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Concetti Chiave

  • Il centenario di "Lettera a una professoressa" di Don Milani viene celebrato, sottolineando il suo impatto come manifesto pedagogico contro le ingiustizie sociali e scolastiche.
  • Don Milani, proveniente da una famiglia agiata, fonda la Scuola Barbiana con un approccio educativo che mira a formare gli studenti per la vita lavorativa, superando le barriere sociali.
  • La questione della bocciatura viene affrontata criticamente nel libro, evidenziando che il sistema scolastico dovrebbe evitare di prolungare inutilmente il percorso educativo.
  • La scuola moderna affronta sfide significative come la DAD e le misure sanitarie, ma "Lettera a una professoressa" rimane un punto di riferimento per gli educatori.
  • L'importanza di una professoressa speciale è evidenziata attraverso una lettera che esprime gratitudine per l'incoraggiamento e il supporto nel formare individui capaci di affrontare le sfide della vita.

In questo appunto di Italiano si tratta delle lettere che si vorrebbero scrivere alle proprie professoresse del passato, con iniziale contributo al centenario di Lettera a una professoressa di Don Milani. Lettera a una professoressa di Don Milani ed esempio di lettera a una professoressa speciale articolo

Indice

  1. Lettera a una professoressa
  2. La scuola di oggi
  3. Lettera a una professoressa speciale

Lettera a una professoressa

In quest’anno si celebra il centenario di Lettera a una professoressa, scritto di Don Milani manifesto per tutti gli insegnanti, maestro della Scuola Barbiana di Firenze.
Lorenzo Don Milani apparteneva ad una famiglia agiata dell’alta borghesia fiorentina, comprendeva bene, dunque, l’agiatezza economica e coloro che appartenevano a questa classe sociale.

Nonostante i benefici, il maestro aveva un sentimento di profondissimo disprezzo verso ogni ingiustizia sociale, in particolare scolastica. All’epoca, infatti, la scuola era un privilegio di pochi ragazzi appartenenti a famiglie già colte di loro, che avevano dunque meno bisogno di imparare rispetto ai ragazzi più poveri, meno fortunati.
Nel 1943 entrò in seminario e, scontrandosi con la Chiesa lontana a questi bisogni, venne spedito a Barbiana, luogo sconosciuto e disperso in Toscana, prima che egli fondò la Scuola Barbiana. Tramite di lei, come si legge nel libro Lettera a una professoressa, riuscì a cambiare la vita di numerosissimi bambini a cui dedicò l’intera vita. Perché si trattava di lezioni 7 giorni su 7, che non si focalizzavano solo sulle classiche materie letterarie e scientifiche, ma che andavano a formare l’alunno per la vita futura, vita quindi lavorativa. Don Milani rendeva consapevoli i ragazzi che avrebbero dovuto sapere almeno 4 lingue (100 anni fa) e soprattutto il loro mestiere futuro, più che la biografia di Dante.
Così, Lettere a una professoressa, oggi, rappresenta un pilastro per la buona scuola, per l’educazione scolastica e per ogni alunno e insegnante, specie durante questi lunghi e difficili anni di DAD.
In Lettera a una professoressa si legge anche di tutto quella questione che scaturì poi particolare interesse negli anni Settanta, ovvero la questione della bocciatura. Secondo Don Milani, infatti, a nulla sarebbe servito obbligare un bambino (che già faceva difficoltà ad andare a scuola per via del fatto che quelle ore impedivano alla sua famiglia di avere del denaro che avrebbe potuto portare il bambino svolgendo il suo lavoro) a ripetere gli anni scolastici, che prolungavano solo l’attesa alla vita reale. “Coloro i quali bocciano solo per il gusto di bocciare sono criminali pericolosi e sadici, ma altrettanto pericolosi sono coloro i quali (o per far carriera o per pecoronismo gerarchico o per smania di passar per novatores) promuovono tutti e pretendono che tutti siano promossi: anche per costoro dovrebbe esserci un’azione penale o il manicomio”.
Detto questo, però, non bisogna figurarsi Don Milani come il maestro clemente per eccellenza, e il suo scritto lo dice: molte sono le occasioni in cui l’autore (e gli alunni che testimoniano), ammette di aver (fieramente) impartito lezioni e rimproveri e punizioni corporali ai suoi ragazzi. Anche questo faceva parte del suo metodo di insegnamento.

