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Scoperte di fossili umani

Homo erectus.del 1891 nell'isola di Giava - L'idea comune era che gli antenati umani avessero mandibola scimmiesca e cervello grande. Questo fossile invece mostrava cervello piccolo e denti moderni, oltre alla locomozione bipede desunta dal foro occipitale. Inizialmente quindi il reperto non venne accettato come ominino.

Australopithecus garhi 2,3-2,5 ma [diversi frammenti dei vari distretti scheletrici] Etiopia. Proporzioni corporee più simili al gen. Homo nel femore e nel braccio. Presenti nei siti anche tracce di tecnologia litica (non è stato però possibile associarle direttamente ai resti).

Australopithecus sediba 1,9 ma [due scheletri e numerosi altri reperti] Sud Africa. Si tratta di un maschio di 11-13 anni e una femmina adulta. Presentano un insieme di caratteri primitivi e moderni: l'arto superiore lungo e la conformazione del piede sono adatti all'arrampicamento sugli alberi; la gabbia toracica è come in Australopithecus.

Denti molari

piccoli; mano moderna capace della presa di precisione tipica dichi fabbrica utensili; morfologia del bacino, caviglia moderna, femori lunghi,Homo.coerenti con il bipedismo, ma diverso da quello del gen. AltreHomocaratteristiche invece sono più affini al gen. che a quelle diAustralopithecus.Ultima australopitecina sudafricana o uno dei primi Homo? Origine Homosudafricana o specie comparsa in Africa orientale e diffusa in sudafrica?Kenyanthropus platyops3,5 ma [cranio]Kenya – foreste a galleria.A. afarensisContemporaneo di ma con modello anatomo morfologico del craniodistinto.Combinazione di caratteri primitivi nella porzione neurocranica e più moderninella faccia straordinariamente piatta; denti piccoli (maggiore consumo dicarne?), smalto spesso. dell'Homo rudolfensisArchitettura facciale che richiama quella vissuto 1,5milioni di anni dopo.Artefatti più antichi di questi siti dimostrano che questi ominini avessero giàK. platyposbuone

Abilità manuali. Ancora in discussione se appartenessero a oA. afarensis.

Senza dubbio sapevano fabbricare strumenti in pietra per estrarre radici o tagliare la carne dalle carcasse e rompere le ossa per recuperare il midollo. Le tecniche erano probabilmente trasmesse come una tradizione. Il rinvenimento di ossa di bovino datate 3,4 ma, con segni di strumenti è la prova.

Australopithecus-Kenianthropus

Il gruppo è caratterizzato da un maggior sfruttamento delle risorse del suolo garantito dalla bipedia e forse anche dall'uso di strumenti. L'ipotesi più accreditata è che l'evoluzione verso un bipedismo permanente è all'origine del passaggio dalle forme pre-genere Homo alle forme del genere Homo.

7 ma – foreste in fase di frammentazione → raccolta alimentazione a frutti e foglie, ricca di cellulosa

• smalto dei denti non particolarmente spesso → dieta legata all'ambiente

• di foresta bipedi facoltativi

cassa toracica a forma di imbuto rovesciato → intestino lungo e• circonvolutonessuna testimonianza di industria litica•5 ma – alternanza foresta-savana, poche precipitazioni → raccoglitori-predatoriopportunisticranio più grande• bipedi facoltativi• alimentazione frutti-foglie integrata con consumo di componenti• sotterranee delle piante e altri vegetali duri: tuberi, radici, rizomi, noci;consumo sporadico di proteine animali (anche larve, insetti)smato dei denti spesso• canini ridotti• cassa toracica a imbuto rovesciato• forse uso di strumenti di pietra (in alcune specie)•Ominini di fine Pliocene, inizio Pleistocene:ParanthropusIl genereA partire da 2,5 ma compaiono ominini che si differenziano dalle formeprecedenti per l'apparato masticatorio particolarmente robusto. Inizialmenteconsiderate "australopitecine robuste", oggi classificate in un nuovo taxon:Paranthropus, più idoneo a sottolineare

La diversa nicchia trofica occupata dal gruppo: regime alimentare orientato verso vegetali duri (radici, semi) e piante erbacee. Australopithecus I parantropi sono contemporanei alle ultime forme di Homo, prime forme di la loro comparsa è probabilmente conseguenza di nuove pressioni selettive a causa del persistente peggioramento climatico che determinò un progressivo inaridimento, riduzione del manto forestale ed espansione dell'ambiente di savana.

Il taxon si estinse dopo circa 1,5 ma senza lasciare specie discendenti.

Paranthropus aethiopicus – Etiopia, Kenya – 2,5 ma

Paranthropus boisei – Etiopia, Kenya, Tanzania – 2,3-1,2 ma

Paranthropus robustus – Sud Africa – 1,8-1,2 ma

La conformazione anatomo-morfologica del corpo è del tutto simile a quella degli australopitechi, ma la testa presenta un'architettura più massiccia, con la presenza di creste ossee sagittali in grado di dare inserzione a potenti

muscolimasticatori idonei a frantumare cibi vegetali duri e fibrosi; i denti molari e premolari sono più grandi rispetto alle forme ominine precedenti per offrire maggiore superficie di masticazione.

La capacità cranica si colloca tra 400-500cc.

