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BREAKTHROUGH PAIN
Riacutizzazione improvvisa di dolori gravi/atroci già in trattamento con farmaci analgesici,
riguarda prevalentemente i pazienti affetti da dolore neoplastico. Difficilmente controllabile,
molto intenso, con una durata media di 30 minuti. Bisogna prevedere un farmaco rescue,
come oppioidi con un ouncet rapido (sublinguale), che possa controllare o attenuare il
dolore. 7
ANESTESIA
Cosa si intende per anestesia: Abolizione, mediante l’utilizzo di farmaci, della sensibilità
dolorosa anche patologica, in corso di interventi chirurgici. Esistono delle tecniche
anche di ipnosi, per dolore lieve-moderato, es. gastroscopia. Quando trattiamo un paziente
con dolore anche intenso di tipo oncologico non è anestesia e analgesia, quando dobbiamo
togliere la sensibilità dolorifica durante un’operazione è anestesia.
Distinguiamo:
1. Anestesia generale, che comporta l’abolizione della coscienza;
2. Anestesia loco-regionale, che interessa una limitata parte del corpo e non
comporta quindi l’abolizione della coscienza (ma spesso è associata ad ansiolisi o
sedazione per aumentare il comfort del paziente). Sono anestetici che bloccano
selettivamente le fibre nervose di tutto un distretto corporeo.
ANESTESIA GENERALE
Sedazione e anestesia generale
Si usa distinguere l’anestesia generale in 4 grandi categorie
1. Sedazione/analgesia procedurale: il paziente è in uno stato di tolleranza
farmaco-indotta nei riguardi di stimoli dolorosi o spiacevoli indotti da procedure
diagnostiche o terapeutiche. E’ auspicabile che il paziente non ricordi gli eventi
spiacevoli, ma non è garantita l’assenza di risposta agli stimoli dolorosi. Es. per la
gastroscopia. Si usa solo per procedure dove il dolore è poco, variazione
sull’organismo sono minime
2. Sedazione cosciente (lieve-moderata): depressione della coscienza in cui il
paziente è in grado di rispondere a tono ai comandi verbali o ad una lieve
stimolazione tattile. Simile al sonno
3. Sedazione profonda: depressione della coscienza ma il paziente risponde soltanto
agli stimoli dolorosi; può essere presente incapacità di mantenere la respirazione
spontanea (capacità dei muscoli respiratori ed effetti protettivi) o vi può essere
instabilità emodinamica = parametri come PAO, FC non sono più stabili;
4. Anestesia generale: assenza di risposta a qualsiasi stimolo, perdita dei riflessi
protettivi delle vie aeree (tosse, chiusura laringe/deglutizione), depressione del
respiro e alterazione dei riflessi cardiocircolatori.
NOTA: Si ritiene che i livelli 3 e 4 siano di competenza dell’anestesista o di un medico con
competenze equivalenti nel sostegno delle funzioni vitali
Prospettiva storica:
L’anestesia generale esiste da davvero poco rispetto all’anestesia loco-regionale (aztechi e
maia), risale al 19° secolo → primo anestetico protossido d’azoto, ormai abolito in Trentino
perchè un inquinante ambientale, ma comunque lieve sedazione. In seguito scoperti
anestetici della famiglia degli alogenati (sotto forma di vapore, inalatori), per arrivare infine
agli anestetici endovenosi. 8
Gli obiettivi principali dell'anestesia generale sono in sintesi:
- ipnosi (abolizione della coscienza)
- analgesia (abolizione del dolore)
- miorisoluzione (rilassamento/paralisi dei muscoli)
- amnesia (abolizione del ricordo di tutto quanto accade)
Quindi il paziente dorme, non sente dolore, ha una paralisi dei muscoli e non ricorda ciò che
accade poco prima e poco dopo l'addormentamento e il risveglio.
Definizione di Anestesia Generale: perdita di coscienza indotta da farmaci e reversibile,
dovuta a depressione dell’attività del SNC. Oltre alla perdita della coscienza include
amnesia, immobilità in risposta allo stimolo, attenuazione della risposta autonomica allo
stimolo doloroso (= retrazione, aumento PAO, FC, sudorazione), analgesia, incoscienza.
Principi dell’anestesia generale:
- minimizzare i potenziali effetti nocivi dei farmaci e delle tecniche anestesiologiche.
- sostenere l’omeostasi fisiologica durante le procedure chirurgiche.
- migliorare l’outcome postoperatorio
Effetti dell’anestesia generale sull’omeostasi dell’organismo:
- Emodinamici: riduce la pressione arteriosa e può ridurre la gittata cardiaca, se si
riduce la PAO il cuore pompa contro minori resistenze = riduce gittata
- Respiratori: riduce o elimina il respiro spontaneo e i riflessi protettivi delle vie aeree
- Ipotermia: temperatura corporea < 36° C, paziente nudo, blocco dei muscoli, farmaci
possono interferire con i centri termoregolatori, somministrazione flebo fredde
- Può causare nausea e vomito stimolando la zona chemorecettrice (interventi sulla
pelvi), oppure causato dai farmaci
Compiti del team di anestesia (DOMANDA):
- garantire gli obiettivi
- Sostenere o vicariare le funzioni vitali: assicurare la funzione respiratoria con
ventilazione meccanica, sostenere il circolo con farmaci, fluidi ed emocomponenti,
correggere l’ipotermia, la nausea e il vomito...
