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Integrazione europea in risposta alla minaccia sovietica

In questa fase registriamo un processo di integrazione europea che subisce una spinta notevolissima da quella che era percepita come una minaccia sovietica e la Guerra di Corea aveva instillato ancora di più nelle potenze occidentali la convinzione che l'URSS avesse dato mano libera a Kim il Sung per vedere quale sarebbe stata la reazione internazionale.

Londra e Washington, che sono le due potenze guida del mondo occidentale in questa fase, sono convinte che, per rilanciare le possibilità dell'occidente e per far rinascere economicamente e militarmente l'Europa occidentale, sia necessario riportare la Germania dell'Ovest nell'alveo delle potenze occidentali. Questo però va contro gli interessi di Parigi, o comunque di una parte importante dell'opinione pubblica della classe politica francese, che ancora vede nella Germania il nemico per eccellenza. In questo senso, tra la dirigenza

francese emerge la figura di Jean Monnetche si fa portatore di una serie di iniziative e che ritiene che la volontà americana e britannica dicoinvolgere di nuovo pienamente la Germania sia fortissima e che non possa essere fermata. Lavisione che ebbe Monnet fu quindi: se non puoi sconfiggere un nemico, cerca di portarlo dalla tua parte e quindi si fece promotore di un processo di integrazione europeo sul piano economico, militaree politico:

  1. Sul piano economico venne lanciato nel 1950 il Piano Schuman, per la fondazione di un mercatointegrato nel settore carbo-siderurgico franco-tedesco. Questo piano era importante perché i settoriche erano risultati determinanti per lo scoppio della WW1 e le aree che erano state l'origine delladisputa che aveva segnato in maniera indelebile il 20esimo secolo, sarebbero state messe a sistemaall'interno di un mercato comune e integrato.

Questo piano verrà pienamente attuato nel 1952 con la nascita della CECA, ovvero la

Comunità europea del carbone e dell'acciaio a cui partecipano diversi altri paesi come la Francia, la Germania dell'Ovest, ma anche Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo (una serie di membri di paesi membri fondatori che mettono a regime un settore cardine per le economie dei rispettivi Paesi). Sul piano militare l'obiettivo da parte di Londra e USA era quello di un pieno coinvolgimento tedesco nello sforzo bellico ma questo però era un tasto dolente per la Francia quindi Monnet, invece che opporsi completamente, suggerisce di evitare un riarmo tedesco completo ma di dar vita a un esercito europeo integrato, che avrebbe visto ogni paese contribuire con una divisione per dar vita a una sorta di esercito europeo occidentale (il cosiddetto Piano Pleven). Questo piano rappresentò le basi di quella che sarebbe dovuta diventare la Comunità Europea di Difesa (CED), che metteva in comune anche l'aspetto della difesa, dando vita a quello che doveva essere.

Un esercito europeo. Ogni paese avrebbe mantenuto le sue forze armate, ma avrebbe contribuito con una parte di queste ultime alla costruzione di un esercito europeo. La CED viene istituita nel 1952 con i Trattati di Parigi, vede il contributo di Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo e non vi fu la partecipazione diretta della Gran Bretagna, che si mantenne all'esterno di questo processo di integrazione (e anche dalla CECA). storico. Il problema è che questa CED non vide mai realmente la luce, perché il progetto non venne ratificato a causa dell'opposizione del parlamento francese, che segna quindi il collasso del progetto. Il fallimento della CED porta a un aumento delle pressioni di Washington sul sistema occidentale e di fatto fa sì che tutte le ultime resistenze che hanno impedito di arrivare al pieno riarmo della Repubblica Federale Tedesca cessino di esistere: la Repubblica Federale Tedesca può riarmarsi, riacquista la piena sovranità.

Nel 1955 la Repubblica Federale Tedesca entra nella NATO e aderisce al Patto Atlantico. Sul piano politico, tra il 1952 e 53 l'Assemblea Allargata della CECA viene chiamata a redigere un trattato costitutivo della Comunità Politica Europea (CPE). L'approvazione di questo trattato viene collegato direttamente alla ratifica della CED ma quando quest'ultima, nel 1954, non viene ratificata, porta al fallimento della CPE, ovvero il fallimento di questo processo di integrazione politica che poi proseguirà con i Trattati di Roma, nel 1957, e l'istituzione della Comunità Economica Europea (CEE) e della Agenzia Europea per l'Energia Atomica (EURATOM), quindi con un processo di integrazione economico e che vedrà l'ambito politico giocare un ruolo sempre più secondario. RIARMO TEDESCO E INGRESSO RFT NELLA NATO: La morte di Saline nel 1953 ha avuto un impatto diretto all'interno della

politica francese, favorendo l'emergere di una postura che vedeva nella morte del leader sovietico la possibilità di dialogo con l'Unione Sovietica. In Gran Bretagna vi è il ritorno al potere di Winston Churchill che apre questa nuova fase di dialogo ma che comunque spinge per una ridefinizione degli equilibri europei sul piano della difesa. Il fallimento della CED e della CPE ha come conseguenza immediata la piena inclusione della Repubblica Federale tedesca all'interno del sistema politico ed economico dell'Europa occidentale, ma anche all'interno del meccanismo di difesa della Nato nel 1955. In contemporanea si arriverà anche al consolidamento del sistema militare a guida sovietica col Patto di Varsavia. La RFT può riarmarsi, riacquistando la piena sovranità.

