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La scuola etnologica francese

Nel volume "Le regole del metodo sociologico" (1895), Durkheim asserisce che i "fatti sociali", ossia i modi di agire e di pensare, sono delle "cose" che possiedono la capacità di esercitare un'influenza coercitiva sulla coscienza individuale. Qualche anno prima aveva introdotto i concetti di coscienza collettiva e rappresentazioni collettive, per differenziare il campo della sociologia da quello della psicologia, poiché queste sarebbero fatti sociali condivisi dai membri di una società che si impongono sulle rappresentazioni individuali (campo proprio della psicologia).

Le società erano tra loro comparabili e, anzi, la sociologia doveva essere un sapere comparativo che prendeva in considerazione il maggior numero di società per giungere alla conoscenza delle leggi della vita sociale. Inoltre, per Durkheim, nelle società primitive era possibile intravedere meglio le...

rappresentazione collettiva è così forte da guidare meccanicamente le azioni degli individui, e società in cui prevale la tendenza alla differenziazione degli individui rispetto al gruppo, in cui quindi la rappresentazione collettiva è più debole e le azioni sono guidate in modo più organico e volontaristico.

La solidarietà è in quanto basata su atti. In tali società, dove è intravisto un maggior individualismo, la coscienza collettiva ha meno gioco normativo ed è quindi più difficile il mantenimento di un'identità sociale comune.

Durkheim, come era comune a quel tempo nelle diverse tradizioni nazionali, si occupò anche della religione, medesime funzioni intesa come un universale che in tutte le società assolve alle stesse cause. Dipende dalle distinzione tra sacro e profano.

Durkheim avanzò inoltre la come opposizione fondamentale alla base delle credenze religiose. Il sacro costituirebbe tutto ciò che è separato, vietato e capace di esercitare un potere sugli individui.

Gli individui si rapporterebbero al sacro mediante riti, seguendo quindi schemi di azione codificati.

Durkheim avanzò anche una distinzione tra riti: riti ascetici, tabù ossia culti negativi basati su...

in cui viene interdetto il contatto tra i due ambiti; feste, sacri ci e riti commemorativi, ossia culti positivi basati su azioni dirette a instaurare il contatto tra i due ambiti (es. il consumo di alcuni alimenti sacri e le oblazioni); riti piacolari (dal latino "piaculum", sciagura), come il lutto, che sono disforici rispetto all'euforia che caratterizzerebbe i culti positivi ma che sono tesi a riordinare il rapporto tra sacro e profano. Lucien Lévy-Bruhl in "Le funzioni mentali nelle società inferiori" (1912), che il pensiero primitivo è prelogico in quanto basato su conclusioni fallaci, come per gli evoluzionisti, bensì su un diverso principio, quello della partecipazione mistica. L'esperienza mistica comporterebbe per l'individuo l'incapacità di sviluppare un giudizio proprio e indipendente da quello dato dalla società. Hertz mise al centro dei suoi interessi la problematica della coesione sociale.evidenziando come il fenomeno della morte fosse una rappresentazione collettiva e andasse indagato al di là dell'evento biologico. Le pratiche funebri, infatti, sono molto diverse da società a società ma di eriscono anche all'interno di una stessa società a seconda dell'individuo che viene a mancare. Ovunque, tuttavia, la morte distruggerebbe il rapporto tra i membri edel "corpo sociale": rituale per tale ragione è richiesto che venga accompagnata da un o un aristabilirne l'equilibrio. serie di rituali al ne di Le correnti L'ANTROPOLOGIA CULTURARE IN AMERICA livello superogranico I fenomeni ai quali rimanda la cultura sarebbero collocati a un e per tale ragione non riducibili ai principi che regolano i fenomeni sici, biologici, chimici e piscologici (de niti organici). acculturazione Il concetto di si rifà al contatto tra culture e alle conseguenti modi cazioni nei modelli culturali di entrambi igruppi.In tal senso esso sembra quasi opposto al concetto di di usione in quanto la cultura sarebbequalcosa di più della somma delle sue manifestazioni, le quali sarebbero tenute insieme da unaculturali”particolare con gurazione di certi “modelli (o con gurazioni) peculiari ogni gruppo econdivisi dai membri. con gurazionismo,Da questa impostazione nacque la corrente del per la quale i modelli culturalisarebbero le forme espressive – una moda, uno stile artistico, una loso a, una personalità – incui una determinata cultura si articola.Ruth Benedict (1887-1948) in “Modelli di cultura” (1937), partì dalla considerazione per cui lacultura doveva essere qualcosa di più della somma delle singole parti in quanto le manifestazioniche ne costituiscono la struttura sono integrate in modi diversi in ogni gruppo umano. Questepatternsono infatti integrate da un (modello) culturale che ne determina uno stile distintivo.In taleprospettiva il fatto che un determinato tratto culturale venisse accolto o respinto da una cultura dipendeva dall'esistenza di determinati modelli mentre società provviste di tratti simili potevano avere culture organizzate in base a modelli diversi, ossia avere configurazioni culturali diverse. Benedict lavorò comparando la cultura di quattro popolazioni: gli Zuñi del Nuovo Messico, gli Indiani delle Pianure nordamericane, i Kwakiutl della Costa nord-occidentale del Pacifico e i Dobuani della Melanesia. Dalla comparazione giunse a definire i modelli culturali di tali popolazioni mediante l'uso di nozioni apollinei, di tipo psicologico e derivate dalla filosofia di Nietzche: così i primi sarebbero stati dionisiaci, controllando fortemente le proprie emozioni in pubblico; i secondi sarebbero stati estremizzando i sentimenti e le passioni, in particolare quelli basati sulla competizione; i terzi megalomani, sarebbero stati.

