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BIOLOGIA
In Italia P. ficus può svolgere dalle 3 alle 4 generazioni. Lo svernamento è affidato soprattutto a femmine fecondate, anche se in molti casi possono essere presenti sotto il ritidoma, nel periodo invernale, anche femmine con ovisacco e forme giovanili. Il feromone sessuale, prodotto dalla femmina, è costituito di una miscela di un monoterpene, l'(S) lavandulolo, con il suo estere corrispondente l'(S)-lavandulil senecioato. Nonostante la letteratura scientifica esistente non accenni alla possibilità di riproduzione partenogenetica in P. ficus, sono in atto ricerche, in Italia e all'estero, volte a chiarire in modo definitivo tale aspetto. A partire dal periodo primaverile gli individui si spostano dai luoghi di svernamento fino alla base dei tralci e da lì sulle foglie e sui grappoli, proseguendo la propria attività fino a fine stagione, con formazione da parte delle femmine delle diverse generazioni di sacchi ovigeri.
contenenti in media 250 uova. Osservazioni pluriennali condotte ad Acate, in Sicilia, presso l'azienda Villa Albius, del Gruppo Mezzacorona, hanno consentito di osservare la presenza di femmine mature e forme giovanili su vite durante tutto l'anno, con ovisacchi visibili da gennaio ad ottobre, e con i maschi che iniziano a volare intorno a metà aprile. I primi movimenti delle colonie verso la nuova vegetazione avvengono a partire dalla fine di aprile - inizio maggio (in Toscana e in ambienti del nord Italia dalla metà di maggio in poi). MONITORAGGIO DELLE POPOLAZIONI Planococcus ficus è una cocciniglia difficile da monitorare, dato che la maggior parte della stagione è trascorsa sotto il ritidoma della vite e solo per un periodo più breve (3-4 mesi) la sua presenza diviene manifesta, talvolta all'improvviso, sulla vegetazione e sui grappoli. I controlli invernali, richiedendo la rimozione del ritidoma del ceppo e dei tralci più vecchi,è moltodispendiosa in termini di tempo e spesso non fornisce un quadro affidabile sulle popolazioni presenti,potendo queste rifugiarsi anche al di sotto del colletto.Per il monitoraggio dei maschi ci si affida a trappole a delta innescate con un preparato sintetico di (S)-lavandulil senecioato.L’efficacia delle trappole è buona, anche se, come succede per i Lepidotteri, le catture non sono correlabilial danno, in quanto dipendenti da una molteplicità di fattori, primi tra gli altri, date le esigue dimensioni deimaschi, la direzione e la velocità del vento nelle aree adiacenti alla trappola.L’osservazione degli spostamenti delle formiche può essere di ausilio nella localizzazione della cocciniglia.Le formiche, infatti, si nutrono della melata e tendono a frequentare assiduamente le parti di piantaoccupate dalla cocciniglia, difendendole da eventuali predatori e/oparassitoidi. Il controllo finale sui grappoli è quello piùSemplice ed è utile per valutare l'efficacia dei vari metodi di contenimento adottati nel corso della stagione. Si controlla un numero congruo di grappoli (almeno 100 per parcella) in varie zone del vigneto e si verifica la % di essi con cocciniglia e l'intensità del danno causato dalla presenza di fumaggini e marciumi.
Per tutto l'anno si rifugiano in luoghi protetti rendendo meno efficaci i trattamenti insetticidi ed i nemici naturali.
7.14) Nel bacino del Mediterraneo 4 specie di entomofagi (2 predatori e 2 parassitoidi) disponibili sul mercato ed utilizzate in rilasci inoculativi.
I predatori sono i Coleotteri Coccinellidi Cryptolaemus montrouzieri e Nephus includens, mentre i parassitoidi sono gli Imenotteri Encirtidi Anagyrus pseudococci e Leptomastix dactylopii.
In Italia sono impiegati, negli ultimi anni, A. pseudococci e C. montrouzeri: il primo per rilasci nel mese di maggio in vigneti che negli anni precedenti erano stati fortemente danneggiati dal planococco.
agraria contro gli insetti dannosi può essere affrontata utilizzando diversi metodi, tra cui l'utilizzo di insetti utili come predatori o parassitoidi. Due esempi di insetti utili sono il Cryptolaemus montrouzieri e l'Encirtide. Il Cryptolaemus montrouzieri è un predatore di pseudococcidi e altri insetti sternorrinchi. Originario dell'Australia, è ormai diffuso in molti Paesi del mondo, compresa l'Italia. L'adulto ha una lunghezza di circa 4 mm ed è caratterizzato da elitre di colore bruno e capo e protorace arancioni. Le uova sono di colore giallo. L'Encirtide è un imenottero originario dell'areale mediterraneo. Si tratta di un parassitoide solitario endofago di pseudococcidi, inclusi Planococcus ficus e P. citri. Questo insetto è stato descritto per la prima volta da Girault nel 1913 su esemplari raccolti in Sicilia. La femmina di A. pseudococci parassitizza le neanidi di terza età e le femmine giovani di planococco. Circa 15-20 giorni dopo il rilascio, le forme parassitizzate di planococco possono essere facilmente visibili nella colonia. Questo insetto è molto efficace anche contro P. comstocki. Per ottenere risultati ottimali nella lotta agli insetti dannosi, è importante considerare i tempi di intervento con gli insetti utili. Inoltre, è possibile combinare la lotta agronomica con il controllo chimico per massimizzare l'efficacia del trattamento.L'agronomica sulla vite consiste in alcune pratiche di tecnica colturale che permettono di ostacolare le infestazioni come:
- razionali potature: al fine di favorire la circolazione della luce e dell'aria e rendere più facile e agevole la lotta antiparassitaria;
- concimazioni equilibrate al fine di evitare gli eccessi vegetativi.
