Il processo decisionale in azienda
L'attività decisionale può essere definita come il processo con cui un soggetto definisce un comportamento selezionandolo tra diverse alternative. Significa analizzare: gli algoritmi in funzione dei quali vengono individuate le alternative e viene definito il comportamento prescelto (bisogna comprendere la tipologia decisionale - gli algoritmi cambiano da caso a caso); le fasi in cui si articola il processo; le classi di decisioni che tale processo elabora.
Modello di Gorry e Scott Morton - classifica i difetti contesti decisionali in funzione di:
- Grado di strutturazione: si distinguono le decisioni programmate da quelle non programmate.
- Scopo dell'attività decisionale: si distinguono le decisioni orientate alla pianificazione strategica, al controllo direzionale ed al controllo operativo.
Le classi di decisioni localizzate nella parte in alto a sinistra della matrice si prestano ad essere a...
rontatesecondo logiche di tipo ‘ottimizzante’; man mano che ci sisposta verso l’angolo opposto della matrice i contestidecisionali individuali richiedono algoritmi di tipo‘soddisfacente’ o incrementale’5.
IL MARGINE DI CONTRIBUZIONE NEL PROCESSO DECISIONALE A SUPPORTO DEL CONTROLLOOPERATIVO E DIREZIONALE - L’ANALISI DIFFERENZIALE
- Attività di controllo direzionale = processo mediante il quale i dirigenti si assicurano che le risorse sianoottenute ed utilizzate e cientemente per il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione.
- Attività di controllo operativo = processo che assicura che i compiti precisi siano portati a termine inmaniera e cace ed e ciente.
Come visto precedentemente, il margine di contribuzione è una grandezza economica e dunque, utilizzandosolo il margine di contribuzione, il contributo al processo decisionale si esaurisce in una valutazione diconvenienza di carattere economico-
nanziarie per ogni alternativa gestionale considerata. 2. Calcolare i costi e i ricavi di erenziali per ciascuna alternativa, concentrandosi solo sui valori che differiscono tra le diverse opzioni. 3. Condurre un'analisi economica per valutare la convenienza di ciascuna alternativa, confrontando i valori di erenziali calcolati. 4. Selezionare l'alternativa che offre i valori di erenziali più favorevoli, in base ai criteri di convenienza economica stabiliti. L'analisi di erenziale è uno strumento utile per prendere decisioni gestionali basate su considerazioni economiche, consentendo di valutare le diverse opzioni disponibili e identificare quella più vantaggiosa dal punto di vista finanziario.attendibile circa i valori economico- finanziari che costituiscono l'imprescindibile input del processo decisionale - da queste considerazioni si deduce che i valori storici non sono di per sé rilevanti poiché le decisioni sono orientate al futuro e possono solamente costituire un utile base di riferimento per la previsione dei valori futuri e si deduce che un valore non è rilevante se non varia nelle diverse alternative;
2. Definiti i valori economico-finanziari, è possibile esprimere una sintetica valutazione della convenienza economica-relativa alle alternative individuate;
3. Il corso di azione prescelto viene successivamente realizzato e portato a compimento;
4. I risultati dovranno essere valutati al fine di verificare, attraverso un meccanismo di feedback, la bontà del processo decisionale.
Si valuta una alternativa solo dal punto di vista economico (si sceglie
L'alternativa più conveniente - nel nostro approccio l'alternativa migliore è quella che costa meno o quella che offre un margine più alto. Questa è una semplificazione: nella realtà il processo decisionale prende in considerazione una molteplicità di elementi (non solo la valutazione economica).
Consideriamo che i valori emergenti possono essere incrementanti (passando da un'alternativa all'altra) oppure cessanti (vengono eliminati passando da un'alternativa all'altra).
I valori cessanti possono essere ricavi, costi variabili, costi specifici (valutati caso per caso).
I costi comuni di solito non sono eliminabili (perché riguardano l'azienda e non il singolo oggetto), mentre, generalmente, i ricavi e i costi variabili sono eliminabili se si elimina l'elemento di riferimento.
I costi specifici non possono essere considerati automaticamente cessanti in corrispondenza della cessazione.
dell'oggetto perché possono essere vincolati da condizioni organizzative e contrattuali che ne rendono impossibile l'eliminazione o la riduzione. Un costo fisso specifico è eliminabile in corrispondenza alla cessazione dell'oggetto se: la possibile e immediata dismissione del fattore produttivo avviene senza incorrere in perdite economiche e se vi è l'opportunità di ricollocare utilmente il fattore produttivo a beneficio di un diverso oggetto di calcolo. L'analisi differenziale è fondata esclusivamente sulla valutazione comparata di informazioni quantitativo-monetarie. Le decisioni aziendali però vengono assunte integrando i dati economici con considerazioni di tipo: impatto strategico, competitivo, organizzativo, commerciale delle varie alternative.