La scuola di oggi

Mai come oggi il luogo scuola e il mestiere di insegnante è diventato complicato. DAD, banchi separati, lim, mascherine, disinfettanti, ore perse a leggere doveri sanitari da rispettare, distanza fisica e mentale… Lettera a una professoressa certo fa comprendere che numerose erano le difficoltà anche in passato, ma di differente portata. Ciò che c’è comunque e sempre da ricordare è che il mestiere dell’insegnante è il più bello e difficile del mondo, e anche loro sono degli esseri umani, portati, a volte, all’errore. A volte si vorrebbe avere la possibilità di scrivere una lettera speciale a una professoressa che ha cambiato, più che la nostra conoscenza e il nostro approccio allo studio, la nostra vita, il nostro futuro da uomini e donne adulte.

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Lettera a una professoressa speciale

Cara professoressa,
oggi ho sentito il mio nome ad alta voce, mi sono girata e ho incontrato i suoi occhi. Occhi che non vedevo da tempo, risaltati dalla sua solita sciarpa azzurra. Ho notato anche le sue solite scarpe che assomigliano a delle ciabatte di cui ridevamo io e i miei compagni perché ci sembrava che la scuola, durante le ore della sua materia, si trasformasse in una casa accogliente in cui una grande donnna ci raccontava le sue conoscenze per gentilmente arricchire le nostre menti. Una casa dispersa nel freddo in cui l'unione generava un focolare immaginario sempre accesso. Tutti intorno la ascoltavamo ma le devo dire, e lei già so che lo sa, che ciò che ricordo con più amore non sono le sue lezioni. Ciò che ricordo con più nostalgia sono i suoi incoraggiamenti, le sue frasi “ce la puoi fare”, “coraggio” e anche i suoi rimproveri quando volevamo stare a casa piuttosto che fare quella verifica che ci avrebbe messo a confronto con le nostre capacità e il nostro impegno.
Lei ci diceva sempre che la scuola è una palestra di vita, ma mai fino ad oggi ho capito cosa intendesse.
Oggi, infatti, riascoltando la sua voce, mi sono ricordata di quanto è bello avere nella vita una persona che è un punto di riferimento, un’ancora, un insegnamento e un incoraggiamento. Spesso, in questi anni oscuri, mi sento soffocare dai numerosi problemi che devo affrontare, dalle sfide di ogni giorno, dalle innumerevoli persone che si aggrappano alle mie spalle, spesso ancora fragili. Eppure mi viene in mente il suo atteggiamento e anche io, professoressa, divento una fortezza per le persone care della mia vita. Ma quant’è difficile… E come lo faceva con grazia e leggerezza, invece, lei.
Cara professoressa, grazie per ogni ora passata insieme a me e i miei compagni, grazie per ogni mattina che ci ha svegliati con le sue dolci ma forti parole di insegnamento, grazie per ogni nota e grazie per ogni bel voto. Grazie perché oggi è solo grazie a lei se non mi spavento di fronte a un “no”, se non mi scoraggio di fronte a un “non va bene”, se non mi dimentico di ogni mio dovere ma soprattutto se non sottovaluto ogni mio bisogno.
Spero di rivederla presto ma, in caso contrario, sappia che ha dato un contributo enorme a questa nuova generazione che prenderà il primo posto presto in questa società complessa e difficile da risolvere. Non la deluderemo, come ci ha detto l’ultimo triste giorno di scuola.
Buona vita, Prof.

Per ulteriori approfondimenti su Lettera a una professoressa vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato di "Lettera a una professoressa" di Don Milani?
  2. "Lettera a una professoressa" è un manifesto per gli insegnanti, scritto da Don Milani, che critica le ingiustizie sociali e scolastiche, promuovendo un'educazione inclusiva e pratica.

  3. Chi era Don Milani e quale era il suo approccio all'insegnamento?
  4. Don Milani era un maestro della Scuola Barbiana di Firenze, noto per il suo disprezzo verso le ingiustizie sociali e il suo metodo educativo che preparava gli studenti alla vita lavorativa, insegnando loro più lingue e competenze pratiche.

  5. Quali erano le opinioni di Don Milani sulla bocciatura scolastica?
  6. Don Milani era contrario alla bocciatura, ritenendola inutile e dannosa, poiché prolungava l'attesa per la vita reale e non aiutava i bambini che già facevano fatica a frequentare la scuola.

  7. Come viene descritta la scuola di oggi nel testo?
  8. La scuola di oggi è descritta come un luogo complicato a causa di DAD, distanziamento fisico e mentale, e altre difficoltà, ma il mestiere dell'insegnante è ancora considerato il più bello e difficile del mondo.

  9. Qual è il messaggio della "Lettera a una professoressa speciale"?
  10. La "Lettera a una professoressa speciale" esprime gratitudine verso un'insegnante che ha avuto un impatto significativo sulla vita e il futuro degli studenti, sottolineando l'importanza di avere un punto di riferimento e un incoraggiamento nella vita.

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