Concetti Chiave
- Il bullismo è un problema ricorrente nell'adolescenza, spesso rivolto verso i più deboli o diversi.
- Un numero verde anti bullismo riceve circa 120 chiamate giornaliere, principalmente da studenti delle scuole medie.
- Un caso estremo riguarda una baby gang che ha sequestrato un coetaneo, rilasciandolo solo dopo un riscatto.
- Lo scrittore Marco Lodoli sottolinea che la responsabilità del bullismo non dovrebbe ricadere solo sulla scuola.
- Il bullismo può essere una manifestazione di problemi familiari o personali, con i bulli che mascherano le proprie insicurezze.
Saggio breve di ambito socio - economico
Titolo: Destinazione editoriale: giornalino scolastico
Il bullismo nell'adolescenza
Il bullismo è sempre stato un tasto dolente dell’adolescenza: i ragazzi compiono atti di prepotenza o violenza verso i più deboli. Ma siamo sicuri che i veri deboli siano i più timidi, quelli di etnie diverse dalla propria o quelli con problemi? Per aiutare e denunciare questi casi è nato il numero verde anti bullismo, che riceve circa 120 telefonate al giorno, la maggior parte delle quali provengono da ragazzi di scuole secondarie di primo grado.
Un caso assurdo di bullismo
Il Corriere della Sera ci riporta un assurdo nonché inaccettabile caso di bullismo: una baby gang ha rapito un loro coetaneo e lo ha successivamente liberato solo dietro riscatto di 10 euro. “Ma come si può fare una cosa del genere già a questa età?” molti si chiedono. E soprattutto, qual è la fonte dei problemi che sono alla base di questi atti di bullismo? Il celebre scrittore Marco Lodoli, si batte in un articolo sul quotidiano “Repubblica” sul ruolo della scuola in questa faccenda: “non facciamo i finti tonti, vi prego, e non gettiamo sulle spalle della scuola anche questa colpa”. Queste le parole dello scrittore, decisamente atte a ribadire la posizione neutrale che la scuola assume in questo caso ma a chi dare la responsabilità quindi? Molte volte, i cosiddetti bulli, hanno alle spalle una situazione familiare disastrosa, con genitori che non hanno né tempo né voglia di stare a sentire i problemi dei propri figli. Proprio forse per questo loro stato d’animo conseguente, come ci dice lo stesso Lodoli, il bullo “umilia, perseguita, picchia il compagno più debole, ancora incastrato nella sua naturale fragilità, così calpesta il compagno handicappato, poiché quella debolezza non trova alcuno spazio nel suo ordine di valori”.
Le responsabilità del bullismo
Ma siamo davvero sicuri che non rientra nella sua comprensione, o è troppo facile prendersela con uno più piccolo o più debole? La risposta la troviamo nelle azioni di questi ragazzi: come mai non abbiamo mai occasione di vedere un ragazzino che minaccia uno più grosso di lui?
Non ci sembra giusto sfruttare le debolezze altrui, perché tutti abbiamo dei punti di insicurezza, ma c’è chi li dimostra apertamente e chi invece li maschera con troppa sicurezza, li rimpiazza con atti di violenza, che non fanno altro che creare una bolla di protezione per il bulletto, che gli fa credere si possa inspessire solo indebolendo quelle altrui, quando invece, con violenze e prepotenze non si fa altro che mostrare i propri disagi apparentemente dissimulati.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della scuola nel fenomeno del bullismo?
- Quali sono le cause principali del bullismo secondo il testo?
- Come viene affrontato il bullismo a livello istituzionale?
- Perché i bulli scelgono di colpire i più deboli?
Secondo lo scrittore Marco Lodoli, la scuola non dovrebbe essere considerata responsabile del bullismo, poiché spesso i bulli provengono da situazioni familiari difficili.
Il testo suggerisce che il bullismo è spesso causato da situazioni familiari disastrose e dalla necessità dei bulli di mascherare le proprie insicurezze attraverso atti di violenza.
È stato istituito un numero verde anti bullismo che riceve circa 120 telefonate al giorno, principalmente da ragazzi delle scuole secondarie di primo grado.
I bulli colpiscono i più deboli perché è più facile prendersela con chi è più piccolo o vulnerabile, e questo comportamento serve a mascherare le loro insicurezze e disagi personali.