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ANALISI I

NUMERI RAZIONALI

NUMERI REALI sono campi ordinati.

L'insieme dei numeri reali ha la proprietà di continuità o completezza. Ogni sottinsieme di ℝ non vuoto e limitato superiormente e/o inferiormente ha estremo superiore e/o inferiore.

  • es. X ∈ ℝ, x < x₀: {√2}

x = m/n interi positivi non entrambi pari

  • ipotesi: (m2/n2) = 2 => m2 = 2n2
  • √m divisibile per 2, m e n non dovrebbe essere pari, quindi n ma...

NON ESISTONO NUMERI RAZIONALI CHE ELEVATI AL QUADRATO RISULTANO 2

IL NUMERO NON ESISTE IN ℚ MA ESISTE IN ℝ

Agiremo per espandere nell'insieme ℝn perché è un ambiente di calcolo più potente e con caratteristiche migliori. Si possono costruire i numeri di ℝ a partire da ℚ. Ad esempio ci sono le sezioni di Dedekind o le successioni di Cauchy ma non ce ne occuperemo.

SIMBOLOGIA e TERMINOLOGIA.

  • ! Settoriale n è un intero positivo ⟶ n · (n-1) · (n-2) .... es: 5! = 5 · 4 · 3 · 2
  • (n+1)! = n!(n+1) definizione ricorsiva
  • da ricordare 0! = 1 per definizione
  • Utilizzato nelle permutazioni di n oggetti.

Se ho n elementi da disporre in posti di numero minore o n disposizioni senza ripetizione:

  • Dn,k = n(n-1) (n-2) ... (n-k+1)

Posso ripetere alcuni elementi quindi utilizzo le disposizioni con ripetizioni:

  • Dkn,k = nk

Se non conta l’ordine, con n insieme e k oggetti eletti.

Con [ n k ]n

Quant’è buona bottom line di 3 form di k oggetti.

Si utilizzano quindi le combinazioni Cn,k (vengono viste come Dn,k + permutazioni K!)

Questo rapporto viene espresso come nCk=coefficiente binomiale Cn,k

Il coefficiente binomiale può essere utilizzato anche per la riduzione dei binomio a potenza di binomio:

(a+b)n=∑ k=0n nCk an-k bk =>

Formula di Newton per la riduzione del binomio (importante)

Se nell' formula pongo a=b uguale a 1, a destra da avviene ∑ k=0nnCk a sinistra viene 2n quindi

(n,0)+nC1 +(n,2)+...+(n,n) = 2n n° dei sottoinsiemi di A

  • L' n° di sottoinsiemè è n° dei sottoinsiemì di A di ordine 0 da dividi 1 di ordine n

Ogni sottoinsiemà è definibile attraverso una funzione con cui individo 2 elementi di un insieme xB A->T {0,1} dove xB (x) = 1 se xB 0 se xNB Presi a1, a2, ..., an numeri reden: ->∑k=1nak =a1 + a2 ... an

Se voglio sommare 2 sommiconì: ∑k=1n 2akk=1n br ∑K=1n (ak+bk) Per la molteplicazio +. c∑k=1n ak = c(a1+a2, ..., an) ∑K=xn c = c+c ... c = nC

E.g. 2 ∑k=1n k c n2 + n2 + n n2 + 2n2n

somm primi numerì disparì ∑k=1n (2k-1) = ∑K-1n 2K ∑k=1n K ∑v=1n n(n+1) nn2

k=1n k2

j = cos π/2 + i sen π/2 = i → ROTAZIONE PURA di π/2

j2 = -1 → ROTAZIONE TRIGONOMETRIA DI 180°

w = 1 + i√3

|w| = √12+3 = 2

arg(w) = π/3

z2

z3

z2 = ρ[cos(θ) + i sen(θ)] θ = π/3 + k 2π/3 k = 0, 1, 2

ρ =3√2

k = 0

9 = ⌀ · π/9

z0 =3√2 [cos π/9 + i sen π/9]

k = 1

9 = π/9 π

z1 =3√2 (cos π/9 + i sen 9/9π)

k = 2

9 =3π

z2 =3√2 (cos 13/9π + i sen 13/9π)

z1

z0 TRIANGOLO EQUILATERO

FORMA ESPONENZIALE

p, θ ∈ R p > 0

e = cosθ + i senθ

p e = P (cosθ + i senθ)

e0 = eaiθ = e0eib ⇒ e0(cosb + i senb)

TEOREMA FONDAMENTALE DELL'ALGEBRA

Ogni polinomio di grado n > 0 a coefficienti complessi ammette almeno una radice (compessa).

conseguenza g(z) = anzn + an-1zn-1 + … + a1z + a0

Posto l'interpretazione di Uδ allora abbiamo che ∀x ∈ (xo)

x ∈ U → g(x) ∈ V ∪ A, contraddizione. Poiché xo è un punto di

accumulazione di E, esisterà un punto c di E diverso, dato che

appartiene a U segue che g(c) ∈ U ∩ Uδ e poiché U ∩ Uδ ≠ ∅,

c ∈ Ø è assurdo. I punti densi non vanno disgiunti.

TEOREMA DELLA PERMANENZA DEL SEGNO: ∃ ε∈R ∃: E → R xo ∈ E f(x)

se f ≠ 0, allora esiste un intorno di U di xo tale che nell’insieme

E ∩ intorno U → g(x) non ha il segno di l.

Dimostrazione: Poiché l≠0 esisterà un intorno V di ε tale che g

l non appartiene a V, allora, dato che E è un intorno di x

si faranno tutti lo stesso segno di l. Poiché g(x) → ε

per x → xo esisterà un intorno di U di x, tale che per ogni x ∈

intorno xo, x appartiene U. Segue che tutti gli elementi di

E intensione di U hanno un’immagine che cade in U e quindi ha il

segno di l.

TEOREMA DEL CONFRONTO: 3 funzioni g, g, h ≥ E → R xo ∈ E'

supponiamo che abbiamo un intorno in cui h(t) ≤ g(x), g(x) ≤ h(t) ∀x ∈ E' che n U

U, intorno di xo). Se tutto ciò è verificato allora anche se limm

h(t) → l per x → xo, e g(t) → l per x → xo, allora anche

g(x) → l per x → xo. È come se g(x) venisse schiacciato dalle z

funzioni h(t) e g(x)

Dim: Sia J un intorno generico di E, poiché ah(t) tende a l per x → xo

esiste un intorno di U di x, tale che per tutti gli x ∈ Ø allora g(x) ∈ J

per g(x), limite tende a l esiste un intorno U di x tale che per tuth

gli x ∈ U, allora g(t) ∈ J.

Posto: U = Uo ∩ Vω, cerchiamo

che per ogni x appartienente a E, x ∈ U e quindi h(t) ∈ V

possiamo recuperare 3√x come inverso di x3

con abuso di linguaggio scriveremo 3√x = x1/3

Esponenziali

zx

inverso

logz x

caso con base > 1

monotone crescente iniettive

inverso > 0

log1/2 x

(1/2)x

monotone decres. iniettive

Trigonometriche

sen x

periodico T = 2π non iniettivo non monotono inverto una sua restrizione [−π/2, π/2]

sin x [−π/2, +π/2] → [−1, 1]

arc sin (−1, 1) → [−π/2, π/2]

cos x

analogo al seno

cos x [0, π] → [−1, 1]

ha un inverso rendo restrizione arc cos (−1, 1) [0, π]

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
72 pagine
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/05 Analisi matematica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Berio96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Zavaglia Andrea Carlo.