Concetti Chiave
- Elisabetta I Tudor morì senza eredi, portando alla fine della dinastia Tudor e al passaggio della corona a Giacomo I Stuart.
- Giacomo I Stuart, già re di Scozia, divenne re d'Inghilterra, seguito da suo figlio Carlo I Stuart, creando tensioni con il Parlamento.
- Le tensioni tra la Monarchia e il Parlamento furono alimentate dalla simpatia degli Stuart per il Cattolicesimo, causando dissenso tra Anglicani e Puritani.
- Il conflitto politico si intensificò a causa delle richieste fiscali della Corona, che venivano avanzate senza consultare il Parlamento.
- L'equilibrio istituzionale fu messo a rischio poiché i Parlamentari volevano il diritto di discutere le iniziative fiscali del Sovrano, ma il Re rifiutava tale concessione.
Indice
La fine della dinastia Tudor
Elisabetta I Tudor decise di non sposarsi e non ebbe figli, dunque con lei la dinastia Tudor s'interruppe.
L'ascesa degli Stuart
Di conseguenza, avvenne un cambio della dinastia regnante: alla sua morte, la corona d'Inghilterra andò a Giacomo I Stuart, re di Scozia, che era, inoltre, il figlio di Maria Stuart.
Tensioni tra monarchia e parlamento
Con Giacomo I Stuart e, successivamente, con suo figlio, Carlo I Stuart, iniziarono delle tensioni tra la Monarchia e la Corte da una parte, ed il Parlamento ed i suoi componenti dall'altra.
Problemi di geografia confessionale
I motivi di questo scontro furono essenzialmente tre:
_ il primo problema riguarda la Geografia Confessionale, infatti gli Stuart simpatizzavano nei confronti del Mondo Cattolico; questo suscitò dissensi sia tra gli Anglicani che tra i Puritani, che erano un gruppo protestante che voleva purificare la Chiesa Anglicana da ogni contatto col Cattolicesimo.
_ il secondo problema riguarda la Politica Fiscale della Corona, infatti gli Stuart avanzarono richieste di tributi senza discuterne col Parlamento, dunque questo causò scontri tra la Corona e il Parlamento.
_ il terzo ed ultimo problema riguarda l'equilibrio istituzionale tra Monarca e Parlamento; i Parlamentari volevano avere il diritto di poter discutere e approvare o respingere le iniziative fiscali del Sovrano, ma il Re non era di questa idea.