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Componenti della gestione

Gestione caratteristica: attività tipica dell'impresa, attività che genera i rapporti di scambio con clienti e fornitori; pertinenti al core business dell'azienda.

Gestione accessoria o patrimoniale: effetti reddituali delle attività immobiliari (edifici non strumentali), mobiliari (titoli), gestione delle partecipazioni, attività finanziarie attive (crediti finanziari e bancari), attività marginali o temporanee.

Nell'ambito della gestione accessoria, vengono iscritti i ricavi e i costi che non si riferiscono alla principale attività dell'azienda. Un esempio tipico è il capannone in più che affitto: va nella gestione accessoria perché è un ricavo in più che non si riferisce alla gestione caratteristica; se devo pagare le bollette, i costi di questo capannone andranno nella gestione accessoria. La distinzione a livello di ricavi è più facile.

mentre quella dei costi è più difficile soprattutto per l'analista esterno, perché quello interno sa quali sono le bollette che si riferiscono alla gestione accessoria e quali quelle della gestione caratteristica. Nell'ambito della gestione accessoria vanno anche i RISULTATI FINANZIARI POSITIVI: quelli che andiamo a iscrivere nelle voci del CE come interessi dal conto corrente bancario, da interessi su titoli; anche l'effetto positivo della gestione delle partecipazioni o l'effetto negativo (valutazioni/svalutazioni delle nostre partecipazioni) fanno parte della gestione accessoria. Ricavi e costi che non si riferiscono al core business dell'azienda. • GESTIONE FINANZIARIA: insieme delle operazioni finalizzate al reperimento delle risorse finanziarie; Qui iscriviamo i costi relativi al reperimento delle risorse, quindi tipicamente gli interessi passivi. La gestione finanziaria è individuata esclusivamente per costi, cioè nonvengono iscritti dei ricavi (considerati dell'accessoria): questo perché i ricavi di tipo finanziario vengono da investimenti che magari sono delle eccedenze di tesoreria che abbiamo investito momentaneamente o delle operazioni speculative. Mentre invece i costi legati ai finanziamenti (che producono poi interessi passivi) sono tipici della gestione che si occupa del reperimento risorse per i nostri investimenti e attività e quindi queste vengono considerati a parte nell'ambito della gestione finanziaria.
  • GESTIONE STRAORDINARIA: valori che presentano caratteristiche di non ripetitività (svalutazioni), di eccezionalità (plus minusvalenze, insussistenze e sopravvenienze), di non controllabilità (furti, incendi, etc.), di non esclusiva competenza;
Nell'ambito della gestione finanziaria vanno quei ricavi e costi di carattere straordinario; quindi, che capitano una tantum oppure che sono di natura non ordinaria: un valore tipico che

rientra nella gestione straordinaria sono le plusvalenze o minusvalenze: quindi queste vengono iscritte nella gestione straordinaria sia che si tratti della cessione di beni nell'ambito produttivo, sia che si tratti di gestioni di altro genere. Ugualmente anche le sopravvenienze insussistenze (valori che si riferiscono a esercizi diversi), vengono iscritti in questa gestione.

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  • GESTIONE TRIBUTARIA: si ricollega alle imposte.

Dove vanno a finire le imposte: non quelle indirette, ma solo quelle indirette (IRAS/IRAP). Mentre quelle dirette vanno nella gestione caratteristica o in quella accessoria rispetto a ciò che si riferiscono. Imposte indirette del tipo IMU, oppure tassa in camera di commercio, finiscono o in quella caratteristica o in quella accessoria.

RAPPORTO TRA GESTIONE FINANZIARIA E CARATTERISTICA: La gestione finanziaria è autonoma anche se fortemente correlata alla gestione caratteristica e patrimoniale per tre ragioni:

  • Il
Il fabbisogno finanziario di un'impresa è globale e non vi è correlazione biunivoca tra singola fonte e singolo impiego. La decisione di copertura finanziaria si basa sulla struttura finanziaria obiettivo. Non ha significato confondere gli effetti di scelte di impiego di capitale con quelli derivanti dal suo reperimento. RICLASSIFICAZIONE RICAVI E COSTO DEL VENDUTO: vengono evidenziati dei risultati intermedi in base alla gestione di riferimento e man mano che andiamo a sommare le varie gestioni. - In linea di massima se noi prendiamo i RICAVI DELLA GESTIONE CARATTERISTICA e togliamo i COSTI DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (COSTI DEL VENDUTO) = RISULTATO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (ROGC); questo è il nostro primo ricavo di interesse. - Poi andiamo a prendere i RICAVI e COSTI della GESTIONE ACCESSORIA: il RISULTATO DELLA GESTIONE ACCESSORIA + REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA = REDDITO OPERATIVO COMPLESSIVO AZIENDALE (ROA). - PoiFINANZIARIA: comprende gli oneri finanziari, che possono essere esplicitati o non esplicitati. Gli oneri finanziari esplicitati sono quelli riportati nel bilancio e possono essere facilmente individuati da un analista esterno. Gli oneri finanziari non esplicitati, invece, sono quelli che non vengono riportati nel bilancio ma che sono presenti, ad esempio nel canone di leasing. Questi oneri vanno considerati nella gestione caratteristica dell'azienda. È importante che l'analista interno sappia distinguere tra gli oneri finanziari e che vengano indicati nella nota integrativa per una maggiore precisione. Se calcoliamo il REDDITO OPERATIVO AZIENDALE (ROA) sottraendo il RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA, otteniamo il REDDITO LORDO DI COMPETENZA (RC), noto anche come EARNING BEFORE INTERESTS AND TAXES, ovvero i guadagni prima degli interessi (gestione finanziaria) e delle tasse (gestione tributaria). La GESTIONE FINANZIARIA

