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IL MONOPOLIO
Un mercato di monopolio è caratterizzato dalle seguenti condizioni:
• Un’unica impresa offre il prodotto nel mercato e tale prodotto non ha sostituti
• L’entrata di altre imprese è impedita (barriere assolute all’entrata)
Una situazione di monopolio può derivare da cause:
cioè derivanti dalle condizioni di mercato. Quando le economie di scala sono così rilevanti
Naturali:
da consentire la presenza di una sola impresa nel mercato operante in condizioni di efficienza.
cioè derivanti da normative o regolamenti che consentono la produzione ad una sola
Istituzionali:
impresa ed impediscono l’entrata di altre imprese nel mercato (es. tabacco, autostrade, ferrovie,
brevetti).
Domanda e ricavo marginale per il monopolista
La curva di domanda del monopolista coincide con la curva di domanda del mercato.
Per tale ragione il monopolista fronteggia una curva di domanda inclinata negativamente. Ciò implica che
per aumentare le quantità vendute dovrà diminuire il prezzo.
Supponiamo, per semplicità, che la curva (inversa) di domanda del monopolista sia lineare: p = a - bQ
2
Il è pari a: RT = p*Q = (a - bQ)*Q = aQ - bQ
ricavo totale
Il è pari a: Rma = RT'(Q) = a - 2bQ
ricavo marginale
Ad ogni livello delle vendite il ricavo marginale è inferiore al prezzo. Tale divario è tanto maggiore quanto
più è rigida (inelastica) la curva di domanda.
Per vendere un’unità aggiuntiva del bene o servizio, il monopolista deve abbassare il prezzo per tutte le
unità vendute.
Nel tratto elastico della curva di domanda la riduzione del prezzo delle unità vendute è più che compensato
dall’aumento delle quantità per cui il ricavo totale aumenta; nel tratto inelastico l’aumento delle quantità è
meno che proporzionale rispetto alla riduzione del prezzo per cui i ricavi totali diminuiscono.
Il volume di produzione ottimo per il monopolista
Data la curva di domanda del mercato, il monopolista fisserà il volume di produzione in modo da ottenere
la massimizzazione dei profitti. Tale volume è ottenuto in coincidenza del costo marginale con il ricavo
marginale. max π Rma=Cma
Nella condizione di equilibrio il monopolista consegue extra-profitti.
Le barriere all’entrata impediscono ad imprese di entrare nel settore per erodere l’extra-profitto.
Nel caso del monopolio la situazione di equilibrio di breve periodo coincide con quella di lungo periodo.
Mutamenti nel prezzo di equilibrio si avranno solo in presenza di mutamenti nelle condizioni di domanda
(spostamenti della curva di domanda) o nelle condizioni di offerta (tecnologia, prezzi dei fattori).
A differenza dell’impresa in concorrenza che è in una condizione di ‘price-taker’, il monopolista è in grado di
stabilire la combinazione quantità-prezzo che ritiene più conveniente.
Poiché la curva di domanda del monopolista è inclinata negativamente il prezzo praticato dal monopolista
risulterà superiore al costo marginale.
La differenza fra prezzo e costo marginale, detto costituisce una misura del potere monopolistico.
mark-up,
Prezzo di riserva e surplus del consumatore
Il è il massimo prezzo che un consumatore è disposto a pagare per ottenere un bene o
prezzo di riserva
servizio. Es.: il consumatore iesimo sarebbe stato disposto a pagare il prezzo Pi
è la differenza fra il prezzo di riserva e il prezzo di mercato (area colorata) e sono
Il surplus dei consumatori
quelli che hanno pagato un prezzo inferiore al prezzo di riserva.
La discriminazione del prezzo
Si ha discriminazione del prezzo quando un’impresa vende lo stesso bene a prezzi diversi a seconda di chi
acquista o di quanto acquista.
L’obiettivo dell’impresa è di appropriarsi il surplus del consumatore.
Affinché un’impresa possa attuare la discriminazione del prezzo debbono essere verificate le seguenti
condizioni:
• La curva di domanda dell’impresa è inclinata negativamente (come nel monopolio)
• L’impresa è in grado di identificare acquirenti disposti a pagare prezzi diversi per lo stesso prodotto
• Non è possibile la rivendita dei prodotti fra gli acquirenti.
Attraverso la discriminazione del prezzo il monopolista tenta di appropriarsi in tutto o in parte del surplus
del consumatore. La discriminazione del prezzo può essere distinta nelle seguenti tipologie:
Perfetta o del primo ordine: il monopolista fa pagare ad ogni acquirente il proprio prezzo di riserva
o appropriandosi così totalmente del surplus del consumatore.
In questo caso la curva di domanda coincide con la curva del ricavo marginale; il monopolista ha
convenienza a produrre fino a Qd.
Rispetto alla situazione di equilibrio con prezzo unico (Pm e Qm) con la discriminazione del primo
ordine il monopolista incrementa i ricavi per una quantità pari all’area colorata.
Del secondo ordine: l’impresa offre un ventaglio di offerte inducendo i consumatori ad auto-
o selezionarsi (ad esempio attraverso sconti per le quantità)
Del terzo ordine: l’impresa è in grado di fissare prezzi diversi per diverse categorie di consumatori
o (sconti agli studenti per l’acquisto di software)
La discriminazione del primo ordine è un caso teorico molto difficile da riscontrare nella realtà.
