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GALLINE OVAIOLE
Producono solo uova da consumo, sono ibridi commerciali.
Intensità luminosa: 40 lux durante i primi giorni 10 lux
Spuntatura del becco: entro i 10° gg, mediante raggi infrarossi per limitare il cannibalismo e
ridurre lo spreco del mangime. Precauzioni da adottare: verificare lo stato sanitario, non
debeccare durante la vaccinazione, aggiungere all’acqua la vit K.
Ambiente
I sistemi di allevamento più usati sono: gabbia arricchita, in voliera o a terra. 15
Gabbia arricchita: nido, posatoio (per vivere), area con sabbia (per razzolare) decreto
legislativo 20 luglio 2003, n° 267 per la protezione delle galline ovaiole.
Spazio per ogni gallina: almeno 750 cm², di cui 600 cm² devono essere effettivamente
utilizzabili (escluso il nido).
Dimensioni della gabbia: larghezza minima 30 cm, altezza minima 45 cm, pendenza del
pavimento del 14% (circa 8°), alta 20 cm fuori dall'area utilizzabile, ogni gabbia deve avere
almeno 2000 cm² di superficie totale
Nido: almeno 1 nido ogni 7 galline; pavimento in rete metallica
Accessibilità e disposizione: le file di gabbie devono essere separate da corridoi larghi almeno
90 cm; tra il pavimento del ricovero e le gabbie della fila inferiore ci devono essere almeno 35
cm di spazio.
Dotazioni per ogni gallina:
Mangiatoia lineare: almeno 10 cm di lunghezza
Abbeveratoio a goccia: almeno 2,5 cm di lunghezza
Truogolo: almeno 12 cm
Posatoio: almeno 15 cm
Lettiera: in sabbia
Devono esserci dispositivi per limare le unghie
Densità massima: non più di 9 galline per metro quadrato
Le gabbie arricchite hanno un costo elevato.
Sistema a voliera: unico ambiente del capannone con molti nidi, che sono chiusi e vanno
educate a deporre qui, c’è all’inizio una perdita di uova.
Sarebbe questo L’alternativa è usare l’interno del capannone come una grande gabbia, con
i nidi disposti in fila in un n° proporzionale al n° di animali e le galline vivrebbero su una griglia
che permette la caduta sottostante delle feci oppure sistema misto, metà della superficie
presenta una griglia che permette la caduta delle feci e l’altra metà presenta la lettiera
sistema più diffuso è questo a terra.
Sistema a terra: la differenza con la voliera è che c’è un solo piano e la raccolta delle uova
avviene con lo stesso sistema del piano inclinato.
Allevamento biologico: segue un proprio disciplinare.
Razze rustiche, preferibilmente autoctone, provenienti solo da allevamenti biologici; densità
di 6 animali/m2 di ricovero; max 3.000 ovaiole; parchetto esterno di 4 m /animale e accesso
2
per almeno 1/3 della loro vita. 16
Vantaggi: maggior spazio per razzolare, stendere ed allungare le ali, toelettarsi, ossa più
robuste, maggiore facilità di ispezione delle galline, minore concentrazione di ammoniaca e
polvere.
Mangiatoie: canalette che si estendono per tutto il capannone e la distribuzione del mangime
avviene in maniera meccanizzata, tramite delle tramogie che fanno cadere il cibo. Sul fondo
delle canalette si trova un nastro trasportatore che trasporta il mangime lungo tutto il
capannone.
Per evitare lo stress del passaggio da un capannone all’altro allevare pollastre e galline allo
stesso modo.
Chi alleva > 50 galline, deve fare il controllo per salmonella
Influenza aviare è un pericolo per gli allevamenti all’aperto, come gli animali selvatici.
Mangime
Evitare la forme in polvere (ridurla aggiungendo olio), non si usa il pellet, ma un mangime
formato per il 55% di mais frammentato e con soia, in formato particellare. La quota proteica
si aggira intorno al 16%: cereale al 10% proteine e FE di soia con il 44% di proteine.
Farina aziendale: non deve acquistare mangimi, ma ferine (soia), minerali e vit.
Alcuni alimenti sono chiamati nuclei e sono mangimi complementari ma proteici e ricchi in Sali
minerali e vit allevatore = farine aziendali + nucleo.
Deve contenere 10% di calcio carbonato, minerali e vitamine, alimenti che conferiscono il
colore giallo-arancio al tuorlo farina di medica (ricca di cellulosa, non digeribile, non più del
2-3%) e glutine di mais (costoso, max 2-3%).
Importante la forma fisica, la gallina mangia prima le parti più grossolane, come il mais, e la
soia e la farina di calcio carbonato vengono trascurate eccesso di consumo energetico
determina fegato grasso e calo della produzione.
Si usano le forme grossolane per facilitare la digestione nel gozzo e nello stomaco; evitare la
forma in polvere.
Vengono alimentate ad libitum con l’unica accuratezza di rifornire le mangiatoie solo quando
sono vuote fabbisogno varia in base alla quantità di uova e alla stagione.
Per stabilire se sono iponutrite si guarda la conformazione sternale (min 0 – max 3).
Meccanismi di deposizione
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La gallina entra nel nido che presenta un piano inclinato in modo che le uova rotolino verso il
nastro trasportatore.
Nydo one: due nidi e il piano di entrambi è inclinato verso il centro, un solo nastro
trasportatore.
Nydo duo: due sistemi di raccolta e ognuno con il proprio nastro trasportatore
Differenza solo nelle dimensioni del nastro trasportatore. Poi sono trasportate in un locale
attiguo, sono lavorate, selezionate in base alle dimensioni, timbrate con codice aziendale e
sistema di allevamento e confezionate.
