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Concetti Chiave

  • L'unificazione italiana del 1861 comportò l'integrazione dei vari sistemi catastali preunitari, con 24 catasti ufficiali suddivisi in nove compartimenti, generando problemi di omogeneità dovuti a differenze nei metodi e unità di misura.
  • La Legge Messedaglia del 1886 introdusse il Nuovo Catasto Geometrico Particellare, unificando i catasti esistenti e affrontando le disomogeneità fondiarie con un sistema basato su classi e tariffe.
  • Nel 1939, il Nuovo Catasto Edilizio Urbano venne creato per migliorare la registrazione delle proprietà immobiliari, ma la revisione successiva fu ostacolata dalla Seconda Guerra Mondiale.
  • L'introduzione dell'agenzia del Territorio nel 2000 e del catasto telematico nel 2005 ha modernizzato la gestione catastale attraverso l'informatizzazione, rendendo i dati più accessibili.
  • L'evoluzione del catasto in Italia continua a migliorare l'equità fiscale e la certezza dei diritti di proprietà, nonostante le sfide di allineare gli estimi catastali ai valori di mercato attuali.

Indice

  1. 1861 – Inizio del processo di unificazione italiana
  2. Il Catasto Unico Italiano

1861 – Inizio del processo di unificazione italiana

Con l'unificazione, ogni territorio appartenente agli Stati preunitari, integrandosi nel nuovo Stato italiano, portò con sé il proprio sistema catastale. Al termine del processo di unificazione, l'Italia si trovò ad avere in vigore tutti i catasti preesistenti nei territori acquisiti. Nel 1886, tali catasti vennero ripartiti in nove compartimenti catastali:
Piemonte e Liguria: comprendeva Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Oltrepò Pavese e Lomellina (attualmente in provincia di Pavia).
Lombardo-Veneto: comprendeva la Lombardia (esclusi Lomellina e Oltrepò Pavese), Veneto e Friuli (esclusa la Venezia-Giulia).
Ex Ducato di Parma e Piacenza: comprendeva le attuali province di Parma, Piacenza e il territorio di Pontremoli (ora in provincia di Massa-Carrara).
Ex Ducato di Modena e Reggio: comprendeva le attuali province di Modena, Reggio Emilia e la Lunigiana (ora in provincia di Massa-Carrara).
Toscana: comprendeva il territorio delle attuali province toscane, ad esclusione di Massa-Carrara.
Ex Stato Pontificio: comprendeva Lazio, Umbria, Marche e Romagna (le attuali province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini).
Ex Stato Napoletano: comprendeva Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata.
Sicilia.
Sardegna.
Ogni compartimento includeva vari catasti, per un totale di 24 catasti ufficiali, che insieme costituivano il Catasto Terreni italiano.
Questa frammentazione generava notevoli problemi di omogeneità dovuti a:
• Diversità di tipologia catastale (solo 15 su 24 erano geometrici particellari, uno dei quali con rilievo a vista);
• Differenti metodi e strumenti di rilevazione;
• Differenti unità di misura;
• Diverse tipologie di stima;
• Differenti valute.
In alcuni casi, la disomogeneità era presente anche all'interno dello stesso compartimento. Ad esempio, nel compartimento Piemonte e Liguria coesistevano il Censo Milanese, considerato il migliore, e i catasti liguri, descrittivi e basati su denunce non sempre verificate dai contribuenti. Nel compartimento dell'ex Ducato di Modena e Reggio, si trovavano sia i catasti estensi di tipo descrittivo, risalenti al XVIII secolo, sia i catasti napoleonici per masse di coltura di Massa, Lucca e Lunigiana.
Gli atti catastali (o libri catastali), che in generale costituivano i catasti preunitari, generalmente, comprendevano:
• Sommarione: registro dei numeri di mappa, associati a proprietario, qualità colturale, classe di produttività, contrada e superficie del mappale (in misure antiche).
• Colonnario: registro delle partite o proprietà, con i mappali ad esse pertinenti.
• Libro dei trasporti: registro delle variazioni di proprietà.
• Matricola dei possessori: elenco alfabetico dei proprietari e tributo fondiario dovuto.
• Mappa: planimetria dei beni accatastati.
• Etichetta: tabella di classificazione dei terreni.
Nel Censo Milanese, il sommarione, il colonnario e la matricola dei possessori erano rispettivamente denominati tavola d’estimo, catastino e rubrica dei possessori.
1864 – Legge del Conguaglio Provvisorio.
Con questa legge si tentò di uniformare l'imposta fondiaria su tutto il territorio del Regno d'Italia, ripartendola nei nove compartimenti catastali. Tuttavia, i risultati furono insoddisfacenti a causa delle forti disomogeneità ereditate dagli Stati preunitari.
1865 – Tassazione dei fabbricati.
Si stabilì per legge la tassazione dei fabbricati e di ogni altra costruzione stabile in base al loro reddito netto, ponendo le basi per la nascita del catasto fabbricati italiano, sebbene non ancora strutturato come organo catastale autonomo.
1868 – Istituzione degli Uffici Tecnici del Macinato.
Questi uffici furono incaricati di competenze catastali.
1870 – Introduzione della domanda di voltura obbligatoria.
Per legge, divenne obbligatoria la domanda di voltura per trattare le modifiche ai beni accatastati.
1877 – Istituzione del Catasto Urbano (C.U.).
Questo catasto era:
• Descrittivo (es. "casa di 3 piani con 12 vani e officina al piano terra").
• Per singole proprietà.
• Globale (senza suddivisione in unità immobiliari).
Per l'aspetto geometrico e l'identificazione su mappa degli edifici, si ricorreva al Catasto Terreni.
1881 – Istituzione degli Uffici Tecnici di Finanza.
Questi uffici sostituirono gli Uffici Tecnici del Macinato e si occuparono di Catasto ed Erario, dipendendo dall'Ufficio Centrale del Personale Tecnico.

