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Estratto del documento

Un esempio emblematico della logica giuridica medievale, pur non appartenendo al corpus del

diritto romano, è rappresentato dalla Magna Carta (1215). Questo documento non riprende il

diritto romano in senso stretto, ma adotta la medesima logica strutturale, ovvero fissare per

iscritto i limiti e le prerogative del potere regale e dei baroni, costituendo così una base giuridica

stabile per le leggi del regno.

Un altro protagonista fondamentale di questa nuova stagione del diritto è il notaio, figura chiave

della vita giuridica e amministrativa. Il notaio non agisce in nome proprio, ma opera come

funzionario pubblico. La sua autorità deriva per lo più da una delegazione imperiale o pontificia.

Il notariato è un’eredità diretta del sistema romano che, pur presente in varie forme durante tutto

il Medioevo, rinasce e si struttura nel XII secolo, parallelamente alla riscoperta del diritto romano

e allo sviluppo delle università e dei comuni cittadini. In particolare, i contesti mercantili

necessitano di figure che possano formalizzare contratti, testamenti e compravendite.

Il notaio scrive in latino, ma è tenuto per legge a comprendere e parlare anche il volgare, così da

poter comunicare chiaramente con le persone comuni che non conoscono il latino. La redazione

finale dell’atto, tuttavia, sarà sempre in latino, lingua del diritto e della formalità.

Un registro notarile medioevale è un documento complesso e ben strutturato. All’inizio di ogni

atto troviamo l’invocazione iniziale (spesso con riferimento religioso o istituzionale),mil nome del

podestà o dell’autorità presso cui il notaio opera, l’elenco dei giudici presenti nella corte o nel

tribunale, e infine il signum notarii, ovvero la firma grafica del notaio, un segno identificativo

unico, spesso simile a un disegno, che garantisce l’autenticità dell’atto.

Il testamento di Cea Alliata

Il testamento di Cea Alliata è un atto tipico della trasmissione patrimoniale di epoca medievale,

con radici nel diritto romano. Nel Trecento, i testamenti diventano molto comuni, sia per la

diffusione del diritto scritto, sia per l’alta mortalità, accentuata da eventi come la peste. Cea

Alliata, appartenente a una famiglia benestante, si presenta nel testamento come cittadina, ma in

quanto donna deve prima dichiarare il proprio stato civile e poi il nome del padre. 73

La prima parte del testamento riflette una forte preoccupazione per l’aldilà: nel Medioevo,

salvezza dell’anima e disposizione dei beni sono strettamente connesse. Compare anche un

riferimento alla schiavitù (all’epoca marginale ma presente nei centri mercantili); la manomissione

restituisce allo schiavo la sua “ingenuità”, cioè la libertà e lo statuto di cittadino. Segue la parte

sugli eredi, obbligatoria. Il diritto giustinianeo, di matrice cristiana, permette la diseredazione in

casi gravi (come violenze da parte dei figli). Il testamento poteva essere scritto su pergamena, a

pagamento, per poter essere conservato in casa.

Nel finale c’è un elemento ambiguo: Cea indica che “Giovanni e altri” devono restituire del denaro,

ma non specifica tutto. Potrebbe trattarsi di usura non dichiarata, un peccato capitale che spaventa

profondamente chi teme per la propria anima. Dunque, ciò che è scritto convive con ciò che non

può essere detto apertamente.

Documento: Guiduccia, nonna e tutrice di Agostina Cardellosi

In questo caso vediamo una donna titolata che assume il ruolo di tutrice legale, funzione

tradizionalmente negata alle donne dal diritto romano. Tuttavia, gli statuti cittadini modificano

questa regola per adattarsi alla realtà sociale e permettere alle donne, specialmente vedove o madri,

di diventare tutrici. La Legge Velleiana, citata nel Digesto, proteggeva le donne (soprattutto

vedove) dai debiti del marito o dei parenti, ma non riguarda direttamente il tutorato.

La tutrice ha il compito di gestire i beni, educare e far sposare la minore, ma ci sono delle

contraddizioni legali: essendo donna, non può agire direttamente in ambito mercantile. Deve

quindi delegare uomini, pur restando lei la figura di riferimento. In sostanza, il tutorato femminile

riflette sul piano giuridico una pratica consuetudinaria: quella di affidare i figli alla madre o alla

nonna dopo la morte del padre. 74

75

La Rinascita delle Città

Una città si definisce secondo alcuni criteri che non coincidono necessariamente con quelli delle

città moderne. Per distinguere una città da un semplice villaggio, essa deve essere circondata da

mura; se le mura vengono distrutte, non è più considerata una città. La maggior parte degli

edifici medievali è costruita in legno, solo le case dei ricchi e le chiese sono realizzate in mattone,

anche se spesso contengono comunque elementi lignei. La città è caratterizzata anche da decoro

urbano, un numero significativo di abitanti, una forma organizzata e, soprattutto, un senso di

appartenenza comune. Questo legame è rappresentato dai termini universitas e communitas.

Le città medievali sono centri di consumo, scambio e attività artigianali. Tuttavia, la maggioranza

della popolazione rimane rurale. Dal punto di vista cronologico, durante i regni barbarici e l’Alto

Medioevo, si registra una forte decrescita urbana e una drastica diminuzione della popolazione.

