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L'ATTORE ROMANO
L'attore romano doveva essere abile nel gestire e utilizzare il codice recitativo, che si divideva in due competenze principali:
I. Orchestica: regola le azioni del corpo, compresi quelli che coinvolgono i drappeggi, all'andatura del personaggio, le pieghe del costume e le azioni che si riferiscono regolata sempre dall'orchestica. Ciò che regolava il movimento erano le reni: il corpo aprendosi crea posizioni aperte, che esprimono sicurezza, confidenza. Chiudendosi si esprimeva invece vergogna, tristezza o anche astuzia. Gambe e andatura esprimono differenze, in primis quella fra danzatori e attori. I danzatori ballano da fermi, l'attore invece si muoveva con diverse andature: piano per i saggi, veloce per gli schiavi o gli ingannatori. È l'arte di esprimersi.
II. Chironomia: attraverso la mimica del volto e il movimento delle mani. Questa è una competenza
specificatamente romana, è quindi probabile che i romani non utilizzassero la maschera, fatto salvo per le atellane. Se ci fosse stata la maschera non si spiegherebbe l'importanza della mimica del volto. Soltanto la parte superiore del viso era espressiva, quindi gli occhi, le sopracciglia, il naso, la fronte. La bocca era invece a servizio della voce, del canto o della modulazione, in questo senso non era espressiva. I malvagi usavano muovere il sopracciglio e tenerlo in maniera corrugata ad esempio. Anche il movimento della testa era importante: muovere il capo mentre il corpo è fermo era associabile alla follia. Ciascun personaggio ha una concatenazione di azioni "scelte" dalla chironomia, il pubblico si aspetta che l'attore sfoggi le sue capacità, più che lo sviluppo della trama. Le espressioni dovevano essere esattissime e corrispondenti al personaggio, altrimenti l'attore rischiava di essere fischiato e cacciato dalla scena.questo senso c'era un immediato riconoscimento del virtuosismo dell'attore. Ogni ruolo ha un repertorio di scene regolato da un preciso canone testuale. Vi è una cornice prestabilita della gestualità, dell'azione, in cui tutto si colloca. Si parlava una sorta di lingua-spettacolo, nota allo spettatore e pertanto non trasgredibile. Gli autori sono specializzati nei generi e nei ruoli, ad esempio l'attore Roscio era specializzato in commedia ed era un vero e proprio divo, era capriccioso, narcisista, viziato. Il successo era garantito dalle schiere di ammiratori che si era creato a Roma, nonostante gli attori fossero ritenuti socialmente estranei alla possibilità di esercitare diritti, erano quasi al livello degli schiavi. Esopo fu invece un grande attore tragico. Questa specializzazione implicava una grande attenzione nella voce, che andava adeguata alla situazione recitata. Ciascuna di queste condizioni era regolata da norme e doveva corrispondere altipo di personaggio (comico o tragico). La voce si correlava al gesto. Questa grande codificazione del teatro romano non ostacolata affatto la rappresentazione, bensì permetteva all'attore di esprimersi al meglio. L'attore non fa mai leva sulla sua personalità individuale per recitare. L'attore romano veniva bollato di infamia, era considerato un "infamis", un infame, un reietto. A differenza degli attori greci, rispettati e amati dal pubblico. Questo status di infamia è sia nell'età repubblicana sia nell'età imperiale, per cui non è da escludere che questa ideologia sia di matrice etrusca, che però non spiega le ragioni vere e proprie di questo status. Si presume che si possa ricollegare alla natura dei Ludi, che erano un distacco dalla vita politica e sociale, e per questo il teatro non poteva interferire con la realtà seria della vita. Proprio per questa interruzione della serietà,Che non doveva contaminarsi con iLudi, l'attore veniva coperto di infamia. Appunti di E. Parzani Pag. 15- UniBg SCO Fondamenti di teatro e spettacolo la legge lo vietava, c'era quindi unaI teatri non furono costruiti prima del 55 a.C. perché grande difficoltà nell'integrare il teatro nella vita romana. Lo stesso Pompeo, per edificare il primo teatro, dovette creare un escamotage per evitare di definirlo teatro. Teatro e politica a Roma erano considerati opposti e dunque non potevano slittare l'unanell'altra, non potevano contaminarsi, cosa che sarebbe certamente successa se fossero e dell'otium stati contemporanei. Così si spiega il divario fra la dimensione del negotium I soli attori che sfuggono all'infamia sono quelli dell'atellana, perché recitavano con una maschera. Il personaggio era la maschera, non l'attore che la indossava. C'era anche una correlazione fra prostitute e attore, in quanto esibire
Il proprio corpo significava concedersi delle licenze sessuali, che erano vietate. A Roma, fra gli attori, vi erano anche i Mimi e i Pantomimi, questi affiancano la lettura a memoria di un testo da parte di un attore, mimando e illustrando con una maschera.
