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11/05 ACIDI CARBOSSILICI
Gli acidi carbossilici sono composti contenenti un
gruppo carbossilico (COOH). La struttura degli acidi
carbossilici è abbreviata come RCOOH. L’atomo di
carbonio centrale del gruppo funzionale è legato
con un doppio legame a uno degli atomi di
ossigeno e con un legame singolo all’altro. Il
legame singolo C—O di un acido carbossilico è più
corto di un legame singolo C—O di un alcol;
questo si spiega osservando l’ibridazione degli
atomi di carbonio coinvolti (geometria trigonale planare).
Importanza biologica
Molto presenti in natura, soprattutto in amminoacidi e acidi grassi, ma anche in altri tipi di molecole come
acidi, vitamine, cofattori enzimatici, steroidi…
Nomenclatura
Per quanto riguarda la prior ità, l’acido carbossilico ha priorità maggiore di tutti quelli fin ora studiati. Nel
sistema IUPAC gli acidi carbossilici sono contraddistinti da un suffisso, aggiunto al nome della catena
carboniosa più lunga, e si usano due diverse terminazioni del nome a seconda che il gruppo carbossilico sia
legato a una catena o a un anello.
- Se il COOH è legato a una catena, trovare la catena più lunga che contiene il COOH, e cambiare la
desinenza “o” dell’alcano corrispondente nel suffisso “oico”, premettendo il termine “acido”.
- Se il COOH è legato a un anello, denominare l’anello e aggiungere all’inizio il termine “acido” e alla fine
il termine “carbossilico”. Numerare la catena carboniosa o l’anello in modo che il gruppo COOH sia il
C1, ma omettere questo numero dal nome. Applicare poi tutte le altre regole di nomenclatura.
Nomi comuni:
Nei nomi comuni sono usate lettere greche per definire la posizione dei sostituenti. Il carbonio adiacente al
, , ,
COOH è chiamato carbonio seguito dal carbonio quindi dal carbonio dal carbonio e così via lungo
.
la catena. L’ultimo carbonio della catena è talvolta chiamato carbonio Analogamente alle aldeidi, il
carbonio nei sistemi comuni è contrassegnato, nel sistema IUPAC, dal numero 2 (C-2).
I composti che contengono due gruppi carbossilici sono
chiamati diacidi. I diacidi sono denominati usando il
prefisso acido e il suffisso -dioico. Una delle
caratteristiche principali degli acidi carbossilici è la loro
acidità, quindi la possibilità di trovarli sotto forma di sale:
in molte reazioni, dagli acidi carbossilici, sono formati sali
metallici. Per denominare il sale metallico di un anione
carbossilato si devono unire tre parti (radice, suffisso e nome
del catione)
Gli acidi carbossilici e loro derivati hanno priorità su tutti gli altri gruppi. Per gli acidi carbossilici e derivati
(molecole derivate dagli acidi carbossilici, che mantengono però la caratteristica del doppio legame con l’O
e con uno Z) si ha: acidi carbossilici > anidridi > esteri > alogenuri acilici > ammidi > nitrili, seguono poi gli
altri gruppi funzionali: aldeide > chetone > alcol > ammina > alchino > alchene > alogenuri, nitrocomposti, …
Acidità del legame O—H
Un legame è acido quando è possibile la sua
+
rottura eterolitica a formare un H , più la
specie legata all’H, che poi si terrà gli elettroni,
è stabilizzata, più questa rottura avverrà
facilmente: nel caso degli acidi carbossilici,
l’ossigeno del legame O-H che si è rotto è
stabilizzato dall’ossigeno con il doppio legame
per risonanza, ci sono due forme di risonanza
identiche che si spartiscono la carica -: Inoltre noi sappiamo che un acido può essere
deprotonato da una base il cui acido coniugato abbia pKa più alta, poiché il valore di pKa di molti acidi
carbossilici è ~5, le basi il cui acido coniugato ha un valore di pKa maggiore di 5 sono sufficientemente forti
da deprotonarlo.
Classica domanda: metti in ordine di acidità il legame O-H di acidi carbossilici, fenoli e alcoli e spiega
perché. La stabilizzazione per risonanza spiega perchè gli acidi carbossilici (pKa intorno a 5) sono più acidi di
altri composti con legami O—H, come alcoli (16) e fenoli (10). Per capire l’acidità relativa dell’etanolo, del
fenolo e dell’acido acetico occorre paragonare la stabiltà delle loro basi coniugate, e usare la regola
seguente: ogni fattore che stabilizza una base coniugata A:¯ rende l’acido di partenza H—A più acido.
- L’etossido, base coniugata dell’etanolo, ha una
carica negativa sull’atomo di O, ma non vi sono
altri fattori che stabilizzano l’anione. Poiché
l’etossido è meno stabile dell’acetato, l’etanolo è
un acido più debole dell’acido acetico.
- Il fenossido, base coniugata del fenolo, è più stabile
dell’etossido, ma meno stabile dell’acetato, perché
l’acetato ha due atomi di ossigeno, elettronegativi, su
cui la carica negativa è delocalizzata, mentre il
fenossido ne ha uno solo; il numero assoluto delle
strutture di risonanza da solo non è significativo, perché è vero che più sono le forme risonanti, più la
carica e delocalizzata, ma se guardiamo bene due forme sono con la carica negativa sul carbonio: non
sono per niente stabili.