Generalmente il controllo chimico viene effettuato in corrispondenza del risveglio vegetativo e quindi della fuoriuscita delle neanidi dai siti di svernamento, utilizzando olio bianco attivato o polisolfuri di calcio; meglio se il trattamento è preceduto dalla rimozione del ritidoma.
7.15) Fillossera della vite (Viteus Vitifoliae)
Negli ultimi vent'anni il problema fillosserico si è riproposto in Italia, con presenza di galle sull'apparato fogliare di diversi vitigni europei innestati su piede americano (soprattutto Sangiovese). Danni possibili su barbatelle di nuovi impianti.
Fattori naturali di controllo
Gli agenti biologici di
Il controllo della fillossera si riduce a pochi occasionali predatori che non hanno alcuna incidenza sulla dinamica della popolazione. Diverso è invece l'impatto degli agenti ambientali climatici e pedologici. Il vento interferisce con il volo delle sessupe e è causa di un'elevata mortalità in questa fase del ciclo. Il terreno influenza invece sotto due differenti aspetti:
- I terreni ad elevato tenore in sabbia rappresentano un ostacolo insormontabile alla propagazione delle infestazioni perché le neanidi non riescono a muoversi in questo substrato grossolano e incoerente. È infatti noto che i vigneti impiantati su terreni sabbiosi sono pressoché immuni agli attacchi della fillossera.
- I terreni argillosi soggetti a periodici ristagni di acqua impediscono il proliferare delle infestazioni in quanto l'ambiente asfittico è sfavorevole alla fillossera.
Controllo chimico
Alla lotta chimica si ricorre soprattutto nei vivai di
piante madri, dove l'apparato fogliare dei portinnestiamericani può subire danni pesanti da parte delle gallecole. Si può usare Spinosad , 2 trattamenti a distanzadi 7-10 giorniEliminazione e bruciatura di apici vegetativi infestati
8) Tignole della viteLobesia botrana Eupoecilia ambiguella
8.1) UovaIn L. botrana l'uovo è di forma lenticolare plano-convessa e leggermente ellittica, con dimensioni di 0,65-0,78 mm in lunghezza e 0,60-0,62 mm in larghezza. L'adesione della superficie piana dell'uovo al substrato è assicurata da una sostanza adesiva secreta dalle ghiandole colleteriche annesse all'apparato riproduttorefemminile. Mentre alla deposizione l'uovo è di colore giallo paglierino tenue, esso vira poi al grigio chiarotrasparente con riflessi iridati molto vivaci. Col procedere dello sviluppo embrionale la trasparenza delcorion permette di distinguere la larva in formazione: si evidenziano progressivamente le due macchieoculari,
di colore rosso-bruno, poi nero, ed infine la capsula cefalica scura con le mandibole gialle, mentre il corpo della larva, ripiegato su se stesso, rimane di colore chiaro (stadio testa nera). La colorazione dell'uovo rimane omogenea su tutta la sua superficie, che si presenta pressoché liscia.
L'uovo di E. ambiguella, di colore giallo paglierino alla deposizione, è caratterizzato dalla presenza di macchiette arancioni più o meno evidenti, che risultano dalla deposizione di pigmenti nelle cellule vitelline poligonali. Le dimensioni dell'uovo della tignola sono maggiori rispetto a quelle della tignoletta (la lunghezza è compresa tra 0,75 e 0,90 mm e la larghezza tra 0,60 e 0,65 mm). Tali differenze non sono tuttavia sufficienti a permettere un'agevole distinzione delle uova delle due specie.
8.2) Bio-etologia
Lobesia botrana è una tipica specie polivoltina a diapausa facoltativa che in Europa e nel bacino del Mediterraneo svolge su Vitis
vinifera da due a cinque generazioni annuali in funzione della latitudine e delle condizioni climatiche e microclimatiche. Due generazioni sono comuni nella parte settentrionale del suo areale di distribuzione (Germania, Svizzera, Austria, Francia settentrionale) mentre tre generazioni si hanno nelle regioni a clima più mite della Francia e in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia dove talvolta la specie può dar luogo a un quarto volo e a una quarta generazione, parziale o completa. In Israele ed Egitto risulta che alcune popolazioni di tignoletta non entrino in diapausa potendo superare l'inverno allo stadio larvale, addirittura in attività trofica su grappoli non raccolti. In Italia si hanno più o meno regolarmente quattro periodi di sfarfallamento nel Sud della Sardegna, in Puglia, in Sicilia ma anche in microclimi favorevoli dell'Italia centro-settentrionale (litorale della Maremma toscana; Emilia-Romagna). Eupoecilia ambiguella presenta in genere, aparità di condizioni climatiche, una generazione in meno rispetto a L. botrana. In Italia settentrionale si hanno quasi ovunque due generazioni all'anno mentre nel Centro-Sud si registrano frequentemente tre voli e tre generazioni, con un terzo volo e una terza generazione di modesta consistenza. 8.3) Fattori biotici di mortalità Ai primi del '900 grande importanza fu attribuita, da parte di illuminati entomologi, all'azione degli antagonisti delle tignole (uccelli, artropodi, entomofagi e microrganismi entomopatogeni) per la salvaguardia di alcuni dei quali furono sperimentati e raccomandati vari accorgimenti e dispositivi ('straccitrappola', gabbiette di allevamento, ecc.) volti alla cattura e distruzione del fitofago e al rilascio degli entomofagi sfarfallati dalle forme parassitizzate. Raccomandazioni come quella di mantenere nell'area viticola una ricca composizione floristica per favorire gli equilibri biologici, appaiono diimpressionante attualità di fronte all'esigenza universalmente riconosciuta di tu