PROCESSI DI DECOLONIZZAZIONE

RAGIONE DELLA CRISI DEGLI IMPERI:

La seconda guerra mondiale fu un catalizzatore dei processi di decolonizzazione su più livelli.

Basta pensare ai paesi che si contrapponevano alle forze dell'Asse e che scelsero come nome quello di Nazioni Unite e dichiararono di combattere in nome di tutta una serie di principi, tra cui la sovranità dei popoli e quindi il loro diritto a poter incidere sulla gestione politica dei loro paesi (autodeterminazione) oppure la Carta atlantica o la nascita delle Nazioni Unite. Un altro elemento centrale è derivante dal fatto che i vecchi imperi coloniali hanno il loro centro nella vecchia Europa: in Francia, in Gran Bretagna, in Olanda, in Portogallo. Ma l'Europa occidentale, dopo il secondo conflitto mondiale, non è più il centro del sistema internazionale: nuovi attori sono emersi e ormai dominano la scena internazionale e molti di questi dichiarano formalmente la loro ostilità nei confronti del colonialismo. Gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica e la stessa Repubblica Popolare Cinese si pongono tutti in netta contrapposizione rispetto allaprosecuzione del controllo coloniale. Un aspetto che spesso è poco trattato e poco considerato è invece l'impatto che ebbero le vittorie giapponesi nel sud-est asiatico, perché mentre la propaganda giapponese relativa alla costruzione di una sfera di coprosperità asiatica non ebbe successo, le sconfitte subite dagli antichi imperi coloniali nel sud est asiatico dimostrarono che era possibile affrancarsi dal dominio coloniale. Gli imperi di antichi imperi coloniali hanno debolezze, possono essere affrontati sul campo, possono essere sconfitti. Le colonie, d'altro canto, giocarono un ruolo determinante nel primo e nel secondo conflitto mondiale. E il principio è quello di "do ut des": io ti sostengo nel conflitto mondialese tu in cambio prometti qualcosa. La Francia libera di De Gaulle aveva dovuto riconoscere l'importanza delle colonie non poteva rinnegarlo una volta finito il secondo conflitto mondiale, ma ancheall'interno della classe dirigente britannica vi era la consapevolezza che non si potesse continuare secondo le linee adottate precedentemente: le colonie avevano fornito un ruolo centrale, l'India britannica aveva pagato un prezzo enorme sul piano economico, sul piano militare. La dottrina marxista: l'Internazionale Comunista raccoglie al suo interno esponenti provenienti da tutto il mondo e in particolare anche da questi paesi. Molte delle future classi dirigenti dei paesi di recente indipendenza proverranno dalle fila del Partito Comunista o comunque avranno transitato in Unione Sovietica o saranno state esposte alla dottrina socialista, e questo ha un impatto diretto. Le stesse classi dirigenti dei paesi occidentali che controllavano questi territori si rendono conto che non dispongono più delle risorse necessarie per controllare questi paesi. Si fa sempre più strada la visione di un modello imperialista che non solo fa dei torti alle.

popolazioni locali, ma non portabenefici nemmeno alla madrepatria, perché i costi connessi alla continuazione della dominazione coloniale sono tali da essere ingestibili e questo diventa ancora più evidente quando le popolazioni si armano e quando si arriva a una guerriglia urbana, anche nelle zone rurali.

CONTESTO BRITANNICO

la classe dirigente britannica è tra le prime a comprendere come la situazione antecedente al secondo conflitto mondiale non possa essere pienamente restaurata e quindi punta ad adottare una strategia flessibile che preservi soprattutto l'influenza di Londra.

Da un lato si punta a favorire l'ingresso dei paesi di recente indipendenza all'interno del Commonwealth, forma di associazione volontaria tra Londra e i vari dominions, in particolare i dominions bianchi, l'Australia, la Nuova Zelanda, il Sudafrica. L'idea è quella di mantenere queste relazioni sulla base di un'associazione di tipo volontario tra paesi sovrani.

che erano colonie britanniche, diventano paesi indipendenti. Tuttavia, Londra cerca di mantenere un certo grado di influenza su di loro. Nel caso dell'India, ad esempio, il Commonwealth diventa un mezzo per mantenere un legame formale con il paese, anche se non fa parte dell'impero britannico. Nel sud-est asiatico, invece, Londra cerca di mantenere il controllo indiretto attraverso alleanze militari e relazioni economiche. Questo perché la regione è strategicamente importante per il Regno Unito, sia dal punto di vista economico che militare. In conclusione, l'obiettivo di Londra è quello di mantenere una forma di associazione con i paesi che erano parte dell'impero britannico, ma senza necessariamente includerli tutti nel Commonwealth. L'importante è preservare gli interessi britannici sul piano economico e militare, mantenendo relazioni con le élite locali e la possibilità di intervenire militarmente, se necessario.sostanzialmente secondo gli schemi iniziali, sarebbero dovute entrare nel Commonwealth e quindi proseguire questo legame con Londra ma con forme diverse, cioè come paesi indipendenti ma ancora legati da una comune eredità storica e culturale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
127 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/03 Storia delle istituzioni politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisaramondoo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della civiltà e delle culture politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Plebani Andrea.