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Concetti Chiave

  • Leopardi inizialmente vede la Natura come madre benevola, ma evolve verso una visione di natura matrigna, indifferente e meccanica.
  • La concezione leopardiana della Natura è attuale: l'uomo si crede padrone del mondo, ignorando la sua indifferenza e forza distruttiva.
  • Il progresso e l'indifferenza dell'uomo hanno portato la Natura allo stremo, con conseguenze come cambiamenti climatici e disastri ambientali.
  • Le azioni umane di sfruttamento e cupidigia potrebbero portare all'estinzione umana, mentre la Natura si rigenererebbe senza di noi.
  • L'uomo deve ritrovare l'armonia con la Natura, evitando di approfittarsi di essa, per evitare conseguenze catastrofiche.

Tema svolto di Leopardi

Il pensiero leopardiano riguardo alla Natura cambia radicalmente nel tempo: inizialmente ella è vista come una madre, benevola, che ama e protegge i suoi figli, ma successivamente, nel periodo del cosiddetto pessimismo cosmico, Leopardi raggiunge la maturità del pensiero, secondo il quale la natura è matrigna e non è altro che un meccanismo naturale di produzione e distruzione incurante dell’uomo, il quale non ha poteri per contrastare questa cattiveria.

In realtà però, la Natura è neutrale, è ridotta a una concezione laica della forza generatrice, ma poiché l’uomo tende a proiettare se stesso in essa e ad avere la presunzione di essere la ragione d’essere dell’universo, questa risulta brutalmente indifferente, in quanto non salvaguarda la specie umana dalla distruzione e dalle difficoltà.
Questa concezione, che forse può apparire cupa e pessimistica ad alcuni, è assolutamente attuale, in quanto, sempre di più, l’uomo si crede indistruttibile e padrone del mondo, incurante della natura che lo circonda e degli effetti che le azioni possono avere su di essa, ma nonostante ciò, la Natura non può essere sottomessa al desiderio avaro dell’uomo e procede con il suo corso, creando e distruggendo continuamente.
Nonostante la Natura non possa chiaramente essere soggetta a niente e a nessuno, le azioni dell’uomo dell’ultimo secolo la stanno fortemente provando. Infatti, il progresso scientifico e tecnologico, il continuo arricchimento di pochi capitalisti, incuranti degli effetti che potrebbero avere sulla natura, e il totale disinteresse di altri, hanno portato la Natura allo stremo. Spesso si sente parlare di cambiamenti climatici, delle reazioni disastrose che questi avranno proprio sull’uomo che ne è la causa e di ciò che si può fare per arrestarli, tuttavia la cupidigia e la noncuranza avanzano e lo sfruttamento della Natura è inarrestabile: le terre vengono deforestate per creare monoculture o pascoli, non si vuole rinunciare all’estrazione di petrolio, causa di innumerevoli disastri ambientali, i rifiuti vengono depositate in aree rurali e non smaltiti e tutto ciò avviene perché l’interesse di pochi è superiore all’interesse del pianeta. Tutto ciò però, avrà delle conseguenze in un futuro non così lontano come crediamo: come ci insegna la fisica, infatti, a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e gli effetti di questa reazione iniziano a intravedersi. L’estremizzazione degli agenti atmosferici è una delle più evidenti risposte che la Natura dà, ma anche le trasformazioni di aree, che diventano lentamente inospitali e inadatte alla vita, allo scioglimento dei ghiacciai e all’estinzione di innumerevoli specie.

Tutto ciò può essere ancora insufficiente per coloro che non credono ai cambiamenti climatici, ma se questa smania di potere e ricchezze a discapito della Natura, non dovesse rallentare al più presto, la condizione finale dell’uomo sarebbe quella di essere estinto. Come scrive Leopardi nel “Dialogo di un folletto e di uno gnomo” se l’uomo, che si crede il motore del mondo ma chiaramente non lo è, dovesse improvvisamente scomparire, non cambierebbe assolutamente nulla poiché di fatto, l’uomo è nulla, e anzi, la Natura inizierebbe a rigenerarsi, a riprendere possesso delle terre violate e a tornare ad essere incontaminata.
Come nel romanzo “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer, nel quale il protagonista, un ragazzo benestante decide di abbandonare tutto per sfuggire a una società capitalista e consumista e di andare a vivere in Alaska in contatto con la natura e lontano da tutti, così l’uomo, in maniera meno radicale, deve riuscire a ritrovare l’armonia con la Natura, che dà e toglie, ma della quale non si deve approfittare.
Questa pandemia che stiamo vivendo, ci insegna che l’uomo è solo un piccolo ingranaggio nel meccanismo universale e che per quanto si voglia, la Natura sovrasterà sempre e sarà sempre più potente dell’uomo che è un essere inferiore.

Domande da interrogazione

  1. Come cambia la visione di Leopardi sulla Natura nel tempo?
  2. Inizialmente, Leopardi vede la Natura come una madre benevola, ma successivamente la considera una matrigna indifferente e distruttiva, riflettendo un pessimismo cosmico.

  3. Qual è la concezione attuale della Natura secondo il testo?
  4. La Natura è vista come una forza generatrice neutrale, indifferente all'uomo, che non può essere sottomessa e continua il suo ciclo di creazione e distruzione.

  5. Quali sono le conseguenze delle azioni umane sulla Natura?
  6. Le azioni umane, come il progresso tecnologico e lo sfruttamento delle risorse, stanno portando la Natura allo stremo, causando cambiamenti climatici e disastri ambientali.

  7. Cosa suggerisce il testo riguardo al futuro dell'umanità?
  8. Se l'uomo non rallenta la sua cupidigia e sfruttamento della Natura, potrebbe portare alla propria estinzione, mentre la Natura si rigenererebbe senza di lui.

  9. Qual è il messaggio finale del testo riguardo al rapporto tra uomo e Natura?
  10. L'uomo deve ritrovare l'armonia con la Natura, evitando di approfittarne, riconoscendo che la Natura è più potente e sovrasterà sempre l'uomo.

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