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Concetti Chiave

  • La pena di morte, nota anche come pena capitale, è una sanzione legale che prevede l'esecuzione di un condannato per reati gravi, ma la sua brutalità è sempre più contestata da organizzazioni come Amnesty International.
  • In Italia, la pena di morte fu abolita nel 1889 con il Codice Zanardelli, ma reintrodotta durante il fascismo e poi definitivamente eliminata dalla Costituzione del 1948, sostituita dall'ergastolo.
  • Cesare Beccaria, nel suo trattato "Dei delitti e delle pene", critica la legittimità della pena di morte, sostenendo che non è un deterrente efficace rispetto alla detenzione, e sottolinea il diritto alla vita come fondamentale.
  • A livello internazionale, la pena di morte è regolata dal Patto internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite, che limita le esecuzioni ai crimini più gravi e prevede diritti di grazia per i condannati.
  • L'Unione Europea si oppone fermamente alla pena di morte, evidenziando l'impatto psicologico devastante del "braccio della morte" e i rischi di condannare innocenti, promuovendo il diritto alla vita come diritto umano fondamentale.

Questo appunto di Italiano riguarda la pena di morte e la sua evoluzione nel tempo, in particolare i suoi risvolti storici, politici e sociali e l’impatto che ha avuto anche sulla storia della letteratura internazionale. La pena di morte : saggio breve per punti articolo

Indice

  1. La pena di morte: cos’è, cosa prevede, qual è la legislazione attiva in proposito
  2. La pena di morte in Italia: evoluzione storica di questa sanzione penale
  3. La pena di morte: una visione più internazionale

La pena di morte: cos’è, cosa prevede, qual è la legislazione attiva in proposito

La pena di morte, definita pena capitale, è una sanzione che consiste nel togliere la vita ad un condannato.

È una punizione molto pesante, che viene inflitta dopo il compimento di un reato molto grave e pesante. Soprattutto all’inizio, era sfruttata per punire:

  1. omicidi
  2. eretici
  3. traditori

Negli ultimi anni, invece, si sta ribadendo in modo sempre più forte la brutalità di questa punizione e anche Amnesty international si sta schierando contro tutto questo. La pena di morte viene ancora usata come strumento di sanzione in ottanta Stati e l’opinione pubblica è ancora divisa tra chi è pro e chi è contro. Il record delle esecuzioni è detenuto dall’Iran, che ha eseguito circa 314 sanzioni capitali al 2021; seguono l’Arabia Saudita e l’Egitto con circa una settantina di esecuzioni. Solo negli USA ci sono 28 stati che ancora usano come strumento di punizione la pena di morte, anche se con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca è attualmente in vigore una riflessione sulle esecuzioni. Il quotidiano “La Repubblica”, nel suo articolo “Stati Uniti, studio choc: la pena di morte riduce gli omicidi” del 19 novembre 2007, riporta dati e testimonianze: secondo Gary Becker, la pena di morte ha un ruolo deterrente, e dalle ricerche compiute da studiosi dell’Università di Pepperdine e riportate sul Wall Street Journal affiora che le condanne a morte scoraggiano gli omicidi e salverebbero molte vite umane, e ricordando che negli anni Novanta quando negli Stati Uniti accelerarono le condanne a morte, il numero di omicidi crollò. Ma questa teoria viene respinta dagli abolizionisti che affermano che non sempre gli assassini agiscono in modo razionale soppesando il rischio delle loro azioni, e che in ogni caso il numero delle esecuzioni negli Stati Uniti (una ogni 300 omicidi) è relativamente limitato perché possa avere un potere deterrente.

La pena di morte in Italia: evoluzione storica di questa sanzione penale

La pena di morte, in Italia, è stata in vigore fino al 1889, quando fu deciso di abolirla completamente, incontrando l’approvazione di entrambe le Camere, proprio in occasione dell’introduzione del Codice penale nuovo, il Codice Zanardelli. Tuttavia, essa restò in vigore nel Codice penale militare, con un’applicazione limitata a comportamenti che ledevano l’onore militare. Nel 1926, il fascismo introdusse nuovamente la pena di morte per tutti coloro che decidessero di compiere reati contro lo Stato; tuttavia, con la dipartita di Mussolini venne abolita per tutti i reati previsti dai codici fino al 1930, anche se rimase in vigore per il collaborazionismo con i nazi – fascisti. Con la promulgazione ed entrata in vigore della Costituzione il 1° gennaio 1948, ci fu l’abolizione totale della pena di morte per tutti i reati. La pena capitale fu sostituita dall’ergastolo, che è considerata la massima pena del Codice penale. L’Italia, inoltre, ha approvato anche un protocollo per salvaguardare i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo e ha applicato una modifica all’articolo 27 della Costituzione.
In Italia, questa tematica è stata discussa anche in campo letterario da Cesare Beccaria, filosofo illuminista del Settecento, che ha espresso il suo abolizionismo, nel suo pamphlet “Dei delitti e delle pene” pubblicato nel 1764, sfruttando tre argomentazioni:

  1. la pena di morte è illegittima e inutile, perché non ha una base nel contratto che ha permesso la formazione delle società
  2. essa rappresenta una guerra, che mira ad eliminare fisicamente un cittadino, ritenendo l’azione utile e necessaria
  3. la vita di ogni uomo è sacra e quindi distruggerla è azione ingiusta

Sostiene che attraverso la pena di morte lo Stato, per punire un delitto, ne commetterebbe uno a sua volta e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ne ordina uno pubblico. La pena di morte non può essere considerata un deterrente efficace, come invece lo sarebbe la detenzione, cioè la privazione della libertà personale, in quanto i colpevoli di omicidio non sempre agiscono calcolando le conseguenze delle proprie azioni, e spesso gli omicidi avvengono in momenti di particolare ira. È giusto, quindi, dare modo al reo di redimersi ed espiare il peccato commesso per poter riavere la propria libertà.

