Anteprima
Vedrai una selezione di 17 pagine su 77
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 1 Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 2
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 6
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 11
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 16
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 21
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 26
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 31
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 36
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 41
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 46
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 51
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 56
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 61
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 66
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 71
Anteprima di 17 pagg. su 77.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti completi di Archeologia del Vicino Oriente e del Levante  Pag. 76
1 su 77
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

GLITTICA

I SIGILLI ACCADICI si separano da quelli più arcaici protodinastici per l’evidente attenzione alla

realizzazione naturalistica del corpo umano e animale e per una ricerca di simmetria ed equilibrio

che permettono maggiori capacità narrative con il movimento dato alla scena.

All’inizio del Periodo ACCADICO sopratutto scene del banchetto, in seguito SCENE di LOTTA o

CONTEST SCENES scelte dalle élite palatine accadiche (deriva dal Periodo Protodinastico).

Identificati quattro gruppi principali di composizioni: figure multiple, gruppo di quattro figure,

gruppo di cinque figure e due paia di figure in lotta (SCHEMA CLASSICO). Gli ultimi due gruppi non

presentano iscrizioni. Soprattutto eroe riccioluto con un bufalo e l’uomo-toro con il leone. Con i

REGNI di SARGON e RIMUSH tutti e tre i primi gruppi sono molto utilizzati dall’aristocrazia, con il

REGNO di MANISHTUSHU il gruppo di figure multiple e il gruppo di cinque figure diventano

predominanti, con i regni di NARAM-SIN e SHAR-KALI-SHARRI il gruppo di due paia di figure

diviene scelto come canone per i sigilli della corte reale.

● ES: SIGILLO di TARAM AGADE: regina di Urkesh, figlia di Naram-Sin. Scena di lott fra capride e

figura semi-divina (mezzo animale-mezzo uomo) che afferra le zampe del capride e lo tiene

bloccato, con iscrizioni in cuneiforme che riporta il nome di Taram Agade.

Un’altra tematica del Periodo NEO SUMERICO sarà la SCENA di PRESENTAZIONE, dove una DIVINITÀ

seguita da divinità minori è seduta in trono al centro con i suoi oggetti RITUALI (le corna), con le armi

sacre, dalla forma del trono su cui siede e riceve omaggio da una figura incedente, che rappresenta il

FEDELE.

● ES. dio SHAMASH/Utu, dio del SOLE e divinità della giustizia, si erge da dietro le montagne

orientali, associato al pugnale dalla lama seghettata, con cui taglia i monti Zagros orientali per

fare così sorgere il suo sole a EST. Ha alle spalle le fiamme simbolo del calore del sole

● ES. ENKI/Ea, dio delle acque dolci e dell’ingegno, ha un ruolo primario, rappresentatosi con corsi

d’acqua con linee ondulate parallele che ornano il suo trono

● ES. ISHTAR, dea dell’amore e della guerra, riconoscibile dalle armi che gli spuntano dalla schiena

TOREUTICA E LAVORAZIONE DEI METALLI

Durante il periodo Accadico si ha testimonianza di un forte sviluppo tecnologico nel campo della

metallurgica. In particolare, si sviluppa e si diffonde la tecnica a cera persa, con la colata all’interno di

stampi modellati in cera e rivestiti di argilla che venivano poi rotti dopo il raffreddamento del metallo. Tre

oggetti di quest’epoca sono la più alta realizzazione di statue in rame ottenute attraverso questa

tecnologia e rinvenute nell’antica Mesopotamia: si tratta della testa a dimensioni reali di un sovrano di

provenienza iranica, della > testa di un sovrano accadico di Ninive della mespotamia del nord

(probabilmente Manishtushu), conservata al Metropolitan Museum di New York e della > statua

frammentaria rinvenuta a Bassetki nell’Iraq settentrionale, al confine con la Turchia.

