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La calibrazione
In UV si usa il METODO DELLA CALIBRAZIONE ESTERNA, si ha il campione e si misura l'assorbanza, poi si prepara uno standard esterno al campione; infatti, il campione è indipendente o esterno.
Si ha una Igrofena e si ha soluzione incognita di cui si vuole determinare la concentrazione. Per determinarne la quantità si prende l'igrofena standard, si pesa una quantità nota, si prepara una soluzione madre a concentrazione nota, usando lo stesso solvente del campione in quanto solventi diversi variano la lunghezza d'onda. Successivamente si preparano altre soluzioni con diluizioni progressive (4-5 diverse concentrazioni). Ogni campione viene letto e si ottengono i vari dati X-Y.
In una situazione senza errori, si otterrebbe un'equazione Y=mX dove tutti i punti sono individuati da una retta passante per l'origine, ma ogni determinazione sperimentale ha un errore casuale, ha una piccola incertezza (dispersione dei punti); tramite il...
Il metodo dei minimi quadrati si identifica la retta che meglio interpola i punti. Come si determina questa retta? Si ottengono una serie di valori di concentrazione di assorbanza. Una volta determinata Y = mX + b, l'equazione ha m che è il coefficiente di estinzione molare, ma si applica l'equazione per definire la concentrazione incognita. Si prende la soluzione incognita si determina Y, conoscendo m e b si determina X che è la variabile. Ma come determino l'equazione della retta a partire da un set di valori della concentrazione dello standard esterno? Partendo da una serie di valori di assorbanza e concentrazione esterna si vede una serie di punti che non sono individuati da una retta passante per tutti i punti, allora il calcolatore traccia una serie n di rette in prossimità dei punti, per ogni retta il sistema calcola il residuo, ossia la distanza tra il punto e la retta, con una propagazione parallela all'asse delle ordinate si va a determinare la somma.
dei quadrati dei residui. Ogni residuo è posto al quadrato e si fa la somma, per tutti i valori tracciati si determina la somma dei quadrati dei residui e la retta migliore è quella per la quale la somma dei residui è minore. A questo punto l'equazione della retta: B è intercetta su y, m è determinato da Δy su Δx. Esempio: come calcolare la retta con EXCEL. È presente una colonna con x e y sul foglio Excel, che sono concentrazione e assorbanza. Poi si evidenziano le due colonne e si inserisce un grafico a dispersione. Poi si inserisce il calcolo e si traccia il grafico X-Y. Si calcola un punto, si clicca su "aggiungi linea di tendenza", si apre una finestra dove si clicca "visualizza equazione" e si ottiene il valore di R al quadrato. Si calcola l'equazione della retta e R^2. R^2 dice la dispersione dei punti: - R^2 < 1: più si ha dispersione, più R^2 è inferiore a uno. - R^2 = 1: i punti giacciono sulla stessa retta; questa è la retta migliore.è la soluzione ideale. La correzione può essere non lineare? Si può impostare anche un'equazione non lineare, questo dipende dalle tecniche strumentali. Ma in spettroscopia UV si usa una tecnica lineare, che dà una maggiore sensibilità e può definire un'equazione lineare. In spettroscopia c'è linearità, ma ci sono tecniche dove le correlazioni sono esponenziali-logaritmiche. Nella zona plateau, c'è minima variazione di assorbanza ma una grossa variazione di concentrazione. La cosa migliore è considerare la zona lineare e se il valore di assorbanza cade nella zona alta (che si è scartata poiché è al di fuori del range di linearità) diluire, si massimizza la sensibilità del metodo e si riduce l'errore. Il metodo della aggiunta standard per le analisi quantitative, la curva di calibrazione deve essere effettuata in matrice (tutto quello che è).- Se l'analita è sciolto in acqua si usa l'acqua, se è in una forma farmaceutica X si usa quella.
- Igrofena se non sisa la miscela in cui è disciolto l'analita non si può costruire una curva di calibrazione con l'analita.
- In assenza di matrice per svolgere la calibrazione si usa il metodo dell'aggiunta standard, metodo che solitamente si evita perché prende molto tempo.
- Per ogni campione si costruisce una curva di calibrazione ad hoc, per quel campione, che non si può usare peraltro nella curva di calibrazione, costruita con lo standard esterno si usava per tutti i campioni disciolti in quella matrice.
- Come si fa? → Vx V della soluzione incognita, con concentrazione Cx (X→ campione)
- Si prendono 4 o 5 matracci, in ogni matraccio pongo il mio V.
- Al primo campione non si aggiunge nulla e si porta a volume con un solvente.