5.1 LA VALUTAZIONE DI CONVENIENZA ECONOMICA A PRODURRE/VENDERE UN PRODOTTO:
Problema: eliminare o no una specifica linea di prodotto?
I costi fissi comuni sono divisi per
linea di prodotto —> frutto di un processo di imputazione che ripartisce i costi in modo arbitrario. 400 = costi sso della speci ca linea —> potrebbero essere eliminabili. 500 = costi ssi della azienda ripartiti su ogni speci ca linea —> sono ineliminabili (se si elimina il prodotto A questi costi dovranno essere ripartiti sulle altre linee di prodotto). Ipotizzo un RO negativo di 90 per la linea B - conviene eliminare B? Suppongo di eliminarla - il Mdc I è positivo, il Mdc II è positivo, va in negativo solo perché gli attribuisco 890 (costi non eliminabili). Se elimino B rinuncio ai ricavi, quindi, non conviene eliminare B. Se i costi specifici non fossero eliminabili, comunque non converrebbe eliminare B. Un costo è eliminabile quando si può dismettere il fattore produttivo che genera il costo (es: costo di affitto con contratto in scadenza - se non lo rinnovo, elimino il costo), oppure,quando si può ricollocare utilmente un fattore produttivo (es: spostamento di personale tra due linee di prodotti - questo costo è eliminabile per la prima linea di prodotto). Se Mdc I è negativo - il prodotto non è conveniente quindi si può eliminare. Se Mdc I è positivo si guarda ai costi ssi speci ci - se non ci sono allora non conviene eliminare il prodotto, se i costi ssi speci ci non sono eliminabili non conviene eliminare il prodotto, se invece sono eliminabili per un importo superiore al Mdc I allora elimino il prodotto, altrimenti no. Eliminare un prodotto conviene sempre se Mdc I cessante è negativo, conviene eliminare il prodotto se Mdc I totale è positivo e se i costi ssi speci ci eliminabili sono superiori rispetto al Mdc I. Eliminare un prodotto e ricollocare la capacità produttiva su qualcos'altro (prodotto nuovo o prodotto già esistente) -> bisogna confrontare il margine cessante del prodotto cheeliminiamo eil margine emergente del prodotto che aggiungiamo (sposto al produzione da un prodottoall'altro). Non conviene produrre/vendere un prodotto se il suo margine di contribuzione unitario è negativo—> in quanto ogni unità aggiuntiva prodotta/venduta genera una perdita. Non conviene produrre/vendere un prodotto se il suo margine di contribuzione totale non arriva acoprire almeno i costi ssi rispetto ad esso speci ci eliminabili. Conviene cessare o ridurre la produzione di un prodotto per incrementare la produzione di un altrose il suo margine di contribuzione cessante è minore rispetto al margine di contribuzioneemergente derivante dalla nuova produzione realizzata —> Quindi conviene se MDC II emergente> MDC II cessante. Conviene mantenere lo status quo o conviene cambiare? La convenienza economadelle due possibili alternativeva valutata ponendo aconfronto: •Il margine di contribuzione disecondo grado emergente,originato dal
più elevato volume di produzione/vendita di uno dei due prodotti;
- Il margine di contribuzione di secondo grado cessante che deriva dall’eliminazione del secondo prodotto considerato.
Non conviene ridurre i volumi del prodotto X per aumentare quelli di Y, in quanto il MDC II emergente < MDC II cessante.
fi fi fi fi fi fi fi fi ffi
ESERCIZIO SAMPEI: 5.2 LE VALUTAZIONI DI CONVENIENZA ECONOMICA ALL’ACCETTAZIONE DI UNA COMMESSA
In presenza di un sottoutilizzo della capacità produttiva quale è la soglia minima di prezzo che rende conveniente l’accettazione di una commessa?
ESERCIZIO FOOD PET: 8940 < 9.000 non siamo in una situazione di vincolo. Possiamo produrre tutto quello che vi viene richiesto, quindi vediamo se il margine di contribuzione della commessa è positivo per capire se è conveniente.
Consideriamo il MDC I tot emergente – CF specifici emergenti.
MDC II > 0 conviene accettare la commessa.
Conviene accettare una commessa
quando il MDC unitario garantito da ogni unità di prodotto positivo —> P unitario > CV unitario. Nel caso in cui emergano CFS di commessa, per rendere conveniente l'accettazione della commessa è necessario MDC I tot - CFS > 0. In situazioni di capacità produttiva abbondante conviene accettare una commessa quando questa garantisce un margine di contribuzione complessivo positivo alla copertura dei costi aziendali. Va sottolineato, che il criterio decisionale proposto è tipicamente valido per decisioni orientate al breve periodo: una mancata copertura dei costi in ottica di lungo periodo comprometterebbe l'equilibrio aziendale. 5.3 LE DECISIONI DI MAKE OR BUY Le decisioni che comportano la scelta fra produrre in proprio dei beni o dei servizi piuttosto che