Per la loro frenesia distruttiva e la ricerca di un maggiore prestigio paranoici, sociale; mentre i quarti sarebbero stati guidati da un sospetto generale e da invidie reciproche. La ricerca della Benedict apparve subito molto debole, per via delle generalizzazioni e della debolezza etnografica che non derivava da ricerche sul campo dell'antropologa stessa, ma ebberi essione sul rapporto tra lo sviluppo della personalità individuale e i il merito di avviare una modelli culturali collettivi.

Cultura e personalità, La corrente definita di intesa a studiare le problematiche inerenti i processi di base, di formazione della personalità individuale. Il concetto di "personalità quale risultato del processo di socializzazione entro istituzioni primarie (la famiglia, ad esempio), volte a plasmare la personalità degli individui in età infantile. Una volta creatasi, la personalità di base, considerata una particolare configurazione psicologica,

in uenzerebbe i modelli cui si conformano le istituzionisecondarie (la religione, i riti. I tabù), che corrispondono a delle rappresentazioni ideologiche la cuitensionifunzione è quella di soddisfare i bisogni e alleggerire le create dalle istituzioni primarie.(entro la cornice interpretativa di Cultura e personalità) Bateson studiò a fondo le implicazionipsicologiche, politiche, etiche e magico religiose e giunse alla conclusione che i toni emotivi(ethos) socialmente approvati per i due sessi rispecchiavano un ideale (eidos) della società.L'eidos iatmul prevedeva per gli uomini un ethos basato su erezza, aggressività e solennità,mentre l'eidos femminile imponeva reticenza, modestia e sottomissione.Il lavoro di questi antropologi rappresenta un momento cardine per l'antropologia americanapoiché, soprattutto Mead, contribuì alla di usione dell'antropologia presso il pubblicorelativismo e contribuirono a introdurre il concetto di L'IPOTESI SAPIR-WHORF cultura fenomeni l'interesse che molti antropologi svilupparono per il rapporto tra la da un lato e i linguistici processi cognitivi e dall'altro. Uno degli allievi di Boas, Edward Sapir (1884-1939) giunse alla conclusione che le lingue non sono soltanto dei mezzi di comunicazione ma hanno la funzione di determinare, e guidare, la percezione dell'esperienza. Tale assunto, connesso a come una particolare lingua, nella sua grammatica e nel suo lessico, modo con cui si pensa all'interno della società, determina il fu ripreso da Benjamin L. Whorf determina (1897-1941). Whorf sostenne che ogni lingua costituisce un sistema di riferimento che la visione del mondo della società presa in questione. Le tesi generali di Sapir e Whorf presero il nome di ipotesi Sapir-Whorf. L'ANTROPOLOGIA INGLESE struttural-funzionalismo il funzionalismo di Malinowski fu subito superato dal

Paradigma dello di Alfred R. Radcliffe-Brown (1881-1955). Al di là delle di erenze tra Malinowski e Radcliffe-Brown, entrambi gli approcci possono essere funzionalisti de niti in quanto condividono l'idea che tra le istituzioni, le credenze, le norme e i costumi di una società esistano delle correlazioni funzionali nel senso matematico del concetto, sistematica. Ossia che vi sia un'interdipendenza disciplina "nomotetica". A Radcliffe-Brown si deve la visione dell'antropologia sociale come formulazione di leggi rivolta cioè alla dei fenomeni sociali, in uenzato in questo dal padre fondatore della sociologia francese, Emile Durkheim. meccanismi che operano all'interno Il metodo antropologico consisterebbe nell'identi care idelle società consentendone il funzionamento mediante la compar

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Just Work di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bonato Laura.
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