La pena di morte : saggio breve per punti articolo

La pena di morte: una visione più internazionale

Come sostenuto da Robespierre nell’articolo dal titolo “Discorso contro la pena di morte” del 30 maggio 1791, è crudele togliere all’uomo la possibilità di espiare il proprio peccato col pentimento o compiendo azioni virtuose, e farlo scendere nella tomba ancora marchiato del suo crimine.
Un punto di riferimento importante è il patto internazionale sui diritti politici, stipulato nel 1966 dalle Nazioni Unite, a seguito della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.
L’articolo 6, che riguarda proprio la pena capitale, impone solo alcune limitazioni, affermando che: “una sentenza capitale può essere pronunciata soltanto per i delitti più gravi, in conformità alle leggi vigenti al momento in cui il delitto fu commesso” e “può essere eseguita soltanto in virtù di una sentenza definitiva, resa da un tribunale competente”. Inoltre, “ogni condannato a morte ha il diritto di chiedere la grazia o la commutazione della pena” e “una sentenza capitale non può essere pronunciata per delitti commessi dai minori di 18 anni e non può essere eseguita nei confronti di donne incinte”.
Questo patto è stato firmato da 168 stati ed è vincolante nel diritto internazionale. Sono importanti anche gli articoli 1 e 2, che affermano: “Nessuna persona soggetta alla giurisdizione di uno Stato Parte al presente Protocollo sarà giustiziata”; “Ciascuno Stato Parte adotterà tutti i provvedimenti necessari per abolire la pena di morte nell’ambito della sua giurisdizione”.
L’UE si sta impegnando moltissimo per proteggere e garantire i diritti fondamentali dell’uomo, ribadendo il diritto alla vita di ogni persona. È giusto ricordare che la condanna a morte provoca una tortura psicologica, perché dalla sentenza all’esecuzione possono passare molti anni e il condannato è costretto a vivere in un “braccio della morte” che spesso porta al suicidio per alleviare l’attesa. Le leggi che, invece di caratterizzarsi per un’efficace e moderata severità danno man forte alla vendetta, e fanno scorrere sangue che dovrebbero risparmiare e che non hanno comunque il diritto di spargere, e che offrono al popolo scene crudeli e strazianti, confondono nella mente dei cittadini il concetto di giusto ed ingiusto, e in questo modo l’uomo non è più per l’uomo una cosa così sacra. Come afferma Giovanni Paolo II ne “Evangelium Vitae” promulgata il 25 marzo 1995, la pubblica autorità deve vendicare la violazione dei diritti umani e sociali attraverso l’imposizione di un’adeguata espiazione del crimine da parte del reo per essere riammesso nella comunità. In questo modo l’autorità acquista anche il compito di difendere l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini e offre al reo la possibilità di correggersi. La misura della pena deve essere ben valutata prima di giungere alla soluzione drastica di togliere la vita al condannato. Oltretutto, la pena capitale colpisce, molto più spesso di quanto si immagini, persone innocenti portate a confessare per sfinimento, mentre i reali colpevoli sono ancora a piede libero.
Il famoso romanzo fantasy “Il signore degli anelli” cita: “Molti tra i vivi meriterebbero la morte. E parecchi che sono morti meriterebbero la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.”

Per approfondire la pena di morte vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione e l'uso storico della pena di morte?
  2. La pena di morte, o pena capitale, è una sanzione che consiste nel togliere la vita a un condannato per reati molto gravi come omicidi, eresia e tradimento. Storicamente, è stata utilizzata come punizione severa, ma negli ultimi anni è sempre più criticata per la sua brutalità.

  3. Come si è evoluta la legislazione sulla pena di morte in Italia?
  4. In Italia, la pena di morte è stata abolita nel 1889 con il Codice Zanardelli, ma reintrodotta dal fascismo nel 1926 per reati contro lo Stato. È stata definitivamente abolita con la Costituzione del 1948, sostituita dall'ergastolo come massima pena.

  5. Quali sono le posizioni internazionali sulla pena di morte?
  6. A livello internazionale, la pena di morte è regolata da trattati come il patto internazionale sui diritti politici del 1966, che impone limitazioni severe. L'UE e altre organizzazioni promuovono l'abolizione della pena capitale, sottolineando il diritto alla vita e i rischi di errori giudiziari.

  7. Quali sono le argomentazioni contro la pena di morte secondo Cesare Beccaria?
  8. Cesare Beccaria, nel suo pamphlet "Dei delitti e delle pene", sostiene che la pena di morte è illegittima e inutile, non ha base nel contratto sociale, rappresenta una guerra contro il cittadino e non è un deterrente efficace rispetto alla detenzione.

  9. Quali sono le critiche alla pena di morte in termini di diritti umani?
  10. La pena di morte è criticata per la tortura psicologica che infligge ai condannati, l'inefficacia come deterrente e il rischio di esecuzioni di innocenti. È vista come una violazione dei diritti umani fondamentali, con un impatto negativo sulla percezione del giusto e dell'ingiusto.

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