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ARTERITE DI TAKAYASU
L’arterite di Takayasu (TA) è una vasculite primaria rara e
granulomatosa che colpisce prevalentemente i grandi vasi, in particolare
l’aorta e i suoi principali rami di divisione. La malattia è caratterizzata da una
infiammazione cronica della parete arteriosa che può portare a stenosi,
occlusioni o formazione di aneurismi. Il decorso clinico della TA si sviluppa
generalmente in più fasi: una fase iniziale con sintomi sistemici aspecifici
(febbre, malessere, perdita di peso), seguita da una fase vascolare con segni
legati all’ischemia dei territori irrorati. Originariamente descritta in Giappone
all’inizio del XX secolo, si pensava colpisse prevalentemente giovani donne
asiatiche. Tuttavia, oggi la malattia è riconosciuta in entrambi i sessi e in
molteplici gruppi etnici in tutto il mondo, con fenotipi clinici e vascolari variabili
a seconda della popolazione. Nonostante l’eziologia rimanga sconosciuta, si
ritiene che fattori genetici, infezioni e meccanismi autoimmuni cellulo-mediati
giochino un ruolo cruciale nella sua patogenesi Ne esistono vari tipi in base
.
alla zona di interesse I (branche dell'arco aortico, con impegno soprattutto a
:
livello cerebrale e della succlavia); lla (arco aortico e sue branche, quindi ci
possono essere anche insufficienza o stenosi aortica, possono essere coinvolte
anche le arterie carotidi e polmonare); IIb (arco, sue branche e aorta toracica.
Possono essere coinvolte anche le arterie carotidi e polmonare); III (aorta
toracica, arterie renali e aorta addominale); IV (solo aorta addominale e arterie
renali); V (tutta l'aorta con le sue diramazioni, si tratta della forma più grave).
Sintomi
Vascolari (100%)
Soffio carotideo: 70%
Claudicatio arti superiori: 62%
Claudicatio arti inferiori: 32%
Assenza o riduzione del polso:
Arti superiori: 53%
o Arti inferiori: 15%
o
Dolore carotideo (carotodinia): 32%
Soffio femorale: 3%
Soffio renale: 2%
Neurologici (57%)
Vertigini: 33%
Disturbi visivi: 20–30%
Perdita della vista: <10%
Ictus: <10%
Attacco ischemico transitorio (TIA): <10%
Muscoloscheletrici (53%)
Dolore alla parete toracica: 30%
Dolori articolari: 30%
Mialgia (dolore muscolare): 10–20%
Costituzionali (43%)
Malessere generale: 30–40%
Febbre: 20–30%
Perdita di peso: 20%
Sudorazioni notturne: <5%
Cardiaci (38%)
Insufficienza aortica: 20%
Angina pectoris: 10%
Palpitazioni: <10%
Scompenso cardiaco congestizio: <10%
Pericardite: <5%
Infarto miocardico: <5%
Processi biologici
1) Infiammazione immuno-mediata:
Il processo inizia con uno stimolo sconosciuto (forse infettivo o ambientale) che induce
l’espressione della proteina heat-shock da 65 kDa (HSP65) nel tessuto aortico. Quest’ultima è
sovraespressa nella parete aortica e può attivare i linfociti T γδ e e αβ e le cellule NK
Linfociti T γδ e αβ: infiltrano la parete del vaso, rilasciano perforina, che distrugge le cellule
vascolari e innesca una risposta infiammatoria acuta.
Cellule NK: contribuiscono al danno endoteliale.
Sono presenti autoanticorpi anti-cellule endoteliali, che possono:
Attivare le cellule endoteliali,
Stimolare il rilascio di citochine infiammatorie (es. IL-6, TNF-α),
Indurre citotossicità mediata dal complemento.
2) Processo istologico (acuto e cronico):
-Fase acuta
Infiltrazione infiammatoria che coinvolge tutti gli strati della parete vasale (panarterite).
Linfociti T e cellule dendritiche invadono l’avventizia.
Linfociti e cellule giganti (multinucleate) si trovano nella media.
Neovascolarizzazione e vasa vasoritis (infiammazione dei piccoli vasi dell’avventizia).
Invasione dell’intima da parte di fibroblasti e cellule muscolari lisce, con produzione di
sostanza fondamentale extracellulare.
-Fase cronica
Fibrosi dell’avventizia.
Destrutturazione della media per perdita delle fibre elastiche.
Ispessimento dell’intima con proliferazione fibrocellulare → stenosi vascolare.
Possibile formazione di aneurismi dove la parete è debole o non fibrotica.
Poliarterite nodosa (PAN)
La Polyarteritis Nodosa (PAN) è una vasculite necrotizzante sistemica
che colpisce arterie di medio e piccolo calibro, con assenza di
coinvolgimento diretto dei capillari, delle venule e delle arteriole. È
caratterizzata da un'infiammazione segmentaria delle pareti vascolari, che può
portare alla formazione di aneurismi, stenosi, trombosi e infarti tissutali.