Le città iniziano a svilupparsi nuovamente dall’XI secolo in poi, con una crescita continua fino alla

prima metà del XIV secolo.

La città medievale nell’Alto Medioevo

Dopo il crollo dell’Impero romano, che si fondava sulle città, la chiesa eredita questa struttura,

organizzando le diocesi attorno ai centri urbani. Molte città vengono però abbandonate a causa di

guerre e invasioni, come nel caso di Aquileia, distrutta dagli Unni nel 452. Le invasioni

barbariche cambiano profondamente l’intera organizzazione politica. Il potere dei re barbari non

si concentra nelle città, ad eccezione dei Longobardi, che solo per un periodo risiedono a Pavia. Le

città diventano prede troppo facili, e l’instabilità politica porta a un crollo del commercio: le vie

commerciali non vengono più ricostruite, e la città perde la sua funzione centrale. 76

Tuttavia, come già detto, le diocesi si organizzano attorno alle città, mantenendo così un legame

con l’assetto urbano romano. In Germania nascono le domburg, ovvero le cosiddette città del

potere. Esse si sviluppano attorno alle cattedrali e si strutturano intorno alla figura del vescovo.

Inoltre, il fenomeno dell’incastellamento interessa non solo le città, ma anche i villaggi e i piccoli

centri. C’è una tendenza generale a raggrupparsi in modo difensivo, sia per ragioni militari che per

consolidare il potere signorile.

I centri nuovi

I Vichinghi vanno a fondare Dublino, una delle poche città nate da popolazioni non urbanizzate.

Un’altra eccezione nel paesaggio europeo sono le città musulmane in Sicilia e in Spagna. In

Sicilia, durante il periodo musulmano, la città che conosce la maggiore espansione è Palermo. Gli

imperi musulmani riprendono l’organizzazione urbana dell’Impero romano.

A partire dall’XI secolo, le città iniziano a essere ripopolate grazie a un periodo di crescita

agricola, economica e demografica (iniziato già nel X secolo). Città portuali come Amalfi si

sviluppano grazie al commercio marittimo, e città come Venezia ne favoriscono l'espansione. La

riapertura delle vie commerciali, ad esempio le vie alpine, è resa possibile anche da un

cambiamento climatico favorevole e dal miglioramento della navigazione.

Nel 1300, alcune zone d’Europa risultano altamente urbanizzate, specie nel bacino del Mediterraneo

e nell’area tra Francia, Inghilterra e Scandinavia, dove il potere rimane decentrato. Le città

marinare (Pisa, Genova e Venezia) oltre al commercio svolgono attività militari e di conquista,

contrastano la pirateria e dominano territori in diverse zone del Mediterraneo. La mappa

sottostante mostra l’estensione del potere della città di Pisa. 77

L’attività commerciale non è limitata solo al Mediterraneo, ma vi è anche nel Nord Europa, dove

la Lega Anseatica, nata nel XII secolo a partire da Lubecca, sviluppa un modello urbano che riceve

ampi privilegi imperiali. Si crea così una rete di città situate tra le zone di produzione e scambio

con Scandinavia, Inghilterra ed Europa continentale. Queste città sono spesso governate da una

oligarchia mercantile, secondo un diritto comune e in lingua tedesca.

Queste città possiedono mura e una struttura organizzativa comune, mentre la caratteristica di

alti tassi di popolazione arriva in un secondo momento. Nasce una nuova società urbana, che si

struttura attorno alla gestione dei beni comuni: piazza, fontana, duomo, e successivamente anche il

palazzo del podestà e dei priori.

La società cittadina alla fine del Medioevo

In questo contesto, vi è bisogno di un’organizzazione fiscale, perché tutto questo ha un costo. La

società cittadina, rispetto a quella contadina, è caratterizzata dalla presenza di commercianti che

hanno pochi contatti con il mondo rurale. Le comunità ebraiche sono quasi tutte urbane, spesso

raccolte in quartieri specifici, insieme a molti stranieri, attratti da opportunità economiche o inviati

come rappresentanti.

Nelle città sono presenti anche gli schiavi, assenti invece nelle campagne. I rapporti di genere

sono diversi rispetto al mondo rurale; la città, contrariamente a quanto si pensa, non è un luogo più

libero. Anzi, vi è una separazione dei generi più marcata. Le donne sono escluse dai luoghi del

potere e, nella cultura borghese, si ritiene che non debbano muoversi senza necessità, per non

compromettere il proprio onore. Il mondo universitario è esclusivamente maschile.

La città tende ad organizzarsi in corporazioni, confraternite e cooperative. Il Comune è solo una

delle strutture superiori a cui queste organizzazioni si riferiscono. C'è una forte spinta collettiva

all'autorganizzazione. Le confraternite, molto numerose, si riuniscono attorno a un santo

patrono, spesso lo stesso delle corporazioni professionali. Hanno anche obblighi religiosi e sociali,

come quello di organizzare i funerali dei membri.

Ci sono anche molte violenze nelle città medievali in quanto si formano nuovi centri di potere che

spesso minano l’equilibrio cittadino. Attorno alle famiglie più potenti sorgono consorterie,

chiamate "alberghi" a Genova. Queste sono strutture organizzate intorno a una famiglia

dominant

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
146 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MattiaVis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Duval Marie.