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B
fonte principale di energia libera usata dall’enzima per abbassare l’energia di
attivazione della reazione. Interazioni covalenti tra l’enzima ed il substrato (diverse
reazioni chimiche tra i gruppi funzionali del substrato e dell’enzima (catene laterali di
aa, ioni metallici e coenzimi). Queste interazioni non covalenti tra enzima e substrato
diventano ottimali nello stato di transizione. È stata formulata una prima ipotesi, il
modello “chiave-serratura”, diceva che gli enzimi sono strutturalmente complementari
ai loro substrati. Un enzima complementare al suo substrato non sarebbe un buon
enzima. È necessario che l’enzima faccia interazioni con il substrato di transizione e
non con quello normale, per essere ottimale. Lo stato di transizione dura un momento.
L’enzima si deve adattare, il modello della chiave serratura è stato sostituito da quello
dell’adattamento indotto. Le interazioni deboli sono importantissime. La cinetica
enzimatica studia la velocita di una reazione come questa cambi in risposta a
variazioni dei parametri sperimentali. Lo stato pre-stazionario è il primo stato dove il
complesso enzima-substrato aumenta e a un certo momento si stabilizza, quando
l’enzima è completamente saturato. La velocita varia in funzione della concentrazione
del substrato, anche se è difficile da calcolare; dato che varia di continuo,
trasformandosi in prodotti. Si valuta la velocità iniziale, V0, quando [S]>>>P. Velocità
iniziale, V0 = tangente a ciascuna curva che passa per il tempo = 0, studiata come
funzione di [S]. All’inizio della reazione [S] può essere considerata costante perché
solo una piccola percentuale è convertita in prodotto. L’effetto di [S] su
V0: a concentrazioni basse di [S], V0 aumenta in modo lineare con
l’aumento di [S]. A concentrazioni di [S] più
elevate V0 aumenta in misura sempre minore in funzione dell’aumento di [S]. Gli
aumenti di V0 diventano di entità sempre minori. La velocità della reazione si avvicina
alla velocità massima, Vmax. Il complesso ES è la chiave per la comprensione del
comportamento cinetico degli enzimi (l’equazione di Michealis e Menten è da sapere a
memoria). Vmax= velocità massima della reazione a [S] molto elevate, quando
l’enzima è stato saturato dal substrato. Km = costante di Michaelis, concentrazione di
S a cui la velocità è 1⁄2 della velocità max della reazione. Ha le unità di una
concentrazione molare. Km alta, quindi dobbiamo dare tanto substrato, poca affinità
dell’enzima. Le implicazioni fisiologiche della Km possono essere illustrate da questo
esempio riguardante la sensibilità di alcune persone all'etanolo. Alcune con piccole
quantità iniziano a mostrare i primi segni. Questo è dovuto all’alcool deidrogenasi del
fegato che converte l’alcool in acetaldeide e poi in acetato dall’aldeide deidrogenasi.
La maggior parte delle persone ha due forme dell’alcool deidrogenasi, una
mitocondriale (Km bassa) e una citoplasmatica (Km alta). Nell’enzima mitocondriale,
che lavora di più, è meno attivo. Lavorando un solo enzima dei due, si ha un accumulo
di acetaldeide. Si può determinare quantitativamente la Vmax e la Km con equazioni
che convertono la curva in una forma lineare. Questa equazione non è altro che il
reciproco dell’equazione di Michaelis-Merten.
Si otterrà il grafico dei doppi reciproci o di Lineweaver-Burk.
L’intercetta con l’asse X ci rappresenta -1/Km, l’intercetta con l’asse
Y ci dà 1/Vmax. Efficienza catalitica: Kcat/Km costante di specificità,
definisce l’efficienza catalitica di un enzima relativamente ad un
substrato. In reazioni a più substrati due molecole diverse di
substrato si legano all’enzima e partecipano alla reazione, si
distinguono in quelle in cui un gruppo viene trasferito ad un altro o in
red-ox. La formazione di un complesso ternario si ha quando l’enzima
si lega ai due substrati. Possono essere ordinate se seguono una sequenza specifica o
casuale. Anche il rilascio può avvenire in maniera ordinata o casuale.
14/03
Altri enzimi non formano un complessai ternario col substrato ma il primo viene
convertito in prodotto, viene rilasciato e si dissocia, poi successivamente si associa
l’altro substrato. Questo è il meccanismo a doppio spiazzamento. L’enzima subisce
una modificazione della conformazione temporanea a seguito del legame con il primo
substrato ma alla fine l’enzima torna alla conformazione originale.
Nomenclatura di cleland per abbreviare le reazioni con più substrati: il primo substrato
che si lega è A, il secondo B, il terzo C e così via in ordine alfabetico, lo stesso vale per
i prodotti, il primo prodotto che si dissocia è P, poi Q,R,S… e l’enzima è E ma se si
modifica durante le reazioni le forme successive vengono indicate con la lettera F,G…
Trasformazione del piruvato in lattavo nella fermentazione lattica (assenza di O): è una
redox catalizzata dalla lattato deidrogenasi. Cosa succede? Il piruvato è il prodotto
della glicolisi che in questa fermentazione si riduce (C=O —> COH2) prendendo glie
elettroni dal NADH che si ossida a NAD+. È una reazione sequenziale ordinata in cui si
forma un complesso ternario con i due substrati, piruvato e NADH, si lega per primo
con il NADH che viene indicato quindi con la lettera A. Il piruvato è il secondo e si
indica con B e il complesso ternario formato è EAB. Nel sito catalitico avviene la
reazione per trasformare i reagenti in prodotti cioè lattato (P, è il primo ad essere
rilasciato dall’enzima) e NAD+ (Q), quindi il complesso ternario che forma con i
prodotti è EPQ.
