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Concetti Chiave

  • Tatuaggi e piercing sono espressioni di cultura e tradizione, con significati profondi e storie personali.
  • Le origini del tatuaggio risalgono alla preistoria, con usi rituali e spirituali in diverse culture antiche.
  • Nelle società tribali, piercing e scarificazioni indicavano status sociale e ruoli, servendo come identificatori del gruppo.
  • Oggi, tatuaggi e piercing sono spesso influenzati da mode e celebrità, perdendo significati tradizionali antichi.
  • Dal punto di vista medico, i tatuaggi comportano rischi di salute a causa di inchiostri tossici e possibili allergie.

Tatuaggi e Piercing: tradizioni e moda

Personalmente, penso che tatuaggi e piercing abbiano una grande importanza nei luoghi in cui sono espressione di una cultura e una tradizione, dove hanno un significato profondo e ogni segno racconta una parte di storia della persona che li porta addosso, del suo passato, della sua identità, di quello che ha fatto. Non a caso la parola tatuaggio deriva proprio dai popoli della Polinesia. Tra le popolazioni dell'Oceano Pacifico, infatti, da millenni si usa decorare la pelle con disegni rituali che si pensava avessero un'influenza divina su chi li sfoggiava.
Tali disegni venivano impressi sulla pelle battendo con dei pezzi di legno alcuni bastoncini acuminati che "incidevano" il derma. Dal rumore provocato dallo sbattere del legno (tau, tau, tau), nacque la parola onomatopeica tau tau, che indica proprio l’atto di tatuarsi la pelle, da cui deriva la parola inglese tatoo e il verbo francese tatouer.
In realtà, le origini del tatuaggio sono molto più antiche di quello che pensiamo: risalgono addirittura alla preistoria. Secondo alcuni studiosi, infatti, i complicati disegni rappresentati su alcune delle “Veneri preistoriche” non sarebbero semplici decorazioni, ma veri e propri tatuaggi. In generale i tatuaggi furono utilizzati per portare incise sul proprio corpo le prime divinità, le insegne del clan e spiriti protettori. Il famoso “Uomo di Similaun”, vissuto oltre 5 mila anni fa e rinvenuto nei ghiacciai del Trentino, è la più antica mummia a presentare tatuaggi. Ne ha circa 60 e la maggioranza di questi avevano funzione magico-terapeutica. Presso gli Sciti, i Sarmati e altri popoli delle steppe che si muovevano dall'Ucraina alla Siberia con le loro donne, anch'esse combattenti a cavallo, i tatuaggi erano di uso comune: raffiguravano animali totemici e fantastici in qualità di spiriti protettori individuali e del clan. Come quelli trovati sulla mummia dell'Altai, appartenente a una sciamana guerriera della cultura kurgan morta a meno di 30 anni, due millenni e mezzo fa. Perfettamente conservati nel ghiaccio dei monti Altai, in Siberia, i resti hanno permesso agli studiosi di individuare sulla sua epidermide elaborati tatuaggi di animali che sembrerebbero divinità. Tali figure rivelano un livello tecnico-esecutivo paragonabile a quello dei più moderni e quotati tatuatori. Sulla sua spalla sinistra c'è, per esempio, il tatuaggio di una chimera: un cervo con becco di grifone e zampe da capricorno. Sulle braccia, animali fantastici come un leopardo con una strana gobba o un lupo con un'insolita cresta. Sulla gamba destra, un lungo pesce con baffi.
Fra i Celti, i Daci e i Traci, gli Illiri e i popoli germanici i tatuaggi rivelavano il clan di appartenenza, il nome e lo status sociale. Praticamente, tutti i popoli definiti dai Greci e dai Romani "barbari" usavano tatuarsi. Per i Greci (e poi per i Romani) il tatuaggio invece era tabù. Contrastava con il loro ideale di bellezza pura. Era visto come cosa "da selvaggi", e il suo uso associato agli schiavi, provenienti dai popoli conquistati.
Con l'avvento del cristianesimo il tatuaggio visse i suoi tempi più cupi, e fu vietato a più riprese. Nella cultura occidentale si fece strada l'idea che il tatuaggio riguardasse i pagani, i ceti più bassi della popolazione e i delinquenti. In realtà, in Terra Santa e in molti luoghi di pellegrinaggio sparsi per l'Europa, erano all'opera frati tatuatori e anche i nobili non rispettavano il tabù. Si tatuavano soprattutto gli aristocratici che andavano alla guerra, in modo che il proprio corpo venisse riconosciuto e onorato secondo il lignaggio e la fede indicati sulla pelle in caso di morte.

