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Concetti Chiave

  • Il movimento illuminista ha discusso l'origine dello stato come un "contratto sociale", dove i cittadini scambiano obbedienza per sicurezza e benessere.
  • John Locke è un fondamentale teorico del contrattualismo, sostenendo che lo stato esiste per proteggere diritti naturali inviolabili come vita, libertà e proprietà.
  • Lo stato liberale, secondo Locke, limita i suoi poteri e si basa sul consenso dei cittadini, che possono ritirarlo se i diritti sono violati.
  • Montesquieu, nel suo "Lo spirito delle leggi", promuove la divisione dei poteri per evitare il dispotismo e garantire le libertà individuali.
  • Voltaire supportava la monarchia assoluta, purché il sovrano agisse razionalmente, favorendo un dispotismo illuminato a beneficio della borghesia.

Indice

  1. Origine dello stato e contrattualismo
  2. John Locke e i diritti naturali
  3. Montesquieu e la divisione dei poteri
  4. Voltaire e il dispotismo illuminato

Origine dello stato e contrattualismo

Uno degli argomenti più dibattuti all'interno del movimento illuminista fu l'origine dello stato e il modo migliore di organizzarlo. Per gli illuministi lo stato nasce come patto fra gli uomini, una forma di "contratto sociale" in base al quale i cittadini si impegnano a rispettare le leggi in cambio di sicurezza e benessere. Secondo questa teoria, detta contrattualismo, lo stato non è un'istituzione naturale originaria, né ha origine divina, ma è il prodotto della storia, in quanto è una costruzione degli uomini.

John Locke e i diritti naturali

Il filosofo inglese John Locke (1632-1704), che nel Seicento anticipò alcune grandi idee del secolo dei Lumi, è tra i più importanti e noti teorici del contrattualismo. Egli sostiene che ogni uomo possiede, individualmente, dei diritti naturali (alla vita, alla libertà, alla proprietà) che sono inviolabili e che nel patto istitutivo dello stato non possono essere contrattati, ossia messi in discussione, poiché lo stato nasce proprio per garantire questi diritti. Ne consegue che il cittadino, nel contratto che dà vita alla società, non cede allo stato tutti i suoi diritti, ma ne delega una parte (per esempio, lo stato farà le leggi e amministrerà la giustizia). Uno stato che nasce sulla base di questi principi è detto liberale perchè ha come scopo la tutela delle libertà individuali e i suoi poteri sono limitati e soggetti al controllo dei cittadini. La legittimità delle istituzioni non deriva più da Dio o dalla tradizione, ma si fonda sul consenso, che i cittadini possono ritirare quando lo stato viola questi diritti.

Montesquieu e la divisione dei poteri

L'elaborazione di una teoria liberale dello stato fu ripresa nel secolo dei Lumi dal francese Charles-Louis de Secondat, barone di Montesquieu (1689-1755). Nell'opera Lo spirito delle leggi, pubblicata nel 1748, Montesquieu sostiene che uno stato giusto deve garantire le libertà e impedire il dispotismo. A tal fine occorre che il potere di chi governa sia limitato dalle leggi e da organismi costituzionali. Di qui la fondamentale teoria di divisione dei poteri: in uno stato giusto i poteri di fare le leggi (legislativo), governare (esecutivo), amministrare la giustizia (giudiziario) devono essere divisi, ossia attribuiti a organi diversi, che si devono limitare e controllare a vicenda. Montesquieu ritiene che il modello migliore sia la monarchia costituzionale inglese, nata dalla gloriosa rivoluzione del 1688.

Voltaire e il dispotismo illuminato

Di parere diverso rispetto a lui era Francois-Marie Arouret detto Voltaire (1694-1778), il quale riteneva che la monarchia assoluta fosse un bene per la società, purché il sovrano agisse secondo i principi della ragione. Un tale monarca sarebbe stato il migliore garante dei diritti e della libertà della classe sociale allora in ascesa, la borghesia, contro il potere e i privilegi della nobiltà. Voltaire era dunque favorevole a una forma di dispotismo "illuminato" della ragione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine dello stato secondo gli illuministi?
  2. Gli illuministi ritenevano che lo stato nascesse come un "contratto sociale" tra gli uomini, non come un'istituzione naturale o divina, ma come una costruzione storica.

  3. Quali sono i diritti naturali secondo John Locke?
  4. John Locke sosteneva che ogni uomo possiede diritti naturali inviolabili alla vita, alla libertà e alla proprietà, che lo stato deve garantire.

  5. Qual è la teoria fondamentale di Montesquieu per uno stato giusto?
  6. Montesquieu propone la divisione dei poteri, dove i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario devono essere separati e controllarsi reciprocamente.

  7. Qual era la posizione di Voltaire riguardo alla monarchia?
  8. Voltaire era favorevole a una monarchia assoluta, purché il sovrano agisse secondo i principi della ragione, sostenendo un dispotismo "illuminato".

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