Esempio reazione di doppio spiazzamento: qui non si forma complesso ternario ma
prima viene rilasciato un prodotto poi l’enzima si lega al secondo substrato, qui
l’intermedio può essere un enzima modificato.
Gli enzimi sono soggetti a inibizione reversibile o irreversibile cioè possono essere
regolati. Possono essere inibito da inibitori enzimatici cioè molecole (ad esempio
farmaci) che interferiscono con l’attività catalitica di un enzima rallentando la o
bloccandola. Ne esistono due classi di inibitori:
- reversibili: si legano mediante legami non covalenti ma con interazioni deboli
così da potersi dissociate e far recuperare all’enzima l’attività catalitica.
Possono essere di diversi tipi:
competitivi: entra in competizione col substrato per legarsi al sito attivo.
o L’inibitore ha una struttura diversa dal substrato ma comunque simile
quindi può legarsi al sito catalitico. Se aumento concentrazione substrato
riduco l’inibizione
incompetitivi: l’inibitore si lega solo al complesso E-S. Si lega in un sito
o diverso dal sito di legame del substrato.
non competitivi o misti: anche qui l’inibitore si lega ad un sito diverso dal
o sito attivo però in questo caso l‘inibitore si può legate o all’enzima libero
o al complesso enzima substrato.
- irreversibili (penicillina e aspirina): l’enzima viene modificato e non può più
recuperate l’attività catalitica. Non avendo più la giusta conformazione non avrà
la sua giusta funzione.
18/03 COMPETITIVA
L’INIBIZIONE è riconoscibile dal grafico dei doppi reciproci: grafico dei
reciproci della velocità rispetto al substrato (devi ave chiaro
come è fatto). L’intercetta della retta con asse y: 1/Vmax
mentre con l’asse x è -1/aKm. Se e aumenta la
concentrazione dell’inibitore l’intercetta sull’asse x aumenta
verso destra. Applicazione inibizione competitiva: per curare
l’avvelenamento da metanolo. L’alcool deidrogenasi
trasforma il metanolo in formaldeide che può provocare
morte. Per risolvere l’avvelenamento si fa una terapia basata sull’infusione lenta di
etanolo perché questo è un substrato che compete con il metanolo per l’alcool
deidrogenasi. Il metanolo così non può essere più trasformato in formaldeide tossica e
può essere eliminato come tale con le urine.
INCOMPETITIVA:
INIBIZIONE l’inibitore si lega in un sito diverso dal sito di legame per il
substrato e si lega solo al complesso enzima substrato. Gli
inibitori incompetitivi diminuiscono la velocità massima è la
Km. Là si riconosce anche dal grafico dei doppi reciproci
perché abbiamo tutte rette parallele alla retta senza inibitore.
INIBIZIONE MISTA o NON COMPETITIVA: l’inibitore si può legare:
- all’enzima, e quindi blocca l’enzima come tale, ma
legandosi ad un sito diverso quindi il substrato si lega
ma non funziona l’enzima
- al complesso enzima substrato
La V max diminuisce in entrambi i casi mentre la Km può
aumentare o diminuire, diminuisce se inibitore si lega al
complesso enzima substrato o aumenta se inibitore si lega
all’enzima. È la più rara. Anche questa si riconosce dal grafico
dei doppi reciproci, sono rette in cui la V max diminuisce sempre quindi non si
intersecano nell’asse y. Se si intersecano sotto l’asse x la Km diminuisce.
In tutti questi casi l’enzima non viene modificato quindi l’attività catalitica può essere
recuperata.
ENZIMI ALLOSTERICI o REGOLATORI: Molto enzimi sono sottoposti a regolazione che
permette un controllo dei processi che avvengono all’interno della cellula e modularli
in base all’esigenze dell’organismo in risposta a segnali. Sono costituiti da più subunità
solitamente. La modulazione avviene secondo diversi meccanismi:
1. modulatori/effettori allosterici sono piccole molecole che si legano in maniera
reversibile cioè non covalente
2. modifica covalente reversibile
3. legame con specifiche proteine
4. attivazione tramite scissione proteica: perché alcuni enzimi vengono sintetizzati
in forma inattiva e a seguito del taglio del peptide si trasforma nella forma
attiva.
1)Regolazione degli enzimi allosterici tramite modulatori: i modulatori convertono
l’enzima da una forma all’altra, se lo trasformano nella forma attiva sono stimolatori o
modulatori positivi, al contrario sono inibitori. Se il modulatore è lo stesso substrato si
chiama modulazione omotropica se invece è diverso si chiama modulazione
eterotropica. Generalmente il sito dove si leva il substrato e io modulatore sono
diversi. Esempio: enzima aspartato transcarbamilasi (ATCasi): catalizza una delle
reazioni iniziali che servono per la sint