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Concetti Chiave

  • Il Futurismo e poeti come Gabriele d'Annunzio esaltarono la guerra, vedendola come un mezzo per modernizzare il mondo e un'opportunità per l'Italia.
  • Autori come Majakovskij e Renato Serra evidenziarono invece la brutalità e l'inutilità della guerra, sottolineando il suo carattere distruttivo e sterile.
  • La guerra di trincea durante la Prima Guerra Mondiale fu particolarmente devastante, con combattimenti estenuanti e condizioni di vita precarie per i soldati.
  • Giovanni Papini e Thomas Mann sostennero la guerra, vedendola come un mezzo per ristabilire un equilibrio e un dovere morale verso la nazione.
  • Esiste l'idea che la guerra possa essere evitata attraverso il dialogo e la comprensione reciproca, evitando così la perdita inutile di vite umane.

Indice

  1. L'atteggiamento dei letterati
  2. Il futurismo e la guerra
  3. D'Annunzio e l'interventismo
  4. Majakovskij e la critica alla guerra
  5. Renato Serra e l'inutilità della guerra
  6. La morte livella tutti
  7. Papini e l'equilibrio della guerra
  8. Thomas Mann e la necessità morale
  9. La possibilità di evitare la guerra

L'atteggiamento dei letterati

Poeti e letterati di fronte alla grande guerra Destinazione: rivista storica

Il secolo appena trascorso è stato caratterizzato da due eventi significativi: la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. La prima “inutile strage”, come la definì papa Benedetto XV, avvenne tra il 1914 e il 1918 e vide il fronteggiarsi della Triplice Intesa (Francia, Inghilterra, Russia) contro la Triplice Alleanza (Austria, Germania e Italia). Quale fu l’atteggiamento dei letterati di fronte alla guerra? Ci fu chi l’esaltò e chi, invece, ne mise in risalto i limiti e le violenze.

Il futurismo e la guerra

Tutti gli esponenti appartenenti alla corrente del Futurismo si mostravano favorevoli alla guerra. Essa, come appare dal Manifesto del Futurismo, era considerata l’unica capace di igienizzare il mondo. I futuristi, infatti, rifiutavano la tradizione e si opponevano alla cultura del passato. Per raggiungere una piena modernità, quindi, era necessario far ricorso alle armi.

D'Annunzio e l'interventismo

Accanito sostenitore della guerra fu anche il poeta italiano Gabriele d’Annunzio. Egli, infatti, apparteneva alla cosiddetta corrente degli interventisti: l’Italia non entrò subito in guerra, ma aspettò un anno. In quest’arco di tempo, si scontrarono i neutralisti, contrari all’entrata in guerra della nazione, e gli interventisti, favorevoli all’intervento bellico italiano. D’Annunzio, nel discorso tenuto a Quarto il 5 maggio 1915, affermò la sua contentezza nel sapere che finalmente l’Italia era entrata in guerra.

Majakovskij e la critica alla guerra

Non tutti i letterati espressero questi comportamenti gioiosi nei confronti del conflitto. Il poeta russo Majakovsfkij, in un suo componimento, mette in risalto le caratteristiche negative dei combattimenti: il rosso purpureo del sangue, le labbra anch’esse bagnate di sangue, le baionette, gli obici. Anche la natura rispecchia la violenza che sta avvenendo in terra: nel Reno scorre sangue, nei cieli di Roma si sente il tuonare delle armi, sempre dal cielo c’è un pianto di lacrime di stelle.

Renato Serra e l'inutilità della guerra

Anche Renato Serra, in Esami di coscienza di un letterato, sostiene l’inutilità della guerra. Essa, infatti, non porta ad alcun cambiamento nel mondo, ma rimane fine a sé stessa. Afferma l’autore: «non fa miracoli. Non paga i debiti, non lava i peccati». Erroneamente l’uomo considera la guerra una “giusta causa”, al termine della quale vuole che chi ha combattuto abbia reso più forte il suo carattere e che chi è morto venga santificato. Ma sulla terra, alla fine del combattimento, non cambia assolutamente nulla poiché tutti morti riposeranno sottoterra mentre spunteranno sempre la stessa erba e il solito Sole di primavera.

La morte livella tutti

La guerra pone tutti sullo stesso piano. Che si appartenga alla nobiltà o che si sia un umile cittadino, il destino di chi è in guerra è, per la maggior parte dei combattenti, sempre uno: la morte. Si pensi alle numerose vittime del primo conflitto mondiale. Esse furono numerose, in quanto il combattimento si trasformò in una lunga ed estenuante guerra di trincea: per conquistare pochi metri di terra, i combattimenti erano estremamente violenti e si perdevano numerose vite umane. Inoltre i soldati vivevano in condizioni precarie all’interno delle stesse trincee: molto spesso morivano a causa del freddo e delle malattie. La morte, quindi, mette tutti sullo stesso piano.

Papini e l'equilibrio della guerra

Giovanni Papini nell’opera Amiamo la guerra, afferma che le persone decedute sono diverse tra solo dal colore dei vestiti che indossano. Ma Papini è sostenitore dell’utilità della guerra perché essa «rimette in pari le partite» dal momento che «c’è un di troppo di qua e un di troppo di là che si premono» e si deve ritornare necessariamente a un equilibrio.

Thomas Mann e la necessità morale

Anche Thomas Mann, in Pensieri di guerra, esalta la guerra. Egli sostiene che è la sola idea del combattimento ad esaltare i poeti, poiché esso diventa una necessità morale. Bisogna, dunque, combattere perché è la nazione che richiede di farlo e bisogna lottare ad ogni costo, anche andando contro la ragione. Infine, Mann vede nella pace l’elemento di maggiore corruzione civile ed è perciò necessario prendere in mano le armi.

La possibilità di evitare la guerra

Io sono del parere che la guerra potrebbe essere evitata se solo i diversi popoli fossero aperti maggiormente ad un dialogo reciproco e cercassero di mettere da parte i loro interessi trovando una soluzione consona ad entrambe le parti. Altrimenti ci sarà sempre un conflitto armato che porterà solo ad un’inutile perdita di vite umane.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'atteggiamento dei futuristi nei confronti della guerra?
  2. I futuristi erano favorevoli alla guerra, considerandola un mezzo per igienizzare il mondo e rifiutando la tradizione e la cultura del passato.

  3. Come si posizionava Gabriele d'Annunzio riguardo all'intervento dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale?
  4. Gabriele d'Annunzio era un sostenitore dell'intervento italiano nella guerra, appartenendo alla corrente degli interventisti e manifestando la sua contentezza quando l'Italia entrò in guerra.

  5. Quali erano le opinioni di Renato Serra sulla guerra?
  6. Renato Serra considerava la guerra inutile, affermando che non porta a cambiamenti nel mondo e che non fa miracoli, ma è fine a sé stessa.

  7. Come descriveva Majakovskij la guerra nei suoi componimenti?
  8. Majakovskij metteva in risalto le caratteristiche negative della guerra, descrivendo il sangue, le baionette e la violenza che si rifletteva anche nella natura.

  9. Qual era la visione di Thomas Mann sulla guerra?
  10. Thomas Mann esaltava la guerra, considerandola una necessità morale e sostenendo che la pace rappresenta un elemento di corruzione civile.

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