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Medioevo

(i livelli molto contenuti della popolazione europea di quel periodo assicuravano a tutti gli uomini di raggiungere il livello minimo di sussistenza pur all'interno di un sistema economico scarsamente produttivo) e di rapporti di proprietà e di produzione che non impedivano a nessuno di utilizzare boschi, foreste e spazi incolti attraverso le diverse attività di sfruttamento anche quando appartenevano al re, a un signore, a un istituto ecclesiastico (ognuno poteva contare su fonti di approvvigionamento differenziate).

Possibilità per tutti i ceti sociali di poter contare su un ampio ventaglio di risorse e sul regime alimentare variato, caratterizzato da una presenza regolare di prodotti animali quali carne, grasso, latticini, accanto a quelli vegetali.

La curtisLa Curtis come modello di organizzazione della grande proprietà terriera caratteristico dei secoli dell'Alto MedioevoI grandi proprietari terrieri romani costretti a trovare modi

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alternativi per organizzare il lavoro agricolo quando la ridotta offerta di schiavi rese antieconomico l'impiego della manodoperaservile nelle loro proprietà fondiarie a gestione diretta

Frazionamento di grosse porzioni delle grandi proprietà terriere in un numero crescente di poderi affidati a coloni liberi o a servi casati

I piccoli proprietari liberi cedono i propri terreni ai grandi proprietari in cambio di protezione diventano suoi coloni

Più le grandi proprietà vengono articolandosi in poderi dati in concessione a coloni liberi di condizione servile e in terre gestite direttamente dal proprietario attraverso amministratori di sua fiducia.

Le origini del sistema curtense

Bipartizione della grande proprietà terriera in terre gestite riserva padronale direttamente dal proprietario (massaricio) e in terre date in concessione ai coloni (massaricio) presente in età tardoromana e longobarda.

Il legame tra riserva padronale e massaricio attraverso la

corvées (prestazioni d'opera) si afferma tra il VII e l'VIII secolo nel territorio compreso tra la Loira e il Reno, diffondendosi poi in alcune aree dell'Europa, seguendo le direttrici della conquista carolingia. In Italia, la Curtis si affermò nelle regioni padane e centrali dopo la conquista franca del 774: il modello longobardo come forma di organizzazione precurtense ma fondamentale l'aumento e la stabilizzazione del ricorso alle corvées. contratto di livello A favorire il consolidamento della curtis in Italia il (durata massima 29 anni). Il sistema curtense: i caratteri peculiari Modello di organizzazione della grande proprietà terriera basato sulla compresenza di due elementi: 1. la bipartizione della curtis in un settore a conduzione diretta (riserva padronale, pars dominica, terra dominicata, dominico) e in un settore a conduzione indiretta (massaricio, pars massaricia, terra mansionaria). dominico massario 2. Il legame tra il e il

Il sistema feudale è rappresentato dalle corvées. Nel modello classico, la riserva padronale comprende i terreni migliori (appezzamenti di terreno arabile, parcelle di vigneto, boschi, lande incolte) e si caratterizza per la presenza di un centro amministrativo (caput curtis), dove si concentrano abitazioni, magazzini e laboratori artigianali.

Il massaricio, formato dalle terre più difficilmente coltivabili, comprende l'insieme dei mansi gestiti dalle famiglie dei concessionari. Con il manso, il concessionario aveva a disposizione un piccolo podere: elementi costitutivi del manso erano una piccola casa, un piccolo orto e qualche parcella di terra arabile.

L'obbligo per i concessionari, di condizione libera e servile del massaricio, di prestare le corvées (dal latino tardo corrogata, opera richiesta), cioè prestazioni di lavoro obbligatorie e gratuite, assicura uno stretto legame tra dominico e massarico e consente al proprietario terriero di integrare la forza lavoro dei servi.

nei momenti cruciali del calendario agricolo, assicurando uno sfruttamento più efficiente della riserva patronale. La struttura della e la sua dislocazione - Il villaggio rappresenta il modello insediativo prevalente in gran parte dell'Europa altomedievale. - I campi facenti parte di un manso non sono congiunti tra di loro. - La struttura di curtis più diffusa è quella il cui dominico e i suoi mansi sono dispersi in più villaggi. - La curtis non costituisce un'azienda agraria compatta e unitaria, ma piuttosto un'azienda complessa, tendenzialmente autonoma sotto l'aspetto produttivo, e un'unità gestionale. Il sistema curtense: un'economia chiusa? La visione della curtis come azienda agraria dotata di reale autonomia produttiva ha alimentato nel passato la visione dell'economia curtense come un'economia chiusa, volta all'autoconsumo. La storiografia recente ha rifiutato l'identità tra economiachiusa economia curtense:Legame con il mercato pur mirando all' autosufficienza  Servizi di trasporto su media e lunga distanza  Specifica vocazione produttiva  Frammentazione topografica della Curtis In particolare, a rigettare l'immagine dell'economia curtense come un ordinamento economico chiuso ha contribuito la messa in discussione dell'ipotesi minimalista sulla redditività del sistema curtense, ormai superata. Alcune idee-chiave sul sistema curtense La grande proprietà fondiaria come struttura portante  dell'economia altomedievale la grande proprietà fondiaria, descritta nei polittici, presenta una struttura tipica questa struttura tipica è definita dalla compresenza di due elementi: bipartizione della curtis in due settori legame tra riserva padronale e mansi rappresentato dal prelievo operato dal proprietario sulla forza lavoro dei contadini del massaricio a vantaggio del dominico come contropartita del

godimento creditario del manso

Superamento della curtis

Si avvia in Europa il superamento della curtis, grazie alla progressiva riduzione della riserva padronale, all'estensione della terra data in gestione diretta ai contadini e alla progressiva monetizzazione delle corvée.

La Penisola italiana fu all'avanguardia in questo processo.

Le campagne italiane dell'area centrosettentrionale conobbero un processo di progressivo appoderamento, di cui fu protagonista il capitale urbano, che favorì:

  1. la ristrutturazione dell'habitat rurale
  2. la diffusione di contratti di locazione fondiaria a breve termine mezzadria, (contratto di che prevedeva la ripartizione a metà dei prodotti ricavati dalle terre locate e una durata contrattuale del rapporto non superiore ai cinque anni).

L'economia di scambio nei secoli dell'Alto Medioevo

Le tesi di Pirenne: L'espansione araba nel Mediterraneo aveva provocato la ruralizzazione dell'Europa e la fine dei

Traffici commerciali in quel mare, isolando l'Europa occidentale dall'Oriente. Conquista araba → elemento determinante nella trasformazione dei tratti fondamentali della struttura economica romana, più ancora delle invasioni germaniche.

La storiografia odierna: L'avanzata degli arabi nel Mediterraneo non interruppe i traffici commerciali ma favorì lo spostamento dell'asse dell vitalità economica dell'Europa occidentale dal Mediterraneo alla regione geografica del Mare del Nord.

Il commercio Mediterraneo era da sempre un commercio di beni di lusso.

Sviluppo nella regione del Mare del Nord di una rete di traffici emporia imperniata sugli che testimonia, dalla fine dell'VIII secolo, una ripresa commerciale incoraggiata dai sovrani carolingi.

L'economia di scambio nei secoli dell'Alto Medioevo.

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Publisher
A.A. 2019-2020
9 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ci.mil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Molise o del prof Giagnacovo Maria.