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TIPOLOGIE DI CAMPIONI NON PROBABILISTICI
È una procedura di campionamento in cui ciascuna unità di analisi ha una probabilità non nota di essere inclusa nel campione. L'assegnazione di unità di analisi al campione avviene in modo non casuale, ma secondo criteri diversi.
DI CONVENIENZA: Quello che il ricercatore ha a disposizione sotto mano nella situazione in cui si trova. Ad esempio può decidere di tarare una prova oggettiva di profitto utilizzando le classi in cui insegnano i docenti ai quali sta tenendo un corso di aggiornamento. Questa tecnica comporta notevoli rischi in termini di accuratezza del campione, ma certamente consente un notevole risparmio di tempo e di denaro.
PER QUOTE: È un'approssimazione non casuale del campionamento stratificato.
PER DIMENSIONI: Si fa in modo che all'interno del campione siano rappresentate tutte le diverse componenti che compongono la popolazione target (ad esempio, in un'azienda).
che ci siano tutte le figure professionali e i ruoli)- PER OBIETTIVI O DI GIUDIZIO = Il ricercatore sceglie in base alla sua esperienza e alle sue osservazioni quali soggetti includere nel campione. In questo caso è determinante la capacità di scelta del ricercatore.
- A VALANGA = Il ricercatore individua alcuni soggetti di partenza da includere e poi si fa suggerire da loro ulteriori soggetti che abbiano le caratteristiche della popolazione bersaglio. In relazione alle tecniche di rilevazione adottate sono prevedibili alcune perdite legate alle difficoltà che siano ad ottenere collaborazione dai soggetti individuati. Nel caso di ricerche condotte in ambito scolastico, per esempio, in alcuni casi potrebbe darsi la scuola selezionata non sia raggiungibile. Un altro aspetto che si deve considerare è che, soprattutto con i questionari, l'ampiezza del campione può variare da domanda a domanda, data la tendenza a lasciare in bianco alcune risposte.
modelli teorici in grado di spiegare la relazione tra il possesso di determinate abilità e particolari comportamenti osservabili. (i risultati ottenuti mediante lo strumento devono avere senso in relazione alle teorie esistenti).
Di aspetto = Lo strumento appare valido, pertinente e di difficoltà adeguata ai soggetti che verranno sottoposti a misurazione.
AFFIDABILITÀ —> Quando si ripete più volte una misura e si ottiene lo stesso risultato si dice che la misura è affidabile, attendibile.
In campo educativo, è difficile da testare perché la somministrazione di una prova modifica il soggetto e perciò variano le condizioni. 14
Si usano alcuni accorgimenti per ovviare a questo problema e verificare la precisione di uno strumento:
Test – retest = ripetizione del test, cioè sottoporre due volte gli stessi soggetti all’azione dello stesso strumento e nelle stesse condizioni.
Forme parallele = Si preparano due
- strumenti equivalenti, somministrati a breve distanza di tempo tra loro, e si calcola il coefficiente di correlazione tra i risultati.
- Coerenza interna = Con metodi statistici si analizza la coerenza globale delle risposte fornite dal soggetto.
- Uno strumento di misura deve essere:
- chiaro e preciso (ad esempio le domande dei questionari devono essere poste in modo da non suscitare dubbi o fraintendimenti)
- leggibile dal punto di vista formale/grafico;
- verbalmente ridotti (le istruzioni, le domande, le risposte se previste, non devono essere troppo lunghe)
I PRINCIPALI STRUMENTI DI RILEVAZIONE
- REFERENCE E DOCUMENTI
- Reference = fonti di informazione e opere di consultazione la cui funzione è quella di fornire indicazioni di carattere generale.
- Documenti = fonti scritte che possano essere utilizzate come fonti di informazione e fornire dati relativi al fenomeno che si vuole esaminare.