All'interno degli acidi carbossilici ci possono poi essere
variazioni di pH a seconda dei gruppi che sono legati al
carbonio carbonilico: gruppi elettron-attrattori stabilizzano la
base coniugata -> aumentano l’acidità degli acidi carbossilici,
gruppi elettron-donatori diminuiscono l’acidità degli acidi
carbossilici. Questo effetto si chiama effetto induttivo e
dipende da vari fattori: numero di sostituenti (l'effetto
induttivo e additivo), elettronegatività (più alto sarà il potere
elettron-attrattore, più alto sarà l'effetto induttivo e quindi si abbasserà la pKa) e posizione (più il
sostituente sarà vicino al legame C=O, più influirà su esso).
Ci sono poi gli effetti mesomerici, ovvero gli effetti dati dalla
presenza di legami π vicini al nostro gruppo carbossilico, quindi
doppi legami o aromatici. Questi componenti hanno effetto se
sono presenti sostituenti ad esempio sull’anello benzenico, che
donano o attraggono densità elettronica, a seconda della somma
del loro effetto induttivo e mesomero. Questi stessi effetti
determinano anche l’acidità degli acidi benzoici sostituiti. I
gruppi donatori di elettroni destabilizzano una base coniugata,
rendendo un acido meno acido. La base coniugata è
destabilizzata perché la densità elettronica è donata all’anione
carbossilato carico negativamente. Si basano quindi sullo stesso
meccanismo: l'effetto induttivo per i legami semplici, l'effetto
mesmerico per i doppi o tripli legami. Figura 1: PER L'EFFETTO MESOMERICO ricordarsi chi è attrattore
Derivati acidi carbossilici e chi donatore
La base è il gruppo ACILICO, ovvero il c=o, legato a
un R, a seconda di che cosa è Z abbiamo: acidi
carbossilici, alogenuri acilici, anidridi, esteri e
ammidi. Negli acidi carbossilici R è un gruppo OH,
negli alogenuri acilici R è un alogenuro, nelle
anidridi R è un carbossilato (OCOR) e derivano dalla
condensazione di due acidi carbossilici con perdita
di una molecola di acqua, possono essere
simmetriche o asimmetriche, a seconda che i due
gruppi R siano uguali o diversi e possono essere
anche cicliche. Negli esteri R è un gruppo OR e
nelle ammidi R è un gruppo NR , queste ultime
2
possono essere primarie, secondarie o terziarie a
seconda che all'azoto siano legati due idrogeni, un
gruppo R e un idrogeno o due gruppi R. oltre alle anidridi anche esteri (lattoni a 5 o a 6 termini) e amidi
(lattami anche anelli a 4 termini) possono essere ciclici.
NITRILI
C'è poi un altro derivato degli acidi carbossilici che non possiede il gruppo acile: i nitrili (RCN), caratterizzati
da un triplo legame CN, sono considerati derivati degli acidi carbossilici perché il carbonio ha lo stesso stato
di ossidazione e per idrolisi dei nitrili si arriva agli acidi carbossilici.
Nomenclatura
Cloruri degli acidi:
Per i cloruri degli acidi acilici: cambiare il suffisso –ico dell’acido
carbossilico progenitore con il suffisso –ile (cambio -OICO con -
OILE); oppure, quando il gruppo –COCl è legato ad un anello:
cambiare il termine acido carbossilico nel termine -carbonil
cloruro.
Anidridi:
Il nome ‘anidride’ deriva dalla formale eliminazione di una molecola
di acqua dall’unione delle due molecole di acido carbossilico che la
compongono. Le anidridi simmetriche sono nominate cambiando il
nome dell’acido progenitore con il termine anidride. Le anidridi
miste, che derivano da due acidi carbossilici diversi, sono nominati
invece mettendo in ordine alfabetico il nome dei rispettivi acidi
carbossilici progenitori e cambiando la parola acidi nel termine
anidride.
Esteri:
Si nominano allo stesso modo dei Sali: nominare R’ come
gruppo alchilico, che diventa la prima parte del nome.
Nominare il gruppo acilico cambiando il suffisso –ico
dell’acido carbossilico con il suffisso –ato. Gli esteri sono
spesso scritti come RCOOR’, dove il gruppo alchilico (R’)
è scritto dopo, quando si nomina l’estere però, il gruppo
R’ appare all’inizio del nome.
Ammidi:
Tutte le ammidi 1° sono nominate rimpiazzando i
suffissi -oico con il suffisso ammide.
Ammidi 2° e 3°: nominare il gruppo (o i gruppi) alchilici
legati all’atomo N dell’ammide. Usare il prefisso “N-”
davanti al nome di ogni gruppo alchilico per
evidenziare che è legato ad un atomo di azoto. Questo diventa la prima parte del nome. Per le ammidi 3°,
usare il prefisso di- se i due gruppi alchilici sull’N sono uguali. Se i due gruppi alchilici sono differenti,
elencarli in ordine alfabetico. Un “N-” è
necessario per ogni gruppo alchilico, anche se
entrambi i gruppi R sono identici. Nominare il
gruppo acilico sostituendo i suffissi –ico, -
oico, o –ilico con il suffisso ammide.
Nitrili:
In contrasto con i derivati degli acidi carbossilici, i nitrili sono nominati come derivati degli alcani: trovare la
catena più lunga che contiene il CN ed aggiungere la parola nitrile al nome dell’alcano corrispondente (es.
Eptanonitrile). Numerare la catena mettendo il CN al C1, poiché il suo atomo di carbonio fa parte della