Concetti Chiave
- I Papi del XVI secolo includono figure chiave come Pio V, noto per la vittoria di Lepanto, e Gregorio XIII, famoso per la riforma del calendario.
- Sisto V è ricordato per la lotta contro i briganti e le ambiziose opere edilizie, mentre Clemente VIII ha cercato l'equilibrio politico e ha revocato la scomunica di Enrico IV.
- La politica estera del periodo era strettamente legata alla Controriforma, limitando l'indipendenza dello Stato Pontificio a favore della Spagna.
- Internamente, lo Stato Pontificio era tra i più popolosi d'Italia, ma soffriva di cattiva amministrazione e un'oppressiva politica fiscale.
- L'instaurazione dell'assolutismo nello Stato Pontificio non ebbe successo a causa della breve durata dei pontificati e della corruzione amministrativa.
Indice
Papi del XVI secolo
I Papi che salirono sul trono pontificio nella seconda metà del XVI secolo furono: Pio IV, Pio V, Gregorio XIII, Sisto V e Clemente VIII.
Pio V è legato alla vittoria di Lepanto sui Turchi, a Gregorio XIII dobbiamo la riforma del calendario giuliano che da lui prese il nome di gregoriano, Sisto V è rimasto alla storia per la ferocia con cui lotto contro i briganti che infestavano la campagna laziale, per un atteggiamento di indipendenza avuto nei confronti della Spagna e per la grandiosità dei lavori edilizi effettuati.
Politica di Clemente VIII
Clemente VIII cerco di attuare una politica di equilibrio revocando la scomunica a Enrico IV di Francia e favorendo la pace di Vervins, fra Filippo di Spagna e Enrico IV. Ricordiamo anche la rigorosità con cui egli lottò contro le eresia che lo portò a far ardere vivo il filosofo Giordano Bruno
Controriforma e Stato Pontificio
In politica estera, le esigenze collegate alla Controriforma ponevano lo Stato Pontificio nella condizione di dover favorire senza alcuna eccezione l’azione del re di Spagna per cui nella politica internazionale esso non godeva di una totale indipendenza.
Amministrazione dello Stato Pontificio
Dal punto di vista interno lo Stato Pontificio era fra i più popolosi ed estesi stati della penisola e lo sforzo costante dei papi quali Giulio II e Paolo III era stato quello di contrastare quell’insieme di piccole signorie di Comuni cittadini gelose della propria autonomia. Dopo il trattato di Cateau-Cambrésis le signorie era ormai scomparse e le autonomie comunali molto ridotte ed anche i grandi baroni romani cominciavano ad essere più remissivi. Tuttavia l’instaurazione dell’assolutismo nello Stato Pontificio non ebbe gli stessi risultati avuti negli altri stati europei. Infatti il governo del papa era di breve durata e tutti coloro che ruotavano intorno a lui consideravano il loro incarico come un mezzo per arricchirsi prima che arrivasse un nuovo pontefice. Per questo motivo, nonostante lo sforzo di alcuni pontefici, era uno degli stati peggio amministrati d’ Italia. A questo va aggiunto una politica fiscale molto oppressiva resa necessaria per finanziare le grandi costruzioni ed il fasto e l’opulenza in cui erano abituati a vivere i pontefici.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali contributi dei papi della seconda metà del XVI secolo?
- Come influenzò la Controriforma la politica estera dello Stato Pontificio?
- Quali furono le sfide interne dello Stato Pontificio nel XVI secolo?
Pio V è noto per la vittoria di Lepanto, Gregorio XIII per la riforma del calendario, Sisto V per la lotta contro i briganti e i lavori edilizi, e Clemente VIII per la politica di equilibrio e la lotta contro le eresie.
La Controriforma costrinse lo Stato Pontificio a sostenere l'azione del re di Spagna, limitando la sua indipendenza nella politica internazionale.
Lo Stato Pontificio affrontò sfide come l'instaurazione dell'assolutismo, la cattiva amministrazione dovuta alla breve durata dei pontificati e una politica fiscale oppressiva per finanziare le costruzioni e il lusso papale.