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FENOMENI CHE INTERESSANO LE NASALI

In molte varietà settentrionali, in posizione finale di parola viene realizzata sistematicamente la nasale velare [ŋ] come ad es., [koŋˈanna].

In molte varietà settentrionali, la nasale palatale [ɲ], che nello standard è sempre lunga in posizione intervocalica, è realizzata come scempia, come ad es., [ˈpeːɲo], invece dello standard [ˈpeɲɲo].

FENOMENI CHE INTERESSANO LE VIBRANTI

In alcune varietà dell'italiano settentrionale (parmense, trentino, alessandrino) la vibrante alveolare è sostituita dalla vibrante uvulare [ʀ] o dalla fricativa uvulare [ʁ].

In alcune varietà del Lazio realizzano come breve la vibrante alveolare lunga, come ad es., burro [ˈbuːro].

In alcune varietà dell'italiano meridionale estrema, la vibrante alveolare in posizione iniziale di parola è sempre lunga, come ad es., rosa [ˈ rrɔːsa].

FENOMENI CHE INTERESSANO LE LATERALI

Alcune varietà

Le regionali del Veneto e del Friuli-Venezia-Giulia presentano la palatalizzazione della laterale alveolare [l] davanti a consonante (posizione preconsonantica), come ad es., [ˈaʎto]. In molte varietà settentrionali, la resa della laterale palatale [ʎ] è breve, quindi anche in posizione intervocalica dovenello standard è sempre presente la lunga, come ad es., [ˈpaːʎa] invece di [ˈpaʎʎa]. In alcune varietà centro-meridionali, la laterale palatale [ʎ] è sostituita dall'approssimante palatale [j], come ad es. paglia [ˈpajja].

FENOMENI SOPRASEGMENTALI:

I parametri prosodici principali (frequenza fondamentale – percepita come altezza, la durata – percepita come lunghezza e l'ampiezza – percepita come intensità) sono dotati di significato indessicale, fornendo informazioni importanti di tipo geografico (ma anche sociale, di genere). Per quanto riguarda, le varietà dell'italiano, spesso gli andamenti

intonativi presentano una chiara variazione regionale (dominio di ricerca poco studiato)

FENOMENI CHE INTERESSANO L'ACCENTO DI PAROLA: nelle varietà regionali lombarde si è osservata una tendenza ad anticipare l'accento nelle parole piane dell'italiano standard che diventano sdrucciole, come ad es., rubrica[ˈruːbrika].-in alcune varietà meridionali dell'italiano (campane, abruzzesi), possono verificarsi casi di spostamento dell'accento nel caso delle parole che terminano per consonante nell'italiano standard, a causa dell'inserimento della vocale paragogica (con la conseguente aggiunta di una nuova sillaba), come autobus [autobˈbussə]

FENOMENI CHE RIGUARDANO L'INTONAZIONE DELLA FRASE: Quando parliamo di una frase che presenta un andamento (tipicamente) discendente o ascendente, non parliamo dell'intera frase, in realtà ci riferiamo soprattutto alla sua porzione finale, chiamata contorno terminale, a partire dall'ultima

sillaba tonica. Il resto della frase, prima del contorno terminale presenterà in tutti i casi un andamento discendente, chiamato declinazione, a causa delle caratteristiche fisiologiche dell'apparato fonatorio che va perdendo spontaneamente energia man mano che l'espirazione prosegue. Il punto in cui la declinazione spontanea si interrompe e dunque inizia il contorno terminale è chiamato turning point.

La parte finale nel secondo caso (in una frase tipo chi parte oggi?), è leggermente ascendente. In base ai parametri menzionati sopra, lunghezza, durata e intensità e alla combinazione tra di essi, avremo questi 3 risultati diversi.

Abbiamo parlato dello standard, ma per quanto riguarda gli ita regionali, la situazione è estremamente complicata quindi menzioneremo solo alcuni fenomeni. In particolare l'ita regionale veneto, il contorno intonativo terminale delle frasi dichiarative è leggermente ascendente. In molte varietà

dell'ita centrale-meridionale, il contorno intonativo terminale delle frasi dichiarative è discendente. Nel caso delle interrogative polari (sì/no), l'andamento del contorno terminale è ascendente nelle varietà settentrionali dell'ita, ascendente ma meno marcato in quelle centrali e costante o leggermente discendente nelle varietà meridionali. Le interrogative WH- presentano generalmente un contorno intermedio tra quello delle frasi dichiarative e quello delle interrogative polari.

L'ITA regionale settentrionale: Nella dichiarativa c'è una discesa naturale, spontanea, è leggermente ascendente, mentre aumenta sempre di più negli altri casi.

NEL CENTRO: Anche nell'interrogativa wh- c'è una leggerissima ascesa, questo dimostra che è a metà tra la dichiarativa e la polare.

