Concetti Chiave
- Nel XVII secolo, le monarchie nazionali cercarono di limitare la nobiltà feudale e la Chiesa per consolidare il proprio potere, minacciando la libertà individuale.
- Filosofi come Hobbes e Spinoza elaborarono teorie sullo Stato, con Hobbes a favore della monarchia assoluta e Spinoza a supporto di uno Stato liberale volto alla felicità e libertà dei cittadini.
- Jean Bodin, teorico dell’assolutismo, vedeva la sovranità come illimitata e perpetua, sostenendo comunque la giustizia e la tolleranza religiosa.
- Giovanni Althusius e Ugo Grozio sostennero che la sovranità risiede nel popolo, basandosi su un contratto sociale che autorizza il popolo a scegliere nuovi governanti se necessario.
- Ugo Grozio enfatizzò il diritto naturale e una religione fondata sulla ragione, stabilendo che le azioni giuste sono dettate dalla ragione indipendentemente dalla presenza di Dio.
Indice
L'ascesa delle monarchie nazionali
Agli inizi del XVII uno dei problemi che si impone con urgenza è quello della natura dei rapporti politici. I due istituti politici tipici del Medioevo, l’Impero e il Comune, avevano fatto il loro tempo e la nuova realtà che si stava imponendo era costituita dalle monarchie nazionali.
Esse tendevano a limitare ogni forza che tendesse a limitare il loro potere all’interno dello Stato. Per questo motivo, la monarchia nazionale cercava di imbrigliare la nobiltà feudale e fare della Chiesa uno strumento del regno. Questo processo che andava in direzione dell’assolutismo minacciava di ledere la libertà e la dignità dell’uomo, soprattutto di quello di cultura.Teorie dei diritti naturali
I filosofi cercarono, allora, cercarono di individuare i limiti entro i quali le monarchie nazionali potessero muoversi senza danneggiare il corpo sociale. Pertanto, furono elaborate teorie dei diritti naturali che ogni stato avrebbe dovuto rispettare. A tali teorie si oppose Hobbes con la sua giustificazione della monarchia assoluta a cui faceva riscontro Spinoza con la sua teoria liberale dello Stato il cui unico fine era la felicità e la libertà dei suoi membri.
Jean Bodin e l'assolutismo
Il primo teorico dell’assolutismo fu Jean Bodin, vissuto nella seconda metà del XVI secolo. Egli individuava la sovranità come la caratteristica fondamentale dello Stato. Per sovranità egli intendeva una potenza predominante e senza limiti, assoluto e perpetua, non soggetta ad alcuna legge, all’infuori della legge divina e di quella naturale. Secondo Bodin, ogni principe può cambiare le leggi fatte da lui stesso, ma in ogni caso è obbligato a rispettare e a garantire la giustizia; coltiva la pietà, la giustizia e la fede e in questi si differenzia dal tiranno. Egli è anche un accanito sostenitore della tolleranza religiosa, idea che sostiene nell’ opera Heptaplomeres (= sette interlocutori): egli fa intervenire un cattolico, un luterano, un calvinista, un ebreo, un maomettano, un pagano e un sostenitore della religione naturale (il personaggio principale): La conclusione del dialogo è questa: tutte le religioni positive hanno in comune un fondamento razionale a cui, separatamente, ognuna aggiunge le cerimonie e i riti che procurano l’adesione del popolo.. Nel caso in cui le diverse religioni fanno attenzione al loro comune fondamento, spariscono i motivi del contrasto ed è così che viene garantire la pace religiosa.
Alberico Gentile e la guerra
Alberico Gentile da Fabriano vissuto a cavallo del XVI e del XVII secolo sostiene che la guerra è contraria al diritto di natura perché gli uomini, per istinto, sono portati all’amicizia e alla pace. L’unica guerra è quella difensiva mentre sono ingiuste le guerre di religione. Poiché la guerra si verifica all’interno della comunità umana, essa deve rispettare i diritti natura lidi tale comunità e quindi i diritti dei donne, dei bambini, dei prigionieri.
Giovanni Althusius e la sovranità popolare
Giovanni Althusius, vissuto dal 1557 al 1638, parte dal concetto di sovranità di Bodin, ma attribuisce tale sovranità al popolo. Ogni comunità umana si forma attraverso un contratto che può essere tacito o espresso. Il principe diventa quindi un semplice magistrato il cui potere deriva dal contratto e se egli viene meno agli obblighi stabiliti nel contratto originario, il popolo può scegliere un nuovo principe o una nuova costituzione. Queste idee saranno riprese da Rousseau nel XVIII secolo.
Ugo Grozio e il diritto naturale
Ugo Grozio, vissuto nella prima metà del XVII secolo, parte dall’identificazione di ciò che è naturale con ciò che è razionale., in quanto nell’uomo la natura umana corrisponde alla ragione. Il diritto naturale è fiondato sulla ragione che indica il valore e il disvalore di un’azione. Per questo motivo le azioni comandate dalla ragione sono sempre buone, indipendentemente dalla presenza di Dio. Condivide la teoria contrattualistica per la quale ogni comunità umana è fondata su di un patto originario. Tuttavia per Grozio, la sovranità spetta soltanto al popolo, con tutte le conseguenze nel caso in cui il principe non rispetti le clausole. Come vi è un diritto naturale, per Grozio, esiste anche una religione naturale, anch’essa fondata soltanto sulla ragione. Tale religione si fonda su quattro principi: 1) Dio esiste ed è uno 2) Dio non si identifica con le cose visibili ed è superiore ad esse 3) Dio governa e giudica tutte le cose umane 4) Dio è l’artefice di tutto ciò che è naturale
Domande da interrogazione
- Qual era il problema politico principale all'inizio del XVII secolo?
- Come si differenzia la teoria di Jean Bodin sull'assolutismo?
- Qual era la posizione di Alberico Gentile riguardo alla guerra?
- In che modo Giovanni Althusius reinterpretava il concetto di sovranità?
- Quali sono i principi fondamentali della religione naturale secondo Ugo Grozio?
Il problema principale era la natura dei rapporti politici, con le monarchie nazionali che cercavano di limitare il potere della nobiltà feudale e della Chiesa, minacciando la libertà e la dignità dell'uomo.
Jean Bodin definiva la sovranità come potenza predominante e senza limiti, obbligata a rispettare la giustizia e la pietà, distinguendosi dal tiranno e sostenendo la tolleranza religiosa.
Alberico Gentile sosteneva che la guerra è contraria al diritto di natura, essendo gli uomini portati all'amicizia e alla pace, e considerava giusta solo la guerra difensiva.
Giovanni Althusius attribuiva la sovranità al popolo, basandosi su un contratto sociale che permetteva al popolo di scegliere un nuovo principe o costituzione se il contratto originario veniva violato.
Ugo Grozio fondava la religione naturale su quattro principi: l'esistenza di un Dio unico, la sua superiorità alle cose visibili, il suo governo e giudizio su tutte le cose umane, e il suo ruolo di artefice di tutto ciò che è naturale.