VANTAGGI nell'uso di documenti = studiare soggetti non accessibili; nessun
effettuare analisi diacroniche. Consiste nel raccogliere informazioni attraverso l'osservazione diretta di fenomeni o comportamenti. Questo metodo è particolarmente utile quando si desidera studiare un fenomeno nel suo contesto naturale, senza interferenze o manipolazioni. L'osservazione può essere di diversi tipi: diretta, quando si osserva il fenomeno in tempo reale; indiretta, quando si osservano le tracce o gli effetti del fenomeno; partecipante, quando l'osservatore fa parte del contesto che sta studiando; non partecipante, quando l'osservatore è esterno al contesto. L'osservazione può essere strutturata, quando si segue un piano prestabilito e si registrano dati specifici; non strutturata, quando si osserva in modo più libero e si registrano impressioni e osservazioni generali. L'osservazione può presentare vantaggi come la possibilità di raccogliere dati in modo non invasivo e di ottenere informazioni dettagliate sul contesto. Tuttavia, presenta anche alcuni svantaggi come la possibilità di distorsione dell'informazione dovuta alla soggettività dell'osservatore e la necessità di codificare i dati raccolti per poterli analizzare. In conclusione, l'osservazione è un metodo utile per analizzare fenomeni nel loro contesto naturale, ma è importante porre attenzione alla sua corretta applicazione e interpretazione dei dati raccolti.Descrivere le caratteristiche di un evento nel suo contesto naturale di svolgimento. Non consente però di isolare e controllare le variabili. Essa può essere:
- Osservazione partecipante (o non partecipante): L'osservatore si immerge e vive nel contesto che osserva, anche se non ne fa parte (o non prende parte all'attività). Si inserisce a pieno titolo all'interno della ricerca-azione, e tale ricerca prevede una stretta relazione tra il soggetto e l'oggetto della ricerca. Il suo scopo è quello di comprendere e interpretare il significato di una certa esperienza educativa e di cogliere il senso che questa riveste per i soggetti che vi partecipano. L'esperienza si articola in dati sulla base di "appunti" presi per lo più a memoria al termine di ogni seduta educativa, nella forma di resoconti narrativi dei fatti ritenuti significativi. L'osservazione partecipante chiama in causa non solo l'aspetto partecipativo.
ma anche quello attivo, investigativo e rappresentativo del ricercatore.
Osservazione naturalistica- (o etologica) = L'osservatore registra in diretta tutto il comportamento dei soggetti, nascondendo la propria presenza per non disturbarli.
Osservazione sistematica- = Si osserva un certo campo di fenomeni, utilizzando schemi di riferimento precisi in relazione ad un quadro teorico di base che permette la codifica. Si definisce l'obiettivo a priori e i suoi oggetti d'osservazione vengono precedentemente designati. Viene preventivamente definito anche il sistema di raccolta e di classificazione dei dati che saranno analizzati statisticamente (OSSERVAZIONE STRUTTURATA). Affinché sia sistematica, deve avere tali caratteristiche: pertinenza (ciò che si andrà ad osservare è pertinente al raggiungimento dell'obiettivo), validità (se gli indicatori siano effettivamente collegabili alla variabile sulla quale si sta indagando), affidabilità.
(verificare se il grado di accordo tra osservatori diversi è positivo), trasferibilità (i risultati di una ricerca sistematica compiuta su un campione rappresentativo devono essere generalizzati e trasferiti all'intera popolazione).
Osservazione psicanalitica- (Infant observation) = Viene condotta sulla diade madre-bambino. Il ricercatore osserva la relazione della diade e registra a posteriori: ciò che è accaduto = sguardo esterno e le proprie sensazioni = sguardo interno.
Quando si decide di utilizzare l'osservazione come strumento è opportuno:
- delimitare il campo di osservazione e definirne gli elementi più rappresentativi
- stabilire le procedure, i criteri e gli strumenti da utilizzare per l'osservazione e la registrazione di dati
- elaborare un piano che preveda i tempi necessari per cogliere i tratti di un fenomeno quali frequenza, luogo e contesto delle rilevazioni, così da garantire la rappresentatività dei dati