I contadini: servi della gleba
e uomini liberi
• I contadini potevano essere servi della
gleba (non liberi, legati alla terra) o uomini
liberi. Entrambi dovevano fornire
prestazioni lavorative e tributi al signore in
cambio di protezione e uso della terra.
Il ruolo del signore e dei
suoi diritti
• Il signore feudale esercitava potere
economico, militare e giuridico sulla curtis.
Aveva il diritto di esigere tributi,
prestazioni e di amministrare la giustizia
nel suo territorio.
Il sistema delle corvée e
delle decime
• Le corvée erano giornate obbligatorie di
lavoro gratuite per il signore. Le decime
erano tributi religiosi pari al 10% della
produzione, destinati alla Chiesa. Entrambi
gravavano sul lavoro contadino.
Tecniche agricole medievali
• Le tecniche agricole erano ancora
rudimentali: si usava l’aratro in legno, la
semina a spaglio, la concimazione
animale. I rendimenti erano bassi e
soggetti a rischio climatico e carestie.
Rotazione triennale e uso
del maggese
• Dal X secolo si diffuse la rotazione
triennale: un campo seminato a cereali
autunnali, uno a cereali primaverili e uno
lasciato a maggese. Questo aumentava la
produttività e rigenerava il suolo.
Gli strumenti agricoli:
aratro, zappa, falce
• Gli strumenti agricoli erano semplici:
l’aratro a versoio, la zappa, la falce. Il
collare rigido per buoi e cavalli migliorò la
trazione e la resa del lavoro nei campi.
L’allevamento e le colture
principali
• Le colture principali erano cereali (grano,
segale, orzo), legumi (fave, ceci), ortaggi e
frutta. L’allevamento di bovini, ovini, suini
e pollame integrava l’economia curtense.
I mulini e l’energia idraulica
• I mulini ad acqua e a vento furono
un’importante innovazione: macinavano il
grano, azionavano segherie e frantoi.
Erano spesso proprietà del signore e fonte
di reddito.
Il villaggio medievale e la
comunità rurale
• Il villaggio era il centro della vita rurale: vi
si trovavano la chiesa, le case, le stalle, i
magazzini. La comunità agricola
condivideva risorse, lavori stagionali e riti
religiosi.
Il ruolo della Chiesa nel
mondo agricolo
• La Chiesa possedeva vaste terre agricole,
spesso organizzate in curtis. Monasteri e
abbazie gestivano le campagne con
efficienza, introducendo innovazioni
tecniche e amministrative.
La dipendenza economica e
sociale
• Il sistema curtense creava un rapporto di
dipendenza tra signori e contadini. Questi
ultimi vivevano in condizioni di
sottomissione, con pochi margini di
autonomia o mobilità.
Il mercato contadino e gli
scambi locali
• Nonostante la dominanza
dell’autoconsumo, si sviluppavano mercati
locali: fiere, scambi di prodotti agricoli,
baratto. Le eccedenze venivano vendute
per ottenere beni non prodotti localmente.
L’autosufficienza e i limiti
dell’economia curtense
• L’economia curtense tendeva
all’autosufficienza: ogni curtis produceva
quasi tutto ciò che serviva. Tuttavia, ciò
limitava l’innovazione, la circolazione delle
merci e la crescita economica.
Mutamenti agricoli dal X
secolo
• Dal X secolo in poi, miglioramenti agricoli,
crescita demografica e aumento degli
scambi modificarono gradualmente il
sistema curtense, favorendo lo sviluppo
delle città e del commercio.
La crisi agraria del Trecento
• Nel Trecento, carestie, peste e calo
demografico colpirono l’economia agricola.
Molte curtis decaddero, i contadini
migrarono e si rinegoziarono i rapporti tra
signori e lavoratori.
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