→ E’ essenziale monitorare attentamente i parametri vitali del paziente
Il compito dell'anestesista è:
- Valutazione preoperatoria
- Monitoraggio durante l’anestesia
- Controllo del dolore e non solo del post operatorio 9
Fasi dell’anestesia
1. Induzione
2. Mantenimento
3. Risveglio
L’induzione e il mantenimento (problematiche legate alla manipolazione dei visceri, reintegro
perdite ematiche, T°, ecc…) sono le fasi più critiche. In particolare all’induzione si possono
avere problemi di gestione delle vie aeree. Esiste un’analogia tra condurre un’anestesia e
pilotare un aereo: in aviazione abbiamo tre fasi: decollo, volo, atterraggio. In anestesia:
induzione, mantenimento, risveglio.
Classificazione sulla base del tipo di anestetico usato, in tutte bisogna mantenere una
concentrazione costante:
- Anestesia gassosa o inalatoria: Si parla di anestesia inalatoria per farmaci volatili
(somministrati attraverso il respiro), assorbimento dai polmoni;
- Anestesia endovenosa: due sistemi
1. TIVA (Total Intravenous Anesthesia)
2. TCI (Target Controlled Infusion), pompa di infusione che modifica la
velocità d’infusione tenendo conto della farmacocinetica, e delle
caratteristiche dell’individuo (peso e altezza) per fare in modo che il farmaco
sia sempre nel miglior dosaggio
- Anestesia mista (sia farmaci inalatori che endovenosi)
Si può classificare anche in base al dispositivo utilizzato per la gestione delle
vie aeree: Con intubazione endotracheale (orale o nasale), si
collega ad un ventilatore polmonare, dalla bocca/naso
passando per le corde vocali arriva in trachea dove si
gonfia un palloncino
Con maschera laringea, si insersice nella bocca va nellescofago
con la punta e si posiziona davanti alle corde vocali e trachea
entrando nell’esofago per bloccarlo. Senza bisogno di
laringoscopio, va naturalmente nell’esofago, da meno irritazione
del tubo endotracheale.
Con maschera facciale 10
FASI DELL’ANESTESIA
Preanestesia:
Era rappresentata dalla somministrazione preoperatoria (generalmente in reparto)
dell’associazione di un sedativo/ipnotico (es: benzodiazepine) + un parasimpaticolitico
(atropina), quest’ultimo per prevenire gli effetti vagali della succinilcolina e dei gas
all’induzione.
Attualmente l’atropina è praticata solo in pediatria. La sedazione si effettua generalmente
per via endovenosa, prima dell’induzione, in sala o pre-sala operatoria.
Oggi è molto meno usata perché si usano farmaci anestetici senza effetti vaglia, e i farmaci
usati avevano effetto e durata maggiore degli anestetici
Per evitare l’ansia preoperatoria si fa una valutazione anestesiologica dove si riduce molto
avendo informazioni sul’anestesia e su cosa succederà durante e dopo l’intervento.
Prima di iniziare la seduta operatoria:
- Controllo delle apparecchiature (test apparecchio di anestesia), dei farmaci e dei
dispositivi.
- Verifica della lista operatoria
- Check-list per la sicurezza in sala operatoria: prima, durante e al risveglio, è parte
integrante della cartella, la fa l’infermiere
lezione 31/05 11
L’Obiettivo 5 del Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria del Ministero della Salute
(2009): prevenire i danni da anestesia garantendo le funzioni vitali recita:
- Requisito fondamentale per una anestesia sicura è la presenza continua di un
anestesista per l’intera durata dell’anestesia e fino al recupero delle condizioni
cliniche che consentono la dimissione dal blocco operatorio.
- Prima di eseguire l’anestesia si deve verificare che i pazienti sottoposti a
chirurgia elettiva siano a digiuno. Per l’adulto il digiuno da un pasto regolare è di 8
ore, da un pasto leggero è di 6 ore; possono essere assunti liquidi chiari fino a 2 ore
prima dell’anestesia. Per il bambino l’ultimo allattamento al seno deve essere
eseguito almeno 4 ore prima dell’anestesia, il digiuno da altri tipi di latte deve essere
di 6 ore; per quanto riguarda i cibi solidi il digiuno da osservare è lo stesso dell’adulto
così come per quel che riguarda i liquidi chiari. I pazienti con reflusso, devono essere
trattati preventivamente per ridurre la secrezione gastrica ed aumentare il pH
(lansoprazolo).
Ingresso in sala operatoria: ACCESSO VENOSO
Introduzione di una ago cannula in una vena della mano o dell’avambraccio attraverso la
quale somministrati vengono somministrati i farmaci anestetici e le soluzioni saline per
mantenere l'equilibrio idrico dell’organismo durante la procedura chirurgica. Queste fasi
iniziali potrebbero essere effettuate in un'area dedicata, situata nelle vicinanze della sala
operatoria.
Negli interventi maggiori può essere necessario un accesso venoso centrale (CVC).
Preparazione all’induzione:
- Maschera facciale di diametro adeguato al paziente, da collegare al sistema di
ventilazione in ossigeno con va e vieni
- Cannula di Mayo (se necessaria)
- Laringoscopio a lama curva di dimensioni adeguate al paziente e/o secondo
preferenze dell’anestesista
- Tubo tracheale (diametro 7.5 per donne e 8-8,5 per uomini), con cuffia già testata e
sgonfiata completamente
- Lubrificante per il tubo tracheale (silicone spray)
- Mandrino da utilizzare in caso di diûcoltà all’intubazione
- Aspiratore sempre pronto per eventuali rigurgiti
- Preparazione dei farmaci necessari all’induzione e al proseguimento dell’anestesia,
inclusi farmaci di emergenza ritenuti necessari, marcando le siringhe con segni di
riconoscimento e/o con etichette adesive.