darksoul98
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Concetti Chiave

  • Nel medioevo, la libertà di coscienza religiosa riguardava la conversione dei pagani e la repressione dell'eresia all'interno della cristianità.
  • La tolleranza religiosa implica il diritto di professare liberamente dottrine considerate false ma sinceramente credute.
  • Erasmo da Rotterdam promuoveva una tolleranza basata sul dialogo e sull'interpretazione aperta delle Sacre scritture.
  • La Riforma protestante complicò la questione della tolleranza con la convivenza tra diverse confessioni cristiane e le conseguenti tensioni politiche.
  • La separazione tra chiesa e stato è fondamentale per garantire l'autonomia della coscienza individuale rispetto al potere statale.

Indice

  1. Discussione medievale sulla libertà di coscienza
  2. Erasmo da Rotterdam e la tolleranza
  3. Tolleranza e repressione nello stato

Discussione medievale sulla libertà di coscienza

Il problema della libertà di coscienza in materia di religione era stato più volte discusso dalla teologia medievale, ma da un unico punto di vista: i popoli pagani dovevano essere convinti o costretti ad accettare il battesimo e le fede cristiana? Non esistevano dubbi invece per chi fosse nato all'interno della cristianità: o si era membro fedele della chiesa oppure un eretico, e l'eresia era un crimine da reprimere.

Nel senso più generale, il principio di tolleranza religiosa consiste nell'ammettere che il seguace di dottrine consideraste false sia mossa da una fede sincera e abbia perciò il diritto di professarle liberamente e pubblicamente.

Erasmo da Rotterdam e la tolleranza

Nel suo scritto del 1524 Erasmo da Rotterdam delineò una doppia strategia della tolleranza: da un lato, la chiarificazione della verità senza scendere ad una lotta fra gladiatori: dall'altro, il riconoscimento che molti passi delle Sacre scritture sono di difficile interpretazione e non devono compromettere l'accordo che pure esiste sugli elementi essenziali della fede cristiana.

Tolleranza e repressione nello stato

Di tolleranza si può parlare anche in un senso diverso, pensando al rapporto fra lo stato e gli individui. La chiesa cattolica non ammetteva che lo stato intervenisse in materia di fede, ma gli richiedeva di esercitare la repressione sugli eretici. La Riforma protestante aveva però trasformato la questione della tolleranza o della repressione dei piccoli gruppi ereticali in quella ben più complessa della convivenza tra confessioni cristiane diverse e accanto alla considerazione religiosa ne aveva imposta una politica: poteva lo stato tollerare l'esistenza di più confessioni quando si era dovuto constatare che ciò conduceva alla guerra civile? La risposta fu negativa: la tolleranza era incompatibile con l'esistenza dello stato. Il principio del cuius regio eis religio fece perciò da fondamento a una pratica di intolleranza essenzialmente indirizzata a salvare la pacifica convivenza all'interno dello stato. Solo dalla dottrina della separazione fra chiesa e stato deriva la totale autonomia della coscienza di fronte a qualsiasi potere costituito.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il problema principale discusso dalla teologia medievale riguardo alla libertà di coscienza in materia di religione?
  2. Il problema principale era se i popoli pagani dovessero essere convinti o costretti ad accettare il battesimo e la fede cristiana, mentre per chi era nato all'interno della cristianità non c'erano dubbi: si era membri fedeli della chiesa o eretici, e l'eresia era un crimine da reprimere.

  3. Come Erasmo da Rotterdam ha contribuito al concetto di tolleranza religiosa nel suo scritto del 1524?
  4. Erasmo da Rotterdam ha delineato una doppia strategia della tolleranza: chiarire la verità senza conflitti violenti e riconoscere che molti passi delle Sacre scritture sono di difficile interpretazione, senza compromettere l'accordo sugli elementi essenziali della fede cristiana.

  5. Qual era la posizione della Riforma protestante riguardo alla tolleranza religiosa e alla convivenza tra diverse confessioni cristiane?
  6. La Riforma protestante trasformò la questione della tolleranza in una più complessa di convivenza tra diverse confessioni cristiane, imponendo una considerazione politica: lo stato non poteva tollerare più confessioni poiché ciò conduceva alla guerra civile, rendendo la tolleranza incompatibile con l'esistenza dello stato.

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