Tema narrativo sul Covid

Chissà se un giorno si capirà

Arrivò, un giorno, con un mezzo di trasporto occulto, in una terra chiamata Cina, spesso nominata per antonomasia come posto in cui tantissimi dei prodotti che noi usiamo quotidianamente hanno origine.
Quel minuscolo frammento di materia non identificata suscitò grande interesse fin dal momento del suo schianto, avvenuto in un luogo tuttora sconosciuto.
Lo chiamarono Cov, nessuno conosceva la sua provenienza e subito moltitudini di esperti nei più diversi campi iniziarono ad analizzarlo finché una notte rimasto incustodito si ruppe come un guscio al momento della nascita di un nuovo essere vivente.
Ne uscì un esserino invisibile all’occhio umano e a quello delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza, questo suo pregio lo rese invincibile.
All’alba decise di mettersi in viaggio per scoprire posti nuovi in quel mondo che aveva appena conosciuto e si ambientò rapidamente.
Cov conobbe persone apparentemente molto gentili e generose, così tanto da offrirgli il proprio corpo per pernottare o spostarsi, tutto gratuitamente!
Dopo poco però si rese conto che quelle persone non lo consideravano, quasi lo ignoravano e non modificavano nessun aspetto della loro vita a causa della sua presenza.
Così quell’innocuo esserino decise di adottare una nuova strategia!
Si ricordò che durante i suoi viaggi aveva incontrato un vero amico, simile per grandezza, che gli aveva detto di chiamarsi alveolo polmonare.
In breve tempo i due diventarono grandi amici fino al fatidico momento in cui Cov rivelò le sue vere intenzioni. Il compagno rimase esterrefatto e negò il proprio aiuto per un piano così efferato come quello propostogli.
Dopo numerosi scontri Cov prevalse impossessandosi di quell’alveolo e di tutto il sistema ad esso collegato.
Improvvisamente si sentì mancare. Si risvegliò senza sapere quanto tempo fosse passato e come fosse riuscito a entrare in quel luogo. Decise di cercare una via d’uscita.
Si trovò davanti a un bivio, prese la strada a destra e risalì lungo numerosi “tubi”, incontrò alcune rientranze, stalattiti bianchi dalla forma rettangolare e finalmente trovò una grossa apertura da cui fuoriuscire.
Alzò lo sguardo e vide due persone, se così potevano definirsi, con due panni bianchi a coprire naso, bocca e testa. Si guardò attorno e si rese conto che non era al centro dell’attenzione e che ancora una volta tutti erano indifferenti alla sua presenza.
Dopo alcuni mesi capì l’importanza del suo ultimo incontro con quegli esseri così bianchi.
Si ritrovò sempre più con dei riflettori puntati addosso e gente che lo ammirava attraverso strani bastoni bucati nel centro, chiamati microscopi.
Un bel giorno gli fu dato un vero nome e anche un cognome! Da quel momento non si chiamò più Cov ma COVID 19. Forse per via di quel nome professionale in poche settimane raggiuse il suo più grande obbiettivo: ottenere fama mondiale. Il suo nuovo nome si diffuse in ogni continente, su manifesti e pubblicità televisive.
Sullo sfondo di qualsiasi fotografia, sulla prima pagina di ogni giornale e social network ma soprattutto la sua presenza modificò lo stile di vita e le abitudini del genere umano!

Chissà se un giorno si capirà… che non è fantasia ma la dura realtà.