francesca.delia
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Concetti Chiave

  • L'articolo 3 della Costituzione italiana garantisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, ma nella pratica queste disposizioni vengono spesso violate.
  • Persistono discriminazioni di genere, con le donne che affrontano disparità nei contesti lavorativi, come assunzioni e retribuzioni inferiori rispetto agli uomini.
  • Le discriminazioni razziali continuano a essere un problema, con individui di diversa origine geografica spesso trattati come invasori e sfruttati lavorativamente.
  • L'orientamento sessuale e l'identità di genere sono ancora cause di violenze e discriminazioni, malgrado i progressi nella sensibilizzazione sociale.
  • La legge DDL ZAN, proposta per contrastare discriminazioni e violenze basate su orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, attende ancora approvazione.

Tema sulla Legge Zan e Articolo 3 della Costituzione

L’articolo 3 della nostra Costituzione cita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."
Ma è veramente così? Discriminazioni, disparità di genere, violenze nei confronti dei più deboli (donne, bambini, disabili), episodi di razzismo ci fanno comprendere che il cammino verso l’uguaglianza e la libertà è ancora lungo.
L’articolo 3 della costituzione italiana stabilisce che ogni cittadino è uguale ad un altro davanti alla legge, che non si devono fare distinzioni in base al sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali. Quindi la nostra repubblica ha come compito quello di rimuovere qualsiasi tipo di ostacolo che impedisce tale uguaglianza. Vivendo quotidianamente la realtà italiana, però, emerge che l’articolo 3, nel concreto, viene spesso violato.
Basterebbe prestare attenzioni ad alcuni atteggiamenti, del tutto errati, che vengono messi in atto, ormai anche inconsapevolmente.

Le donne, ancora oggi, sono spesso oggetto di discriminazioni all’interno della società in cui viviamo, infatti, persino in contesti lavorativi si tende a prediligere una figura maschile rispetto a quella femminile, per diversi motivi. Si pensa che assumendo un uomo si possano evitare situazioni considerate scomode per il datore di lavoro, come spese riguardanti un’eventuale maternità, richieste di permessi per la cura della famiglia e dei figli. Quindi il sesso femminile, nei contesti lavorativi non è visto di buon’occhio e di conseguenza si verifica un incremento del numero di assunzioni di sesso maschile piuttosto che quello femminile; qualora una donna venisse assunta, nella maggior parte dei casi, inoltre, non godrà dello stesso stipendio percepito dal lavoratore di sesso maschile, in quanto si sostiene che le mansioni da lei svolte non sono paragonabili e sono inferiori rispetto a quelle svolte dall’uomo.
Da molti anni, le discriminazioni, riguardano anche la razza, ovvero, la diversità di provenienza geografica, la lingua, i connotati genetici (colore della pelle, conformazione degli occhi ...) e la religione professata. Nell’ambiente in cui ci troviamo a vivere, il “diverso”, ovvero colui che proviene da altra nazione, viene visto come un invasore di campo, arrivato per distruggere. Si tende, dunque, prediligere questo genere di pensieri, senza tenere conto che anche essi sono esseri umani e come tali possono promuovere iniziative positive, e che influiscono sul miglioramento della nazione, ma come ogni persona possono commettere atti che danneggiano sé stessi, la società e il territorio che li ha accolti. Sono proprio questi pregiudizi che portano uno “straniero” a vivere in condizioni di estrema schiavitù, sfruttato all’interno di molti contesti lavorativi e per giunta sottopagati.

Più recentemente, invece, una diversità che è emersa, è quella riguardante l’orientamento sessuale di uomini e donne e la propria identità. Una buona parte della società è cresciuta con l’idea che ‘la natura avesse stabilito che un uomo DEVE amare una donna, e viceversa’ e che una donna dovesse rimanere donna anche se non si sente serena nel proprio corpo. Dopo che per molti anni, chi ha governato il nostro paese, considerava l’omosessualità un caso clinico da curare o un reato da punire severamente, atteggiamento che in alcuni paesi del mondo viene ancora assunto, e nonostante l’omosessualità sia stata eliminata dalle malattie psichiatriche nel 1990, proprio il popolo italiano è riconosciuto come uno tra i più omofobi (contrari all’omosessualità) nel mondo. Al giorno d’oggi, però, i social network, l’informazione e le campagne di sensibilizzazione stanno contribuendo a migliorare la situazione, anche se attualmente siamo molto lontani dalla meta. Molte persone sono addirittura costrette a stare chiuse in casa a causa delle violenze sia verbali che fisiche, subite per le strade, perché non c’è ancora nessuna legge che li tutela da tali discriminazioni. Per evitare queste forme di violenza, da novembre 2020, in senato, si parla di adottare una nuova legge che prevede di tutelare l’omosessualità, la propria identità di genere e soggetti affetti da qualsiasi tipo di disabilità: la legge DDL ZAN.
Questa legge prende il nome dal relatore Alessandro Zan, ma in realtà, altri politici prima di lui, hanno lottato per raggiungere questo obiettivo, nel 1996 con Niki Vendola, e poi successivamente nel 2013 con Scalfarotto. Il testo prevede che “chi istiga o commette i precedenti atti di discriminazione” rischia la reclusione fino 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro; “chi istiga o commette violenza per gli stessi motivi”, rischia da 6 mesi a 4 anni di carcere, così come “chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi. Legge che, pure essendo pronta e consolidata, aspetta da molto tempo, quasi troppo, di essere emanata, in quanto la sua data viene rimandata di volta in volta perché la si considera di poca importanza. Proprio per questo motivo, la parte non omofoba dei social con la collaborazione di molti volti noti nel mondo dello spettacolo, sta combattendo un’impegnativa battaglia per l’approvazione di essa.
Per concludere, possiamo affermare che sono tanti i giovani e le persone in generale, scalpitano all’idea di poter vivere una vita normale, senza privazioni di alcun genere, senza pregiudizi e senza violenze, all’insegna dell’amore per sé stessi e per chiunque altro vogliano amare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il principio fondamentale stabilito dall'articolo 3 della Costituzione italiana?
  2. L'articolo 3 della Costituzione italiana stabilisce il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali.

  3. Quali sono alcune delle discriminazioni ancora presenti nella società italiana nonostante l'articolo 3?
  4. Nella società italiana persistono discriminazioni di genere, razziali, e legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere, nonostante il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione.

  5. In che modo la legge DDL ZAN intende affrontare le discriminazioni e le violenze?
  6. La legge DDL ZAN mira a tutelare l'omosessualità, l'identità di genere e le persone con disabilità, prevedendo pene detentive e multe per chi istiga o commette atti di discriminazione o violenza per questi motivi.

  7. Chi è stato il relatore della legge DDL ZAN e quali altri politici hanno contribuito alla lotta contro le discriminazioni?
  8. Il relatore della legge DDL ZAN è Alessandro Zan, ma anche altri politici come Niki Vendola nel 1996 e Scalfarotto nel 2013 hanno lottato per obiettivi simili contro le discriminazioni.

  9. Quali ostacoli sta incontrando l'approvazione della legge DDL ZAN?
  10. L'approvazione della legge DDL ZAN sta incontrando ostacoli a causa di ritardi ripetuti, considerata di poca importanza da alcuni, nonostante l'impegno di parte della società civile e di volti noti nello spettacolo per la sua approvazione.

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