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Anche le leggi: se scrivo che la donna non può essere magistrato, costruisco una particolare categoria di genere.
Identità soggettiva, dove si conferisce importanza alla psicanalisi per comprendere la storia della costruzione dell'identità di genere. Stessa importanza del genere con le relazioni politiche, economiche... fondamentale per capire come funzionano le nostre società. Genere ha identità plurima (non solo maschile, né solo femminile).
1989: Rivista "Gender & History". Differenza tra storia delle donne e degli inizi e quella di genere. Superamento di categorie interpretative e metodologiche iniziali (politicamente influenzata da una serie di problematiche). 2 riviste di risposta a "Gender & History". Bisognava riportare studi alla sola presenza femminile. Bisognava ridare centralità alla donna.
La storia di genere, però, ha prevalso come filone di interesse, allargandosi a nuovi.
approccio metodologico basato sull'analisi delle identità di genere e si sono ampliati nel tempo, includendo nuove tematiche come la mascolinità e l'omosessualità. Gli studi sulle identità LGBQT e i Queer studies hanno contribuito a promuovere questi studi. La prospettiva di genere non è solo una storiografia vivace e attuale, ma offre anche uno sguardo alternativo sulla storia del mondo. Emergono così fenomeni e tematiche che erano stati trascurati prima degli anni Sessanta. Un filone di ricerca che ha avuto origine da gruppi di storici vicini al marxismo, con un interesse per le categorie sociali più basse e per personaggi che potremmo definire "marginali", come lavoratori e persone che vivono ai margini dei circuiti economici. Questo filone è forse quello più influenzato dall'accademia italiana, con l'Università di Torino che è stata uno dei principali centri di sviluppo. Tra le figure di riferimento di questo filone ci sono Giovanni Levi e Carlo Ginzburg. Questi studiosi partono da unauna serie di azioni che possono influenzare e modificare le strutture stesse. L'approccio decostruzionista e post-strutturalista mette in discussione l'idea di una struttura fissa e immutabile, sottolineando invece la fluidità e la complessità delle relazioni sociali e culturali. Questo approccio critica l'idea di un modello generale di interpretazione e approccio metodologico, sostenendo che ogni contesto storico e culturale richiede un'analisi specifica e contestualizzata. Inoltre, l'approccio decostruzionista e post-strutturalista si concentra sull'importanza dell'azione individuale e del rapporto del singolo con la società in cui vive. I microstorici, in particolare, riconoscono l'importanza dell'azione individuale come elemento di costruzione della storia collettiva. Le azioni individuali, infatti, possono essere utilizzate per spiegare fenomeni complessi e contribuire alla costruzione di azioni collettive. Pertanto, l'approccio decostruzionista e post-strutturalista si propone di studiare le strutture sociali e culturali prendendo come punto di osservazione l'individuo e le sue azioni. Questo approccio mette in luce come le strutture tendano a imporre una visione culturale, valoriale ed economica sull'individuo, ma allo stesso tempo sottolinea come l'individuo possa rispondere a queste imposizioni attraverso le proprie azioni.Azione di negoziazione costante con queste ultime. Riduzione scala di osservazione. Ci si dedica davvero alla singola persona. L'individuo che non ha un'importanza strutturale all'interno della società in cui vive, ma può essere importante per comprendere le strutture della stessa. Anche dal basso si possono comprendere i grandi meccanismi di funzionamento di una determinata società.
Mentre gli storici processano normalmente grandi quantità di documenti per riuscire a costruire interpretazione del passato (approccio di tipo quantitativo). I micro-storici si concentrano su pochi documenti, ma l'analisi che fanno è estremamente approfondita. Molto importante, nell'ambito della loro ricerca, la filologia. Per comprendere in profondità un documento, l'analisi di ogni singola parola è fondamentale.
