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INTRODUZIONE

Come antropologi, nel momento in cui si ritrovano dei resti scheletrici, diventa importante trovare tutte le informazioni che aiutino nell’identificazione di una persona. Quindi è necessario capire sullo scheletro tutte le informazioni legate al profilo biologico dell’individuo. Le informazioni base sono date dai 4 pilastri: sesso, età alla morte, statura e ancestry. Oltre a queste, si possono rilevare anche altre informazioni:

  • in alcuni contesti si ritrova una quantità di ossa superiore a quella che corrisponde ad un unico individuo, pertanto diventa necessario ricostruire il numero minimo di individui, ovvero il numero che rappresenta il minimo degli individui possibili all’interno del campione
  • alcune patologie visibili a livello osteologico aiutano a capire ulteriori dettagli sul campione, in particolare nell’ambito forense si ricercano i traumi e le fratture (ad esempio si può osservare che un individuo nell’arco della vita si sia rotto un omero e che poi l’osso è guarito)
  • alcuni segni sulle ossa possono indicare una possibile causa di morte, anche se comunque resta difficile (quasi impossibile) stabilirla con certezza, dato che non sempre si osservano dei chiari segni d’impatto da arma contudente o da lama

Uno scheletro è un archivio biologico che registra tutto quello che succede durante la vita dell’individuo. Pertanto si riescono a ricavare numerose informazioni, soprattutto quando si analizza, non solo il singolo individuo, ma un campione proveniente da una popolazione. In questo caso si possono ricavare, oltre al sesso, l’età e la statura, anche le proporzioni corporee, che possono indicare l’adattamento locale di una popolazione ad ambienti particolari. È poi possibile rilevare lo stile di vita di una persona.

In alcuni casi possono esserci delle indicazioni sull’attività della popolazione. Infatti, anche se è un argomento controverso, ci sono alcune situazioni per cui, studiando la biomeccanica, il rimodellamento dell’osso e gli attacchi muscolari, è possibile capire se esistono dei pattern di divisione del lavoro tra sessi o tra classi sociali. Per altre informazioni sullo stato di salute della popolazione si analizzano le patologie del cavo orale (es. carie, tartaro, parodontopatie).

È possibile studiare la composizione della popolazione in termini di sesso e di età. Questi pattern in particolare sono interessanti per dedurre a cosa sia dovuto l’accumulo di determinati individui. Infine si può rilevare l’affinità popolazionistica. Di fatto alcuni caratteri sono più frequenti in alcune popolazioni e meno in altre. Possono quindi essere utili per analizzare le differenze relative alle specifiche popolazioni. Tuttavia bisogna prestare attenzione e non scambiare queste informazioni con la possibilità di assegnare all’individuo ritrovato l’appartenenza ad una specifica popolazione.

I grafici che seguono rappresentano la struttura per età alla morte del campione. Sono curve di età alla morte e si possono definire come profili di mortalità della popolazione. Sull’asse delle ascisse sono riportati gli stadi di età alla morte (i più giovani a sinistra e i più anziani a destra); sull’asse delle ordinate figura invece la frequenza.

Questi grafici nello specifico sono stati ricavati da contesti archeozoologici e paleontologici, ma le deduzioni che seguono sono valide anche per gli esseri umani. In ambito paleontologico si riscontrano 3 pattern di accumulo di resti faunistici:

  • (A) riflette la struttura di una popolazione vivente, con tanti giovani e pochi anziani; è caratteristica di diverse situazioni; si è osservata per esempio in grotte sudafricane di ominidi afferenti al genere Paranthropus (vissuti 2 milioni di anni fa); infatti questi individui vivevano in grotte localizzate su pareti di roccia, per cui quando morivano cadevano al di sotto e davano luogo alla formazione dell'accumulo;
    • una struttura simile di interesse forense si osserva in casi di massacri e di fosse comuni; queste situazioni ricalcano la struttura della popolazione vivente, poiché gli individui vengono uccisi indipendentemente dall'età;
    • in altri casi identificano alcuni tipi di epidemie o di catastrofi (es. il terremoto);
  • (B) nel campione ci sono tanti giovani e tanti anziani; è tipica di predatori come il lupo e il licaone, che cacciano gli individui più deboli, cioè i più giovani e gli anziani; infatti il modo in cui si è verificato l'accumulo è legato al comportamento di chi l'ha accumulato;
  • (C) il grafico evidenzia la presenza di tanti giovani adulti; è una struttura tipica in archeozoologia degli accumuli dei cacciatori, che selezionano giovani adulti come ‘trofeo più imponente’; si riscontrano in situazioni archeologiche quando si studiano gli accumuli faunistici.