I primi due oggetti sono molto simili sia per la tecnica di produzione sia per l’incredibile cura nei dettagli

della raffigurazione del volto, che rispetta tratti fisionomici come le orecchie sporgenti nella testa del

Metropolitan e il naso arcuato nella testa di Ninive. In quest’ultimo si nota inoltre la cura nei dettagli

dell’accapigliatura con capelli raccolti in chignon. Il terzo oggetto in rame, conservato al museo di

Baghdad, è preservato solo per la metà inferiore. Si tratta della base circolare della statua, che reca

un’iscrizione dedicata alla divinizzazione di Naram-Sin e all’erezione di un tempio dedicato al suo culto,

con la metà inferiore di una figura umana maschile seducata con le gambe poggiate sul fianco destro e

rannicchiate intorno a un perno centrale, che forse sosteneva una sorta di stendardo.

>Lo scudo di Naram-Sin: sempre dell’epoca di Naram-Sin è uno stampo in argilla che potrebbe essere

stato usato per la realizzazione di uno scudo ovale cerimoniale in un metallo molto morbido. Dello stampo

è conservato solo una parte e l’unica scena completa della narrazione è quella centrale. Al di sopra di

quella che sembra un’alta terrazza sacra a gradoni, Ishtar, dall’aspetto guerriero è seduta sul trono

sostenuto dai leoni. La dea stringe con la mano destra il braccio del re seduto di fronte con indosso la tiara

cornuta simbolo della sua divinizzazione, il quale a sua volta sostiene un anello al quale sono legate

lunghe catene, che Ishtar impugna più avanti con la mano sinistra.

LA FINE DEL III MILLENNIO: L’EPOCA NEOSUMERICA (Tra 2200 e 2000 a.C)

Sul Medio Eufrate, a Mari una dinastia di generali detti shakkanakku, la cui origine risale forse già

all’epoca di Manishtushu, inaugura un periodo di grande rigoglio economico e culturale che vedrà la città

indipendente per lungo tempo.

Nella pianura mesopotamica i signori di Guti, che si presentano come eredi diretti di Accad, che diedero il

colpo di grazia per la fine dell’impero di Accad che era in realtà già da tempo in crisi in realtà abbiano

controllato solo pochi centri importanti. Genti di origine e di affiliazione etnica oscura, nella tradizione

letteraria posteriore sono i barbari abitanti delle montagne a oriente della Babilonia e a nord dell’Elam,

negli Zagros centrali dell’Iran occidentale . la lista reale sumerica include una loro dinastia composta di 21

o 23 re, ma soli pochissimi sono noti da fonti contemporanee. Sappiamo per certo di un loro dominio su

Umma e di incursioni nella regione di Kish. Una certa confuzione nella costruzione degli eventi appare

chiaramente nell’espressione, tramandateci dalla storiografia posteriore, “chi era, chi non era re?”.

Il maggiore esponente di questa dinastia è Gudea. I testi che ci sono pervenuti mostrano Gudea nella

veste primaria di sovrano pio e illuminato, rispettoso degli dei e costruttore di templi. A lui risalgono le

composizioni letterarie più lunghe in lingua sumerica: due inni epici iscritti su cilindri in terracotta dedicati

al dio Ningirsu. Gudea è anche nuovamente attivo in commerci su scala internazionale. Il primato di aver

restaurato la legalità di Sumer e Accad è invece reclamato da un re di Uruk, Utu-Khegal, diventò re e

regnò per 420 anni e 7 giorni, che in un’iscrizione si vanta di come, con il sostegno di Enlil, abbia sconfitto i

Gutei in battaglia cacciandoli dal paese.

In letteratura questa fase è spesso definita “rinascenza sumerica” o ”neosumerica”, enfatizzando così il

ritorno a una supremazia della componente culturale sumerica dopo la parentesi semitica della fase

accadica.

La III Dinastia di Ur predispone un elaborata burocrazia: virtuosamente nessun periodo della storia

vicinoorientale ha restituito una varietà e un numero altrettanto elevato di testi scritti. Rispetto ad Accad,

lo stato di Ur III è molto diverso: è meno esteso, ma molto più centralizzato. Questa dinastia si apre con

un grande re UR NAMMA e il figlio SHULGI (ca. 2092-2045 a.C.)