Rovesciano la prospettiva con cui poi si arriva a teorizzazioni generali. Tradizionalmente lo storico processa molte
informazioni e poi arriva a interpretazioni. Loro processano poco, in maniera approfondita, estraendo dettagli che possono essere generalizzati. Gli altri storici dicono che il piccolo è influenzato dal grande che loro hanno elaborato nel loro modello teorico. Qui no! Si servono di un modello preso dall'antropologia: ricerca in dettaglio, estendendo significato di ogni singolo componente della micro-storia (thick description). Ruolo di filologia e antropologia. All'interno delle singole storie (prospettive individuali) ci sono molteplici rappresentazioni fornite dall'individuo. La rappresentazione che persone diverse danno dello stesso oggetto può essere diversa. Ognuno di noi racconta il suo pezzo di storia, che poi lo storico riconduce a descrizione generale. Anche qui inversione del rapporto di scala. Capire il vissuto quotidiano delle persone che vanno ad analizzare. Interessati al vero e proprio funzionamento della società, sulla base del giorno per
giorno. Tutto ciò fornisce aperture simboliche su quel mondo, essendo rappresentazioni dello stesso. Come una persona parla, mangia, prega... sono tutte fondamentali. Esemplificativo di tutto questo è Rappresentativo di cos'è la micro-storia. È la storia di Menocchio, mugnaio friulano del XVI secolo accusato di eresia. Perché è importante? Ginzburg usa la vicenda di Menocchio per spiegare il rapporto tra individuo e religiosità (in un contesto particolare: da friulano risente di influenze del protestantesimo tedesco). Descrizione della vita approfondita delle sue abitudini religiose e culturali (le sue letture - come l'importanza della stampa ha un effetto anche sull'uomo "medio"). Forte differenza negli strati popolari della loro percezione sulla religione, rispetto a quella della religione cattolica (rappresentata da Inquisizione). Differenza che c'è nell'osservare fenomeni religiosi dalDifferenza nella percezione della religione tra popolo e vescovi, prelati, esponenti della religione cattolica canonicamente espressa. La storia di cui parla Buck è un po' datata. Qui si parla di "storia d'oltremare" emancipata da determinate categorie interpretative. Quando gli europei si interfacciano con il resto del mondo, colonizzandolo e sottomettendolo, iniziano a interessarsi anche della storia di questi popoli (tentativo di Napoleone di comprendere civiltà egiziana nella sua spedizione nel 1798). Offre primi sguardi per capire queste altre società esistenti sulla faccia del pianeta (Cina, Giappone...). Con la de-colonizzazione (disgregazione di imperi europei) porta a due filoni: storia dell'espansione europea (perché l'Europa è riuscita a sottomettere, in qualche misura, il resto del mondo? Cosa glielo consente? Come questo influisce sul suo sviluppo); nuovastoriografia in nuovi paesi (es.India, che però ha relazioni con Impero britannico) e come questa rappresenti un tentativo da parte di africani e asiatici di scrivere una loro storia diversa dal resto dell'Occidente. Studi sull'imperialismo (piaciuto molto ai marxisti). Hobson, già nell'800 sostiene che la spinta europea a conquistare resto del mondo è dettata da intrinseca logica presente tra capitale e lavoro. Struttura sociale-economica del capitalismo borghese europea necessita sempre di nuovi sbocchi per i suoi prodotti. Senza nuovi mercati (persone a cui vendere prodotti) i profitti calano, innescando la crisi che potrebbe portare al crollo del capitalismo. Cosa diceva Marx? Inevitabile passaggio dal socialismo a comunismo (si arriverà a un'incapacità di estrarre surplus da lavoratori). Dopo l'esaurimento dei mercati, lo sbocco del capitalismo imperialista borghese europea si arriverà al crollo dello stesso. La storiaHa dato torto a Hobson. Gli studi sull'imperialismo, partendo da questi primi approcci, si sono evoluti ulteriormente.
TEORIA DELLA DIPENDENZA.
Studi dell'imperialismo in questa seconda fase cercano di capire gli effetti dei paesi dominati dall'espansionismo europeo dal punto di vista economico sui soggetti di questo espansionismo. Cuore (Europa, Stati Uniti, Giappone) che ha superato resto del mondo sulla base di relazioni economiche.
Secondo Gallagher-Robinson l'imperialismo occidentale ha prodotto sottosviluppo del resto del mondo. Doveva imporre subordinazione economica per soddisfare necessità del mercato al centro economico mondiale. Teoria superata (era più costoso avere le colonie che da queste si ricavava). Nuovi problemi a partire da anni '70.
L'imperialismo è una necessità politico-strategica: potenze europee decidono di costruire imperi coloniali non solo per necessità economiche, ma anche strategiche.
politiche. Soprattutto imperi coloniali sorti nel corso di '800 e '900. Cosa conquista Italia nella sua espansione coloniale? Eritrea, Libia, Etiopia e Somalia. Ragioni espansionismo italiano sono di prestigio strategico-militare (controllo libico permette all'Italia di dominare Mediterraneo centrale). Anche le isolette del Pacifico dei tedeschi (che valenza economica vuoi che abbiano? Sono solo simbolo di prestigio). Altra teoria: imperialismo disfunzionale economicamente. A un certo punto non più redditizio per imperi coloniali. Mondo coloniale fu causa della crescita del potere economico di alcuni stati e gli imperi coloniali del XX secolo. Colonie costano più di quanto rendano (Francia ha costo di mantenimento da pagare per questo impero, di natura amministrativa, infrastrutturale, militare...). Alla fine la verità è che l'imperialismo nel periodo tra le due guerre è più costoso di quanto renda (guerra d'Etiopia è...
costata 40.000.000.000 di lire, pari al PIL italiano di un anno e non ha resomolto).Imperialismo non si basa solo su relazioni economiche e di sfruttamento. Al contrario, a volte gliimperi ci rimettono.Stesso discorso vale per Gran Bretagna. Questi studi affermano che il crollo degli imperi sia statodeterminato da questo. La decolonizzazione non sarebbe solo dovuta all’affermarsi da movimentinazionalistici, ma anche perché per europei queste strutture non erano più convenienti (nonostanteattaccamento politico militare alle stesse).Edward Sa’id, palestinese; studia in Gran Bretagna e pubblica nel 1978 “Orientalismo”!.Finora: dimensione politico-militare dell’imperialismo; questo culturale.Perché Occidente ha inventato la categoria orientale?Occidente e Oriente sono categorie culturali, intrinsecamente connesse all’affermazione dellapotenza europea sul resto del mondo. Inizia a fine ‘700 quando Europa (soprattutto
periodo illuminista) si ritiene superiore al resto del mondo. Voltaire diceva che la società europea rappresenta uno