Il Catasto Unico Italiano

1886 – Legge Messedaglia o Legge della Perequazione Fondiaria (L. 3682/1886).
Con questa legge nacque il catasto unico italiano, il Nuovo Catasto Geometrico Particellare, che includeva il Nuovo Catasto Terreni (N.C.T.), che sostituisce i vecchi catasti preunitari, e il Catasto Edilizio Urbano (C.E.U.). La legge affrontava il problema della diversità dei catasti preesistenti e della conseguente sperequazione fondiaria, eliminando le disomogeneità precedenti.
Il Nuovo Catasto Geometrico Particellare si caratterizzava per:
• Separazione tra registrazione dei terreni e dei fabbricati.
• Tipologia geometrico particellare.
• Stima e misura in un sistema di classi e tariffe.
• Non essere probatorio.
Per l'aspetto fiscale, si fissò un reddito imponibile per ettaro (tariffa) da determinare su qualità di coltura e classi di produttività, applicato alle singole particelle. La determinazione delle tariffe venne effettuata su aziende tipo astratte, basate sulla produzione totale lorda del periodo 1874-1886.
1914 – Stato di accatastamento alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, risultava accatastato al N.C.T. e in conservazione il 43% del territorio nazionale.
1918 – Annessione delle nuove province al termine della Prima Guerra Mondiale.
Con l'ingresso nel Regno d'Italia delle province della Venezia Tridentina (Bolzano e Trento) e della Venezia Giulia (Trieste, Gorizia, Fiume, Pola e Zara), si ereditò il Catasto Austriaco, mantenuto in vigore parallelamente al Catasto Italiano per la sua connessione con il Libro Tavolare austriaco, che forniva indicazioni di carattere probatorio. Venne istituito il decimo compartimento catastale delle Nuove Province.
1923 – Prima Revisione Generale del Catasto.
La revisione non introdusse modifiche sostanziali, ma aggiornò il periodo di riferimento per la determinazione delle tariffe, passando dal 1874-1886 al 1904-1913.
1931-1933 – Riordino della normativa catastale.
In questi anni vennero emanati il Testo Unico delle Leggi sul Nuovo Catasto (L. 1572/1931) e il Regolamento per l’Esecuzione del Testo Unico, che definiva le fasi necessarie per la realizzazione del catasto.
1936 – Nascita degli Uffici Tecnici Erariali (U.T.E.).
Questi uffici sostituirono gli Uffici Tecnici di Finanza e dipendevano dalla Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali.
1939 – Istituzione del Nuovo Catasto Edilizio Urbano (N.C.E.U.).
Il N.C.E.U., con caratteristiche geometriche, per singole proprietà e non globali (poiché denunciate singole unità immobiliari urbane U.I.U.), nacque con lo scopo di aggiornare e sostituire il vecchio Catasto Edilizio Urbano.
1939 – Seconda Revisione Generale del Catasto (L. 976/1939).
Vennero introdotte innovazioni nelle operazioni estimative:
• Il bilancio aziendale veniva determinato su aziende reali, non su particelle tipo astratte.
• Il reddito agrario non veniva determinato sulla base della produzione lorda ma sulla differenza tra questa e i costi di produzione.
• A seguito della Seconda Guerra Mondiale, tale revisione non venne mai attuata e risultò obsoleta al termine del conflitto.
1950 – Prima Conferenza Nazionale del Catasto.
In questa sede, vennero fissati i punti fondamentali per l’attuazione del catasto, in particolare, per l’accatastamento al N.C.T. di tutto il territorio nazionale.
1954 – Decreto Ministeriale 23 marzo 1954.
Con questo decreto, venne introdotta una nuova revisione generale del catasto, fissando le modalità per la determinazione delle tariffe d’estimo.
1988 – Legge 431/1988 (Legge sull’equo canone).