Questa dinastia, fonda un regno che si concentra sulla parte centro meridionale. Vi sono altre due fasce

che interagiscono in maniera diversa, prima fascia (provincia estesa dove regnano dei governatori che

sono dei vassalli diretti), poi una serie di stati alleati che si estendono al nord del Tigri e arrivano fino alla

parte interna dell’area iranica. Regno articolato, poiché presenta 3 fasce di gestione-potere (centro del

regno, provincie, stati alleati). E’ un periodo nel quale vi sono ricevute una grande quantità di testi, una

120 mila di testi. Di questi testi ne abbiamo circa 80 mila tradotti, provengono in gran parte da Ur, ma

anche in altre città (Nippur, Lagash). Sono testi con archivi di info storiche che ci dicono tanto su questo

periodo, testi noiosi, poiché amministrativi. Gerarchia netta fra il re che risiede e Ur e i governatori con

due titoli (Ensi, titolo sumerico antico collocati nelle altre città,

Shaghin governatore, radice che si aggancia al termine accadico, ossia il verbo shakan che vuol dire

“governare-amministrare”, diventato poi shakkanakku che troviamo a Mari appunto, con la dinastia di

shakkanakku.

L’arrivo dei Martu o Amurru➔ Gli Amorrei non sono nuovi alla pianura mesopotamica: compaiono nelle

fonti locali già a partire dal Periodo Protodinastico e nel Periodo Neo Sumerico sono ormai una parte

integrante delle società, arrivando a ricoprire anche ruoli di potere. Il divario e la minaccia rappresentati

da questi popoli, infatti, non risiedeva tanto nell’affiliazione etnica quanto nello stile di vita nomade, che

mal si combinava con la civiltà urbanizzata, agricola e stanziale di UR III.

Dai primi anni di Ur-Namma e della sua ascesa al potere sappiamo poco. Ur-Namma si dedicò al restauroe

soprattutto al potenziamento della rete di canali per l’irrigazione e la navigazione, creando un sistema

capillarmente ramificato fondamentale per l’incremento della produzione agricola e le comunicazioni. Ad

esempio: chiusa di Tello a Lagash.

Il maggiore dei sovrani di Ur fu probabilmente Shulgi, figlio di Ur-Namma, che con i suoi 48 anni di regno

garantì un lungo periodo di stabilità e prosperità. A lui si deve l’elaborazione di un complesso e minuzioso

sistema di registrazione dell’organizzazione economica e finanziaria, il sistema di tassazione, la riforma dei

sistemi di scrittura e del sistema di pesi e misure. Amministrativamente il paese interno era diviso in

province sovrintese per conto del re dagli ensi. Un maggior controllo territoriale era garantito

dall’integrazione dell’amministrazione civile con una parallela amministrazione di tipo militare retta da

generali chiamati Shagina, direttamente scelti dal re per i loro meriti al servizio centrale. In questo modo

le città avevano perso la loro millenaria autonomia. Gran parte delle risorse locali era convogliata verso la

capitale secondo il sistema di tassazione bala. La quantità e la tipologia dei beni dovuti erano

accuratamente calcolate in base alla produttività stimata per le diverse provincie. La svolta di Ur III arriva

ad abbracciare ogni aspetto della vita pubblica, ivi incluso il culto. A partire da Shulgi i re di Ur riesumano

la pratica della divinizzazione del sovrano.

La grande caratteristica che contraddistingue i sovrani della III Dinastia di Ur è il fatto di essere bravissimi

costruttori. Ad Ur vengono costruiti una serie di edifici costruiti nella zona sacra dedicata al dio Nanna o

Sin della città (Dio della luna).

Muro in arancione: muro babilonese (attorno al VI secolo a.C). Strutture in buono stato. Costruzioni

edificate da sovrani di Ur III con funzioni diverse.

ARCHITET

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
77 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/05 Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jurgeenmetis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Iamoni Marco.