Clinicamente, la PAN si presenta con manifestazioni sistemiche variabili,
che riflettono il coinvolgimento multiorgano: tra i più frequentemente colpiti
figurano il sistema nervoso periferico, i reni, la cute, il tratto gastrointestinale e,
in minor misura, il cuore e il sistema nervoso centrale. Un possibile agente
eziologico della PAN è il virus dell’epatite B (il 30% dei casi era associato a
infezione da HBV).
Sintomi
Sintomi generali (81% dei pazienti)
Febbre
Perdita di peso
Astenia (stanchezza marcata)
Sistema nervoso periferico (60–80%)
Mononeuropatia multipla (mononeuritis multiplex)
Polineuropatia sensitivo-motoria distale
Paresi dei nervi cranici
Neuropatia sensoriale
Sistema nervoso centrale (CNS) (10–20%)
Encefalopatia diffusa
Deficit neurologici focali
Cecità acuta
Convulsioni
Perdita dell’udito
Disfunzione degli sfinteri
Meningoencefalite sterile
Sindrome extrapiramidale
Sintomi midollari
Muscoloscheletrico (25–60%)
Mialgie
Artralgie
Claudicatio intermittente
Poliartrite asimmetrica non deformante
Miopatia
Sindrome simile a polimiosite
Ischemia acuta agli arti
Pelle (30–60%)
Eruzioni maculo-papulose non specifiche
Ecchimosi
Porpora
Gangrena
Livedo reticularis
Fenomeno di Raynaud
Noduli sottocutanei
Orticaria
Infarti e ulcerazioni
Vasculite digitale e del letto ungueale
Rene e apparato urinario (35–70%)
Infarti renali
Emorragia retroperitoneale
Rottura di aneurismi
Ematomi perirenali
Ipertensione iperreninemica
Ematuria
Insufficienza renale acuta
Cuore (8–78%)
Scompenso cardiaco (CHF)
Pericardite
Infarto miocardico
Miocardiopatia dilatativa o ipertrofica ostruttiva
Aneurismi coronarici
Cardiomegalia
Aritmie
Apparato genitale (21–86%)
Orchite (caratteristica ma rara)
Coinvolgimento di:
epididimo
o utero
o ovaie
o prostata
o testicoli
o uretere
o cervice
o
Apparato gastrointestinale (53–60%)
Dolore addominale
Appendicite
Emorragia intestinale
Colecistite
Pancreatite
Infarti/emoraggie di fegato, milza o pancreas
Infarto/perforazione intestinale
Alterazioni degli enzimi epatici
Altri organi
Polmoni: generalmente risparmiati, ma possibili versamenti pleurici (5%) e vasculite
bronchiale
Occhi (20%): uveite, vasculite retinica, distacco retinico essudativo, emorragie retiniche
Ossa: necrosi, alterazioni periostali
Mammella, gengive, milza: segnalati in casi isolati
Processi Biologici
1) Infiammazione immuno-mediata
La PAN idiopatica (cioè non correlata a virus come HBV) ha un'origine immunologica non
completamente chiarita, ma risponde bene agli immunosoppressori, suggerendo una forte
componente autoimmune.
Cellule T (soprattutto CD8+) e macrofagi sono frequentemente osservati nei vasi colpiti,
suggerendo una risposta immunitaria cellulo-mediata.
2) Danno endoteliale
Un evento centrale è il danno all'endotelio vascolare, che può derivare da:
Attivazione diretta delle cellule endoteliali da parte del processo infiammatorio.
o Azione di citochine pro-infiammatorie (come TNF-α, IL-1β, IL-2, IL-8).
o Presenza di anticorpi anti-cellule endoteliali (autoanticorpi).
o
Le cellule endoteliali attivate producono citochine e molecole di adesione (ICAM-1,
VCAM-1, E-selectina), che reclutano ulteriori cellule infiammatorie nei vasi.
3) Ruolo delle citochine e molecole solubili
Nella PAN si osservano elevati livelli plasmatici di:
IL-8: potente chemiotattico e attivatore dei neutrofili.
o TNF-α e IL-1β: amplificano la risposta infiammatoria.
o IFN-γ: aumenta l’espressione degli antigeni di classe I e II del Complesso Maggiore
o di Istocompatibilità (MHC), facilitando l’attivazione dei linfociti T.
4) Deposizione di immunocomplessi (soprattutto in HBV-PAN)
Nella forma HBV-correlata di PAN, le lesioni vascolari derivano da:
Deposizione di immunocomplessi contenenti antigeni virali (come HBeAg) e
o anticorpi specifici.
Attivazione del sistema del complemento, con conseguente richiamo e attivazione
o dei neutrofili.
Bassi livelli sierici di complemento sono tipici durante la fase attiva.
o
5) Fattori anatomici e meccanici
Le lesioni vascolari tendono a comparire in zone di biforcazione delle arterie, probabilmente
per: Maggiori forze idrostatiche locali.
o Espressione aumentata di molecole di adesione e accumulo di macrofagi nell’intima
o in queste sedi.
6) Istologia e danno tissutale
Il danno vascolare segue una sequenza tipica:
1. Fase acuta: necrosi fibrinoide, infiltrazione di neutrofili, monociti e linfociti.