AL SUD: La fonetica chiama foni le unità foniche ricavate in base al principio della diversità.

fonologia chiama fonemi le unità individuate in base alla distintività. Nell'ex mando vs. mango, le due consonanti nasali sono due diversi foni (in fonetica) ma sono riconducibili a un unico fonema (in fonologia). La fonologia si occupa della funzione distintiva delle unità della comunicazione verbale. Studia l'organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico ed è il livello relativo alla forma dell'espressione e si occupa del fonema significante linguistico. La sua unità minima di analisi è il fonema. Nella gamma dei foni producibili nelle diverse lingue solo alcuni sono pertinenti da avere un valore distintivo. Quando i foni hanno in una data lingua valore distintivo, cioè si oppongono sistematicamente ad altri foni nel distinguere e formare le parole di quella lingua si dice che funzionano da fonemi. Il fonema è l'unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico, piùallora si dice che tali suoni sono delle varianti dello stesso fonema à allofoni. Due tipi di allofoni: Varianti combinatorie (in distribuzione complementare, anche varianti posizionali o contestuali dello stesso fonema) -> due suoni sono in distribuzione complementare quando non appaiono mai nello stesso contesto. Varianti libere (anche varianti facoltative) -> la variazione di un dato fonema può essere condizionata da fattori diversi da quelli distribuzionali, in effetti, le varianti libere si possono individuare tramite la regola di Trubeckoj: "Quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare tra loro senza causare una variazione nel significato della parola, questi due suoni sono soltanto le varianti fonetiche facoltative di un unico fonema". In italiano [n], [ŋ] e [ɱ] sono tre allofoni dello stesso fonema /n/, dato che commutandoli non danno luogo a parole di significati diversi. Gli allofoni di un fonema che

Siano condizionati dal contesto fonotattico in cui occorrono, quindiprevedibili, come [ŋ] e [ɱ] in ita standard, si dicono varianti combinatorie. Consideriamo le parole ancora e anfora-> [ŋ]e [ɱ] si realizzano solo nei rispettivi contesti nell’ita standard e non possono avere valore distintivo.

In ita standard (e nell’ita regionale toscano), il fonema /z/ è caratterizzato da un rendimento funzionalescarso-> si oppone a /s/ solo in posizione intervocalica, a condizione che si trovi all’interno del morfema lessicale (ad es.,la coppia minima chie[s]e – passato di chiedere vs. chie[z]e – edifici di culto). In ita standard, la distribuzione [s] e [z]intervocalica non è prevedibile: riso, inglese, naso, riposo, fantasia, francese. In posizione iniziale di parola o morfema,si realizza solo /s/ (ad es., [s]ale, ri[s]aputo, affitta[s]i. -In posizione finale di parola o dopo sonoranti si realizza solo /s/(ad es., bu[s], sen[s]o, bor[s]a, pol[s]o).

L'opposizione si neutralizza anche quando la fricativa è in nesso con una consonante successiva, per assimilazione con la sonorità di quest'ultima (ad es., [z] badigliare vs. [s] pellare). Per quanto riguarda le varianti libere, pensiamo alle due pronunce della parola marmo: [ˈmarmo] (italiano standard) vs. [ˈmaʀmo]/[ˈmaʁmo] (la cosiddetta erre moscia, varietà dell'italiano regionale parmense, alessandrino, trentino). Si distinguono solo perché nelle pronunce regionali indicate la vibrante alveolare è prodotta come una vibrante uvulare oppure come una fricativa uvulare. Le pronunce sono fisicamente differenti, ma scambiando [r], [ʀ]/[ʁ] in italiano, non produciamo nessun cambiamento di significato. Queste realizzazioni diverse non danno luogo ad un'opposizione fonematica, corrispondono a un unico fonema (membri della stessa classe), ovvero /r/. Quindi [r], [ʀ] e [ʁ], pur essendo fisicamente diverse, hanno la stessa funzione e producono le.distintivi si basa su The Sound Pattern of English (Chomsky & Halle) - fonologia generativa. Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto (distintivo) fonetico pertinente binario (a due valori, "+" vuol dire presenza, mentre "-" vuol dire assenza). La teoria dei tratti distintivi permette di analizzare e rappresentare i fonemi in termini di diverse combinazioni possibili di tratti facenti parte di un inventario comune. Fonemi diversi saranno definiti da combinazioni diverse di questi tratti.distintivi consente di rappresentare economicamente tutti i fonemi come un fascio di alcune caratteristiche (tratti) con un determinato valore "+" o "-". I fonemi sono insiemi di tratti distintivi Sillabico (unico tratto non riferito a caratteristiche distintive)
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliavitti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fonetica e fonologia cp e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Combei Claudia Roberta.