STRAORDINARIA: abbiamo i ricavi o costi straordinari

REDdITO LORDO DI COMPETENZA (RC) +/- COMPONENTI STRAORDINARI: REDDITO ANTE IMPOSTE (RAI-EBT)

GESTIONE TRIBUTARIA: REDDITO ANTE IMPOSTE - IMPOSTE = REDDITO NETTO (RN)

SCHEMA RIASSUNTIVO:

  1. REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA
  2. REDDITO OPERATIVO COMPLESSIVO AZIENDALE
  3. REDDITO LORDO DI COMPETENZA
  4. REDDITO ANTE IMPOSTE
  5. REDDITO NETTO

REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA:

  • Ricavi netti:
    • valore dei beni ceduti al cliente durante l'anno al netto di rettifiche dirette quali sconti, abbuoni e resi;
    • interessi attivi sui crediti verso i clienti quando derivanti da scelte non temporanee di politica commerciale;
  • Costo del venduto:
    • insieme dei costi operativi netti sostenuti per il raggiungimento del fatturato;
    • eventualmente scomposti se possibile in costi produttivi, commerciali, generali e amministrativi, di ricerca e sviluppo;
    • I valori inseriti devono riguardare la
gestione caratteristica. È la differenza tra i RICAVI NETTI e il COSTO DEL VENDUTO.
I RICAVI NETTI sono i ricavi al netto delle rettifiche: resi/sconti/abbuoni. Questo è vantaggioso per il nostro bilancio, perché i ricavi sono scritti al netto, quindi i ricavi netti li troviamo già nel CE. Possiamo aggiungere gli interessi attivi, quando derivano dal credito/clienti (normalmente il credito verso il cliente non determina interessi, tranne per mora o particolari accordi: solo in questi casi nella gestione caratteristica vengono caricati anche gli interessi, altrimenti gli interessi attivi vanno nella gestione accessoria).
Al fronte dei ricavi abbiamo IL COSTO DEL VENDUTO: COMPOSIZIONE DEL COSTO DEL VENDUTO:
OSSERVAZIONI:
- Vediamo che ci sono due valori che nel nostro bilancio troviamo nei ricavi, che vengono spostati a rettifica del costo del venduto: COSTI LEGATI ALLE CAPITALIZZAZIONI E INCREMENTI PER LAVORI INTERNI. Sono queste voci che abbiamo nel valore della produzione.relativamente alle capitalizzazioni e agli incrementi per lavori interni, vanno a finire a rettifica del costo del venduto. Sono dei valori che di fatto nascono per capitalizzare il bene, andando a stornare una parte dei costi, che non viene fatto direttamente nel costo, ma viene fatto evidenziando questa voce; altrimenti nel bilancio verrebbe falsata la voce del costo complessivo. Nell'ambito della RICLASSIFICAZIONE queste voci, che sono una rettifica del costo, vanno a rettificare il costo. - RIMANENZE: sappiamo che le rimanenze le troviamo sia nel valore della produzione (quando si tratta di prodotti semilavorati e finiti), oppure le troviamo nei costi (se si tratta di merci e altri beni accessori). In entrambi i casi, la variazione delle rimanenze va a finire nel costo. Se è una variazione positiva, rettificherà il costo; se è una variazione negativa, incrementerà il costo del venduto. Sia che si tratti di rimanenze di materie prime (che sta nei costi), siache si tratti di rimanenze di prodotti finiti (che nel bilancio sono invece nel valore della produzione). Potremmo individuare dei valori intermedi nell'ambito del risultato della gestione caratteristica:
  • Margine lordo = Fatturato netto (ricavi netti) - Costo dei consumi
  • Sottraendo, invece, anche tutti gli altri costi ad eccezione degli ammortamenti e degli accantonamenti, otteniamo il risultato operativo lordo = Margine lordo primo - Altri costi operativi negoziati
  • Risultato operativo lordo - Ammortamenti ed accantonamenti = Risultato operativo della gestione caratteristica
Il risultato operativo della gestione caratteristica è ciò che mi interessa ai fini dell'analisi per vedere qual è l'incidenza effettiva sulla gestione caratteristica sul risultato complessivo aziendale. Il fatturato netto:
  • + Ricavi di vendita di beni e servizi
  • - Sconti e abbuoni commerciali a clienti
  • - Resi su vendite
Può essere però che mi interessi.capire qual è il MARGINE LORDO che ho: per margine lordo si intende la differenza tra il mio ricavo e il costo primo (costo dei consumi). IL COSTO DEI CONSUMI: - Acquisti di materie prime e sussidiarie - Sconti e abbuoni commerciali da fornitori - Resi su acquisti - (-) Variazione delle rimanenze di materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti Il costo dei consumi si determina prendendo il valore degli acquisti netti (al netto dei resi su acquisti/sconti/abbuoni) e aggiungendo o togliendo la variazione delle rimanenze di materie prime, materie di consumo, semilavorati e prodotti finiti: cioè di tutte le rimanenze (sia quelle che stanno nel valore della produzione, sia quelle che stanno nel costo della produzione). Il costo dei consumi = ciò che io ho consumato, perché ho fatto un acquisto di mp, ma non è detto che io l'abbia utilizzato tutto: una parte può essere rimasta nelle mie rimanenze, oppure magari l'ho

Ho utilizzato tutto il mio budget e ho anche utilizzato una parte delle mie rimanenze: per questo oltre agli a

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A.A. 2022-2023
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicaalbrizio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi di bilancio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gamba Andrea.