Mentre sono molto diffuse le altre due forme di discriminazione del prezzo, le quali comportano di
praticare un ventaglio di prezzi sul mercato, suddividendo in tal modo gli acquirenti in diversi gruppi e
praticando loro prezzi più o meno elevati a seconda dell’elasticità della domanda al prezzo.
le compagnie aree praticano forme molto sofisticate di discriminazione del prezzo per cui sono in
Esempio:
grado di vendere posti sullo stesso volo (stesso prodotto) a prezzi molto diversi a seconda se si stratta di
clientela d’affari (con domanda rigida) o clientela turistica (con domanda più elastica); oppure la
discriminazione è basata sull’anticipo nella prenotazione poiché si ritiene che chi prenota all’ultimo
momento mostri minore elasticità al prezzo.
Monopolio e concorrenza perfetta
Il confronto fra la situazione di monopolio e quella di concorrenza perfetta (con i limiti entro cui tale
confronto è possibile) fa emergere la situazione di inefficienza dal punto di vista della collettività del
monopolio:
• minore quantità prodotto e venduta sul mercato
• prezzi più elevati di quelli di concorrenze e tali da assicurare extra-profitti al monopolista
Questo confronto è però basato su considerazioni di efficienza ‘statica’ (cioè a tecnologie date) e non tiene
conto della diversa capacità e incentivo delle imprese monopoliste o in concorrenza ad investire in
ricerca e sviluppo al fine di acquisire nuove conoscenze tecnologiche.
CONCORRENZA IMPERFETTA
La maggior parte dei mercati reali opera in una situazione intermedia tra i due estremi della concorrenza
perfetta e del monopolio, queste forme intermedie sono definite di concorrenza imperfetta.
Un’impresa che opera in un mercato imperfettamente concorrenziale:
• si trova a fronteggiare una curva di domanda del proprio prodotto inclinata negativamente
(dispone pertanto di un certo potere di mercato)
• la quantità che potrà vendere dipende dal prezzo che decide di fissare per i propri prodotti e da
quello fissato dai suoi diretti concorrenti
Le forme tipiche di concorrenza imperfetta
I mercati di concorrenza imperfetta sono caratterizzati dal fatto che vengono meno una o più delle
condizioni che definiscono un mercato di concorrenza perfetta.
1) Concorrenza monopolistica
- molte imprese che offrono prodotti differenziati ma che sono stretti sostituti l’uno dell’altro
- ogni impresa ha un limitato potere decisionale sul prezzo
2) Oligopolio
- poche imprese presenti sul mercato ed elevata concentrazione dell’offerta
- Interdipendenza: i risultati delle decisioni di un’impresa dipendono anche dalle scelte dei
concorrenti
Nella realtà vengono spesso meno entrambe queste condizioni, per cui la forma di mercato più diffusa è
quella dell’oligopolio differenziato.
LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Le caratteristiche del mercato sono simili a quelle della concorrenza perfetta eccetto per l’ipotesi di
omogeneità dei prodotti delle imprese:
- Grande numerosità delle imprese
- Assenza di barriere all’entrata
- Perfetta informazione
- Differenziazione del prodotto: l’impresa fronteggia un curva di domanda inclinata negativamente invece
che orizzontale (come in concorrenza perfetta)
La differenziazione del prodotto è la condizione ‘normale’ nei mercati dei prodotti manufatti e nei servizi;
per tale ragione essa riguarda non solo il mercato di concorrenza monopolistica ma anche l’oligopolio.
La differenziazione può essere il risultato di diversi fattori: localizzazione dell’offerta, pubblicità, marketing,
design, funzionalità e presenza di servizi accessori al prodotto.
Qualunque ne sia la causa della differenziazione essa produce importanti conseguenze sul funzionamento
del mercato:
- il consumatore non è indifferenze per i prodotti di un’impresa rispetto a quelli di altre imprese e
può mostrare preferenze per l’uno o per l’altro prodotto
- ciò determina la rottura dell’unità del mercato che risulta segmentato fra diversi gruppi di
acquirenti
- la differenziazione solleva l’impresa dalla condizione di ‘price-taker’ per cui si trova a fronteggiare
una curva di domanda individuale inclinata negativamente
Nel caso di un’impresa in concorrenza monopolistica l’inclinazione della curva di domanda individuale è
inferiore a quella del mercato poiché i consumatori hanno comunque la possibilità di sostituire il bene con
quello dei concorrenti.
L’equilibrio di breve periodo in concorrenza monopolistica
Quanto maggiore è l’efficacia della differenziazione del prodotto tanto maggiore è l’inclinazione della curva
di domanda e il potere monopolistico.
Nel breve periodo l’impresa fissa la quantità che massimizza il profitto: Q Cma=Rma
Al prezzo P1 l’impresa sta realizzando extra profitti
L'impresa in concorrenza monopolistica nel lungo periodo
La presenza di extra-profitti attira nuove imprese nel settore le quali cercheranno di accaparrarsi le
preferenze del consumatore proponendo nuove marche e prodotti con caratteristiche nuove.
La quota di mercato delle singole imprese si riduce con conseguente spostamento della curva di domanda
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