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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA“LA SAPIENZA”
FACOLTÀ DI INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
APPUNTICorso “TECNICA DELLE COSTRUZIONI”
Studente: Federico FabianiMatricola: 1898900
Esercizio
Scelta dei vincoli:
- In A pongo un incastro, facendo diventare il corpo A la struttura portante
- Unisco il corpo 2 e 3 con una cerniera, e la collego al corpo A con una cerniera e la vincolo a terra con una cerniera
Mensola (corpo A) + arco a tre cerniere (corpo 2 + 3)
Valutazione strutture in base al percorso di carico
4 archi a 3 cerniere
Elemento di ombrello
Lo sforzo normale e il momento viene assorbito interamente dall'elemento di ancoraggio
Nota (Drift e Bowing)
- Drift
- Bowing
Δ è il drift
Se Δ/H ≤ 1/200
non considero Δ
Regole per disegnare la deformata
- Sono funzioni regolari per ogni corpo regolare (f ∈ C³)
- Esternamente congruenti → vincoli esterni
- Incastro → tangente verticale
- Cerniera → non trasla
- Internamente congruenti → spostamenti uguali per tutti i corpi collegati
- Funzioni più semplici → la natura si deforma con forme più semplici per immagazzinare il minor quantitativo di energia
Es.
AA' ≅ BB'
OA' = OA
BC = B'C
NB STUDIO DEL VENTO E DEL SISMA
VENTO -> CARICO IMPOSTO
SISMA -> SPOSTAMENTO IMPOSTO
IL RISULTATO DELLA PROVA A CARICO PUÒ ESSERE IMPOSTO A QUELLO DELLA PROVA A SPOSTAMENTO IMPOSTO GRAZIE AL PRINCIPIO DI DIFFUSIONE DI DE SAINT-VENANT, IL QUALE AFFERMA CHE L'EFFETTO DELLE FORZE E DEGLI SPOSTAMENTI APPLICATI IN SUPERFICIE NON SI AVVERZANO AD UNA DISTANZA SUPERIORE DI 1/3H
ESISTONO TRE COMPORTAMENTI
- ANDAMENTO LINEARE ELASTICO (REVERSIBILE)
- ANDAMENTO NON LINEARE (REVERSIBILE)
IN UN PILASTRO SONO INTERESSANTI LE SEZIONI DI TESTA E PIEDI
Esercizio
Deformata:
So che sull'incastro deve avere tangente orizzontale e nella cerniera non si sposta. So che si inflette a causa del carico, i valori massimi sono spostati verso la cerniera.
So che avviene un cambio di curvatura nella deformata, in quel punto M=0 e abbiamo un Mmax nel punto più deformato. Inoltre essendo un carico distribuito M è una parabola e nella cerniera M=0.
So che sarà lineare, Rdx > Rsx e nel punto dove Mmax -> T=0.
Gli effetti della tensione assiale e di taglio
li consideriamo nulli rispetto all'effetto defor
mo che ha il momento sulla struttura perciò
la struttura reticolare, sollecitata da sole
forze assiali, possiamo considerarla un corpo
rigido.
L'azione Q applicata sulla
struttura portata, comporta
l'azione di una coppia di
forze sulla struttura portan
te con lung. di applicazione
6.5m
Per calcolare gli spostamenti vedo sul prontuario
cerco una mensola in cui è applicata una coppia.
Sul prontuario trovo solo una mensola a cui è
applica to una coppia all'estremità perciò usando
questo spostamento sovrastimo la deformazione
2) Sezione Compatta
D = 4
d
1) + 2)
l
l/h ∼ 3 in questo caso
Il 33% è una t.e.a. di D - SV
Anche se non è retto lineo possiamo approssimarlo.