Iniziano a deporre a 5 mesi (20 settimane), prima si chiamano pollastre (prepubere). Deve
arrivare alla produzione in perfetto stato di salute e con corredo anticorpale consistente
accrescimento controllata (pesati a campione), piano vaccinale per le pollastre (non vengono
trattate quando iniziano a produrre).
Produttività: uova al giorno/galline presenti = % di uova raccolte al giorno (92-94%) mai sotto
60%.
16h di luce al giorno compromesso tra aumento della produzione e riduzione del peso delle
uova.
Punti critici: accrescimento (peso al momento della deposizione), programma di luce (8h di
buio), programma vaccinale (3 interventi per ogni malattia), ambiente (controllo ammoniaca e
CO2), mangime (rapporto Ca:P = 10:1, eliminao 6-7 gr di calcio carbonato per la formazione
del guscio; metionina – vit C – vit E – selenio per la risposta immunitaria).
L’alimentazione deve sostenere anche la produzione di uova, all’inizio queste pesano 10-20 gr
e non sono commerciabili, il peso aumenta con l’età dell’animale.
Il periodo produttivo ha una durata di 10-12 mesi, dipende: dal mercato (facile interrompere la
produzione di uova), dalla quantità di uova prodotte se riescono a compensare i costi se non
c’è guadagno, bisogna interrompere la produzione, dipende dal mercato, quindi dal prezzo
delle uova, dalla quantità di uova prodotte e dai costi fissi dell’azienda. Interrompere la
produzione durante le feste, anche se non c’è un guadagno, implica la perdita del cliente
bilancio a fine anno o a fine semestre.
Quando è interrotta la produzione la gallina va al macello (2,2kg) e ha un mercato legato a
petfood e alla produzione di insaccati oppure vengono vendute al mondo rurale (chi le alleva
per l’autoconsumo) venderlo allo stesso prezzo iniziale della pollastra.
Un’altra possibilità è di sottoporle alla muta.
Muta
È fisiologica (asciutta per le vacche), serve a far riposare gli organi riproduttivi. 18
Muta forzata: si induce uno stress e c’è l’interruzione della produzione di uova e perdita di
piumaggio, sostituzione con le nuove penne.
In passato si sospendeva il mangime per 8-12 giorni; dopo il 2°-3° gg di digiuno veniva eliminata
anche l’acqua per un giorno. Si chiudeva il capannone e si lasciavano gli animali dentro senza
stimoli e luce. Gli animali deboli morivano.
Poi si somministrava un mangime post muta, ricco in Ca dopo 35gg ricominciavano a
produrre le uova, come se ripartissero da zero.
Muta forzata: totale sospensione dell’alimento e/o mancata applicazione dei programmi di
luce, è vietata.
Muta non forzata: riposo produttivo, bisogna garantire un’alimentazione adatta e in quantità
sufficiente; acqua sempre a disposizione; periodo di luce non ridotto a meno di 8h, la riduzione
del peso corporeo non deve superare il 30% (su 25 capi per capannone), mortalità max 5%.
Questi metodi di digiuno parziale raramente vengono attuati dagli allevatori.
Quando un allevatore decide di fare la muta deve comunicarlo alla ASL: data di inizio, n° ed età
e peso degli animali, il programma.
Al macello si deve indicare l’età, e se si macellano galline di 24 mesi sorge il dubbio.
Può essere fatta una sola volta nella vita dell’animale e la produzione post muta dura solo 6
mesi: picco di produzione inferiore di 7-10% rispetto al primo, la produzione raggiunge il valore
massimo più velocemente e la qualità del guscio migliora.
Se non si fa la muta vengono macellate e si ricomincia nella maggior parte dei casi.
Uova
Colore scuro dell’uovo è quello normale.
Per gli uccelli l’ovaio funzionante è il sx.
Il periodo di inizio delle ovulazioni dura una o due settimane e c’è irregolarità delle ovulazioni
e numerosi difetti a carico dell’uovo: uovo con due tuorli, senza guscio o guscio morbido, uova
piccole o di dimensioni variabili.
Quando arrivano a 50gr sono destinate a centri specifici dove vengono sgusciate, rotte,
pastorizzate e conservate e vendute in confezioni di tetrapack o vendute ad insdustrie
(pastifici).
Le ovulazioni sono distanziate da un periodo appena superiore alle 24h e, in ciascun ciclo,
iniziano la mattina e terminano nel pomeriggio. 19
Il tuorlo viene prodotto nell’ovaio ed è espulso dal follicolo e contiene l’ovulo cade
nell’infundibolo e procedendo verso l’esterno si avvolge nell’albume (impiega 2-3h) e nella
parte terminale è avvolto dal guscio struttura solida calcarea e porosa, pori di 10 micron (9%
peso tot) – 99% sostanza secca (96% calcio carbonato, 1% carbonato di magnesio e 1% calcio
fosfato) e 2% proteine (mucoproteine di superficie), funzione di protezione.
Se lavassimo l’uovo asporteremmo la protezione data dalle mucoproteine, mettendo a nudo i
fori, con riduzione della shelf-life; anche in ambiente secco la cuticola esterna tende a
rompersi o in ambiente umido si forma la condensa che la asporta.
L’uovo presenta un polo acuto e uno ottuso; tra l’albume e il guscio, attaccata a questo, c’è la
membrana testacea, e nel polo ottuso questa membrana si stacca dalla parete del guscio e
forma una camera d’aria (< 4 mm). Il tuorlo è avvolto dalla membrana vitellina che termina con
un ispessimento per ciascun polo, le calaze che