Grafico tratto da un articolo di Rubini et al., 2016. La curva verde è stata messa in relazione ad altre situazioni, rappresentate con le linee blu, rossa e nera. La linea blu e quella rossa identificano due cimiteri in cui è noto che venivano seppelliti i morti per la peste. La linea nera invece rappresenta l’attuale tasso di mortalità della peste in Madagascar. Per questa tipologia di epidemie, i più soggetti sono individui giovani adulti (20 - 30 anni). Ogni epidemia può costruire situazioni diverse dal punto di vista delle curve di età alla morte.

L’epifisi si connette alla metafisi tramite la linea epifisale, in cui figura la cartilagine di accrescimento. Questa cartilagine ossifica nel momento in cui termina la crescita ed è uno degli aspetti che si analizza per capire l’età alla morte degli individui.

L’osso compatto si trova in particolar modo sulla diafisi, mentre al centro è localizzata la cavità midollare. L’osso compatto si trova anche sulla porzione esterna di tutto l’osso. Nelle epifisi la parte interna non è vuota, bensì è sostenuta dall’osso spugnoso.

Tra le ossa piatte figurano quelle del cranio o il coxale, ad esempio. Questa tipologia di ossa è caratterizzata da due strati di osso compatto, più o meno spessi, denominati tavolati. Il cranio infatti presenta il tavolato interno e il tavolato esterno. Tra i due tavolati si trova la diploe, uno spessore di tessuto spugnoso.

Nel cranio può capitare che la diploe tenda ed espandersi in situazioni di carenze di ferro (anemie). Questo accade poiché nel tessuto spugnoso è localizzato il midollo rosso, che produce globuli rossi. Quindi in carenza di globuli rossi e in generale in condizioni di anemia, l’organismo cerca di incrementare la produzione di queste cellule. Ciò si verifica attraverso l’incremento del midollo rosso nel tessuto spugnoso. Pertanto la diploe si inspessisce, così come anche il cranio, e spesso si osserva una porosità anche al livello del tavolato esterno. Questa condizione è riconosciuta come iperostosi porotica.

IL NEUROCRANIO

L’osso frontale è composto da 2 strutture, una orizzontale e una verticale.

La porzione orizzontale è costituita dagli archi sopraccigliari e da una serie di strutture che vanno a formare il tetto delle orbite. Pertanto le orbite risultano contornate ciascuna da un arco sopraccigliare, che può essere più o meno sviluppato. Il punto in cui i due archi si incontrano è definito glabella. Negli uomini gli archi sopraccigliari e la glabella sono solitamente più sviluppati, per cui sono tratti utili nell’identificazione del sesso.

I processi sono protuberanze dell’osso che si allontanano dal corpo centrale. In genere il nome di ciascun processo deriva dall’osso con cui si articolano. In questo caso il processo zigomatico, che protrude dal frontale, si articola con l’osso zigomatico.

Oltre a questo, nella porzione orizzontale è localizzata anche l’articolazione dell’osso frontale con quelle nasali e, nel mezzo, l’incisura etmoidale, a livello della quale si inserisce l’etmoide.

Nel frontale, così come anche in altre ossa, si possono osservare delle cavità interne, che sono strutture di alleggerimento del cranio. Non sono presenti in tutti gli animali e nemmeno in tutti gli ominidi. Ad esempio negli australopitechi non è presente, mentre si osserva in Paranthropus. Queste cavità sono definite seni e ne esistono di diversi tipi: nasali, frontali, ... Quando si infiammano le mucose interne a questi seni, si manifesta la sinusite.

Sul margine superiore dell’orbita si trova un’incisura, una piccola fossetta, o a volte un forame, ovvero un buchino attraverso cui passano vasi e nervi. In alcuni casi, anche se è raro, può essere che un’orbita sia caratterizzata da un’incisura e l’altra da un forame, come si può osservare dall’immagine.

La porzione verticale del frontale invece è composta da una struttura definita squama frontale.

Le ossa del cranio si articolano tra loro e si incastrano l’una con l’altra. Questa tipologia di articolazioni è denominata sutura cranica. La sutura che caratterizza la squama frontale è la sutura coronale, che delimita il piano coronale e che articola con le due ossa parietali. È delimitata sia in posizione superiore evidente, da cui emerge un rilievo della linea temporale, caratterizzato da un’attaccatura

muscolare. Qui infatti si attaccano i muscoli della masticazione.

Dettagli
A.A. 2022-2023
102 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beatrice.tom00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia forense e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Riga Alessandro.