Quindi più L è grande maggiore è la percentuale di travi di DSV, ma se l/D >> 10
avremo deformazioni molto grandi perché gli
sforzi non saranno più lineari
NODI FISSI → REGIME ASSIALE PIÙ IMPORTANTE
REALE
TEST
ISOSTATICA
DEFORMAZIONI DOVUTE DA N SONO MOLTO PICCOLE RISPETTO A QUELLE DI M, PERCIÒ TELAI A NODI FISSI MOLTO PIÙ RIGIDI
ESERCIZI
TEST
1o LABILE
NODI MOBILI
2o LABILE
NODI MOBILI
ISOSTATICA
NODI FISSI
IN SINTESI
C = S
T
M = C ho = T ho
V = τ Aweb
CARICO = { M | V }
VERIFICO LE 3 SEZIONI PRINCIPALI; 2 MARGINALI E QUELLA CENTRALE
τc = V / √3 = 0.7 V / (Vm Mix)
Aweb = V / τc = V / 0.7 V
M = Aala τ 0.95 h = Aala τ h
DOVE h ≈ l / 45-25 ≈ l / 20
Aala = 2 M / ( √ V / l )
SLU
SLE
LA RIGIDEZZA DI UNA STRUTTURA È DEFINITA IN BASE AGLI SPOSTAMENTI CHE SI PRODUCONO DOPO UN CARICO.
LA NORMA CI DICE CHE UNA STRUTTURA PER ESSERE SUFFICIENTEMENTE RIGIDA:
Δ ≤ H/200 o H/400
e fL ≤ ℓ/200-300
IL RAPPORTO TRA ALTEZZA / LUNGHEZZA = SPOSTAMENTO PUÒ VARIARE IN MANIERA COERENTE ALL'UTILIZZO DELLA STRUTTURA.
POSSO ESPRIMERE LA RIGIDEZZA DELLA STRUTTURA IN TERMINI DI SPOSTAMENTI RELATIVI:
Δmax - Δmin = Δi ≤ ℓi/250
OPPURE ATTRAVERSO LA FREQUENZA DI VIBRAZIONE:
f0 > 5 Hz o Δ0 Hz
f0 = √(K/m) → coeff. di resistenza
→ massa
LA STRUTTURA HA UN DEGRADO SIA PER EFFETTI ENDOGENI, CHE ESOGENI DI TIPO AMBIENTALE (VENTO, VARIAZIONE TERMICA) O ANTROPICHE (CARICHI, USO STRUTTURA) TUTTO TENDE AL DISORDINE.
PROGETTO ANCHE IN BASE ALLA DURABILITA' SAPENDO CHE QUANDO LA STRUTTURA ARRIVA AL TEMPO DI VITA LIMITE SI VALUTA SE PUO' CONTINUARE AD OPERARE OPPURE HA BISOGNO DI MANUTENZIONE, OLTRE AD AZIONI PIU' DRASTICHE.
PROGETTAZIONE
RICHIEDE DECISIONI DI TIPO INGEGNERISTICO IN CUI BISOGNA ESSERE DILIGENTI, CAUTI & PERTI, E ANCORA DECISIONI IN PREVISIONE DEL FUTURO. (50 AZIONI)
CON LA CONOSCENZA SEMPRE PIU' DETTAGLIATA DEI MATERIALI E DEGLI EFFETTI DELLE AZIONI ESTERNE, LE CAUSE DI COLLASSO STRUTTURALI NON NOTI SONO DIMINUTE FINO A CONSIDERARLE NULLE.
N.B. => PER LE SITUAZIONI NON NORMALE MA DI CUI SI CONOSCE LA NATURA, I CRESCENDO CARICO, STARE ATTENTO A QUESTI FENOMENI.
DOPO UNA CRISI SEZIONALE:
- SE LA STRUTTURA È IPERSTATICA -> SOPRAVVIVE
- SE È ISOSTATICA COLLASSA
ES.
- CRISI PUNTUALE
- CRISI SEZIONALE
- COLLASSO PARZIALE
COLLASSO GLOBALE
-> CONTROLLO TENSIONI AMMISSIBILI ;
SIVRIFICA CHE IN OGNI PUNTO √(max) > √
-> SLE