Concetti Chiave
- Il bullismo è stato ufficialmente riconosciuto negli anni Settanta in Scandinavia, collegato a episodi di suicidio tra giovani vittime di maltrattamenti.
- Le principali tipologie di bullismo sono: diretto, indiretto e cyberbullismo, tutte con l'obiettivo di aggredire psicologicamente o fisicamente la vittima.
- Il bullismo femminile, sebbene meno comune, è caratterizzato da una violenza psicologica subdola e spesso più intensa rispetto a quello maschile.
- Fattori come situazioni familiari problematiche possono contribuire al comportamento del bullo, ma non lo giustificano.
- L'intervento della "massa grigia", ovvero gli spettatori passivi, è cruciale per fermare il bullismo, ma spesso manca nelle situazioni scolastiche.
In questo tema di italiano si parla del bullismo, un fenomeno che, nonostante sia stato affrontato nella cinematografia, nella letteratura, e venga continuamente proposto nelle scuole, non è mai stato trattato con la dovuta attenzione. Con questo tema si vuole dunque riflettere su questa tematica indagando diversi aspetti del fenomeno.
Indice
Origini del fenomeno: quando e dove nasce il bullismo
Il fenomeno del bullismo viene ufficialmente riconosciuto e identificato solo negli anni Settanta, in Scandinavia. Si comincia a parlare di bullismo, infatti, quando alcuni episodi di suicidio di ragazzi, vengono ricondotti a maltrattamenti e minacce da parte di coetanei.
Poiché il fenomeno, pur non avendo un nome, era comunque diffuso in tutto il mondo, se ne comincia a parlare ovunque. Il termine che identifica il problema deriva dall'inglese "bullying", che indica l'insieme degli atti violenti che una persona esercita nei confronti di un secondo individuo, poiché lo considera inferiore.
Per ulteriori approfondimenti sul tema del bullismo vedi qui
Tipi di bullismo: diretto, indiretto, cyberbullismo
Il bullismo si suddivide in tre tipologie
- diretto: considera atti violenti diretti o aggressioni verbali da parte del bullo;
- indiretto: agisce invece più sul piano psicologico e punta a rovinare l’opinione pubblica di una persona e a diffamarla attraverso la trasmissione di notizie false e offensive;
- cyberbullismo: si serve di mezzi elettronici (ad esempio dei social network come Facebook o dei canali di trasmissione video come Youtube) al fine di riportare e diffondere offese verso la vittima.
Anche se queste tre forme si differenziano l'una dall'altra per mezzi e modalità di diffusione, lo scopo, ossia aggredire una persona, è sempre lo stesso, così come i soggetti coinvolti, che sono il bullo, il ragazzo "indifeso” e la massa grigia.
Il bullo è l'individuo che compie le violenze e le prepotenze nei confronti di altre persone. Da molti e recenti studi è emerso che nella maggior parte dei casi egli stesso è vittima di situazioni familiari problematiche, è figlio unico o che non riceve molte attenzioni dai genitori. Ciò non giustifica sicuramente il suo comportamento, ma pone l’accento sui fattori che determinano la sua condotta e aiuta a individuare gli elementi su cui lavorare. Il ragazzo indifeso è invece, solitamente, un ragazzo gracile, di bassa statura o con una buona corporatura. Che proprio per queste sue caratteristiche viene preso in giro dai suoi coetanei, che vedono in lui un oggetto su cui sfogare la propria rabbia interiore.
Infine, vi è la massa grigia, ovvero tutte le persone che durante un atto di bullismo guardano la vittima, sghignazzando o provandone pietà, senza però intervenire o testimoniare le violenze a chi di dovere.
Recenti ricerche hanno evidenziato che il fenomeno del bullismo si verifica soprattutto nelle scuole medie e superiori, con una percentuale del 30% e 50% rispettivamente. Mentre tra i ragazzi delle elementari il fenomeno sarebbe presente solo al 20%.
I danni che il bullo può provocare al soggetto offeso sono numerosi e possono costare alla famiglia spese ingenti.
Per ulteriori approfondimenti sul tema del cyberbullismo vedi qui
Bullismo femminile: meno diffuso ma più violento
Un fenomeno diverso ma che presenta dinamiche simili è il bullismo femminile, ossia quello che viene esercitato tra ragazze. Questo è meno diffuso rispetto a quello maschile, ma è molto più violento. A caratterizzarlo non è una violenza esplicita, ma una subdola violenza psicologica che logora la vittima fino all'esasperazione. Spesso ciò avviene tramite canzoncine e prese in giro o attraverso la diffusione di bugie che mirano a denigrare la vittima compromettendone la reputazione. Solitamente, ci dicono gli studi, le vittime sono ragazze grasse o povere; caratteristiche che spesso, la società odierna, colpevolizza a sua volta.
La mia esperienza diretta di bullismo
Io nel mio piccolo posso descrivere un episodio a cui ho assistito a scuola l'anno scorso. Una ragazza molto popolare e trainante aveva creato una piccola gang. Mancare di rispetto al professore e offendere i compagni era la parola d'ordine per entrare nel gruppo. E le vittime di queste offese erano quasi sempre i ragazzi più deboli. La ragazza agiva per lo più indisturbata, incutendo timore tra i suoi compagni, mentre la “massa grigia” assisteva inerme a tali prepotenze. Finché un giorno, un ragazzo ripetente, quindi più grande di lei, assistendo all’ennesimo episodio di bullismo da parte della giovane, la spinse, facendola cadere davanti all’intera classe. Credo che in quell’occasione la bulla abbia capito veramente cosa si provi ad essere trattati male, e forse quell’episodio le ha fatto passare la voglia di farlo ancora. Peccato però che si debba arrivare a tanto per far smettere tali prepotenze!
A mio parere il bullismo è un fenomeno che deve essere studiato attentamente, poiché può provocare gravi danni. Per quanto riguarda i bulli, bisognerebbe attuare soluzioni più decise, escluderli dalla classe per un certo tempo e aiutare apertamente i più deboli, dialogando con loro quando si nota che hanno qualche difficoltà.
Per ulteriori approfondimenti sul bullismo nelle scuole
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini del fenomeno del bullismo?
- Quali sono i diversi tipi di bullismo identificati nel testo?
- In che modo il bullismo femminile differisce da quello maschile?
- Qual è il ruolo della "massa grigia" nel fenomeno del bullismo?
- Quali soluzioni propone il testo per affrontare il bullismo nelle scuole?
Il bullismo è stato ufficialmente riconosciuto negli anni Settanta in Scandinavia, quando alcuni episodi di suicidio tra ragazzi sono stati collegati a maltrattamenti e minacce da parte di coetanei.
Il testo identifica tre tipi di bullismo: diretto, indiretto e cyberbullismo, ognuno con modalità diverse ma con lo stesso scopo di aggredire una persona.
Il bullismo femminile è meno diffuso ma più violento, caratterizzato da una violenza psicologica subdola che logora la vittima, spesso attraverso prese in giro e diffusione di bugie.
La "massa grigia" comprende le persone che assistono agli atti di bullismo senza intervenire, spesso ridendo o provando pietà, ma senza testimoniare le violenze.
Il testo suggerisce di escludere i bulli dalla classe per un certo tempo e di aiutare apertamente i più deboli, dialogando con loro per affrontare le difficoltà.