- Al secondo campione si aggiunge un V noto di una soluzione a...
conosco perché l'ho preparata: M coefficiente - Vx V che si preleva e si aggiunge ad ogni campione
Il problema è che per ogni campione si preparano 1,2,3,4, 5 campioni e si preparano 5 determinazioni
L'analisi UV è solitamente applicata a sostanze pure (principio attivo o molecola pura o presunta tale, o comunque in grande abbondanza) o su classi di composti - stesso cromoforo di partenza. Oppure, si possono determinare i carotenoidi nella loro composizione complessiva.
Essa non viene utilizzata per analizzare contemporaneamente due o più composti presenti in miscela in quanto hanno tutti lunghezze d'onda diverse (Al massimo si può applicare per una miscela binaria).
Inoltre, l'analisi UV può essere utilizzata solo nel caso di matrici semplici (cioè sostanze che vengono sciolte in concentrazioni opportune in un solvente, come acqua o etanolo) e composte da molecole che non provocano interferenze. Ad esempio,
se ho il diclofenac presente in sciroppo che contiene tante sostanze che possono interferire con l'analisi UV, allora non è vantaggioso sfruttare questo metodo. L'analisi UV non è selettiva. Generalmente, quando si deve analizzare una sostanza che presenta due molecole, viene utilizzato il metodo della cromatografia. Considerando una miscela costituita da due composti X e Y, si possono avere due casi: 1. Due composti che hanno due spettri di assorbimento sovrapposti → non posso distinguere l'assorbanza dei due composti 2. Due composti che hanno due spettri solamente in parte sovrapposti In entrambi i casi bisogna considerare che l'assorbanza della miscela (assorbanza risultante) è data dal contributo di assorbanza di ogni singolo composto: Spettri sovrapposti Vediamo ora nel dettaglio il caso di due spettri sovrapposti: In questo caso, si vogliono determinare il titanio e il vanadio. Per la loro determinazione spettrofotometrica si trattano questiElementi con H2O2 per ottenere i rispettivi perossidi
I perossidi risultanti danno una colorazione gialla che assorbe nel raggio del visibile. La curva dell'idroperossido del titanio ha un massimo di circa 400 nm, quella del vanadio è di circa 450 nm, mentre quella della miscela è intorno a 440 nm.
Bisogna partire dagli standard di titanio e di vanadio a concentrazione nota. Si considera una serie di lunghezze d'onda, alle quali si misura l'assorbanza di una soluzione standard di vanadio e una soluzione standard di vanadio. Sulla base della concentrazione, si determina l'assorbanza molare ad ogni singola lunghezza d'onda: i punti del grafico precedente indicano le lunghezze d'onda che si terranno in considerazione per i calcoli. I calcoli sono i seguenti (ottenuti applicando A = εbc, considerando il cammino ottico di 1 cm):
Successivamente alla misurazione dell'assorbanza di titanio e vanadio, si calcola l'assorbanza della
Miscelatramite questa formula: A questo punto si stimano le concentrazioni di titanio e vanadio: si indicano due concentrazioni che non sono quelle reali. Ad esempio, indico il titanio con una concentrazione di 0,001 e il vanadio di 0,001. Sono due supposizioni che non coincidono con quelle reali.
Sulla base dell'assorbività molare e delle concentrazioni ipotetiche, per ogni lunghezza d'onda, si stima l'assorbanza teorica o assorbanza calcolata.
A questo punto, avendo l'assorbanza calcolata e l'assorbanza misurata, si imposta sul foglio di excel una macro tale per cui essa va a calcolare la differenza tra A calcolata e A misurata al quadrato per ogni lunghezza d'onda. Dopo di che, nella cella comparirà la somma dei quadrati.
Ora si utilizza una macro di excel chiamata risolutore. Si applica il risolutore per calcolare le concentrazioni effettive di X e Y in maniera tale che, sostituendole, andranno a dare il minimo valore di somma dei quadrati.
della differenza. Tanto più ci si avvicina al valore vero, tanto minore sarà il valore della somma dei quadrati (è 0 nel momento in cui vi è la completa sovrapposizione tra A calcolato e A misurato). Si imposta la cella di somma come cella obiettivo, si imposta il valore che deve essere min (minore in senso assoluto). Dopo di che, il sistema agisce in modo da 'raggiungere l'obiettivo cioè in modo da avvicinarsi il più possibile al valore della cella somma. Esso va a variare le concentrazioni di titanio e vanadio in modo casuale calcolando tutte le possibili combinazioni finché trova i valori tali per cui la somma ha il valore minimo. In questo modo, si trovano le concentrazioni effettive di titanio e vanadio:
Spettri non sovrapposti
Calcolo due lunghezze d'onda, ciascuna è quella a cui c'è la massima assorbanza per ogni componente; per risolvere questi spettri si utilizza una matrice (leggere le slides,
mostrano come è molto complicato).Punto iso