Nel pieno e tardo impero i teatri acquistano una grande monumentalità, a differenza del teatro greco il teatro romano non assume significati religiosi (grandi dionisiache), ma assume un significato puramente d'intrattenimento. Gli attori erano spettacolo ed erano fatti per piacere, nulla di più di questo. L'attore romano tardo non aveva più nulla di religioso, ammesso e concesso che lo abbia mai avuto prima.
Nel teatro romano scompare anche il coro, attori e spettatori sono entità non correlate fra loro, sono slegati.
IL TEATRO ROMANO COME LUOGO FISICO
Al tempo di Plauto e Terenzio non esistevano edifici appositamente adibiti alle rappresentazioni. Queste venivano allestite in teatri temporanei di legno.
La cui costruzione era affidata a ricchi cittadini. Nonostante i censori fossero contrari all'edificazione di teatri permanenti, che avrebbero potuto corrompere la morale e i costumi dei romani, Pompeo costruì un imponente teatro in pietra, il primo edificio permanente. Successivamente ne vennero costruiti altri, come il teatro di Marcello, e il teatro divenne un'istituzione rappresentativa della civiltà romana. I teatri romani erano edifici autoportanti. I teatri erano frequentati da tutte le classi sociali e gli spettacoli erano gratuiti. La maggior parte delle conoscenze sull'architettura dei teatri romani deriva da Vitruvio, che enuncia le differenze tra gli edifici greci e romani e sottolinea l'importanza dell'acustica, particolarmente curata nei teatri romani. Riprendendo la struttura architettonica degli edifici greci, i teatri romani erano composti da:
Appunti di E. Parzani
Pag. 16 – UniBg SCO Fondamenti di teatro e
spettacolo
cavea: le gradinate semicircolari corrispondenti al théatron greco, che potevano essere coperte da una tela. Erano divise verticalmente in tre parti, a seconda della posizione. Ogni classe sociale si sedeva nella cavea di appartenenza.
orchestra: semicircolare (dimezzata); non funge più da luogo delle danze, ma ospitava i sedili per gli spettatori illustri e gli ufficiali pubblici
scaena: costituita dal pulpitum (un grande palcoscenico rialzato), sul quale si ergeva la scaenae frons (la facciata della scaena), molto elaborata, ornata di statue e composta da colonne e porte; l'auleum (una sorta di sipario) non nascondeva tutta la scaenae frons ma celava gli attori alla vista degli spettatori prima dell'inizio della rappresentazione, il siparium era invece una tela dipinta posta sulla scaenae frons per modificarne l'aspetto; dalle porte laterali (le párodoi greche) entravano in scena i personaggi
vomitoria:
canali sottostanti la cavea da cui entrava il pubblico Altre tipologie di edifici teatrali sono: l'anfiteatro, un teatro raddoppiato, con le gradinate che circondavano completamente l'area scenica, formando un'arena centrale in cui si svolgevano spettacoli cruenti come i combattimenti dei gladiatori (Colosseo); il circo, una sorta di anfiteatro allungato utilizzato per i giochi e gli agoni sportivi (Circo Massimo); l'odeon, un piccolo edificio quadrangolare dove si svolgevano recitazioni di testi poetici. Questi edifici sono statico costruiti per ospitare gli intrattenimenti popolari, come corse dei carri, combattimenti, esibizioni di ginnasti, naumachie.
Il teatro di cui si parla si correla a un teatro sfarzoso, volto al puro divertimento, in cui si sviluppano esponenzialmente la danza, il canto, la comicità.
Appunti di E. Parzani
Pag. 17 – UniBg SCO Fondamenti di teatro e spettacolo
Era un teatro meno impegnativo, meno costoso dal punto di vista rappresentativo ma molto più costoso per quanto riguarda gli edifici architettonici.
Si afferma la pantomima, in cui un oratore recitava o raccontava una storia tragica mentre i pantomimi la rappresentavano senza canti o balli, ma con gesti e maschere. Ciò si ipotizza derivi dalle province orientali dell'impero, poiché si conoscono forme teatrali di questo tipo provenienti dalla tradizione indiana.
Giustiniano fece chiudere nel III secolo d.C. Tutti i teatri dell'impero orientale, già dal II secolo i cristiani condannavano il teatro.
L'impero crolla definitivamente nel 410 d.C., data in cui avvenne il "sacco cioè il di Roma", saccheggio operato da Alarico.
Capo dei Visigoti, provenienti dal nord Europa. L'avvento dei cosiddetti barbari (con il significato di straniero, proveniente dall'esterno dei confini) implicò tra le altre cose il saccheggio dei teatri, ricchi di materiali costosi e preziosi, è dunque l'interruzione definitiva dell'attività teatrale romana e la conseguente caduta del teatro.
Tutti coloro che fino ad allora lavorano nel teatro ebbero, ipoteticamente, una sorte precisa: altri territori imperiali, evento che fu forse l'origine del teatro una diaspora da Roma verso gli professionali dell'età medioevale. Si tratta di un'attività errante, in costante movimento, operate dunque dinnanzi ad un pubblico occasionale, che casualmente si fermava ad assistere allo spettacolo. Ciò