Per quanto riguarda i piercing, ci sono poi popoli che usano decorare il corpo con cicatrici (scarificazioni) o piercing anche di grandi dimensioni: dall’Africa al Medio ed Estremo Oriente, dall’Australia ai nativi delle Americhe, le varie decorazioni del volto e del corpo sono legate a tradizioni ancestrali e a credo animisti perpetuati nel tempo. La scarificazione (cicatrici ottenute inserendo sotto pelle sostanze che ne evidenziano il volume), i tatuaggi e i diversi inserimenti di oggetti nella pelle erano considerati indicatore di posizione sociale, servivano a rendere esplicite le informazioni su ogni individuo e a distinguere i ruoli dei vari membri all'interno dell’etnia, allo scopo di regolarne i rapporti sia durante le cerimonie rituali, quanto nelle diverse attività quotidiane. La perforazione della narice era comune tra le tribù nomadi del Medio Oriente fin dall'antichità, oltre che tra le donne dell'area himalayana del Nord dell'India, del Nepal, del Tibet e del Bhutan, per manifestare il loro status sociale di donne sposate, proprio come avviene con la nostra “fede”. Presso alcune etnie africane, come i Toposa del Sud Sudan o i Nyangatom della Valle dell’Omo in Etiopia, la scarificazione coincideva con i riti iniziatici del passaggio dall’infanzia all’età adulta. Ogni etnia aveva i propri simboli per modificare l’aspetto in modo permanente e per proteggersi da demoni e spiriti maligni. Le donne esibivano imponenti scarificazioni sul ventre, che ne costituivano anche l’attrazione sessuale. Nelle società tribali, l’oggetto sorprendente e simbolico inserito nel corpo rispondeva quindi all’ancestrale bisogno di identificarsi col gruppo, segno particolare di riconoscimento per distinguersi dagli altri. In parte, questo significato è passato nella nostra società, soprattutto a partire dagli anni ’70 e ’80, quando per chi aderiva alle correnti di pensiero punk, rocker e goth, piercing e tatuaggi divennero simbolo di sfida e di ribellione contro i valori conservatori e affermazione di indipendenza nelle scelte personali.
Io penso, però, che anche questo significato si sia ormai perso, venendo sostituito dalle mode e dal bisogno di emulare i personaggi famosi, come cantanti, sportivi e influencer vari. Tante persone si riempiono di tatuaggi senza significato, solo per stupire e farsi vedere: tutto è apparenza. In questo modo sviliscono anche il senso antico e profondo dei tatuaggi nelle loro culture originarie.
Inoltre, dal punto di vista medico e scientifico, il tatuaggio comporta gravi rischi per la salute. Infatti, quando l’inchiostro viene inserito sotto la pelle tramite gli aghi, crea una ferita. Il sistema immunitario, allora, lancia l’allarme e fa accorrere i macrofagi, piccole cellule che mangiano il materiale estraneo, cioè l’inchiostro, per ridurre l’infiammazione. Anche altre cellule della pelle, i fibroblasti, inglobano il pigmento che, così, rimane per sempre nel derma colorando in modo permanente la nostra pelle. Al di là dei rischi immediati di infezioni, dunque, bisogna considerare le conseguenze date dalla presenza di questi inchiostri. Secondo uno studio dell’Università di Regensburg, diversi pigmenti utilizzati sono tossici: potrebbero, cioè, recare danni alle cellule del nostro organismo. Negli inchiostri di scarsa qualità, le micro-particelle iniettate nel derma potrebbero raggiungere i linfonodi, anche se non è chiaro ancora se da qui riescano ad arrivare ad altri organi. Inoltre, gli inchiostri, anche quelli di ottima qualità, possono contenere metalli, idrocarburi, ftalati, che sono considerati cancerogeni e comunque pericolosi per il sistema endocrino, oltre che molto spesso causa di allergie.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della parola "tatuaggio"?
  2. La parola "tatuaggio" deriva dai popoli della Polinesia, dove il termine onomatopeico "tau tau" indicava l'atto di tatuarsi la pelle, da cui derivano le parole inglese "tattoo" e il verbo francese "tatouer".

  3. Quali erano le funzioni dei tatuaggi nelle culture antiche?
  4. Nelle culture antiche, i tatuaggi avevano funzioni magico-terapeutiche, rappresentavano divinità, insegne del clan e spiriti protettori, e servivano a indicare il clan di appartenenza, il nome e lo status sociale.

  5. Come venivano percepiti i tatuaggi dai Greci e dai Romani?
  6. Per i Greci e i Romani, i tatuaggi erano tabù e associati ai "selvaggi" e agli schiavi, contrastando con il loro ideale di bellezza pura.

  7. Quali rischi medici sono associati ai tatuaggi secondo il testo?
  8. I tatuaggi comportano rischi di infezioni e potenziali danni cellulari a causa di pigmenti tossici, metalli e altre sostanze pericolose presenti negli inchiostri, che possono causare allergie e problemi al sistema endocrino.

  9. Come è cambiato il significato dei tatuaggi e piercing nella società moderna?
  10. Nella società moderna, il significato dei tatuaggi e piercing si è trasformato in una moda influenzata da celebrità, perdendo il loro significato culturale e profondo originario, diventando simboli di ribellione e indipendenza negli anni '70 e '80.

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