggetti che pur avendo controllato si convinsero della caduta di un meteorite.
  4. La quarta categoria riguardava i soggetti che non si informarono e ci credettero all'istante, credendo il programma un vero notiziario.

Secondo Cantril e altri studiosi,

la prima categoria possedeva abilità critiche, valutarono l'istimolo portato dal media e lo interpretarlo correttamente. Essi confrontarono il messaggio con la loro esperienza del mondo. Due variabili importanti che, in linea di massima, permisero la corretta o la scorretta interpretazione del programma furono quella scolastica (la maggior parte di coloro che non ci credette aveva frequentato il college) e quella religiosa (credettero che fosse la volontà divina, l'armagheddon). Inoltre anche la personalità delle persone contribuì al caos, vi furono variabili psicologiche relative all'insicurezza e alla mancata fiducia personale.

I FATTORI DI MEDIAZIONE RISPETTO AL PUBBLICO

È difficile trovare variabili comuni per la maggior parte delle persone relativamente al messaggio, molte sono le variabili che intervengono nella ricezione di un messaggio. È dunque più facile studiare quelle relative allo stesso pubblico. Klapper affermò

che caratterizzano l'ambiente mediatico odierno. In particolare, il messaggio persuasivo tende a raggiungere e influenzare coloro che già credono nella causa sostenuta dal messaggio stesso. Questo significa che il pubblico target di un messaggio persuasivo è composto principalmente da individui che sono già inclini a condividere le idee e le convinzioni espresse nel messaggio. Tuttavia, paradossalmente, il messaggio persuasivo può anche alimentare l'opposizione e rafforzare le convinzioni di coloro che sono contrari alla causa sostenuta. Ad esempio, nel caso di un messaggio che cerca di convincere le persone a non guidare dopo aver bevuto, potrebbe accadere che un individuo che è contrario a questa idea venga ulteriormente rafforzato nella sua posizione dopo aver visto il messaggio. Questo fenomeno può essere spiegato da diversi fattori. Secondo Katz e Lazarsfeld, ci sono fattori volontari che influenzano l'interpretazione del messaggio mediatico. Tuttavia, nell'ecosistema mediatico contemporaneo, si aggiungono anche fattori di natura tecnologica, politica ed economica che hanno un impatto ancora maggiore. Questi fattori contribuiscono a rendere l'ambiente mediatico complesso e in continua evoluzione.

Dell'analisi dei due studiosi. I ricercatori di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet si occuparono di studiare questo concetto nell'ambito della comunicazione propagandistica elettorale, durante le presidenziali americane del 1940. Essi divisero il pubblico in tre gruppi, in base all'interesse (alto, medio o basso). Quelli appartenenti al primo gruppo spesso avevano opinioni precise sull'ideologia, partecipano ai comizi e comunque hanno delle conoscenze politiche pregresse, di conseguenza si esponevano più frequentemente alla comunicazione politica.

Il secondo passo fu quello di analizzare i meccanismi della selettività: selettiva. Per comprendere meglio questi concetti si può far riferimento al concetto di "dissolvenza cognitiva", di Leon Festinger. Egli sostiene che gli individui sono maggiormente propensi a ridurre la discrepanza fra l'effettivo comportamento e ciò in cui essi credono.

Perciò, un fumatore, sarà maggiormente interessato a un messaggio che veicola l'idea che il fumo abbia danni relativi, più che a uno che sostiene la pericolosità mortale del tabacco. Se il soggetto non dovesse riuscire a innalzare delle reti protettive relative alle opinioni preesistenti, può intervenire il processo della "percezione per cui si tende a selettiva", alterare e distorcere il messaggio per renderlo coerente con la propria ideologia. Allport e Postman, analizzando la metamorfosi delle dicerie, scoprirono che alcuni messaggi venivano già modificati nel processo di diffusione sociale. L'ultima barriera di selezione è quella relativa alla memorizzazione selettiva, per cui uno ricorda solo ciò che gli fa comodo, ciò con cui si trova d'accordo.

FATTORI DI MEDIAZIONE RISPETTO AL MESSAGGIO

È bene dire subito che, se nel caso dei fattori di mediazione rispetto al pubblico è

Possibile sintetizzare il corpo di studi e ricerche facendo riferimento ai meccanismi della selettività, non è possibile fare altrettanto riguardo ai fattori di mediazione rispetto al messaggio. Sono troppo numerose, infatti, sia le risultanze empiriche che le variabili intervenienti che circoscrivono la validità degli assunti a situazioni particolari: così, può accadere che un messaggio costruito in un certo modo sia efficace per alcuni soggetti ma non per altri.

D'altro canto, la frammentazione delle risposte è esattamente ciò che guida le pratiche di targettizzazione della comunicazione che si sono diffuse a seguito dell'affermazione dei media digitali. I messaggi elettorali costruiti in base alle caratteristiche e alle preoccupazioni dei destinatari non sono altro che il prodotto della cosiddetta prototype politics, di cui parla Appunti di E. Parzani.

UniBg SCO - Teorie dei Media

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
72 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Parza_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e analisi dei media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Murru Maria Francesca.