Concetti Chiave
- Le foreste coprono circa il 30% della superficie terrestre, con il legno composto principalmente da carbonio, ossigeno, e idrogeno.
- Il legno delle conifere è ricco di resina con foglie aghiformi, mentre i latifogli hanno foglie grandi e due tipi di cellule per il sostegno e i succhi linfatici.
- La parte centrale del tronco, il durame, è più resistente ma meno flessibile rispetto all'alburno, che è più lavorabile.
- Il processo di lavorazione del legno include abbattimento, stagionatura, scortecciamento, segatura, e stoccaggio, con la stagionatura che influenza la stabilità del materiale.
- La segatura può avvenire tramite srotolatura, taglio, o tranciatura, e il prodotto finale viene commercializzato dopo lo stoccaggio.
• carbonio (50%)
• ossigeno (42%)
• idrogeno (6%)
• azoto (1%)
• elementi diversi (1%)
Si divide in:
- coniferi: cellule allungate che costituiscono il sostegno (forma legno massiccio). Sono piante ad alto fusto, ricche di sostanze resinose e con foglie aghiformi
- latifogli: hanno due cellule diverse: una per dare sostegno e l'altra dove scorrono i succhi linfatici. Sono piante con foglie grandi
La parte centrale del tronco è la più vecchia e scura (durame) quindi la più resistente ma la meno flessibile, mentre quella esterna è la più giovane e chiara(alburno) e più lavorabile; è il materiale anisotropo per eccellenza.
La lavorazione avviene per fasi:
1. Abbattimento: è consigliato tra dicembre-marzo (momento di stasi nel ciclo vegetativo). Il tronco viene tagliato nelle dimensioni commerciali e dopo l'abbattimento il legno perde la sua acqua fino ad equilibrare la propria umidità con quella dell'ambiente (ha perso la sua vita e non ha più bisogno di acqua per il nutrimento). Avviene quindi un ritiro, in maniera disomogenea, che può essere:
- assiale: ritiro minimo
- radiale: ritiro medio
- tangenziale: ritiro maggiore
2. Stagionatura: viene ridotto il contenuto di umidità presente nel legno fresco fino ad equilibrarlo con l'ambiente. Si distingue l'umidità libera (contenuta nei vacui delle cellule) e umidità contenuta (nelle pareti delle cellule) e si definisce il punto di saturazione delle fibre per ogni specie arborea che mostra l'umidità massima che può essere presente nelle pareti cellulari in assenza di umidità libera. La stagionatura può essere naturale (il legno viene lasciato all'aria aperta per 7/8 mesi) o artificiale (tramite aria calda per qualche settimana). Dalla buona stagionatura dipende la stabilità del materiale.
3. Scortecciamento: si toglie la parte morta e viene scansionato per scartare il legno non idoneo
4. Stoccaggio del grezzo
5. Segatura che può avvenire in 3 diverse lavorazioni:
- srotolatura: riduzione degli anelli in fogli sottili
- taglio: riduzione in pezzi
- tranciatura: riduzione in piccoli pezzi
6. Stoccaggio del lavorato
7. Commercializzazione
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra coniferi e latifogli?
- Qual è il processo di stagionatura del legno e perché è importante?
- Quali sono le fasi principali della lavorazione del legno?
I coniferi hanno cellule allungate che formano legno massiccio, sono piante ad alto fusto con foglie aghiformi e ricche di sostanze resinose. I latifogli, invece, hanno due tipi di cellule: una per il sostegno e l'altra per il trasporto dei succhi linfatici, e presentano foglie grandi.
La stagionatura riduce l'umidità del legno fresco fino a equilibrarla con l'ambiente, distinguendo tra umidità libera e contenuta. Può essere naturale o artificiale e determina la stabilità del materiale.
Le fasi principali includono abbattimento, stagionatura, scortecciamento, stoccaggio del grezzo, segatura (srotolatura, taglio, tranciatura), stoccaggio del lavorato e commercializzazione.