Questa legge fissò i criteri per la valutazione delle proprietà immobiliari urbane, andando a influenzare anche l’attività catastale.
1990 – Nasce il Nuovo Catasto dei Fabbricati (N.C.F.).
Questo catasto venne istituito per la gestione informatizzata dei dati catastali e delle planimetrie relative ai fabbricati.
1992 – Riforma del catasto con la Legge 662/1992.
Questa legge apportò modifiche importanti, come la revisione degli estimi catastali, l’introduzione del Catasto Fondiario (per la gestione informatizzata dei dati relativi ai terreni) e la revisione del sistema di classamento degli immobili urbani.
2000 – L’Agenzia del Territorio.
Con il Decreto Legislativo 300/1999, attuato nel 2000, venne istituita l’Agenzia del Territorio, che assunse le competenze relative alla gestione del catasto precedentemente detenute dagli Uffici Tecnici Erariali.
2005 – Catasto telematico.
Si inaugurò il catasto telematico, che consentiva la consultazione e la gestione dei dati catastali attraverso internet, riducendo la necessità di recarsi fisicamente negli uffici del catasto.
2012 – Fusione dell’Agenzia del Territorio con l’Agenzia delle Entrate.
Con il Decreto-Legge 16/2012, l’Agenzia del Territorio venne soppressa e le sue competenze furono trasferite all’Agenzia delle Entrate, che divenne l’ente responsabile per la gestione del catasto in Italia.
Evoluzione recente e sviluppi futuri
Negli ultimi anni, l'Italia ha continuato a migliorare e modernizzare il proprio sistema catastale. L'introduzione di strumenti digitali ha reso il catasto più accessibile e trasparente. Tuttavia, permangono sfide legate alla necessità di una completa revisione degli estimi catastali per riflettere in modo più accurato il valore di mercato degli immobili.
L'evoluzione del catasto in Italia è un esempio di come uno strumento essenziale per la gestione del territorio e del sistema fiscale possa adattarsi alle nuove tecnologie e ai cambiamenti socio-economici del paese, mantenendo al contempo la sua funzione primaria di garantire l'equità fiscale e la certezza dei diritti di proprietà.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali sfide affrontate durante l'unificazione del sistema catastale italiano?
  2. Durante l'unificazione, l'Italia si trovò con diversi catasti preesistenti, creando problemi di omogeneità a causa di differenti tipologie catastali, metodi di rilevazione, unità di misura, stime e valute.

  3. Cosa stabiliva la Legge Messedaglia del 1886?
  4. La Legge Messedaglia del 1886 istituì il catasto unico italiano, il Nuovo Catasto Geometrico Particellare, per eliminare le disomogeneità dei catasti preesistenti e affrontare la sperequazione fondiaria.

  5. Quali furono le innovazioni introdotte con la Seconda Revisione Generale del Catasto del 1939?
  6. La revisione del 1939 introdusse innovazioni nelle operazioni estimative, come la determinazione del bilancio aziendale su aziende reali e il reddito agrario basato sulla differenza tra produzione lorda e costi di produzione.

  7. Qual è stato l'impatto della digitalizzazione sul sistema catastale italiano?
  8. La digitalizzazione ha reso il catasto più accessibile e trasparente, permettendo la consultazione e gestione dei dati catastali online, riducendo la necessità di recarsi fisicamente negli uffici.

  9. Quali sono le sfide attuali del sistema catastale italiano?
  10. Le sfide attuali includono la necessità di una revisione completa degli estimi catastali per riflettere accuratamente il valore di mercato degli immobili, garantendo equità fiscale e certezza dei diritti di proprietà.

Domande e risposte