Paranthropus aethiopicus 2,5 ma, specie più antica [frammenti di mandibola e un cranio quasi completo] Etiopia, Kenya. Capacità cranica di circa 410 cc., prognatismo abbastanza marcato come Australopithecus. La cresta ossea sagittale sviluppata e le notevoli dimensioni dei denti posteriori indicano una forma del tutto peculiare. Ancora non chiari l'ambiente che preferiva, la taglia corporea e l'eventuale dimorfismo.

Paranthropus boisei 2,3-1,2 ma [cranio quasi completo di 1,8ma e altri resti] Etiopia, Kenya, Tanzania. Capacità cranica 500cc., faccia robusta e larga, meno prognata e quasi concava. Il cranio presenta creste ossee sviluppate e un marcato restringimento retrorbitario che indica la presenza di potenti

Premolari e molari molto sviluppati. Apparato masticatorio molto potente.

Studi recenti sullo smalto dimostrano un consumo notevole anche di piante erbacee, il che ha sollevato non pochi dubbi sulla sua alimentazione.

Non si è ancora certi che utilizzassero strumenti.

Ipotesi dell'estinzione: incapacità di adattarsi ad un clima in rapido cambiamento che può aver cambiato le proporzioni delle fonti di cibo disponibili.

Paranthropus robustus 1,8-1,2 ma [cranio, manufatti] Sud Africa.

Cresta sagittale marcata, faccia ampia, meno prognata ma robusta così come la mandibola, denti posteriori grandi.

Sono stati rinvenuti anche manufatti in pietra e osso, usati probabilmente per scavare in termitari (abitudine diffusa o regionale?).

P. aethiopicus Au africanus.

Ci si chiede se sia un discendente di Homo.

Il genere.

Contemporaneamente ai parantropi, circa 2,5 milioni di anni fa, compaiono ominini caratterizzati da una locomozione bipede molto.

più efficiente e oramaiHomo.pressoché permanente: sono i primi rappresentanti del genereLa linea evolutiva che diede avvio al genere Homo sarebbe emersa all'internodi linee evolutive di australopitechi/keniantropi a causa del persistentepeggioramento climatico e il progressivo inaridimento con conseguenteriduzione del manto forestale ed espansione dell'ambiente di savana. Glihabitat africani vennero frammentati, isolando piccole popolazioni periferiche:per alcune fu l'inizio della fine, per altre una grande occasione.Non esiste ancora chiarezza e accordo tra i vari studiosi circa l'origine e lacollocazione filogenetica dei primi rappresentati del genere Homo e sonotutt'ora in corso diverse revisioni dell'evidenza fossile. Tradizionalmente i primiHomo habilisrappresentati del genere sono identificati in due specie: (primiHomo rudelfensis.ritrovamenti nel 1964) e Tuttavia, recenti ritrovamentistanno mettendo in discussione la vecchia

tassonomia: sempre più frequentemente oggi si parla di "early Homo", nome provvisorio che raggruppa i primi rappresentanti umani e comprende sia i vecchi sia i nuovi ritrovamenti. La presenza di spazi sempre più aperti e un maggiore coordinamento tra individui avrebbero rappresentato pressioni selettive (ambientali e sociali) verso un bipedismo sempre più efficiente innescando così un feedback positivo: sfruttamento di aree sempre più estese e maggiore coordinamento tra i membri del gruppo → stimolo alla capacità di imitazione e alle abilità manuali → liberazione della mano e costruzione di strumenti. Gli ominini dotati di un bipedismo efficiente diventarono raccoglitori-predatori di maggior successo → potenzialità determinante per garantire la sopravvivenza in un ambiente in progressivo inaridimento. Tra 3 e 1,5 milioni di anni fa, numerose specie appartenenti a generi diversi abitavano un territorio che va dall'Eritrea al

Sud Africa. Forme diverse tra di loro, probabilmente adattate ad una molteplicità di nicchie ambientali (modelli diadattamento alternativi allo stesso ambiente frammentato). Gli early Homo, pur nella loro marcata differenziazione adattativa, nonsostituirono le forme di australopitecine e di parantropi, ma convissero con loro.

Homo Attualmente, il più antico fossile ritenuto appartenente al genere è la mandibola parziale LD350-1 con sei denti e risalente a 2,8 ma scoperta in Etiopia. I denti presenti si differenziano da quelli dei generi precedenti per i molari più stretti e il terzo molare più piccolo.

Early Homo [molti titrovamenti di cranii, poche informazioni sullo scheletro post-craniale] Capacità cranica di 580-780 cc. Statura 1,30-1,40m; peso 40-50 kg. Rispetto alle forme precedenti, le differenze principali sono a carico del cranio e dei denti. Il cranio aumenta di dimensioni (per progressivo aumento delle dimensioni encefaliche), soprattutto.

in zona frontale e parietale (pensierosimbolico e capacità computazionale); il foro occipitale è anteriorizzato;

  • le ossa facciali e la mandibola sono meno robuste, prognatismo alveolare
  • ridotto e faccia meno prognata;
  • la dentatura è sempre meno specializzata, riduzione nelle dimensioni dei denti molari → dieta decisamente più onnivora per maggior apporto di carne (predatori opportunisti, "animali spazzini");
  • allungamento arti inferiori - corporatura più slanciata rispetto alle forme precedenti.

La mano non è ancora morfologicamente moderna, così come non lo sono le proporzioni tra arti superiori.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
32 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/08 Antropologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sopsop di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia e genetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Boano Rosa.